Prologo: Il matrimonio
Mi guardai allo specchio e mi diedi un'ultima sistemata, tayer nero, camicia stirata alla perfezione, pappilon blu al collo, capelli divisi a metà verso il basso, odio quest'acconciatura, mi fa sembrare un nerd, voglio il mio ciuffo, odio anche questi vestiti, voglio mettermi i miei amatissimi jeans strappati, i miei braccialetti e magari una maglietta comoda, come quella della mia band rock preferita i "the rolling stones", e vorrei buttarmi sul divano del soggiorno a poltrire, ma non oggi. Oggi è un giorno importante per mio padre, dopo la morte della mamma è stato sempre triste, non volevo gravare su di lui, quindi feci finta di averla superata, cosa che mi fu ancora più difficile quando, a distanza di poco tempo, la mia ragazza, dopo 2 anni di fidanzamento, decise di lasciarmi per mettersi con un altro ragazzo della nostra scuola superiore, una parte di me voleva implorarla di restare, mentre l'altra la odiava per avermi lasciato in un momento cosi difficile, se dovessi vederla adesso, dopo un anno, non saprei come comportarmi. "Theodore sei pronto? Sta per cominciare la cerimonia!" mi chiamò il miglior amico di mio padre, nonché suo testimone, "Si sto arrivando!" gli risposi infilandomi quelle maledettissime scarpe eleganti e scesi, la sala era pronta, mio padre sull'altare, finalmente lo vedevo sorridere sinceramente, questo fece sorridere anche me, a breve sarebbe entrata la sposa, avrei avuto anche una sorella, non sapevo ancora chi fosse ma ero molto curioso. Dopo qualche minuto la musica partì, le porte si aprirono e la sposa entrò, era proprio come la descriveva mio padre 'bella e leggiadra come un angelo' ma qualcosa, di quella donna, mi era familiare, non l'avevo mai vista nemmeno in foto, eppure aveva qualcosa che non mi sapevo spiegare. Spostai lo sguardo alla figlia della donna che spargeva i fiori per terra, in quel momento capì perché la donna mi era familiare "No! Non lei!" dissi senza nemmeno rendermene conto, per fortuna non mi sentì nessuno. Passai il resto della giornata a fare finta di nulla, data la faccia che fece quando mi vedette, probabilmente anche lei fece lo stesso, ma eravamo entrambi consapevoli che da quel giorno saremmo stati fratello e sorella.
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