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Punti di vista

Capitolo 27

PUNTI DI VISTA

Si dice che la notte porti consiglio. È quello che mi servirebbe ora per comprendere l'improvviso cambio di umore di Mary.

Avevamo in programma di andare al cinema quando il suo cellulare ha squillato.

Mentre leggeva il messaggio la sua espressione è cambiata. Poco dopo ha sostenuto di non avere più voglia di andare a vedere quel film e quando ho proposto allora di andare solo a mangiare qualcosa ha detto che per oggi si era fatto tardi e che era stanca.

Ma chi le capisce le ragazze.

-Già di ritorno? – mi domanda Sherlock rannicchiato sul divano con le mani ancora sospese per aria, fermate dal mio ingresso mentre sembravano sfogliare un dossier. Era nel suo palazzo mentale.

-Così sembra– non ho certo intenzione di chiedere consigli di cuore alla macchina Holmes.

Poi mi fermo un attimo a fissarlo.

Sherlock mi ha appena fatto una domanda inutile. Una domanda della quale sapeva già la risposta.

-Sherlock, va tutto bene? –

-Si grazie, se mi chiedi se le mie funzioni vitali funzionano correttamente. No, invece, se mi chiedi se sono riuscito a gettare un po' di luce sulla possibile identità dell'individuo che sta scatenando il panico a Cambridge. –

Ok, è tutto perfettamente nella normalità. Magari ho solo sentito male io.

Magari quella di Sherlock è stata solo un'affermazione.

Si, dev'essere andata così.

-Dobbiamo tenerci pronti. –

-Che vuoi dire? – gli domando contento di avere la possibilità di distrarmi dagli sbalzi di umore di Mary.

-L'assassino sta colpendo con sempre maggior frequenza –

-Credi che fra poco ci sarà un'altra vittima? –

-Non lo credo, ne sono sicuro. –

Quando bussano alla porta non posso dissimulare la mia curiosità. Io non aspetto certo visite e Sherlock...bhe, Sherlock è Sherlock.

E invece mi stupisce quando balza in piedi esclamando: -Puntualissima! –

-Ma che, chi? –

Posso fare giusto in tempo a balbettare mentre Sherlock apre facendo accomodare una ragazza.

Mi trovo davanti una giovane dai capelli castani lunghi raccolti in una coda. Il volto è molto pulito.

Non è truccata, ma nonostante questo appare come una ragazza molto carina.

Però non sembra essere interessata alla cura di questa bellezza. Indossa un paio di pantaloni troppo lunghi che mostrano uno spesso risvolto al termine della gamba e una maglietta del basket che potrebbe essere di un fratello.

Io stesso mi stupisco del mio tentativo di compiere delle deduzioni.

Nonostante questo, però, non riesco a capacitarmi del come una persona di sesso femminile sia entrata nella nostra stanza su invito di Sherlock.

-John, ho il piacere di presentarti Molly Hooper. –

Con quel nome tutti i miei dubbi trovano risposta.

Si tratta della povera e ignara ragazza che Sherlock sta manipolando per andare avanti con le indagini.

Non posso stupirmi di come Sherlock abbia ottenuto la sua fiducia. Appena lei è entrata il mio coinquilino ha vestito il suo sorriso più affascinante e ha tolto tutti gli spigoli dalla voce che sono abituato a sentire.

-Ciao – la voce di Molly è bassa e dolce.

Sherlock le spezzerà il cuore senza nemmeno rendersene conto.

Rispondo al saluto e osservo attonito uno Sherlock gentile che invita la nostra ospite ad accomodarsi offrendole successivamente una tazza di the, che lei accetta con entusiasmo.

-John, vuoi unirti a noi? –

Mi domanda lui ammiccando al tavolino con tre tazze di the già pronte.

***

Quando anche John ha preso posto considero la riunione cominciata. L'idea di includere Molly nelle indagini è nata del tutto casualmente mentre mi allontanavo dal tavolo di John e Mary.

L'ho vista seduta ad un tavolo da sola, intenta a leggere un libro sulla psiche dei Serial Killer.

Uno scritto molto valido, ricordo di averlo trovato in biblioteca quando a quattordici anni giravo per Londra senza una casa.

Già ho avuto modo di appurare che non è una persona stupida, inoltre può rendersi molto utile grazie al mestiere del padre.

-È arrivato il momento di fare il punto della situazione, schierando in campo tutto ciò che sappiamo. John, saresti così gentile da... – lui capisce subito.

Forse avere un blogger personale ha i suoi vantaggi; si procura un foglio e una penna e si prepara a mettere per iscritto le nostre ipotesi.

-Primo decesso: Edward Askell, studente di lettere del primo anno. A detta di tutti un bravo ragazzo. Sembrava manifestare sintomi di avvelenamento ma le analisi non hanno riportato ad alcun riscontro. Il decesso è avvenuto dopo le ventitré e zero zero di mercoledì 23 settembre. –

Molly annuisce stringendo la tazza.

John cerca di seguire con la grafite la mia voce.

-Secondo decesso: Alexander Foils, studente di Giurisprudenza del terzo anno. La causa apparente riportata sui referti medici è l'arresto cardiaco. Il ragazzo godeva però di un'ottima salute e non aveva l'organismo inquinato da droghe, fumo o alcool. Un altro ragazzo modello in poche parole. La morte è avvenuta sabato 10 ottobre, di prima mattina, mentre la vittima seguiva il suo percorso abituale di corsa. –

-Infine, ultima vittima: Norah Dill. Studentessa di Lingue del quinto anno. La sua storia è già più complessa delle altre. Sua sorella minore è stata investita e la perdita ha segnato Norah. Ma sappiamo che amava la vita e dunque il suicidio non è contemplabile come spiegazione. La morte è avvenuta domenica 18 ottobre dopo mezzanotte. –

-Ora ditemi, cos'hanno in comune tutti loro? –

Molly è la prima a cominciare a parlare:

-Apparentemente proprio nulla. Frequentano facoltà differenti e hanno età diverse. Trovo solo un punto di contatto; erano tutti dei bravi ragazzi. –

Io stesso avevo già appurato questa somiglianza, e posso considerarla un punto rilevante.

Quando annuisco John scribacchia sul foglio.

Loro sono qui oggi per farmi vedere la situazione da punti di vista differenti, potrebbe darsi che questo potrebbe sbloccare le mie deduzioni che, mi duole ammetterlo, ma sono giunte ad un punto di stasi.

-Non mi pare nemmeno che abbiano amici in comune. – propone John.

Puoi fare di più John, non mi servono fatti ovvi.

-Dobbiamo pensare fuori dagli schemi. – dico, più a me stesso che a loro.

Chi potrebbe avvicinare degli studenti senza dare nell'occhio? Una persona che non è estranea all'ambiente, qualcuno che tutti conoscono o che sono abituati a vedere.

Un professore.

O uno studente.

-John, descrivimi il "modello tipo" di un assassino? –

-Che vuoi dire? – domanda lui interdetto.

Anche Molly si fa più attenta.

-Se tu dovessi scrivere una storia con un assassino, come lo immagineresti? –

-Ecco, credo...sì, sarebbe un uomo...-

-Basta così! – lo fermo alzandomi in piedi.

Lui non può che rimanere con la bocca aperta.

-Stiamo sbagliando prospettiva...- sì, i miei pensieri si stanno sbloccando.

-Siamo tutti e tre portati a pensare al più probabile profilo di un assassino, non a quello che corrisponde alle nostre esigenze. –

-Che ne dici di spiegarlo anche a noi comuni mortali? – domanda John ammiccando a Molly, che però non ride alla battuta. Credo che lei stia riuscendo a seguire il mio ragionamento.

John sembra rendersene conto.

-Ah fantastico! – commenta lasciando cadere il braccio sul bracciolo del divanetto – sono l'unico qui ad essere stupido. –

Adoro la sua forza d'animo del riuscire a criticare se stesso col sorriso.

Adori?

Ammiro.

-John, concentrati. Le vittime qui sono studenti. Studenti in un college. In un'università girano principalmente due categorie di persone senza destare interesse o sospetto: studenti e professori.
Gli studenti battono gli studenti ad una percentuale approssimativa di duecento a uno, quindi con un semplice calcolo statistico si otterrebbe che l'assassino...-

-...è uno studente. Come noi. –

Anche John ora riesce a vedere il filo di lana rosso che unisce i pezzettini di puzzle ancora sparsi.

-È una prospettiva agghiacciante. –

No John, è qualcosa di molto interessante. Adoro questo caso!

-Come lo troviamo? – domanda Molly.

***

Angolo autrice: forse è uno dei capitoli peggiori, ma era necessario permettere un po' di ordine soprattutto nella mia testa. Spesso vi ho annoiatodicendo che non sono in grado di scrivere un giallo, e man mano che vado avantipiù ho paura di rendere ridicola l'intera trama.
Questo capitolo, seppur un po' noioso, è inoltre servito a dare una piegadecisiva alle indagini dei nostri amici.
L'entrata di Molly nella squadra come vi sembra?
E cosa sarà successo a Mary per averle fatto cambiare completamenteatteggiamento    

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