Chapter 44 - Promise
Trascorsero due settimane abbondanti piuttosto monotone, ma intense: al mattino c'era lezione, al pomeriggio bisognava studiare. O, meglio, i ragazzi dovevano studiare ed era compito di noi ragazze insistere perché fossero costanti nel loro impegno.
La sera, mi piaceva proseguire la tradizione a cui avevo dato il via con Jake da quando ci eravamo conosciuti: leggere insieme, guardare un film, fare giochi stupidi legati a domande personali, ma, soprattutto, chiacchierare mentre ci facevamo le coccole.
Una volta, però, Jake decise che bisognava fare qualcosa di nuovo: ideammo una gara musicale di ballo e canto alla quale poi invitammo anche gli altri. Il vero problema era stato poi cacciare via tutti: Jake affermò che gli mancava la nostra vicinanza fisica e mi convinse a lasciarmi andare. Successivamente, mi abbracciò e ci addormentammo aggrovigliati nelle lenzuola come d'abitudine.
La settimana seguente fu un'oscillazione fra l'ansia per una materia o per un'altra. Ero agitata tanto quanto Jake e Shane, nonostante non dovessi sostenere alcuna prova scritta. Insomma, dai loro esiti si sarebbe evinta la qualità del mio lavoro. Ero stata abbastanza brava da renderli capaci di superare gli esami?
La durata degli esami era di sessanta minuti per materia e se ne sarebbe affrontato uno al giorno. Ogni singola mattina pregai affinché andasse tutto bene.
- Quindi, Pigmalione da chi è stata scritta? - domandai a Jake e Shane, nel momento adibito al ripasso poco prima dell'inizio della prova di letteratura.
Si scambiarono uno sguardo vacuo.
- Oscar Wilde? - tentò Shane.
Alzai gli occhi al cielo. Non ce l'avrebbero mai fatta, se l'inizio era quello.
- Oscar Wilde ha scritto Il ritratto di Dorian Gray, L'importanza di chiamarsi Ernesto e altre opere, soprattutto teatrali, minori. Pigmalione è stata scritta da George Bernard Shaw. - ripetei per la milionesima volta.
I loro volti perplessi non mi davano molta speranza, ma furono chiamati a dare l'esame e augurai ad entrambi tutta la fortuna del mondo. Ne avevano bisogno.
Mi crogiolai nell'ansia per tutta la durata della prova, tentando invano di calmarmi fissando il cielo grigio fuori dalla finestra. Non appena formulai il pensiero secondo cui avrebbe piovuto a breve, vidi qualche goccia bagnare il vetro. Probabilmente, seguendo il corso del vento, avrebbe piovuto in diagonale.
Passai il tempo restante a perdermi in pensieri lontani e piuttosto strani, camminando avanti e indietro per il corridoio che dava accesso all'aula dell'esame.
Mi ritrovai a pensare cosa ne sarebbe stato di me, senza Jake. Insomma, il tempo a nostra disposizione stava per scadere! Mancavano dieci giorni al momento in cui avrei fatto le valigie, sarei salita sul pullman del collegio e avrei terminato il mio prestigioso corso di studi al collegio. Avrei passato l'estate a recuperare il tempo trascorso in assenza dei miei e di mia sorella, avrei cercato di non agitarmi in vista del test d'ingresso all'università e, infine, sarebbe giunto il momento di cominciare una nuova avventura. Un nuovo ciclo di studi, una nuova vita.
Ma che vita sarebbe stata senza Jake? Una vita senza amore.
Le lacrime minacciarono di oltrepassare il confine e riversarsi giù per il mio viso. E non potevo permettermelo. Che cosa avrebbero pensato gli altri vedendomi piangere all'improvviso? Come avrebbe reagito Jake? Odiava l'idea che io fossi infelice, me l'aveva confessato una notte. Eppure, in sua assenza, non vedevo altre alternative.
Ricordai le mie eroine storiche preferite: Catherine Earnshaw aveva rischiato di morire in preda agli attacchi nevrotici causati da Heathcliff, ma Jane Eyre era stata forte e si era allontanata da Rochester con coraggio, seppur con tacita sofferenza. Jane ed Elizabeth Bennett erano pronte a rinunciare ai loro sogni d'amore, perché convinte che Bingley e Darcy non le avrebbero mai giudicate abbastanza per i loro standard elevati. La piccola Fanny Price era fin troppo conscia che il suo adorato cugino Edmund era destinato ad altra vita rispetto a quella cui lei auspicava.
Io e Jake non rientravamo in nessuna categoria, però, ed era logico che fosse così. L'Ottocento era un contesto del tutto a parte, con le sue convenzioni sociali, gli obblighi e le trasgressioni. Era un mondo a sé stante. Ma allora cosa avrei dovuto fare io, in quanto protagonista del corso della mia vita?
Non potevo trascinare Jake con me all'università, perché a malapena era riuscito a prepararsi per un esame che io avrei passato ad occhi chiusi.
Eppure, il mio cuore rischiava di capitombolare, se non gli avessi dato qualche speranza di includere Jake nel mio futuro. Un legame bello come il nostro non poteva spezzarsi così facilmente, no?
Asciugai una piccola lacrima solitaria che si era ribellata ai miei comandi ed era sgorgata comunque. Tirai su col naso.
- Ehi, Saint, perché piangi? - mi si avvicinò Rosie.
Lessi qualcosa di vagamente simile al mio stato d'animo anche nei suoi occhi.
Anche lei doveva essere preoccupata per quel che ne sarebbe stato fra lei e Thomas.
- Lo sai. - risposi semplicemente.
Indagò nei miei occhi e comprese. Nei suoi panni, solo un idiota non avrebbe capito.
- Anch'io, Saint. Anch'io ho tanta paura. Non c'è giorno che io non pensi a quanto sarà difficile lasciarlo andare. - sospirò.
Alzai gli occhi su di lei, sorpresa.
- Hai intenzione di lasciarlo? Sei già decisa? - mormorai, allibita.
- Cosa ti aspetti che faccia? I miei non accetteranno mai un ex quasi-detenuto al mio fianco e lo sai bene. Non credo che i tuoi avranno una posizione diversa. - ragionò.
Non potevo darle torto.
I miei genitori erano stati esigenti riguardo la mia educazione e avevano sempre avuto molta fiducia nelle mie capacità, ma non potevo illudermi che avrebbero accettato di vedermi con una persona qualunque a fianco. Uno come Jake sarebbe stato fuori discussione per loro.
Le afferrai il polso e la trascinai con me nel bagno del terzo piano dell'Istituto. Era l'ultimo posto in cui qualcuno sarebbe potuto venire a cercarci. Il posto perfetto per piangere insieme delle nostre sventure ugualmente tragiche.
Per un po', lasciai che mi parlasse di Thomas. Amava il modo sagace in cui riusciva a scherzare e prenderla in giro, ma il modo altrettanto dolce con cui riusciva ad ammorbidirla e farla sciogliere come neve al sole.
E come darle torto? Oltre ad essere un ragazzo attraente, sapeva come relazionarsi a Rosie e l'aveva conquistata.
Una fitta dolorosa mi colpì al petto quando fu il mio turno di raccontare come vedessi Jake e come sentissi il nostro rapporto. Non potei fare a meno di scegliere molte delle parole che Rosie aveva già utilizzato.
Ci scambiammo un lungo e silenzioso sguardo. Non c'erano parole per i dolori autentici.
E poi piangemmo insieme, spalla contro spalla, ascoltando i nostri singhiozzi senza poterli distinguere, accogliendo la sofferenza reciproca con tutto il rispetto di due mani incrociate. Le nostre dita intrecciate rappresentavano quanto fossimo disposte a restare unite, perché da sole saremmo crollate. O, forse, volevamo crollare insieme perché sarebbe stato meglio rialzarsi con qualcuno vicino.
- Promettimi una cosa, Saint. - esordì Rosie ad un certo punto, quando il serbatoio delle lacrime parve essersi prosciugato.
- Dimmi, Rosie. - sussurrai.
Lei si voltò a guardarmi. Non avevo mai visto un azzurro tanto lucido negli occhi di qualcuno, in vita mia.
- Promettimi che mi verrai a trovare quando le rose e i gerani saranno in fiore, perché avremo bisogno di un giardino bello da guardare se saremo ancora sofferenti. D'accordo?
- D'accordo. - promisi.
Ci sforzammo di farci un sorriso a vicenda, ma ne uscirono delle smorfie.
Pregai fortemente di non aver bisogno di quella visita nel giardino di rose in fiore della mia amica.
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Se alcuni nomi di personaggi letterari citati vi sono sconosciuti, vi esorto ad informarvi, perché ne vale la pena. E, a proposito di letteratura, ho un libro fresco fresco di lettura che vi consiglio: Eppure cadiamo felici di Enrico Galiano, un professore di italiano che ha creato una trama originale e ha caratterizzato i protagonisti alla perfezione, ben esplorando la loro psicologia. Soprattutto se per voi è un momento no, un periodo no, o una vita intera un po' no, leggetelo.
Love you 🌹
P.S. - 6 🎉
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