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Buon Natale Sherlock

CAPITOLO 32

BUONA NATALE SHERLOCK!

-Avanti, cerca di deciderti! –

John sembra indeciso tra il ridere e l'irritarsi seriamente. Non avrei mai immaginato che le persone normali potessero sprecare così il loro tempo.

Mi trovo davanti ad una scelta difficilissima.

Inutile dire che i consigli della commessa al mio fianco siano assolutamente insoddisfacenti.

Come può pensare di darmi dei consigli all'acquisto di un regalo per una persona che nemmeno conosce?

Che presunzione da parte sua.

-Tu John quale prenderesti? –

-Io- e calca con ironia su questa parola: -il regalo di Molly l'ho comprato due settimane fa...-

Inutile dire che stia criticando il mio essermi ridotto all'ultimo momento.

Sullo scaffale davanti a me ho allineato due boccette di profumo differente dopo aver, con metodo infallibile, osservato e scartato tutte le altre presenti nel negozio.

Ora la scelta è limitata. E sono ancora indeciso!

-Su Sherlock...- mi incita John mentre lancia uno sguardo sconsolato alla commessa –è il pensiero che conta. Molly apprezzerà qualsiasi cosa. –

Dubito che Molly apprezzerebbe un teschio o un trattato sui tipi di tabacco differenti da me redatto, ma non esterno la mia considerazione non volendo, per una volta, intaccare la semplicità ingenua di John.

Alla fine prendo una decisone, sperando che sia quella ottimale, e poco dopo lo spruzzaprofumo è vestito da un'allegra carta rosata a pois bianchi. Molto nello stile di Molly, almeno su questo non ci piove.

Io e John ci ritroviamo per le strade di Londra.

Ancora mi chiedo come abbia fatto a convincermi a prendere il treno per venire fino a qui a fare spese.

La temperatura è sottozero. Meno sei gradi per l'esattezza e il cielo lascia piovere qualche fiocco con poca intensità.

Ha smesso esattamente tre ore fa di nevicare seriamente, e deve essere andato avanti tutta la notte, altrimenti non si spiegherebbero i quattro centimetri di neve che stiamo calpestando ora, lasciando che le nostre impronte rimangano delineate sul marciapiede.

Intorno a me percepisco un turbinio di colori, risate, luci e musica. I palazzi sono collegati da luminarie a dir poco banali, ma che a John sembrano piacere tanto considerato che ha smesso di guardare la strada davanti a noi per puntare gli occhi all'osservazione delle suddette.

Osservo il suo profilo.

I suoi occhi. La punta del suo naso.

La bocca.

Sta sorridendo.

È felice.

Tu sei felice Sherlock?

La felicità è un sentimento.

E io non conosco alcun sentimento.

La mattinata trascorre in modo molto strano, per lo meno ai miei occhi.

John mi trascina dapprima in un bar a fare colazione, poi in libreria dove trascorre quasi un'ora a sfogliare libri alla ricerca di qualche titolo interessante odiandomi intensamente ogni qualvolta io gli abbia svelato quando l'assassino in un libro giallo dalla semplice osservazione della copertina.

Oggi John parla poco.

Però quel costante sorriso mi comunica che non è triste.

Forse sta riuscendo a tenere lontano il ricordo della sorella.

***

Vedo Sherlock e John al di là della vetrata correre sotto la neve. Il cielo invernale ormai è completamente sprofondato nella sera, nemmeno la luce della Luna raggiunge la Terra essendoci le coltri di nubi a separarci dal resto dell'universo.

Amo il Natale, amo l'allegria che porta, amo la felicità che si respira nell'aria e il senso di pace.

Amo l'idea di stare per passare la serata con i miei amici...e con Jim.

È comparso all'improvviso. Non avrei mai potuto prevederlo.

Soprattutto pensando al ragazzo riccioluto che fino a pochi giorni fa sembrava essere l'unico nella mia mente.

Poi quel giorno in biblioteca è comparso questo ragazzo dal sorriso storto e la voce affascinante che è stato così gentile da aiutarmi a cercare un libro sull'anatomia umana.

Pensavo che mi avrebbe presa per pazza quando gli ho comunicato il titolo.

Invece si è interessato particolarmente.

Mi ha detto di essere uno studente di medicina e da lì siamo passati a molti altri argomenti.

L'ho trovato fantastico e quando due giorni dopo mi ha chiesto se avessi voglia di essere la sua ragazza, ecco io...io non ho potuto dire di no.

È la sua voce a distogliermi da questi piacevoli pensieri.

-Ma che bella coppietta. – ride e seguendo il sguardo vedo che ho riconosciuto Sherlock e John che in questo momento stanno scrollandosi la neve di dosso chiudendosi la porta alle spalle.

Quando gli occhi di John volano nella stanza gli faccio un cenno e lo vedo sorridere.

Nel frattempo metto in guardia Jim:

-Shh non dire una cosa del genere davanti a Sherlock nemmeno scherzando, la prenderebbe malissimo. –

Lui fa cenno di aver capito e prima che possa rendermene conto...mi prende il viso tra le mani.

È gelido, ma è la situazione a scaldarmi. Il bacio che arriva è dolce e premuroso e mi trovo a pensare con certezza che sì, questa è la volta giusta.

***

Quando arriviamo al tavolo trovo molto scortese da parte di Molly e questo sconosciuto Jim dare sfogo alle loro effusioni amorose in pubblico.

Quando Molly si accorge che li abbiamo raggiunti si discosta dal fidanzato e arrossisce fino alla punta delle orecchie.

Entrambi si alzano in piedi e Jim mi stringe la mano, presentandosi.

Dovrei dire a Molly che la mia prima impressione nei suoi confronti è pessima?

Il suo sguardo ha una nota inquietante; occhi chiari. Occhi grigi. Vuoti, ma con una scintilla di follia.

L'elastico delle mutande visibile da sopra i pantaloni è un chiaro segno di un orientamento gay.

La sua stretta di mano non è molto salda e provo un sentore di...viscidume.

Sì, la mia prima impressione riguardo a Jim ancoranonosoilcognome è che sia un ragazzo viscido.

-Io, io ti conosco! – esclama John stringendogli a sua volta la mano.

Jim fa segno di non capire e John precisa:

-Massì, sei stato tu ad aiutarmi a trovare il dormitorio il giorno del mio arrivo. –

Ora è chiaro che anche l'altro ragazzo si ricorda dell'incontro:

-Certo, ora si che mi ricordo! –

-Come mai non ti ho mai visto alle lezioni? Mi avevi detto di frequentare anche tu medicina. –

-Infatti sono davvero iscritto a medicina ma non trovo necessario frequentare i corsi dell'università, sono così banali. Studio da autodidatta e presenzio solo agli esami. –

Ma che presuntuoso.

Mi ricorda qualcuno.

A quanto pare anche a John, visto che mi getta un'occhiata di sottecchi.

Il locale è rumoroso.

Troppi dettagli.

Due tavoli più lontano una donna sta tirando addosso al marito lo champagne appena versato nel bicchiere.

Ha capito che lui la tradisce con la nuova segretaria dell'ufficio.

Nel tavolo accanto un ragazzo sta per chiedere alla fidanzata se vuole sposarlo. Lei rifiuterà spezzandogli il cuore. Lui non sa che lei in realtà ha già un marito a Bristol.

La mia attenzione viene catturata di nuovo da Jim. Non riesco a fare un'analisi accurata della sua personalità.

Possibile che una persona dall'aspetto così sgradevole sia un piccolo genio?

***

Non mi sarei mai aspettato che il nuovo ragazzo di Molly fosse Jim Moriarty. Ancora non mi è passata la sgradevole sensazione provata le prime volte, eppure...sembrano felici insieme.

Forse Molly potrà finalmente dimenticare l'infatuazione che provava per Sherlock e potrà costruire una relazione stabile.

Che Sherlock sarebbe stato a disagio era abbastanza ovvio, ma apprezzo il suo sforzo d fingere per lo meno di ascoltare ciò che diciamo noi tra un boccone e l'altro.

Questo è senza dubbio il Natale più anticonvenzionale che io abbia mai trascorso.

Però mi sento bene e credo che questa sia l'unica cosa che conti.

Ma c'è una cosa alla quale non riesco a smettere di pensare.

Io e Sherlock Holmes seduti al tavolo con una coppietta...

Scuoto il capo scacciando lo strano pensiero che sta per raggiungermi.

Quando ormai tutti i piatti sono stati svuotati è Molly ha prendere in mano la situazione:

-Credo che sia arrivato il momento dei regali! – il suo viso è entusiasta.

Anch'io sono curioso di vedere le reazioni dei mie amici. Soprattutto quella di Sherlock.

Io e Molly abbiamo provveduto insieme a trovare un regalo per lui e Molly ora tiene tra le mani il pacchettino da lei confezionato.

***

Questa serata sta per finire.

Manca solo l'ultimo supplizio: lo scambio dei regali. Qualcosa che trovo assolutamente insensato.

Perché bisogna cercare di indovinare qualcosa che a un'altra persona potrebbe servire? Non si potrebbe semplicemente domandare di cosa avrebbe bisogno?

Oppure, non si potrebbero addirittura saltare questa passaggi dando dei soldi all'altro individuo così che possa provvedere da sé alle proprie esigenze?

Anche se in questo caso si raggiungerebbe una situazione di stallo perché vi sarebbe uno scambio di denaro che porterebbe entrambi nella condizione economica di partenza.

Risultato: ognuno potrebbe tranquillamente restare com'è.

Molly sembra commossa quando le porgo il pacchettino delicato.

Lo scarta con attenzione.

Non butterà la carta. Quando tira fuori la boccetta il suo sorriso sembra sincero.

Ottima scelta Sherlock.

Gli occhi sono velati da un leggero strato acquoso.

Lacrime.

-Grazie, Sherlock. – il suo è quasi un bisbiglio che potrebbe passare inosservato in mezzo alla confusione.

Potrebbe. Io lo sento.

Segue poi il regalo di Molly per John: un grosso quaderno dalle pagine bianche e dalla copertina rigida abbinato ad una penna stilografica che Molly ha pensato di regalargli dopo aver letto qualcuna delle sue storie e aver pensato che deve prendere sul serio la sua passione per la scrittura.

Quando anche la ragazza ha aperto il regalo da parte del mio coinquilino (una sciarpa a righe colorate di dubbio gusto ma che lei sembra apprezzare moltissimo) sul tavolo c'è ancora un pacchetto.

Mi sono trattenuto per tutta la sera e non posso continuare a tenere a freno le mie deduzioni.

Lo osservo con occhio critico ignorandogli sguardi di intesa che si mandano John e Molly.

Il regalo lo ha appoggiato la ragazza sul tavolo, quindi dovrebbe essere da parte sua per qualcuno...

-Il pacchetto è stato realizzato con molta più cura rispetto agli altri, quindi è per una persona speciale. È stato tenuto per ultimo, quindi si tratta di qualcuno al quale si vuole fare una sorpresa particolare. Molly, il fiocco che hai messo è tra l'altro abbinato alla scelta del tuo rossetto, quindi sottolinea ancora la cura messa per un'azione semplice come impacchettare un dono natalizio...-

Non mi accorgo dell'intenso rossore raggiunto dalle guance della ragazza.

-Quindi credo che sia dovere fare le congratulazioni a Jim per essere un ragazzo così fortunato. –

Ma che cordialità.

Lui sembra in imbarazzo e quando prendo il pacchetto per leggere il nome sul bigliettino e consegnarlo con teatralità al diretto interessato mi rendo conto di aver fatto un errore.

E lo sguardo saettante di Molly va a conferma di ciò.

Si alza di scatto:

-Devi sempre rovinare tutto. –

Poi si rivolge a Jim, che ancora non sembra aver capito quale sia il problema:

-Andiamo, si è fatto tardi. –

Quando rimaniamo soli al tavolo, John non commenta nulla.

Lui lo sapeva.

Perché non ha fatto nulla per fermarmi?

Ora vorresti dare la colpa a John?

No, sono stato io ad aver esagerato.

Sul cartoncino rosso, con una calligrafia delicata, vi è scritto il mio nome.

Sotto c'è la firma di Molly.

Accanto c'è la firma di John.

Resto ancora interdetto a fissarlo, fino a che la voce, stranamente calma di John, mi smuove:

-Che aspetti, aprilo. –

Già, sembra semplice, no?

No.

Quando finalmente mi decido a togliere la carta dorata nelle mie mani rimane un cellulare.

-Allora, ti piace? –

Domanda John in uno curioso stato di attesa.

Non lo so se mi piace.

Il gusto implica una sfera troppo personale alla quale non riesco ad accedere.

Però apprezzo molto il loro pensiero.

Annuisco.

***

Il sorriso di Sherlock è qualcosa di indescrivibile.

Sarà che è così raro che non me lo aspetto mai.

Gli si assottigliano gli occhi e gli compaiono due fossette sulle guance.

Il mondo è pieno di sorrisi di circostanza.

Quelli di Sherlock sono i sorrisi più sinceri che io abbia mai visto.

Qualcosa però rovina questa calma irreale.

Il cellulare ha vibrato e lo schermo si è acceso.

Qualcosa non quadra. Questo numero dovremmo averlo solo io e Molly.

E dubito che in questo momento la ragazza sia nello stato emotivo di mandare SMS alla causa del suo furore.

***

Osservo il display con curiosità.

Il mittente del messaggio è indicato come "anonimo".

Strano.

Io e John ci guardiamo un istante prima di cliccare "leggi"

"Buon Natale Sherlock. Questo è il mio regalo per te."

Una sirena suona per la strada e il ristorante si illumina di rosso e blu. Poi l'ambulanza procede.

In direzione dell'università.


***

Angolo autrice: ok ok, siamo al nove luglio e io scrivo il capitolo natalizio, no comment :') ma è da quando ho cominciato questa storia cinque mesi fa che pensavo di piazzarci questo momento, quindi chiedo venia...

Non credo di avere altro da dire se non che Sherlock è sempre Sherlock, non si smentisce mai.

Grazie come sempre per essere qui a sostenere questa storia!

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