Mercoledì 22 dicembre 2021

Arrivo a casa e tiro un sospiro di sollievo.

Fuori fa freddo. Il cielo è grigio piombo e la cucina odora di Natale. L'albero innevato, con sotto qualche regalo, mi ispira calma. Ci sono anche le lucine natalizie, vicino al calorifero, che ogni tanto si dissolvono per poi tornare fioche. Le fisso.

Attraverso il corridoio e adagio il bomber sull'attaccapanni. Mamma, che deve avermi sentito arrivare, è felice di rivedermi e dalla stanza da letto mi fa qualche domanda, forse su dove e con chi sono stato. Ma sono talmente assorto che non bado alle mie risposte, quasi l'assecondo con le solite rassicurazioni.

Ho fame e nausea.

Prendo posto sul divano e inizio a divorare dello yogurt bianco scadente. Non mi farà stare bene, ma in questo momento non mi curo del futuro. È un qualcosa di troppo indefinito. Penso solo ad adesso, un istante che sembra non finire mai.

Do un'occhiata al telefono, il cui schermo è sopravvissuto a cadute di ogni tipo. Da poco sono passate le 15:30 e c'è un tuo messaggio. Per quanto quelle emoji di unicorno e cuoricini mi inteneriscano, mi sento troppo stordito. Non sarei in grado di risponderti e preferisco evitare le cose fatte a metà. Se ne parla più tardi – io starò meglio, tu starai meglio -.

Do un'occhiata a Youtube. Je so' pazzo. L'ho sentita per tutta la mattinata, prima di incontrarti, e vorrei tanto riascoltarla. Ma non credo che sia il momento giusto, e non credo neanche che, in fondo, io voglia farlo davvero. Forse ho solo bisogno di un po' di silenzio.

Mi sfilo gli stivali, afferro il plaid dietro la spallina del divano e mi ci copro.

È stato bello passare del tempo con te. Quel maglioncino ti rendeva leziosa. Sì, si accostava perfetto sulla tua pelle delicata. A pensarci, ho ancora il tuo sapore sulle labbra.

Ho il vizio di ripassare ogni accaduto in mente, per quanto non possa farci più nulla a riguardo.

Hai presente quando finisci di vedere un film e ti viene mal di testa? Nel frattempo, la vita degli altri continua. Allora cerchi di distrarti, tra sonno e passatempi, ma è come se facessi ancora parte di quella storia. Sei presa da tanti pensieri, rifletti, ragioni e ti fai domande su quei personaggi.

Vorrei tanto porre fine a questa tortura mentale e prendere sonno all'istante.

Un lieve prurito dagli abissi mi infastidisce. Niente di nuovo: sono le conseguenze della tosatura. La mia mano si fa strada fino a scendere sotto la cintura. Spinge, spinge e finisce nei cargo. Solleva, delicata, la molla della biancheria, con calma, fino a raggiungere fabrizio. L'irritazione mi dà sui nervi.

È una goduria. Sento di banchettare alle nozze di Cana, immerso in un fiume di vino che il Cristo mi ha donato per rendere omaggio alla mia compostezza. Strizzo gli occhi, e sogno di stare sulla stella dell'albero di Natale di fronte a me. Che luce, e che libertà. Mai ho provato piacere più grande nel raschiarmi un'irritazione.

Fabrizio ne è grato e, privo di forze, mi accartoccio come una foglia secca.