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capitolo 27

Internet finito, solo la domenica mi arriva gratis. 
Scusate se vi faccio sorgere istinti omicidi.
Tornando alla storia, Sharon è stata lontana da casa per due anni, si è allenata e grazie a Don Alfio,un secondo padre per lei, è diventata il nuovo capo mafia di New York.
È arrivato il momento di tornare...tornare a Chicago.

Sharon
"Ancora!"
"Ma capo, perché dovete usarmi come antistress?"
"Zitto e fai l'uomo!"

Ero nervosa, da una settimana avevo preso il posto di...del mio secondo padre.
Non ero ancora conscia delle responsabilità che deve avere un capo della mafia, ma di sicuro applicherò il volerle di mio padre.
Lui senza la violenza era stato in grado di farsi rispettare dalle persone della città, per questo sono rimasta quando mi ha convinto di essere la sua erede.

"Signore, cè qui il signor Nirce, è venuto per chiedere più tempo per pagare il debito."
"Fallo accomodare in salotto, tanto Sgar non riesce nemmo più ad alzarsi."
"Riposo!"
"Sgar...se mi va riprendiamo dopo."
Vedo il suo volto impallidire per poi cadere per terra di nuovo...devo dire che i miei dipendenti sanno come farmi ridere.

Asciugo il voto con un panno e mi dirigo nel salotto, dove trovo un signore di mezza età mangiarsi le unghie.
"Signor Nirce, scusi se l'ho fatta attendere."
"Ah...io...devo parlare con Don Alfio e non si se..."
"Mi scusi, non mi sono presentata,  sono la figlia di don Alfio, lui è venuto a mancare tre settimane fa, adesso sono io il nuovo capo della famiglia Rotter. Sono Sharon Rotter West, ciò che aveva contrattato con mio padre ora lo deve riferire a me."
"Ah...Mi scusi,le porgo le mie condoglianze, solo non sapevo che Don Alfio aveva una figlia."
"È una lunga storia, ma qui non si parla di me, ma di lei."

"Io con suo padre avevo un dubito di tremila dollari, ho versato la prima somma che consisterebbe di duecento dollari, purtroppo no  posso darle ancora la somma ricevuta, perché devo sfamare la mia famiglia e..."
"Prenda fiato, beva un bicchiere d'acqua."

Dopo aver bevuto, sembra ancora agitato, ma meno rispetto a prima.
"Il mio capo, non mi dà uno stipendio elevato, e non posso far morire di fame i miei figli."
"Quanto figli ha?"
"Cinque, tre maschi e due femmine, mia moglie è morta un anno fa e non so come portare avanti la mia vita."
"Che mestiere fa?"
"Io sono un semplice operaio, anche se sono più che altro un tutto fare."

Nei suoi occhi non vedo menzogna e la sua storia ricorda troppo la mia...
"Aahhh...si licenzi dal suo posto di lavoro."
"Ma io..."
"Mi faccia finire di parlare. Verrà a lavorare per me, le darò alloggio nella casa dei dipendenti per lei è per i suoi figli. Lavorerà per me è dopo aver saldato il debito se vorrà potrà rimanere con uno stipendio mensile migliore di quello che prende adesso...basta solo che lei non bruci la mia fiducia."

"Io...no  so cosa dire."
"Vada dai suoi figli e li faccia preparare per il trasporto, dei miei uomini verranno a prenderli."
"Grazie...grazie signora."
"Non mi ringrazi, non prima di aver fatto visita al suo datore di lavoro. Ora mi scusi signor Nirce, ma devo lasciarla, ho degli affari da sbrigare."
"Si...e se vuole mi chiami semplicemente Dan."
"Va bene Dan, non pianga, io non ho fatto niente. Sofia! Accompagna il signore alla porta e fai preparare tre camere da letto nel dormitorio dei dipendenti."
"Si signora."

Mio padre avrebbe fatto la stessa cosa, e io non mi pento di averlo ospitato in casa mia senza esitazione.

Dopo essermi cambiata, con un pantalone elegante nero, scarpe con il tacco di pelle, camicia bianca di seta e ghiaccia nera faccio preparare l'autista e porta con me Sgar e Rick, gli uomini che sono sempre stati al fianco del precedente Don, gli unici di cui mi fidi ciecamente.

Arrivati davanti ad una casa in condizione discutibili, scendiamo e loro due bussano alla porta e si metto davanti a me.

"Chi è!"
"Apri uomo, se non vuoi che ti sfondiamo la porta!"
"Con osate  voi..."

Quando apre la porta, i miei uomini, con un pugno lo rimandano dentro.
Entriamo e chiudiamo la porta.
"Chi diamine siete?!?!"
"Tu lurido...Non ci riconosci feccia?"
"Oh ma voi siete i cani di don Alfio... Che volete da me?"

Mi faccio avanti e lo guardo dritto negli occhi freddamente.
"Alzati."
"No  prendo ordini da una puttana!"
Con un calcio in faccia lo faccio piegare dal dolore.
"Ti sembra la maniera di rivolgerti ad una donna?"
"Tu..."
Sgar si fa avanti.
"Bada a come parli, lei è il nuovo capofamiglia della famiglia Rotter, è la figlia di Don Alfio."
" il vecchio che fine ha fatto?"
"Ci ha lasciati."

Nel suo sguardo vedo gioia e presa dalla rabbia, con un calcio rovescio, lo faccio sbattere contro il muro.
"Non osare gioire della morte di mio padre, perché tra poco ci sarà la tua!"
"Io non ho fatto niente!"
"Fai lavorare i tuoi dipendenti in luogo pericolosi, li paghi una miseria e se si fanno male li abbandoni sula strada! Ho indagato su di te e la mia scelta e che tu non meriti di vivere ancora su questo pianeta!!!"

Ora vedo paura nei suoi occhi.
"Ragazzi un lavoro pulito come sempre."
"No no aspettate! Posso cambiare...lo giuro lo giuro, ma non voglio morire."
Mi fermo sulla soglia della porta e giro per metà il mio viso.
"Dato che sono nuova nel settore...ti darò la possibilità di cambiare atteggiamento, se solo ti permetti di continuare come fai adesso...Non morirai velocemente, ma ti torturerò personalmente. "

Tornati a casa, mi rinchiudo nel mio ufficio e mi verso uno shock con ghiaccio, il liquore che Alfio preferiva tra tutti.
Mi siedo sulla sua sedia di pelle e inizio a fumare una sigaretta...sempre colpa di mio padre.

Sono così immersa nei miei pensieri che non sento bussare alla porta.
Entra Rick con una lettera in mano.
"Disturbo?"
"No, stavo solo pensando. Cos'è?"
"Una lettera...da Chicago."
Solo a sentire il nome di quella città, il mio cuore si ferma.
"Chin..chi la manda?"
"Devo dirti che prima, Don Alfio era tartassato da un uomo, il quale voleva avere il traffico di tabacco che gestiva tuo padre..."
"Tonio Crugger."
"Come fai a..."
Il cuore ha arrestato il suo movimento.
Non è possibile che mi perseguiti a che qui!
"Dammi la lettera."
Quando la apro vedi che lui fa riferimento a Don Alfio...a Quanto pare la voce della sua morte non è ancora arrivata lì.

Sta tentando di convincerlo a farlo entrare nell' affare e di condividere con lui diversi denari. Vuole un incontro, lo invita a partecipare ad un piccolo ricevimento in suo onore per poter pattuire una alleanza con la mafia di New York.

"Rick...invia Una lettera di conferma, ma non dire nulla sulla morte di Don Alfio."
"Si signore."

Tonio...Chicago...Mia madre...sto tornando.

Fatto! È adesso sono sorci verdi.
Un bacio
Manuela

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