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Interrogativa Diretta


-Hai.... cambiato pettinatura? -
La voce alle mie spalle mi coglie di sorpresa e non ho bisogno di voltarmi per sapere di chi sia, basta il rossore che prendono le mie guance.
-La.. la pettinatura, di solito hai la riga in mezzo – insiste lui
-Si, beh...-
-Ti stanno bene, così ti donano di più – [1]
Credo di aver appena scoperto qual è la temperatura che deve raggiungere un cuore per sciogliersi.
Ancora una volta, durante l'ora di chimica mi trovo il ragazzo moro seduto accanto e ciò potrebbe anche avere dei lati positivi se...bhe se non mi annebbiasse completamente il cervello facendomi continuamente sbagliare i passaggi dell'esperimento e il fatto che sia lui a correggermi con gentilezza [2] non fa che peggiorare la situazione.
-Attenta! L'NaHCO3 è il bicarbonato di sodio! Segui la formula. –
Faccio appena in tempo a riappoggiare la scatolina prima di riversare il suo contenuto nel becker.
***
Come mai oggi Molly è così distratta? Mi era sembrata più intelligente nei giorni scorsi.
Ogni tanto le getto occhiate furtive, stare così vicino a una persona per me è strano, ciò che mi motiva è la consapevolezza che la sorte della mia indagine dipende da questa conversazione, devo solo farla andare come voglio io.
-Esattamente...che ruolo ha tuo padre qui all'Università? –
Tento un approccio molto vago, e lei mi risponde senza staccare gli occhi dalla sua provetta.
-Avendo molti titoli segue i corsi più avanzati...-
Si grazie, questo lo sapevo già.
Rilassati. Sei tu che dici sempre che il modo migliore per ottenere le cose è chiedere, perché non le dici direttamente ciò che ti serve?
Oh ma certo, che idea geniale! Senti Molly, non è che per caso tuo padre ha il tesserino per accedere all'obitorio? No sai, vorrei farci una gita.
Ok, forse suonerebbe un po' male.
Ecco, appunto.
-Non si è mai trovato a collaborare con la polizia? In fondo un chimico esperto potrebbe fargli comodo...-
Questa domanda un po' più diretta dovrebbe portarmi alla soluzione. Da questa risposta saprò se Molly mi sarà ancora necessaria o se potrò riprendere ad ignorarla.
I suoi occhi si illuminano. Quello sembra orgoglio. Posso già intuire la risposta.
-Certo che sì! Soprattutto in questo periodo. –
Si ferma un attimo e mi volto a guardarla per farmi spiegare cosa intenda, ma la trovo impegnata a far cadere una goccia di aceto nel becker. Quando è concentrata si morde il labbro superiore.
Appena la goccia ambrata termina il suo volo, il contenuto nella provetta comincia a sfrigolare.
Lei appoggia la pipetta e riprende a raccontare.
-Un paio di settimane fa il PM della scientifica del distretto qui vicino è stato sospeso per insubordinazione e le cose a livello burocratico sono sempre piuttosto lente, quindi mentre aspettano che ne venga designato uno nuovo, sfruttano le consulenze di mio padre per andare avanti nei casi. –
Tento di fingermi colpito e questo sembra farle piacere.
Pare provare una qualche sorta di ammirazione per il padre.
Deve essere una persona buona, a discapito degli importanti impegni sembra essere stato in grado di educare con affetto la figlia.
-Mi stai dicendo che si è perfino trovato a fare delle autopsie?! –
Ok Sherlock, abbassa un po' i toni di meraviglia, sei troppo esagerato.
Scusa, non so mai come le persone dosino i loro sentimenti.
-Inquietante, vero? – conferma lei.
Bingo, ho tutto quello che mi serve.
-Si, da far venire i brividi...tu, tu hai mai visto un cadavere? –
Se tutto va secondo i miei piani dovrei convincerla tra, cinque, quattro, tre...
***
-E quelli che cosa sono?-
John è a casa questo pomeriggio? Strano che non lo stia passando con Mary.
-Glielo hai chiesto?-
-Cosa? A chi? – è sempre così confuso quando gli parlo, anche se credo che ne abbia tutte le ragioni.
Talvolta dimentico di comunicare al mio interlocutore qualche complemento per rendergli più chiara la domanda.
-A Mary. – rispondo voltando la pagina del fascicolo che sto leggendo. Ce n'è un altro poggiato per terra accanto a me che in questo momento sono seduto sul tappeto a gambe incrociate.
-Sherlock, se ora aggiungessi pure il complemento oggetto ti verrebbe un'interrogativa diretta fantastica. –
-Di essere la tua fidanzata. –
***
Mary la mia fidanzata?
Questa informazione mi colpisce più di quanto dovrebbe, in fondo dovrei essermela posta già da solo ormai da un po'. E invece non ci ho mai nemmeno pensato.
Ormai ci frequentiamo assiduamente da una settimana eppure i miei pensieri sul nostro rapporto sono rimasti sempre vaghi.
-Com'era il film? – la voce di Sherlock mi raggiunge nuovamente e gli sono grato per avermi offerto una via di fuga e per aver cambiato argomento.
Ci penserò, sì, ma a tempo debito.
-Mi è piaciuto molto, saresti potuto venire anche tu, magari ti saresti appassionato. –
***
-...Saresti potuto venire anche tu...-
Perché mai John mi vorrebbe in una serata che potrebbe passare in solitudine con Mary?
-Mmpf –
Il verso che produco non ha alcun significato, ma non ho tempo di migliorare la mia capacità di proseguire un discorso normale con un mio coetaneo mentre sono intento ad esaminare i referti medici scritti dal padre di Molly sui corpi delle due vittime.
Percepisco che John mi sta fissando. So che vorrebbe chiedermi cosa stia facendo, ma attenderà ancora un po'.
Attenderà che sia io a parlare per primo.
Lascio che i termini medici mi vortichino nel cervello, trovando il giusto cassetto dove andare ad infilarsi. La cosa che accomuna i due cadaveri è la mancanza di tracce della sostanza che li abbia uccisi.
Sono perfettamente puliti. Le analisi del sangue non hanno dato riscontri anomali, non ci sono segni di punture o piccole ferite. Entrambi erano giovani studenti che godevano di ottima salute. Uno era addirittura uno sportivo che prestava molta attenzione alla cura di se stesso. E proprio per lui non c'è spiegazione all'arresto cardiaco che gli ha tolto la vita.
Eppure potrebbe essere spiegato solo come un piccolo errore della macchina che è l'uomo. In fondo non siamo perfetti.
L'anomalia è Edward, caduto a terra in preda ad un attacco, forse asmatico. Ma in quel caso ci sarebbe stato qualcosa che gli impediva di respirare e il signor Albert Hooper l'avrebbe individuato.
Leggendo la sua dichiarazione ho scoperto che il ragazzo è stato trovato poco lontano dalla sedia, steso supino con il braccio destro allungato sopra la terza e l'altro sotto il corpo.
Nessuna traccia di schiuma alla bocca. Possibile che io debba scartare l'ipotesi dell'avvelenamento?
Stai girando in tondo. Prenditi una pausa. Non sei lucido.
Oh sta zitto, io non ho bisogno di pause!
Il mio sguardo si increspa. La mia fronte si corruga e gli occhi si chiudono solo per un istante.
-Sherlock? – John è sempre qui. Ha atteso che io parlassi.
Ma io non l'ho fatto. E lui ha aspettato.
-È tutto a posto. – Lascio cadere la cartelletta per terra e mi alzo in piedi, misurando la stanza a grandi passi.
-Scoperto qualcosa? – mi domanda con tranquillità.
-Ti pare che io abbia l'espressione di uno che ha appena risolto un caso? –
I miei occhi sono glaciali.
-No, direi di no. –
-Sherlock. – la sua voce ora non ammette repliche. Mi fermo ad osservarlo.
-Ora noi andremo a cena. –
Questa novità mi spiazza.
-Come scusa? –
-Oh hai capito benissimo. Su, andiamo. –
-Perché? –
-Perché le persone, almeno le persone comuni, hanno bisogno di mangiare. Non so cosa tu sia, ma se sei umano avrai bisogno di mettere un po' di energia in quel corpo...-
Mentre sta ancora parlando ormai esasperato spalanca la porta e decido che forse, per una volta, posso essere io a seguire lui.


***
Prometto un prossimo capitolo molto puccioso...ma non spoilero niente :)

Intanto vi mostro una cosina: sto lavorando alla nuova copertina, che ne dite?

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