Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Sei ancora convinto che esistano buoni e cattivi?


DISCLAIMER: L'INIZIO DI QUESTO CAPITOLO POTREBBE ESSERE FORTEMENTE DISTURBANTE PER QUALCUNO DI VOI LETTORI. MI SCUSO IN ANTICIPO PER IL FATTO, SE DOVESTE INIZIARE A LEGGERE COSE CHE VI FERISCONO VI CONSIGLIO DI PROSEGUIRE IN AVANTI FINCHE' LE SCRITTE IN CORSIVO NON FINIRANNO.



(1.1, Nicolas)

Ho tanta paura del buio. Davvero tantissima, troppa. Forse è il buio che mi ha bloccato la crescita, chi lo sa? Ricordo che da bambino mio padre mi metteva in punizione in cantina, che era davvero poco luminosa.

Ho tanta paura del buio, specialmente di quello che proviene dalla mia cantina. Non so perché sono immobile davanti alla porta spalancata, dandomi piena visione  delle scale che scendono e scendono verso il buio, verso il nulla.

Però lo sento. Voi non lo sentite?

"Aiuto, aiuto!"

"Nicolas, aiutami!"

"E' pieno di mostri qui!"

E' pieno di mostri lì, Nicolas. E la luce non funziona, Nicolas.

"Aiuto, aiuto."

Lo so che ti devo dare una mano, ti sento.

Ho paura, eppure devo farlo. Devo scendere... Per te. So che l'avresti fatto anche tu, per me.

Potresti essere in pericolo.

"Aiuto, aiuto!"

Ti sento.

Ti sento così fragile e nella mia testa so perché: dopo tutti quei brutti trascorsi siamo diventati tutti più fragili, non credi?

Ora i mostri ti hanno preso. Ti hanno catturato nel loro buio e ti tengono prigioniero.

E ora sei lì sotto.

Ti fanno paura i mostri, anche se sei grande?

"Aiuto, aiuto!"

Inizio a scendere, allungo il primo piede. Sento il cuore esplodermi nel petto e la gola che si secca. Vorrei urlare, ma non posso, sveglierei i mostri.

Ho paura.

Ma non posso tirarmi indietro, devo aiutarti, nessun mostro mi fermerà, lo so.

Ti prego, resisti, io ti salverò.

"Aiuto, aiuto!"

Scendo. Scendo. Scendo.

Non sapevo che ci fossero così tante scale.

Scendo. Scendo. Scendo.

Solo silenzio, ho i brividi. E' tutto buio.

Ma io scendo.

Scendo.

Scendo...

Ultimo gradino, lo faccio saltando.

C'è una sagoma, una sagoma alta, slanciata.

Non è un mostro, è troppo bello per essere un mostro.

E' lui.

Quasi scoppio a piangere e corro ad abbracciare la figura urlando il suo nome: Leonardo.

-Perché hai scelto di affrontare i mostri da solo? Siamo diventati così fragili dopo tutte quelle botte, ma lo siamo diventati insieme, no? Ti avrei aiutato, ne saremmo usciti insieme. E invece guardati... I mostri ti hanno preso, eh?-

Scoppio a piangere, ma continuo a parlare:-Sento che ti hanno scavato l'anima. Ma non ti preoccupare, scacceremo i mostri insieme.-

Sento qualcosa bagnarmi la testa appena, come fosse acqua.

-Oh, Leonardo, non piangere, sono qui.-

Alzo la testa per guardarlo: la sua cicatrice sotto l'occhio, i suoi capelli neri e una corda attorno al collo.

Sta sollevato a 15, 20 centimetri da terra.

Non erano lacrime quelle che mi sono cadute in testa, ma bava.

No.

I mostri l'hanno sconfitto.

Leonardo? Rispondi.

Leonardo? Non sei morto davvero.

Non puoi essere così coglione, davvero hai preferito scappare così dai mostri? 

Non mi hai chiesto una mano? Perché non l'hai chiesta a me?

Sento un leggero rantolio.

La corda si spezza, Leonardo crolla a terra e ha il viso di un colore simile al glicine, un fiore conosciuto per il suo colorito violaceo.

Gli occhi sono roteati all'indietro e macchiati di rosso. 

La bava viene velocemente sostituita dal sangue.

I mostri.

I mostri gli hanno fatto questo.

E uno dei mostri sono io.

Perché ho questa sensazione? 

Alzo gli occhi verso la corda.

Forse...


 (1.2, Nicolas)

Mi sveglio, strillo, PORCA TROIA.

Che incubo.

Mai più, non posso...

Mi guardo intorno: sono in camera mia. Prendo dei respiri profondi e mi passo le mani sul viso come per rassicurarmi da solo.

-Non abbiamo una cantina, Nicolas. Non abbiamo nessuna cantina.-

Me lo ripeto per auto-convincermi della cosa.

Non so neanche cosa stia facendo ora il mio corpo, non mi sento me stesso.

Mi butto sotto la doccia e vorrei vomitare tutto ciò che ho in corpo.

Ma che razza di incubo è? Ma scherziamo?

Ho avuto... Ho avuto... Ho avuto sul serio voglia di...

Dopo essersi abbastanza calmato, Nicolas decide che è meglio uscire di casa: ha troppa paura di quelle quattro mura che per tutta la notte gli hanno rovinato il sonno. Va quindi nel famoso boschetto per fare delle foto e rilassarsi da solo. Ma, come sempre, non si ritroverà da solo.


Click.

Dai, questa foto è stupenda. Ho preso proprio bene tutte le ombre e le sfumature di quell'albero.

Mentre mi perdo a guardare la mia stupenda foto sento un altro click, un click di una macchina fotografica che conosco bene: Cesare.

-Ohhhhh, ma guarda che foto che ho fatto a quell'ammasso di rusco!- Sento urlare da dietro un gruppo di alberi.

E' proprio Cesare, con il suo classico accento da bolognese DOC.

Non lo voglio vedere da solo, non me la sento.

Provo a scappare via, ma subito mi sento chiamare alle spalle da lui. 

Porca paletta.

-Ma ci sei anche tu, qui?- Eccolo il Cesu, che si avvicina a me e sorride come se non mi avesse rovinato la salute mentale.

Gli sorrido forzatamente e gli rispondo:-Sì, dai, ci sono pure io.-

Si sente proprio che non ho voglia di vederlo, ma proprio da come gli parlo. Mi rendo conto persino io di essere scazzato.

Ma secondo voi lui potrebbe mai accorgersene?

Assolutamente no:-Ah, figo? Facciamo le foto insieme? Ti devo anche parlare di una cosuccia, se non ti rompe le palle.-

-Perché dovrebbe ropermi le palle? Parla pure.- E iniziamo a camminare e a fare foto a caso ogni tanto. Chi lo sa, magari vuole parlarmi di Leonardo. Sarebbe anche ora.

-Sai, Bic... Ho un piccolo pensiero che da un pò di tempo mi attanaglia la testa.-

-Eh, quale pensiero? Non posso aiutarti se non me lo dici, Cesare.-

Lui resta qualche secondo in silenzio, poi mette il copriobiettivo sulla macchina fotografica e mi guarda:-Tua cugina non ha più parlato di me, vero?-

Tutto qui?

Un dubbio su... Sofia?

Davvero?

Scuoto la testa, più per il fastidio che per negargli la cosa. Lui sembra sollevato e fa per dire qualcosa, ma lo blocco sul nascere:-Senti Cesare, se proprio vuoi saperlo io con mia cugina non ci parlo da quando vi siete lasciati. Se mi permetti ho sempre preferito te a lei, sotto molti punti di vista e dopo che mi hai raccontato del perché vi siete lasciati, ovvero le sue stupide paranoie sui tuoi integratori, che credeva fossero droghe, e su tue ipotetiche avventure sessuali con degli uomini... Beh, sinceramente non so quando e se avrò ancora voglia di vederla. Sai, non amo molto le persone che si costruiscono dei pensieri completamente a caso e senza alcun tipo di fondamento.-

Lui mi guarda riconoscente, come se le mie parole gli servissero per convincersi di qualcosa. Restiamo qualche secondo in silenzio.

Trovo che sia il momento giusto per chiedergli di Leonardo e faccio per parlare, ma stavolta è lui a bloccare me:-Il fatto che tu abbia detto che preferisci me mi fa piacere... Ma suona anche un pò gay.- Si gratta la nuca e ridacchia.

-Io sono gay, Cesare.-

Glielo dico, che sono gay. Dai ci sta, no?

Ci penso qualche attimo.

NO CHE NON CI STA, PORCA PALETTA:-No, aspetta, stavo scherzando, io non sono...-

Lui scoppia a ridere:-Nicolas, guarda che lo sapevo già.-

-Ah. Sul serio?-

Annuisce e continua a ridere:-Ti ricordi Marta Sangiorgio?-

Faccio cenno di sì con la testa, certo che la ricordo: Marta è stata l'ultima ragazza con cui io abbia mai fatto qualcosa. Niente di sconcio, eh, un limone ma niente di più.

-Ecco...- Continua lui:-Ricordi anche la festa a sorpresa che ti abbiamo fatto per il compleanno? Ecco, io le ho scritto per invitarla, dato che ero convinto, come mi avevi detto tu, che aveste scopato come dei conigli a quella serata in discoteca. Ecco... Lei mi ha detto che tu te ne sei andato via piangendo dopo aver limonato dicendo che a te piaceva il cazzo.-

Ora a ridere siamo in due.

-Perché non me l'hai mai detto, Cesare?-

-Perché non me ne frega un cazzo! Resti mio amico, io ti voglio bene.-

-Mi fa piacere sentirtelo dire, ma ora ti devo dire una cosa anche io... Me la tengo dentro da un pò...-

-Nicolas, fermo, io sono etero. Sei un bel ragazzo ma...-

-NON VOGLIO CHIEDERTI QUELLO, CHE SCHIFO. Riguarda un'altra cosa e...-

Stavo per chiedergli di Leonardo quando all'improvviso vedo che sposta il suo sguardo verso un'altra direzione.

-AGATA!- Urla lui, correndo via. 

Agata? Mi volto e la vedo, proprio lei, proprio Agata Mulé. 

Mi avvicino anche io, a passo lento. Che cosa ci fa lei qui? E perché Cesare la conosce? E perché si abbracciano? Perché Agata gli sta tirando le guance? Perché sembrano così felici, come se fossero madre e figlio?

Arrivo di fianco a loro ma mi sento un fantasma, mi sento quasi escluso dalla situazione.

Ma decido di infilarmici di forza:-Leonardo è tornato a casa?-

Così, diretto, me lo sentivo. Agata si gira verso di me, guardandomi come se, con il sogno che ho fatto questa notte, fossi stato io a uccidere Leonardo appendendolo a un cappio.

-No. Ci sta pensando la polizia, ovviamente. Io non posso fare altro che pregare e continuare a farlo come ho sempre fatto.- Mi squadra completamente dalla testa ai piedi, mi mette quasi paura. Riprende a parlare con un tono molto più cupo:-Volete tenermi compagnia?-

Mi sento come in un film horror.

Mi tornano in mente le parole di Dario ed esplodono nella mia testa.

-Io devo starle lontano.- Lo dico ad alta voce. La Mulé però non si scompone, continua a guardarmi e quasi mi sembra di notare un ghigno formarsi sul suo viso.

Mi spaventa.

Ho paura.

Scappo via. Sento Cesare che mi rincorre, urlandomi domande.

"Ma che fai?"

"Ma ti pare il caso?"

"Stai bene?"

Uscito dal bosco mi giro verso di lui, lo devo affrontare:-Cesare io non sto bene, ho bisogno di sapere la verità e l'unico in grado di dirmela sei tu.-

-Nicolas, mi stai un pò spaventando.-

Lo guardo, vorrei parlare ma le parole mi muoiono in gola.

Sento dei passi arrivare da dietro di me. Che sia di nuovo lei? 

Non posso reggere anche lei... Devo già pensare a Cesare e Leonardo, non voglio reggere anche lei.

Mi volto e vedo l'ultima persona che mi sarei aspettato di vedere: Dario.

-Cesare? Nicolas? Che ci fate qui?- Si avvicina a noi, guardandoci da dietro gli occhiali da sole:-Non siete andati in studio stamattina?-

Cesare ride e lo guarda:-No, abbiamo marinato la giornata di montaggio video. E a quanto pare anche tu.-

-Colpevole. Sono venuto qui perché mia madre mi dice sempre che è il posto migliore per trovare l'ispirazione e scrivere.- Si giustifica il sapientone del gruppo, ridacchiando:-Volete venire a pranzare con me in un localino? Vi va?-

-Perché no?- Dice Cesare, iniziando già a correre verso la sua macchina.

Io guardo Dario, forse aspetta una risposta da me.

Ma mi sembra profondamente assurdo: lui mi dice di stare lontano da Agata Mulé e poi spunta nel luogo esatto in cui si trova lei.

Lui inizia a schioccarmi le dita davanti la faccia:-Allora, vieni con noi?-

-Non ho altra scelta, vecchio.- Gli rispondo e vado in macchina.

E' tutto così assurdo che quasi non riesco a crederci. 

In meno di metà giornata ho sognato Leonardo e l'ho visto morire, ho sognato di volermi uccidere, ho trovato Cesare e Agata Mulé dentro lo stesso bosco e ho visto Dario volerci entrare dento mentre era presente la donna da cui mi ha detto di stare alla larga.

Mi rifiuto di pensare che siano tutte coincidenze.

I tre ragazzi arrivano al locale. Un luogo incantevole, nonostante sia un pò vecchiotto. Mangiano, bevono, ridono (Nicolas un pò meno degli altri). Ma una canzone messa da un DJ del locale è pronta a far scattare qualcosa.

-Ma questa è 'Creep' dei Radiohead?- domanda Cesare tutto esaltato nonostante sapesse già la risposta, schizzando in piedi.

-Sì, direi proprio di sì.- Ride Dario, alzandosi a sua volta:-Io vado a pagare, arrivo subito.- E si allontana.

-No, Bic, io devo andare a ballarla questa canzone.-

-Cesare, non farmi fare figure di merda. Non è una canzone da ballare, questa.-

Ma niente da fare, ancora mentre stavo parlando si era già buttato in mezzo alla sala, tra i tavoli degli altri commensali.

Balla davvero male.

Però mi rapisce guardarlo. 

Sorrido.

Credo che il mio sorriso sia sincero.

Noto anche un altro ragazzo alzarsi e unirsi a lui, non me lo sarei mai aspettato. Non mi sembra un brutto ragazzo: una cicatrice sotto l'occhio, dei capelli neri e uno stranissimo segno intorno al collo.

La sua cicatrice sotto l'occhio, i suoi capelli neri e una corda attorno al collo.

E' lui. Non può essere lui.

Mi sembra quasi che si stiano baciando. Sono vicinissimi, le loro labbra si stanno sfiorando.

Sbatto gli occhi velocemente e la figura di Leonardo scompare.

Torno a vedere solo Cesare ballare, guardandomi come per dirmi di andare con lui.

E' partito il ritornello.

But I'm a creep

E' proprio così, è ciò che sono. Faccio... Paura...? Sì. Vedo cose che non esistono, faccio pensieri che non stanno in piedi. 


I'm a weirdo

Niente di più vero. Sono uno strambo. Un pazzo. Un folle. 


What the hell am I doing here?

Che ci faccio qui? Bella domanda. Me ne vado. Mi alzo dal tavolo e mi avvio verso l'uscita.


I don't belong here

Io non appartengo a niente.


Esco e subito mi sento afferrare per un polso: Cesare mi ha seguito.

Mi guarda, sembra arrabbiato:-Senti Nicolas, non so cosa tu abbia ma mi sembri strano. Sei uscito così... Per cosa? Mi guardavi come se... Se non lo so, come se ti avessi picchiato. Mi puoi spiegare cosa ti succede?-

-Cosa succede a me Cesare?- Lo spingo lontano da me. Credo di star piangendo, perché la mia voce si spezza:-Basta Cesare, io voglio la verità: come cazzo fai a conoscere Leonardo.-

Lui sbianca, mi fissa e balbetta qualcosa.

-Cesare, non voglio sentire delle sillabe. Leonardo è scomparso e tu lo conosci. Il mio è un ultimatum e sono serio: se non mi dici come fai a conoscerlo corro dalla polizia e informo loro del fatto che tu sia una delle ultime persone ad averlo visto o sentito. A te la scelta.-

-Nicolas... Sei uno stronzo.-

-No, Cesare. Sono due giorni che fatico a dormire e a pensare senza andare nel panico. Voglio stare bene e so che tu vuoi che io stia bene, no? Allora aiutami: dimmi quello che sai.-


(2, ???)

Quell'essere maledetto... Devo distruggere quell'essere maledetto.

Ci voleva così poco. Mi mancava un passo, un passo solo e avrei messo fine alla sua schifosissima esistenza. 

Deve soffrire almeno il doppio di quanto abbia sofferto io.

Sarò io a infliggere questo dolore.

Devo essere io.

Nel mondo non esistono i buoni.

Nel mondo non esistono i cattivi.

Esistono solo le persone che meritano di vivere e quelle che invece non lo meritano.

Quell'essere non lo merita.

Probabilmente neanche io.

E tu? Tu lo meriti?

Sei dalla mia parte?



Ciao a tutti! Capitolo abbastanza lunghetto ma, sinceramente, abbastanza di passaggio e anche un pò mediocre. Le cose stanno iniziando a muoversi, avete visto? Chiedo scusa per il leggero ritardo, ma purtroppo è stato abbastanza difficile descrivere tutti gli sbalzi mentali di Nicolas, il quale sta perdendo mano a mano il contatto con la realtà.

Inoltre abbiamo fatto la conoscenza di ???. Chiede se siamo dalla sua parte... Beh, lo siamo?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro