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Compromessa


CAPITOLO 28

COMPROMESSA

Sherlock non si sbagliava. Oh quanto avrei voluto che per una volta il suo incredibile intuito fosse in fallo. Invece, così come aveva previsto, questa notte un'altra studentessa ha trovato la morte.

Lo scopriamo durante il pranzo, quando sentiamo un ragazzo seduto ad un tavolo vicino al nostro urlare ai suoi amici: -Sentite qua! È successo di nuovo. –

Ascoltiamo così la notizia letta ad alta voce dallo studente e la triste novella raggiunge tutti coloro ancora ignari dell'accaduto.

-Sofia Pacini, studentessa di Scienze Politiche del quarto anno è stata la nuova vittima designata da quello che ormai sembra essere un terribile complotto nato tra le mura di questa università. Sofia viene descritta dai suoi amici come una ragazza solare e intraprendente. La sua dedizione per la scuola e l'intelligenza le hanno reso accessibile l'ingresso a Cambridge che le sarebbe altrimenti stato precluso dalle difficoltà finanziare della famiglia. Il corpo è stato rinvenuto dal suo fidanzato che come tutte le mattine era passato a prenderla per andare a fare colazione. Non ricevendo risposta dopo aver bussato insistentemente, il ragazzo è andato a chiamare il custode che ha aperto la porta con la copia della chiave. Sofia era a letto, senza vita. Le cause della morte, avvenuta nella notte tra martedì 20 ottobre e mercoledì 21, sono ancora sconosciute e la polizia si sta impegnando affinché l'incubo di Cambridge abbia finalmente termine. –

-Finalmente anche la polizia si è resa conto che c'è qualcuno dietro queste morti. – esclama Sherlock indignato dal fatto che ci abbiano impiegato così tanto tempo.

Anch'io, che nei primi tempi non ero molto convinto della sua ipotesi che mi pareva avventata, ora non posso che esserne certo.

Non posso che riporre tutta la mia fiducia in Sherlock e credere che lui risolverà il mistero.

***

Le morti si stanno facendo sempre più ravvicinate. Questo potrebbe avere un significato?

Sembra quasi che abbia bisogno di vedere risultati e questi non sembrano arrivare.

E poi, risultati di cosa?

Perché uno studente dovrebbe avere interesse nell'uccidere dei suoi coetanei? Quale sarebbe il suo vantaggio?

Ormai dovresti sapere che non tutti gli omicidi avvengono per una ragione...

Potrebbe solo essere pazzo. Si, come dicevo a John, si sta annoiando.

Lo capisci.

Lo capisco, ma non lo approvo.

Prima o poi sarai tu dall'altra parte. Sarai tu quello con le mani sporche. Sarai tu quello a doversi nascondere. Mi chiedo solo, John da che parte starà?

Che cosa centra John adesso?

A proposito del mio coinquilino; si è appena alzato e mi sta dicendo qualcosa.

Catturo solo l'ultima parola della frase "Mary".

Sta andando da lei. Lo saluto con un cenno del capo e cerco di riafferrare il filo dei miei pensieri.

E se l'assassino non fosse che un'altra pedina di un gioco più grande?

Forse lui è solo il tramite per accedere agli studenti...si gli studenti; l'università si è trasformata in un immenso laboratorio dall'illimitato potenziale e gli studenti sono le cavie.

Ormai è chiaro che chi è dietro a tutta questa storia sta compiendo degli studi.

Ma la domanda che nasce ora è un'altra: che cosa sta studiando?

***

Quando busso alla porta della stanza mi arriva la voce di Mary ovattata.

-John sei tu? Sono in doccia, ma entra pure, ci metto un attimo. –

Non posso certo prevedere cosa accadrà.

La stanza di Mary è molto semplice e ammiro la sua capacità di essere ordinata. Tutto sembra trovarsi al posto perfetto.

Una vibrazione attira la mia attenzione.

Il display del cellulare, appoggiato sul comodino, si illumina e cerco di scacciare un pensiero.

Quello, però, torna più insistente e, accertandomi che l'acqua nella doccia stia ancora scorrendo, mi avvicino al telefono di qualche passo.

So che è sbagliato, però c'è qualcosa che non mi convince. Forse è solo che ho passato troppo tempo accanto a Sherlock, però so che se Mary non si fosse comportata in maniera così strana l'altra sera, ora non sarei così in dubbio.

Alla fine la voglia di risposte prende il sopravvento e afferro il cellulare.

Quello che leggo non mi piace nemmeno un po'.

I rumori in bagno cessano.

***

-John ho problemi più importanti che indagare sulla tua fidanzata. –

Lui sembra voler replicare al modo in cui io ho definito Mary, ma si rende conto che la questione principale è un'altra.

Tu vuoi indagare su Mary.

Si, hai ragione, ho avuto dei dubbi su di lei fin dal primo momento.

E allora perché stai mentendo a John?

La risposta stupisce anche me: perché ne rimarrebbe distrutto se io dovessi avere ragione. E questo è ovvio.

-E poi, perché non gliene hai semplicemente parlato? – insisto, visto che per John, parlare, è sempre la soluzione più ovvia.

-Cosa avrei dovuto dirle? –

Questa conversazione è inutile.

Sono seduto alla scrivania e sto svolgendo i compiti di chimica assegnatimi dal Signor Stevenford. Mi ha fatto l'insolita richiesta di cronometrarmi mentre risolvo i bilanciamenti.

E con John che tiene occupato un millesimo della mia attenzione, il tempo calcolato aumenterà di qualche istante che comprometterà il risultato.

-Puoi almeno farmi il favore di pensarci su? – mi chiede ancora lui con un tono più calmo.

È entrato ventitré minuti fa nella mia stanza.

Il suo passo sembrava essere contenuto, come se avesse voluto correre ma il tentativo di mantenere un contegno glielo avesse impedito.

Ho sentito il battito del suo cuore accelerato. Qualcosa deve aver alterato la sua tranquillità.

Non ho nemmeno dovuto chiedermi cosa fosse, perché, spalancata la mia porta senza bussare, ha subito esposto il suo malcontento.

Sostiene di aver trovato sul cellulare di Mary dei messaggi compromettenti.

Quello di oggi diceva così:

"24.00 al molo. Obiettivo individuato"

Il mittente titolava come anonimo. John ha trovato altri messaggi simili e altrettanto enigmatici.

Ha commesso l'errore di non guardare le date di ricezione, quello sarebbe stato un dato fondamentale per cominciare un'indagine. Ma penso di sapere già a che giorni corrisponderebbero.

Se davvero Mary è coinvolta in qualcosa di losco e pericoloso è stato un grave errore da parte sua non cancellare la cronologia dei messaggi.

Sarebbe stato meglio perfino utilizzare un metodo diverso per comunicare con il suo "capo" o socio.

A meno che...

A meno che cosa?

A meno che non l'abbia fatto di proposito.

In questo caso...

...si tratta di una trappola.

Si, possibile. Non necessariamente probabile, ma c'è una percentuale notevole che Mary stia usando John.

Ho fatto bene a consigliare al ragazzo di non confrontarsi mai con lei riguardo al caso.

Spero che lui mi abbia ascoltato.

Ovvio che lo ha fatto.

Ora devo capire quale sarà la nostra mossa.

Cosa sa il nostro avversario?

Cosa invece ignora?

Sa della mia esistenza?

Si, ormai è ovvio.

Mary è complice dell'assassino.

Mary sta spiando John per arrivare a me. Era tutto previsto.

Lui, l'assassino, sapeva già del mio arrivo.

È un passo avanti a me.

È sempre stato un passo avanti a me.

Ormai i compiti di chimica sono solo un vago ricordo.

Se John dall'altra stanza prestasse un minimo di orecchio potrebbe sentire le suole delle mie scarpe che passano incessantemente sul pavimento.

Avanti e indietro.

Il blog di John!

Chi si nasconde dietro tutto questo ha cercato di spiarci attraverso gli scritti di John.

Lui ha compromesso la mia esistenza. L'ha rivelato a qualcuno che...

Qualcuno che mi stava cercando.

Nel momento in cui John Hamish Watson è inciampato su di me ha segnato un'interferenza nella mia vita. Ha dissipato la coltre di nebbia che proteggeva il mio anonimato e mi ha reso visibile.

Se Lui mi stava cercando, John Watson ha indicato la mia posizione.

***

Angolo autrice: che dietro gli occhi azzurri e dolci di Mary si nasconda davvero una spia dell'Assassino? O Sherlock è solo condizionato dalla gelosia? La ragazza riuscirà a dare una spiegazione credibile per quei messaggi misteriosi?

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