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Mycroft


CAPITOLO 8

MYCROFT


Gli occhi sotto le mie palpebre tremano.
Ho appena smesso di sognare.
Sono sveglio, ma ho ancora gli occhi chiusi.
Inspiro l'aria di Londra.
C'è qualcuno vicino a me.
Potrei riconoscere questo odore ovunque, in ogni occasione.
Un po' perché è anche il mio.
Solo che il mio è diluito nella pioggia, seccato dal sole, ricoperto di calcinacci, di fango e di vento.
Il mio è vivo.
Il suo è coperto da un bel vestito, da un bell'impiego.
Dalla rinuncia.

- So che sei sveglio, Sherly. –Odio quel nomignolo, mi riporta ancora a...

No, non ci voglio pensare.

- Sprechi il tuo grande intelletto spiando i barboni? –Domando voltandomi dall'altra parte.

Ha la voce roca.

- Hai ripreso a fumare? –Lui ignora la mia domanda. È una conferma.- Non spiando i barboni, Sherly... – Sa che mi irrita. Per questo lo dice. Solo. Per. Questo.- ...Ma osservando, non spiando prego, mio fratello. –​


Fratello.
/fra·tèl·lo/
Sostantivo maschile.

Ciascuna delle persone di sesso maschile nate dagli stessi genitori


Solo una stupida parola per indicare un legame di sangue.
Ma non vuol dire altro. È solo una stupida parola.
Una stupida parola.
Lui non centra niente con me.
Non più.

- Ancora non hai cambiato idea? Sei troppo orgoglioso per farti aiutare vero? Per farti aiutare da me. –È arrivato il momento di alzarmi. Non guardarlo negli occhi per lui potrebbe significare che io ho paura.

Paura.
La paura è un'emozione.
Io non provo emozioni.
Io non ho paura.

- Sei ingrassato. – commento guardandolo di sfuggita.
- Indovina quanto? – mi stuzzica lui.
- 3 chili. –
- 2 e mezzo prego. –
- Fa lo stesso. –No non fa lo stesso. Ho sbagliato davanti a lui.- Allora come te la passi barbone? – mi punzecchia lui.
- Sei tu ad aver tradito tuo fratello. Non io. –Non si aspettava di essere aggredito in questo modo.

Questo argomento non era mai stato affrontato. Non nelle due volte che ci siamo incontrati dopo...dopo quel giorno.

- Io non ti ho tradito. –Il suo sguardo è duro.

Uno sguardo da fratello maggiore. Ma lui ha smesso di essere mio fratello quando ha varcato la porta dell'istituto in mezzo a una giovane coppia.
Non si è nemmeno voltato a guardare la mia finestra, da dove io aspettavo che si girasse per venirmi a prendere.

- Cosa vuoi? – domando freddo.
- Che tu riconsideri la mia offerta. –
- Sai che non lo farò. –Lo sa. So che lo sa.

Ma allora perché non molla?

- La tua è sempre stata invidia Sherlock. –


Sono seduto sul letto. Guardo il muro davanti a me. Bussano alla porta, ma non rispondo.
So che c'è la signora Hudson là fuori, ho riconosciuto l'attrito delle sue ciabatte rosa di feltro sulle scale di legno, il fatto che non abbia scricchiolato il terzo gradino. È l'unica abbastanza leggera da non farlo scricchiolare.
So che entrerà lo stesso. Lo fa sempre.
E infatti.

- Sherlock. – la sua voce è gentile, anche se un po' stridula.Il peso degli anni comincia a farsi sentire.- È arrivata quella coppia che... -
- Non vengo. –La mia risposta è stata secca e decisa.

Ho provato l'intonazione più volte fino ad ottenere il perfetto mixage di apatia, indifferenza e risolutezza.

- E perché Sherlock caro? – il suo tono si fa più dolce. Una nota stridula in meno.- Perché tanto non mi adotteranno mai. –Ho solo sette anni ma già le mie emozioni sono state abilmente rimodellate.

Sono state rese schiave della mente.
Non bisogna permettere che il proprio cuore abbia il sopravvento sulla propria mente. [1]

- Avanti, tuo fratello è già sceso, manchi solo tu. – cerca di incoraggiarmi lei, ma sceglie il tasto sbagliato.Mio fratello. Lui viene sempre preferito da coloro che sono interessati ad adottarci.

Lui fa "colpo".
Simpatico, divertente, intelligente, fuori dal comune.
È stato bravo a costruire una finta immagine di sé, perché dentro io e lui siamo uguali, l'unica differenza è che lui sa mentire. Sa...adattarsi.
Ogni volta è lui a farsi conoscere per primo. Viene letteralmente adorato e le coppie non vedono l'ora di scoprire dove devono firmare per portarselo a casa.
Poi pensano che loro sono venuti per conoscere due fratelli.
I due Holmes.
E a quel punto, trascinato a forza dalla signora Hudson arrivo io.
E loro mi vedono come l'autistico ad alto funzionamento che sono.
Una fredda macchina calcolatrice.
O tutti e due o nessuno. È questo il vincolo per la nostra adozione.
Mia e di Mycroft.
E così guardano con occhi tristi quello che sarebbe potuto essere il loro figlio prodigio e poi rivolgono a me uno sguardo compassionevole.
Escono e non li vedremo mai più.
Quella volta però andò in modo diverso.
Io non scesi, non mi feci convincere dalla signora Hudson. Venti minuti dopo mio fratello salì di corsa.
Entrando in camera mi gettò uno sguardo di fuoco. Però nei suoi occhi c'era qualcos'altro; senso di colpa?
Lui prova emozioni? Non sono mai riuscito a capirlo.
Finge troppo bene.
Lui era stato adottato.
Lui. Solo lui.
Il vincolo era saltato.
Nessuno mi aveva mai spiegato perché.

- Bhe, allora ciao. – disse solo questo, buttando tutte le sue cose (un libro, un blocco da disegno e due cambi d'abito) in una sacca.Non disse altro, e se ne andò.

E se ne andò.

- Vattene Mycroft, sei sempre stato così bravo. –Non viene piegato dalle mie cattiverie.- Permettimi di aiutarti. – cerca di addolcirmi lui, ma sceglie le parole sbagliate.
- Io non ho bisogno di aiuto, del tuo meno che degli altri. –
- So cosa vuoi. So di che cosa hai bisogno. –Non dovrebbe interessarmi ciò che dice. E invece mi interessa.

E ciò è male.
Sopra la nostra testa il soffitto trema.
Il treno per Cambridge è in perfetto orario.
Cambridge.
Non mi riguarda.
Cambridge significa emozioni, risate. Significa John. E non mi riguarda.

- Tu hai bisogno di esistere e io posso farlo. –Ha sempre saputo dove colpire, i miei punti deboli. Come quando in orfanotrofio mi parlava della mamma per convincermi a fare qualcosa. Lui sosteneva di ricordarsela.

Bugia?
Non potrò mai saperlo. Io ero troppo piccolo.

- Allora Sherly, che vuoi fare? Tenere il tuo nome o crearne uno nuovo? Come vuoi chiamarti sulla tua nuova carta d'identità? –
- Non hai questo potere. –

Oh sì che ce l'ha, e io lo so bene.
Lui sa chi sono io. Io so chi è lui.
So che è stato adottato da un ex agente dell'MI6.
So che questo gli ha reso facile diventare un membro del governo a soli 23 anni.
So che come membro del governo può far girare le carte a mio favore.
Può farmi esistere
Di nuovo.

- Tu sei morto Sherlock Holmes. Puoi scegliere, continuare a esserlo...o resuscitare? –- Sai Mycroft, essere morti porta un sacco di vantaggi. –Gli strizzo l'occhio, nascondo la mia coperta e me ne vado.

Fuori ci sono 14 gradi. Sta arrivando la primavera.
Aria fresca. Sole.
Visi, sorrisi. Emozioni.
Troppe emozioni.
Emozioni ovunque.

NOTE
[1] Frase detta da Sherlock in non mi ricordo che episodio della serie tv "Sherlock BBC"

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