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Molly Hooper


CAPITOLO 18

MOLLY HOOPER

Quando esco dalla mia stanza sono psicologicamente pronto a trovarmi Sherlock davanti in attesa di poter usufruire della mia vasca da bagno. Appena spalanco la porta sono sorpreso di non trovare la sua figura slanciata che, avvolta nel suo solito pigiama, perde un po' di credibilità...ma queste sono cose che solo un compagno di stanza può sapere.

Getto un rapido sguardo alla stanza e lo trovo rannicchiato su una poltroncina, la testa china su qualcosa che stringe tra le mani: è il giornale del college.

Cerco di sbirciare da sopra i suoi ricci spettinati il titolo ma intravedo solo qualche lettera fresca di stampa.

-Ha colpito di nuovo. –

La voce di Sherlock quasi mi fa sobbalzare, era talmente concentrato sulla sua lettura che credevo che nemmeno si fosse accorto della mia presenza. Ah già, nulla sfugge a Sherlock Holmes.

-Chi? Cosa..? – riesco a farfugliare in maniera poco distinguibile.

-Il killer dell'Università. –

Il poco sonno residuo che ancora mi pesava sugli occhi sparisce all'istante: -che vuoi dire? –

Accompagno le mie parole con la mano che si tende ad afferrare il giornale.

Per un attimo, solo per un istante, una minuscola frazione di secondo, la mia mano sfiora quella di Sherlock.

Dovrebbe essere stato qualcosa di impercettibile, di effimero e insignificante, ma qualcosa, dentro di me, è...cambiato.

Non ho tempo di interrogarmi su ciò che è appena accaduto.

Non ho tempo e...non voglio.

***

Mentre passo la copia del Cambridge University Press a John lui ha una strana...reazione?

È stato meno di un secondo, ma ho notato che qualcosa nella sua espressione è stato...incrinato?

Sembra quasi preso alla sprovvista.

Non faccio in tempo a capire cosa sia esattamente accaduto.

Come ho detto è stato meno un secondo.

Osservo i suoi occhi scorrere l'articolo inseguendo quelle parole che pochi secondi fa stavano imprimendosi sulla mia retina e nella mia mente.

Questa volta la vittima è Alexander Foils, uno studente di giurisprudenza del terzo anno, morto per arresto cardiaco mentre questa mattina all'alba stava facendo jogging per il parco. La notizia è quindi poco precisa, è stata infilata nel giornale all'ultimo momento, prima che andasse in stampa.

I dati che ci vengono forniti indicano che apparentemente Alexander godeva di ottima salute, che non fumava e che non faceva uso di droghe, dunque l'infarto non è spiegabile logicamente.

-Credi davvero che dietro ci sia la stessa persona che potrebbe aver ucciso Edward Askell? –

Domanda John leggendomi nel pensiero.

Io annuisco senza fiatare, sto attendendo la sua domanda, che mi viene posta più come un'affermazione:

-Ma le due morti sono avvenute in circostanze completamente differenti. Non hanno nulla in comune. –

John ha centrato la questione. Ha trovato il filo conduttore...e nemmeno lo sa.

-Oh John – mi lascio sfuggire con una nota strana nella voce.

Tenerezza?

Tenerezza

2 fig. Profondo sentimento di dolcezza e affetto, spesso associato a commozione: parlare ai figli con t. || fare t. a qlcu., ispirare dolcezza, suscitare compassione

No, io non conosco la tenerezza.

Lui mi guarda interdetto:

-Non capisci che è proprio questo il punto? Sono due morti assolutamente senza senso. È questo ciò che le accomuna...il fatto di non avere nulla in comune. –

L'idea sembra convincerlo, ma non completamente.

Si mette a passeggiare per la stanza, ogni tanto getta ancora qualche sguardo al giornale, come se le parole potessero magicamente mettersi a muoversi formando la risposta che cerchiamo, indicandoci il nome dell'assassino.

Forse, se lui avesse un Mind Place, questo potrebbe anche accadere.

-Ma allora come sceglie le vittime? Dovrà seguire un modus operandi, tutti i serial killer ne hanno uno! –

Mi chiedo quanto tempo abbia passato a vedere episodi di serie tv di investigazione...sembra che voglia emulare il modo di parlare dei detective degli sceneggiati televisivi.

-A parte che per parlare di serial killer il soggetto dovrebbe aver ucciso un minimo di tre persone...- non mi trattengo dal puntualizzare, notando che John alza gli occhi al cielo in risposta.

-...questa potrebbe essere la sua carta vincente: scegliere le vittime in modo del tutto casuale così dal non poter anticipare le sue mosse. –

-Resta ancora il fatto di come agisce. –

Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene, il mistero nutre la mia mente, tutto questo è...

Eccitante?

Mi sembra un po' esagerato dire così, ma sì, è esaltante.

Entrare nella mente dell'omicida, scoprire COSA lo spinge ad agire.

Come pensa, come si muove?

Come fa a passare in osservato?

Di chi ci fidiamo anche se non lo conosciamo?

Chi passa inosservato ovunque vada?

Chi caccia in mezzo alla folla? [1]

Il suono di una mano sul legno mi distoglie dai pensieri.

Mary, posso distinguere il suo profumo perfino da qui.

-Scusa Sherlock...ho il corso di matematica. –

L'attenzione di John si sposta palesemente dal caso a colei che attende fuori dalla porta.

Mi da fastidio?

Mi da fastidio aver perso un alleato.

-John...-

Lo fermo prima che possa uscire dalla stanza.

Lui attende le mie parole, sembra quasi aspettarsi qualcosa.

-...Non dire niente a Mary delle...delle nostre indagini. –

-Dovrei mentirle? – quasi mi aggredisce lui.

-Non dire non è mentire. E poi lo sto facendo per il suo bene, potresti coinvolgerla in qualcosa di brutto. –

Quest'ultima idea sembra essere di suo gradimento e capisco che non le parlerà, che si fiderà di me.

-Ci vediamo dopo le lezioni! –

Esclama uscendo dalla porta.

Mmm, lezioni.

Perché frequentarle oggi? Potrei prendermi un giorno libero per indagare.

Però ho appena detto di aver perso un alleato, potrei sfruttare il corso di chimica per guadagnarne un altro.

Arrivo alla lezione leggermente in ritardo, ma capisco che anche il professore è appena arrivato; sta sistemando il cappotto sulla sedia.

Individuo subito il mio obbiettivo.

Il banco accanto al suo vuoto.

Lo sospettavo.

Con fare disinvolto mi dirigo proprio in quella direzione.

Lei sembra non accorgersene, quando sono entrato in classe ha immediatamente abbassato lo sguardo.

Non riesco proprio a capirne il motivo. [2]

Quando appoggio il mio libro sul banco vuoto lei sobbalza e alza gli occhi color nocciola di scatto.

-C...ci...ciao – balbetta.

-Ciao Molly. – le sorrido gentilmente io sedendomi sulla sedia sgangherata.

Il fatto che io sappia il suo nome la colpisce, perché diavolo è arrossita?

-Come...come sai il mio nome? –

Mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo esasperato.

È tutto così ovvio, ma no, gli altri sono stupidi.

Calma Sherlock, devi seguire il tuo piano, è per una buona causa.

-Saprai che il tuo libro di chimica è rovinato. Nell'angolo in alto a destra della copertina c'è uno strappo. Sulla prima pagina nello stesso punto hai scritto il tuo nome, che io ho appena letto. Dev'essere un libro usato vero? Non sei una persona che tratterebbe così male un libro, eppure è tutto rovinato. Inoltre il punto dove hai scritto il tuo nome è leggermente più chiaro del resto della pagina, e ciò indica il fatto che tu abbia cancellato qualcosa prima di poterci scrivere, presumo fosse il nome del suo primo proprietario...-

I suoi occhi sono andati spalancandosi ogni secondo di più.

La parola "stupore" in questo caso sarebbe un eufemismo.

-Io sono Sherlock, Sherlock Holmes. – mi presento allungandole la mano.

La sua stretta è più solida di quello che mi sarei aspettato.

Da questo minuscolo dettaglio capisco che in lei c'è molto più di quanto appaia.

Forse non è solo una stupida ragazzina.

Molly Hooper.

È intelligente, ma questo avevo già potuto constatarlo.

Quello che ho scoperto solo in seguito è il suo albero genealogico: suo padre, Albert Hooper è uno dei professori di Medicina più stimati dell'istituto. Segue i corsi degli studenti dell'ultimo anno e spesso è impegnato in giro per il mondo per tenere diverse conferenze.

Il cognome della ragazza mi pareva familiare quando un giorno il prof l'aveva chiamata, e grazie all'annuario della scuola avevo raccolto tutto ciò che mi serviva.

[1] Tratto da "Sherlock BBC" primo episodio

[2] Non è adorabile l'ingenuità di Sherlock?

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