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Chapter 32 - Sorrow

Non riuscì a tenermi il muso a lungo: tanto quanto io ero debole, seppur mi sforzassi di celarlo, altrettanto lo era lui. La maggior parte dei ragazzi si era riunita in fondo al pullman e alternava battutacce nate da storie narrate a caso a canti stonati a squarciagola.

Facevano eccezione Jake, che preferiva battibeccare con me, Harry, che ridacchiava con Tessa e la prendeva in giro, e Shane, che mostrava di prediligere piuttosto l'isolamento.

- Cazzo, Jake, stai limonando o hai intenzione di passare anche da queste parti? - udii Thomas gridare.

Jake alzò gli occhi al cielo.

- Che vuoi? - urlò di rimando.

- Molla la Santarellina un attimo, non la uccide nessuno se vieni un po' qui con noi. - rispose il primo.

Ebbi l'impressione che Jake non avesse esattamente voglia di andare là dietro e stare con gli altri ragazzi, il che accarezzò il mio ego e mi fece sorridere il cuore, ma si alzò ugualmente e mi rivolse uno sguardo a metà fra il dispiacere e l'imbarazzo prima di far tacere i richiami e unirsi ai suoi amici.

Per qualche minuto, lasciai che il mio sguardo si perdesse nel verde grigiognolo che rivestiva la campagna là fuori, ma poi mi resi conto che sarei scivolata nel baratro della tristezza depressiva e cercai un modo per evitarla. Tirai fuori Il baule dei sogni, il terzo dei libri di Lucy Montgomery dedicati all'avvincente storia di Anna dai capelli rossi, esattamente il mio preferito fra tutti, perché Anna si rende conto di quanto conti Gilbert Blythe per lei e accetta di sposarlo. La prima volta che lessi il finale del libro, piansi di gioia e capii che sarebbe rimasto nel mio cuore per sempre.

- Leggi i libri per bambini? - domandò sarcasticamente una voce che avevo imparato ben presto a riconoscere.

- Non è un libro per bambini. Il cartone animato non racconta tutto quello che l'autrice ha scritto su Anna dai capelli rossi né rende l'idea su come sia scritto. Anzi, la parte migliore è proprio quella che nessuno conosce. - risposi.

Shane assunse uno sguardo di sufficienza.

Sollevai le sopracciglia per invitarlo ad aggiungere qualcosa, se ne aveva il coraggio, sottintendendo che avrebbe fatto meglio a tacere. L'aveva combinata grossa ad attaccare una delle mie storie preferite.

- Di che anno è quella roba? - mi si rivolse invece.

- Primo Novecento.

Scosse la testa, esasperato. Perché avrebbe dovuto esserlo, poi?

- Ma tu leggi solo letteratura vecchia? Non ti piacciono i libri di oggi?

Corrugai la fronte, contrariata. Stava solo peggiorando la situazione, etichettando il mio genere letterario preferito.

- Non escludo la letteratura moderna dalle mie letture, semplicemente colloco tra i miei libri preferiti solo alcuni classici. Mi sembra di non aver mai screditato scrittori odierni. - replicai.

Riflettei un momento su ciò che stavo facendo: era davvero possibile che stessi conversando con Shane sulla letteratura antica piuttosto che moderna, considerato che lo evitavo da almeno una settimana?

- Sei proprio una precisina. Cosa vuoi fare dopo il diploma? - proseguì.

Aveva deciso di interrogarmi senza sosta quel giorno?

- Giurisprudenza. - risposi, decisa.

L'avvocato era il mestiere dei miei sogni da tempo immemore. Mi ero spesso immaginata di entrare nell'aula di un tribunale con un tailleur elegante e sobrio, una cartellina con tutto il materiale necessario a vincere la causa del giorno e tanta grinta da sfoderare in difesa del mio cliente, il tutto condito con prontezza nel ricercare dettagli rilevanti e prudenza nell'utilizzarli.

Ero convinta che mi si addicesse.

- Rompi tanto il cazzo, ma sei intelligente! Almeno ci guadagnerai a fare la precisina. - commentò Shane, con l'ombra di un sorriso.

Non mi addolcii. Se pensava di ammansirmi con un paio di considerazioni sulle mie occupazioni e i miei progetti, non aveva fatto bene i conti.

- Okay, senti, non dovevo fare il coglione, va bene? È che... - esitò - Niente. Io... Solo, scusami. Forse non si può tornare indietro, ma si può andare avanti, giusto? Non restiamo bloccati. Sei l'unica con cui riesco a parlare, capisci? Gli altri sono una massa di stupidi e galline.

Pronunciando tali parole, guadagnò la mia totale attenzione.

Osservai la luce che illuminava i suoi occhi scuri a forma di mandorla e la naturalezza dei suoi tratti: stava dicendo la verità.

- E perché riesci a parlare solo con me? - domandai, con voce sottile.

Shane mi guardò negli occhi per un lungo istante, cercando una risposta.

- Non lo so... È complicato. - sospirò.

- Sai cosa si fa quando si è di fronte al complicato?

Shane scosse la testa, in segno negativo.

Sorrisi.

- Si prende un martello e si spezza il complicato in pezzi semplici. Non ti resta che scegliere da dove partire. - spiegai.

- Non funziona sempre questo stratagemma. - replicò Shane.

- Tu provaci. - lo esortai.

Mentre il ragazzo organizzava i pensieri, mi focalizzai sulle voci che producevano schiamazzi in fondo al pullman. Non riconobbi Jake.

Quando mi voltai, lo sorpresi a tornare in quello che era diventato momentaneamente il posto di Shane ed ebbi pochi secondi di tempo prima che desse di matto.

- Che cazzo ci fa lui qui? Saint, ti stava molestando? Adesso mi incazzo.

- Non stavo molestando nessuno. Tieniti la tua incazzatura, testa calda. - borbottò Shane, alzandosi per credergli il posto.

Credevo che avrebbe scatenato una rissa, ma qualcosa nello sguardo che colsi poco più tardi mi suggerì che aveva pensieri più importanti nella mente. La mia curiosità riguardo ciò che avrebbe voluto raccontarmi aumentò, ma fui costretta a riporla in un angolino e sperare che venisse soddisfatta al più presto.

- Saint, davvero. Dimmi che non ci stava provando. - attaccò Jake, rabbioso.

- Si stava scusando, in realtà. - alzai le spalle.

Jake parve più sorpreso di me quando lo dissi e non potei dargli torto. Se quella mattina presto mi avessero riferito che Shane si sarebbe scusato, avrei riso di gusto e ignorato l'ipotesi subito dopo. Mi sembrava ancora incredibile. Insomma, l'incarnazione del "bad boy" non poteva trasgredire la sacra regola del non scusarsi mai, nemmeno quando necessario!

Eppure Shane si dimostrò diverso... Molto diverso. Sarebbe presto arrivata la conferma che le apparenze ingannano, come dice un famoso detto veritiero.

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Dopo aver letto questo capitolo, dovreste essere giunte ad una conclusione importante, se pensate a cosa ho scritto in uni degli ultimi spazi autrice.

E sì, Il baule dei sogni è uno dei miei libri preferiti, in caso vi fosse passato per la testa... Se non avete mai letto la storia di Anna dai capelli rossi per intero, vi consiglio tanto tanto di farlo. Oltre ad aver costruito ad arte i suoi personaggi, l'autrice ha saputo rendere affascinante ogni singolo paragrafo dedicato alla descrizione degli ambienti naturali, soprattutto dei boschi, dei fiori e dei corsi d'acqua. Vorrei essere così brava anch'io 😂

Love you 🌹

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