Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Tha Game Is On

CAPITOLO 29

THE GAME IS ON


Pioggia. Umidità.

Fastidio.

Ma c'è anche qualcos'altro: è determinazione.

Questa volta potrei davvero segnare una svolta decisiva per la risoluzione di questo caso.

Grazie a John, ricordatelo.

No, John è stato un'interferenza. Ha esposto la mia esistenza. Primo punto.

Ha scritto di me su internet. Secondo punto.

Si è fidanzato, o quasi, con una complice degli omicidi. Terzo punto.

E, punto più importante: non si è reso conto di niente di tutto questo.

Non è stato difficile decidere cosa fare.

Alle 23.02 ho percepito il respiro di John più tranquillo. Regolare. Con lui addormentato non è stato difficile uscire dalla stanza senza attirare la sua attenzione.

C'è solo qualcosa che non funziona in tutto il mio piano. Un minuscolo granellino di polvere che però blocca l'intero meccanismo.

E non c'è niente che potrebbe irritarmi di più al mondo. Odio non capire.

La domanda che mi assilla, che mi martella incessantemente nel cervello, è: se questa è una trappola, come penso che sia, come agiranno i miei avversari?

Forse gli hai solo sopravvalutati. Forse non c'è nessuna trappola e stai per infiltrarti nella loro organizzazione. O forse Mary non c'entra nulla con tutta questa storia e ti dovrai solo trovare nella spiacevole ma tollerabile situazione del dover comunicare a John che la sua "fidanzata" che poi a quanto pare tanto fidanzata non è, ha un altro.

Possibile, ma poco probabile.

Se Mary avesse un altro non sarebbe un vero tradimento poiché, come John si ostina a ripetere, loro due non hanno alcuna relazione sentimentale, quindi lei è libera di frequentare chi vuole da questo punto di vista.

Il messaggio trovato da John sul telefono indicava un certo "molo" come punto di incontro. L'ipotesi che mi ha soddisfatto maggiormente è che si tratti del piccolo porticciolo situato sul fiume Cam essendo che tutta la vicenda si sta svolgendo all'interno dell'università.

Sono arrivato sul luogo alle 23.18 e ho potuto elaborare 13 possibili situazioni differenti.

Hai contato anche...

Si, ho contemplato anche un possibile appuntamento galante di Mary, come ultima opzione.

Ho rapidamente individuato il luogo perfetto per controllare la situazione passando inosservato. Abbastanza lontano in modo che il mio respiro non attiri l'attenzione ma abbastanza vicino da poter udire i discorsi, anche se bisbigliati, e da riconoscere i volti.

Sto aspettando appollaiato sul ramo del noce da undici minuti e trentasei secondi quando un fruscio alle mie spalle attira la mia attenzione.

E ciò che vedo mi fa digrignare i denti.

Quello che sta passando sotto di me con aria furtiva e passo felpato è senza dubbio un ragazzo. Peccato che il suo viso sia coperto da un passamontagna che lascia intravedere solo gli occhi.

Gli occhi.

Chiari. Occhi grigi. Vuoti, ma con una scintilla di follia.[1]

Raccolgo nel mio palazzo mentale un archivio completo sull'andatura di questo individuo, sulla sua altezza, sul suo modo di far dondolare le braccia.

Eseguendo poi un'osservazione attenta di tutti i ragazzi frequentanti Cambridge potrei riconoscerlo.

Nelle mani stringe una busta.

Il bianco della carta risalta, illuminato dalla luna.

Avrebbe dovuto usare un contenitore più scuro per attirare meno l'attenzione.

Passa ancora del tempo.

Il ragazzo si guarda attorno. Posso percepire il suo sorriso felino sotto la stoffa nera. Trasuda orgoglio e compiacimento da ogni poro.

Mi ricorda qualcuno...

Posso capire che è lei ancora prima di sentire il suono dei passi.

Il profumo che tanto adori ti ha tradita.

Mary.

Posso finalmente scartare con certezza la banale e insignificante ipotesi del tradimento affettivo nei confronti di John.

Ora restano altre 12 possibilità.

Le due figure non si scambiano convenevoli.

Sembra una procedura ripetuta già altre volte.

Sento due battiti cardiaci distinti,

Uno è calmo. Rilassato.

Uno è agitato. Mary.

Sento quasi distintamente un nome:

-Nicolas Riley. –

Poi la prima figura consegna la busta alla ragazza. Lei tiene lo sguardo basso. La testa coperta da un grosso cappuccio scuro.

Annuisce.

Poi si volta e scompare così come è arrivata.

La prima ombra resta ferma ancora per un po'.

Credo che stia per guardare nella mia direzione. I miei sensi si acutizzano, mi sento rizzare i capelli sulla testa. Lui sa che sono qui.

Poi però non si gira. Si incammina semplicemente dopo aver gettato uno sguardo al sentiero che porta al molo. Ha un passo fluido, leggero, sembra quasi fluttuare sull'erba che si sposta appena sotto di lui.

Aspetto che si sia allontanato e poi mi lascio cadere silenziosamente sul prato. L'erba e la terra umida attutiscono la mia caduta senza produrre alcun suono.

Nel mio cervello le informazioni stanno traferendosi a velocità inimmaginabili. Posso sentire la scossa elettrica sotto la pelle. Il fremito dei collegamenti. Le ipotesi che nascono una dietro l'altra.

Nel mio Mind Place edifici vengono abbattuti, cassetti svuotati, per lasciare spazio a nuove deduzioni.

Osservo la piega dell'erba per intuire che direzione ha preso. Affretto il passo per paura di perderlo.

Devo riuscire a capire chi si nasconde dietro quel passamontagna.

Devo dare un volto al mio avversario.

Solo allora potrò rendermi conto che è una persona comune.

E ogni persona comune ha un punto debole.

Proseguo nel fitto del bosco, dove gli alberi si fanno più frequenti.

Ma ad un certo punto perdo la traccia.

La pista seguita fino ad ora scompare nel nulla. Non ci sono più segni di passi, non ci sono più odori.

O forse...forse ci sono troppi segni di passi e troppi odori.

Questo fa sì che si annullino a vicenda.

Astuto, molto astuto.

Si appoggia a numerosi complici.

Avrai anche vinto il primo round.

Ma la partita è appena cominciata.

The Game is On [2]

***

-John, alzati. Subito. Abbiamo poco tempo. Sono un passo avanti a noi, ma ancora per poco. –

Aprendo gli occhi trovo il viso riccioluto del mio coinquilino a pochi centimetri dal mio. Mi sta osservando con quegli occhi di ghiaccio. Imperscrutabili. Impossibile capire cosa passi al di là di questi specchi d'acqua.

Sento le mie guance colorarsi di porpora e mi affretto a tirarmi a sedere.

Lui mi osserva ancora per un po' e mi sento in imbarazzo sotto a quel suo sguardo.

-Ti consiglio uno di quei cerotti per il naso, allevierebbe il tuo fastidioso russare. Sai, a volte ti sento perfino dalla mia stanza. –[3]

-Non credo che tu sia venuto qui per questo, vero? – domando con uno strano tono della voce.

Strano, sì, perché quando ho aperto gli occhi e l'ho trovato qui, qui vicino a me ho pensato che, sì, che sarebbe success qualcosa?

Qualcosa?

Oh ma andiamo! Sherlock mi ha contagiato pure con la sua voce interiore.

Non gli basta avermi fatto diventare paranoico facendomi vedere misteri ovunque, no, ora lo sento pure nella testa.

Gli rivolgo tutta la mia attenzione, in attesa di qualche risvolto sensazionale per il caso, ma quello che sento è superiore ad ogni mia aspettativa. Soprattutto per il modo in cui Sherlock mi riversa addosso, come una doccia fredda, tutte le sue nuove scoperte.

-Abbiamo, anzi, ho fatto bene a dubitare di Mary fin da subito. Alla luce degli ultimi fatti posso affermare che è invischiata fino al collo negli omicidi. Penso sia una qualche sorta di corriere, nonché la socia numero uno di quello che si è rivelato essere il mio avversario più scaltro. In effetti, mai fino ad ora ci ho impiegato più di 48 ore per risolvere un caso...-

-Frena frena frena con la tua autocelebrazione...Mary un corriere? Chi, cosa, come? –

Quando le cose mi sono poco chiare, cosa che accade piuttosto spesso quando sono con Sherlock Holmes, la mia lingua riesce a produrre solo domande sconnesse.

-Ci sarà tempo per spiegarti...poi. Ora devi aiutarmi. –

Non credo di aver capito bene. Sherlock sta chiedendo il mio aiuto?

Ad una richiesta così diretta non posso che cedere.

Si, mi spiegherai tutto...poi. Ora ti aiuterò qualsiasi cosa tu dovessi chiedermi.

E quando si tratta di Sherlock Holmes fare un'affermazione del genere è pericolosa, ma si, sono pronto a tutto.

Per mia fortuna la richiesta del consulente investigativo è più semplice di quanto avrei mai potuto immaginare:

-Devi aiutarmi a rintracciare Nicolas Riley. Dev'essere la prossima vittima. –

In un attimo il mio computer è acceso sopra le mie ginocchia. Sherlock è seduto sul letto alle mie spalle con quel suo modo poco consono di posizionarsi; con le gambe rannicchiate e le mani giunte proprio vicino alla bocca.

Posso sentire il suo respiro spostare i ciuffi dei miei capelli mentre il suo sguardo scavalca la mia spalla e ferisce lo schermo del laptop.

Il tempo sembra non essere abbastanza. Sentiamo il peso della situazione gravarci addosso e forse lui sarà anche abituato, ma io non so se potrò resistere.

Finché c'è lui con te...

Dopo quella che sembra essere un'eternità il sito della scuola si carica e immettendo nome utente e la mia password posso accedere all'area riservata. Da qui mi sarà possibile trovare l'archivio degli studenti e spero che sia possibile effettuare una ricerca precisa inserendo il nome del ragazzo.

Non abbiamo questa fortuna.

-Sono in ordine alfabetico. – mi comunica Sherlock prima ancora che io possa aver letto anche solo il primo nome dell'elenco.

Scorro la lista di nomi. Centinaia di persone mi passano sotto gli occhi.

Individui che potrei vedere ogni giorno a mensa, nei corridoi, al parco, nomi che non mi dicono nulla.

-Ri...- bisbiglio cercando il cognome del ragazzo in pericolo.

-Riley Nicolas! – esclama Sherlock puntando il dito.

Cliccando sul nome apriamo la scheda del ragazzo.

Le informazioni che ci vengono comunicate ma sono sufficienti a far scattare Sherlock in piedi.

Studente di Psicologia del primo anno.

Basta questo per trovarlo.

Sherlock è già vestito e si sta già catapultando fuori dalla porta. Io sono in pigiama ma non ho tempo per preoccuparmi di simili inezie.

Mi infilo le scarpe e indosso una felpa al volo e sono subito dietro il ragazzo.

Nella sua mente le strade vanno delineandosi e so già che ha calcolato il percorso più breve per il dormitorio di Psicologia meglio di Google Maps.

[1] Consiglio: attenzione a questo punto.

[2] Sherlock BBC (ho preferito lasciarla in inglese rispetto a tutte le altre citazioni)

[3] Come rovinare tutto -.-


Angolo autrice: è proprio come ha detto Sherlock "Il gioco è iniziato" sul serio questa volta. Sono vicini a risolvere il caso? L'incubo di Cambridge avrà termine? O ci saranno altre vittime?

Spero che abbiate apprezzato il mix di un po' di "azione" e il momento puccioso finale :)

Grazie come sempre di essere qui!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro