Abbiamo due bagni per un motivo!
Buona Pasqua da Sherlock, Watson e me :)
-Noncredi che dovresti spiegarmi un po' di cose? –
Lavoce di John non è pressante, ma sicura. Questa volta non mi lasceràcambiare discorso tanto facilmente.
Simerita la mia risposta?
Ovvio.
Sonopronto a rispondere?
Menoovvio.
-Avereun fratello nel governo è un ottimo affare, ti consiglio di provare.–
Gliocchi di John si offuscano per un attimo.
Mi èsfuggito qualcosa?
Lasciocorrere il mio sguardo su ogni centimetro della stanza.
Unocornice, sulla scrivania col bollitore.
Unafoto.
John.E una ragazza.
Sonosimili, quasi due gocce d'acqua. Fratelli.
-Cosale è successo? –
Nonvolevo domandarlo, non così. Non ora.
Manon sono bravo a mettere freni al mio cervello, alle mie deduzioni,alla mia necessità di avere la prova di aver raggiunto la rispostagiusta.
-Stiamoparlando di te. Ora. Non di me. –
Rispostasecca. Non è pronto a parlarne. Non ancora.
Morterecente?
Probabile.
Nontrova in me un possibile confidente?
Possibile.
Silenzioimbarazzante.
Ilcucchino gira nella tazza.
Johnbeve.
Lofaccio anch'io. Probabilmente è quello che ci si aspetta quandouna persona stringe tra le mani una tazza bollente da circa cinqueminuti. Ci si aspetta che quella determinata persona beva ciò che hatra le mani.
Equindi faccio ciò che John si aspetta che io faccia.
The.Acqua sporca alla fine. Ma buono.
Circa65 gradi. Mi scotto leggermente la lingua. John soffia prima di bere,forse dovrei farlo anch'io.
Lamia sensazione di disagio cresce. Non sono nemmeno in grado di bereuna tazza di the.
-Quindi,tuo fratello ti ha...resuscitato? –
-Si,possiamo dire di sì. – affermo annuendo con convinzione.
-Allora...-John alza la tazza come a voler fare un brindisi: - Bentornato dalmondo dei morti, Sherlock Holmes! –
-Speroche sia una buona cosa. – borbotto tra me e John non fa segno diaver sentito.
***
Lasveglia mi strappa dall'amato torpore che mi raggiunge al mattino,tendo il braccio andando a cercare la carogna fino a che riesco afarla smettere.
Misollevo a sedere e mi prodigo in un profondo sbadiglio.
Credoche fuori piova. Scrosci d'acqua si sentono anche dall'internodella stanza.
Facciomente locale su chi diavolo sono e dove mi trovo.
Sonopiù addormentato del solito questa mattina ma a poco a poco gliorari delle lezioni mi tornano in mente. Prima lezione biologia. Saràmeglio che mi dia una mossa.
Conpasso da zombie raggiungo il bagno, apro la porta e una stranaumidità mi raggiunge.
Misento improvvisamente più sveglio.
C'èqualcuno nella mia vasca!
Senzanemmeno rendermene conto mi viene da urlare. È il mio bagno!
Lapersona nella vasca urla probabilmente spaventata dal mio ingresso,vedo una testa riccioluta sparire dietro al bordo bianco,immergendosi nell'acqua.
-Mache diavolo!? –
Larisposta mi arriva in una frazione di secondo:
-Sherloooock!–
Dueocchi di ghiaccio compaiono a filo del bordo, falsamente spaventati.
-Ottimadeduzione. –
Unistinto omicida mi assale e preferisco fare un passo indietro erichiudere la porta davanti a me.
Restoa fissare la porta di legno.
-Escisubito dal MIO bagno! Chiaro? –
Urlobattendo sulla porta con il pugno.
***
Certoche se John è così intrattabile al mattino sarà una duraconvivenza. Perché prendersela così tanto?
Vorreigodermi ancora un po' il tepore dell'acqua calda ma i continuibattiti sulla porta mi consigliano che non è il caso.
Conrammarico abbandono il mio bagno caldo e trovo un asciugamano appesoaccanto al lavandino.
Soloquando ce l'ho ben legato attorno alla vita mi decido ad uscire.
-Sipuò sapere che diavolo ci facevi nella mia vasca? – mi aggredisceJohn.
Icapelli fradici mi si appiccicano alla fronte e lasciano caderegoccioline sul pavimento intonso della camera.
Credoche questo sa un altro ingrediente che va a sommarsi alla sua rabbiacrescente.
-Perchéio non ce l'ho. – rispondo con semplicità.
Nontrovo giusto che io abbia una doccia. È molto più comodo staresdraiati mentre ci si lava. La trovo una cosa incontestabile.
Johnmi guarda spiazzato:
-Ela trovi una buona ragione per infilarti in camera mia e usare le miecose? –
-Si.–
Ecosì, con una semplice parola, faccio la mia uscita di scena,lasciandomi dietro una scia d'acqua saponosa.
Pocodopo sento la porta del bagno sbattere.
Hobisogno di un pettine. E di un altro asciugamano, quelli nel miobagno sono piccoli.
Potreibussare di nuovo alla porta di John.
Impossibile.
Comeminimo mi tirerebbe dietro una ciabatta.
Nonho alternativa.
Misiedo sul divano dell'atrio comune e attendo.
Fuoripiove. Ha cominciato cinque ore fa a giudicare dal tasso di umiditàe dall'odore che c'è nell'aria.
Johnci mette troppo tempo. Io ho bisogno di asciugarmi. Voglio il suobagno.
Sonoirrequieto.
Saràforse perché è il mio primo giorno di scuola?
Dubito,il mio cervello non ha tempo di simili preoccupazioni da personecomuni.
Nonriesco a trovare una posizione comoda.
Ildivano si sta inumidendo.
Potreigiurare di sentire John canticchiare dall'altro lato della porta.
Forsesi è calmato, potrebbe essere il momento giusto per rientrare incamera sua, prendere il necessario e poter finalmente mettere fine aquesta situazione stupida.
Nonho nemmeno fatto in tempo ad alzarmi che bussano alla porta.
Toccoleggero. Gentile. Di chi non vuole disturbare.
Quandoapro mi trovo davanti una ragazza.
Èbella?
Nonlo so, non sono bravo a questi giochetti.
Notodal suo sguardo che il mio aspetto non dev'essere molto adatto allasituazione.
Miguarda interdetta.
Poisi decide a parlare.
-Emm...ciao...c'èJohn? –
Unaragazza che chiede di John?
Lasua ragazza?
Impossibile.
AJohn non può piacere una così.
Perché?
Bheperché...perché...oh al diavolo!
-John!– urlo girandomi.
Luimi risponde restando sempre chiuso in camera:
-Oravuoi pure usare il mio water? –
Laragazza si trattiene dal ridere.
Devetrovare la situazione particolarmente comica.
-Disicuro sarebbe più comodo del mio contando che ti sei scelto lacamera migliore! – gli rinfaccio perdendo per un attimo il sensodella conversazione.
Bastasentire la biondina sulla porta che si schiarisce la voce per tornareserio:
-C'èqui...emm, c'è...-
-Mary.– mi suggerisce lei alzando gli occhi al cielo.
-C'èMary! –
Appenapronuncio il suo nome John si lancia fuori dalla porta.
Evvai!Campo libero.
AbbandonoJohn con la sua ragazza...
No,non è la sua ragazza, la mia è stata una deduzione troppoavventata.
Johnè troppo timido. Lei gli piace. Ovvio. Ma ancora non si èdichiarato.
AbbandonoJohn con Mary e conquisto il bagno del mio coinquilino sentendo Johnche ancora mi urla dietro:
-Mache cazz...- per poi contenersi ricordandosi della presenza della suaamica.
Possoquasi vederlo che alza le spalle archiviandomi come causa persa eproblema da rimandare a stasera mentre si gira con un sorriso asmagliante verso Mary.
ANGOLO AUTRICE
Eccomi eccomi con un altro capitolo...usatelo per fuggire da un noiosissimo pranzo tra parenti solo perchè è Pasqua e bisogna stare tutti insieme manco fosse Natale :)
Ancora auguri!
E grazie a tutti quelli che stanno leggendo questa storia che mi sta appassionando più di quanto avrei potuto immaginare, una storia nôn è solo di chi la scrive, ma è di chi la legge :) quindi è anche un po' vostra.
E detto ciò mi dileguo e vi lascio alle vostre uova di cioccolato
(sigh io non ne ho ricevuta nemmeno una)
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