capitolo 26
Quando avrò Internet cercherò di aggiornare anche più di un capitolo.
Comunque la domenica aggiornerò di sicuro!
Tornando a noi, Sharon è stata rapita dalla mafia di New York, cosa vorrà don Alfio da lei?
Scopritelo leggendo.
Buona lettura.
Sharon
Quando ripresi i sensi mi trovavo in una stanza da letto.
"Di sicuro non sono a casa mia"
Sento delle voci, beh almeno non sono da sola in questo luogo sconosciuto.
Un pò indolesita, a causa di quel maledetto sonnifero, mi dirigo alla porta.
Abbasso la maniglia con lentezza e la porta si apre,meno male che gli uomini sono idioti.
"Cosa ne vuoi farne capo?"
"Lei è quello che mi serve...Non ho molto tempo."
"Non dica così capo."
"Voi uomini avete l'abitudine di rapire le ragazze straniere che vengono nel vostro territorio?"
Sentendo la mia voce si girano tutti con le mani sulle loro pistole.
"Ringraziate che non sono armata, se no a quest'ora eravate tutti con un ago nella carne."
"Benvenuta nella mia tenuta."
"Non sono lieta di esserci vecchio. Sai ho una casa mia, comoda e isolata."
Il signore più anziano, ma nemmeno tanto, si avvicina a me.
È alto, e anche se ha una certa età il suo fisico non è trasandato.
I suoi capelli sono bianchi alle tempie e ha un paio di occhi marroni che riescono ad incutere timore alle persone che lo circondano.
"Mi dispiace per il trasporto."
"O si figuri sono abituata al peggio."
"Comunque, il sono Alfio Rotter, capo mafia della città."
"Sharon West."
"Che bel nome."
"Non sono in cerca di marito se vuoi saperlo vecchio."
"Hahahaha che ragazza...comunque No, non sono in cerca di moglie, sono alla ricerca di un erede."
Mi strozzo con la saliva e inizio a tossire.
"Sicuro di stare bene?"
"Per fortuna ancora sì."
"Non mi sembra."
Il suo sguardo si è fatto serio...sta dicendo sul serio?
"Avrei diversi punti a mio sfavore."
"Dimmi"
"Uno, non mi conosce. Due, ai suoi uomini non sto simpatica. Tre, io non voglio avere niente a che fare con la mafia e quattro, sono qui per stare isolata, non per diventare la sua erede."
"Ho visto come ti muovi, le tue abilità nel gestire una situazione con assoluta calma, hai una mira che farebbe invidia ad un cecchino."
"E non sono un' assassina."
"Davvero?"
Non rispondo, il vecchio mi sta facendo diventare nervosa.
"Con quello che hai già saresti a buon punto..."
"Con quello che ho?"
"Sei forte, ma non sei distaccata dai tuoi sentimenti. Lo si legge dallo sguardo."
"Lei non sa niente di me!"
"Credo di sì invece...sei qui per scappare dal tuo passato, sei una ladra e il tuo cuore ha una ferita ancora aperta e profonda che ti logora dentro."
Sto per uscire, quando il vecchio il prende per una spalla e mi fa cadere all' indietro.
Mi rialzo alla svelta e cerco un' altra via per passare.
"Devo andarmene."
"No, la tua casa è questa adesso."
"Io non voglio niente da e vecchio!"
"Stai attenta a come ti rivolgi al capo donna!"
Noto che altri uomini mi hanno circondato...sembro una tigre in gabbia.
"Se nasco da qui non mi avrete più tra i piedi."
"D'accordo, ma solo se mi batti Sharon."
"Che? Vecchio te lo ripeto sicuro di stare bene?"
"Non hai paura che un povero vecchio di batta vero?"
Sento puzza di bruciato, non mi convince, ma se voglio uscire devo...
"E se perdi rimarrai qui per diventare la mia erede."
"Cosa?!?!"
"Prendere o lasciare."
"Accetto."
"Bene."
Il vecchio si toglie la giacca e la camicia e rimane a torso nudo.
Sul petto spicca un tatuaggio di una rosa nera con la scritta famiglia e il resto delle braccia sono ricoperte di cicatrici.
In che guaio mi sono cacciata!
Strocchio la schiena e iniziamo a girarci intorno come bestie feroci.
Non stacco i miei occhi dai suoi e in una mossa attacco io per prima.
Sto per dargli un pugno nello stomaco, quando si scarsa velocemente.
"Cosa..."
Con un pugno all' addome, mi manda contro al muro.
Mi manca il fiato, ma mi rialzo velocemente.
Sento il sapore del sangue nella bocca e quando mi tocco il labbro noto il colore rosso sporcarmi le dita.
Mi pulisco con il dorso e torno alla carica.
Sferro calci e pugni, ma sembra che io mi muova a rallentatore.
"Te lo avevo detto che non sei ancora completa."
"STA ZITTO!!!"
Il mio pugno colpisce la parete, ma non sento nemmeno il dolore alla mano, per quanto sono concentrata a colpirlo.
"Sei un uragano di emozioni."
"Non sai niente di me!"
Un altro calcio che mi manda a terra.
Mi faccio forza sui gomiti e mi rialzo ancora a fatica.
"So quanto basta per capire la rabbia che cè in te e la tua voglia di vendetta...so quanto basta per capire il dolore e la tristezza che governano il tuo cuore."
"Basta basta basta io non voglio niente da te! Voglio solo non essere mai nata!"
Riesco a colpirlo con un pugno sul petto, e con le mie ultime forze rimaste continuo e continuo, fino a quando calde lacrime non scendono sul viso.
Il vecchio non si scansa, anzi, mi stringe tra le sue braccia di marmo.
"Sei ancora giovane per poter dire queste cose...lascia che io ti aiuta Sharon...con me imparerai molte cose."
Cinque mesi dopo...
"Ancora! Non sei riuscita a rompere il legno devi ancora riprovare."
Cinque mesi che sto a casa del vecchio.
Mi sta allenando lui personalmente, ho scoperto che i suoi genitori avevano un dojo prima di diventare mafiosi e che lui non ha mai abbandonato l'arte della scuola di hokuto.
Sfruttare l'attacco dell' avversario per poter vincere risparmiare le forze e colpire nei punti vitali o delicati.
"Devi concentrarti e cof cof..."
"Vecchio...riposati, continuerò da sola."
"No io devo."
"Ti stai indebolendo, credi che non l'ho notato?"
"Dimenticavo che ti hai un occhio attendo...vado a riposare."
La malattia del vecchio non è stata ancora identificata rispetto a quella di mia madre, per lei cè speranza, per lui il futuro è incerto.
Sa del mio passato e della morte di mio padre, sa chi è Tonio Crugger e del dolore che lui ha riaperto in me.
Sa che a Chicago ho delle persone che aspettano il mio ritorno...
Due anni dopo.
Mia madre, è da tanto che non la vedo.
"Sharon mi passi l'acqua?"
"Si vecchio, tieni, bevi piano."
"In due anni e non mi hai mai chiamato papà o solo con il mio nome."
"Sai che tipo sono."
"Lo so."
"Perché hai scelto me due anni fa?"
"Mi ricordavi la mia defunta moglie, noi avremo voluto un figlio, ma il Signore aveva un destino diverso per lei. I tuoi occhi hanno attirato la mia attenzione,quello sguardo fiero, ma allo stesso tempo pieno di dolore."
"Riposati adesso."
"Non voglio, non so quanto mi resta da vivere, ma voglio ricordare il tuo volto e i tuoi capelli...Non Te li tagliare, mi piacciono lunghi."
"Va bene, ma adesso dormi, mi occuperò io degli affari."
Alfio sta perdendo quasi ogni capacità motoria, e tre mesi fa mi ha nominata sua successore.
I suoi uomini non erano d'accordo all' inizio, ma alla fine dopo avergli detto che se non mi volevano io avrei cintinuato a difenderli al costo della mia vita, hanno cambiato idea e rispondono a me adesso.
Mi sono anche tatuata il simbolo della famiglia Rotter, due rose, una bianca e una nera, bene e male insieme...sarà il destino che mi ha portata dalla rosa nera alla fine.
Il mio nome l'ho perso, solo poche persone mi chiamano ancora Sharon, adesso mi chiamano Eva, la peccatrice, non indossò più i panni di una ladra...ma di una mafiosa.
Due mesi dopo.
"Me lo prometti Sharon?"
"Si padre, non piangerò più e il dolore non mi piegherà."
"Padre...finalmente Mi chiami così."
"Lo sei, mi hai tirata fuori dal mio oblio, non saprò mai ripagarti abbastanza."
"L'hai fatto diventando mia figlia...ti voglio bene piccola selvaggia."
"Anche il padre..."
"Non piangere, sapevo che sarebbe arrivata la mia ora."
"Il dolore non mi abbandonerà mai, ma non sono riuscita ad accettare la realtà. Io..."
"Sarai felice, me l'hai promesso."
"Va bene."
Mi chino e lo abbraccio a me...il mio secondo padre, anche lui deve partire senza fare ritorno.
Gli bacio le guance e alla fine esco.
Con la sua morte anche la mia ultima scintilla di felicità e svanita...adesso mi rimane solo mia madre...
"Chicago...Sto tornando!"
Amatemi! Visto che domani morirò!
Un bacio
Manuela
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