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Chapter 24 - Selfish

La prima lezione della mattinata era geografia.

Io e Jake arrivammo in classe insieme e prendemmo posto vicini, in prima fila.

Portavo i capelli semiraccolti quel giorno, con un grazioso elastico rosso al quale era applicato un piccolo fiocco di raso, e le ciocche libere scendevano sulle mie spalle a boccoli.

Ad un tratto, sentii delle dita tirarle piano, ripetutamente, come se le stesse attorcigliando. Mi voltai di lato e vidi Jake giocare con i miei capelli, con espressione assorta.

Ero indecisa se fargli presente che non era il caso di toccarmi i capelli o se lasciare che lo facesse finché qualcos'altro non avesse catturato la sua attenzione.

- Buongiornissimo, cara Saint. - esordì una voce familiare alle mie orecchie.

Shane spostò un banco dell'altra fila per accostarlo al mio e trascinò la sedia rumorosamente, poi si sedette e si rivolse a me.

- Carino il fiocchetto rosso, ma Natale è passato da un pezzo, lo sai?

Il suo tono allegro e canzonatorio allo stesso tempo ebbe lo strano effetto di inacidirmi.

- Il rosso non passa mai di moda. - ribattei.

- Battuta pronta. Mi piaci.

Le dita di Jake abbandonarono i miei capelli e la sua figura si sporse oltre di me per squadrare Shane.

- Lei è la mia ragazza, non ti permettere di provarci. - affermò.

Aggrottai la fronte.

Da quando io e Jake avevamo stabilito questa assurdità?

Feci per obiettare, ma Jake alzò una mano e mi fece cenno di tacere.

- Mi hai capito? Con lei non ci provi. - ribadì.

Aprii la bocca per la parlare, ma l'entrata in classe dell'insegnante mi costrinse a lasciar cadere l'argomento.

Si trattava di una donna con il caschetto biondo chiaro, il tailleur grigio scuro, la collana di perle azzurrine e la borsa che richiamava lo stesso colore. Ipotizzai che avesse circa trent'anni.

Quando giunse alla cattedra ed urtò la scatolina dei gessi per la lavagna, si piegò per raccoglierla e tutti i maschi presenti la fissarono con interesse.

Roteai gli occhi, incredula della debolezza dei ragazzi di fronte ai più piccoli movimenti del corpo di una donna.

- Miss Eleganza ha un bel culo, ma non ti scoraggiare, piccola Saint: tu sei più sexy di lei. Soprattutto quando fingi di arrabbiarti. - ridacchiò Shane.

Gli lanciai un'occhiataccia.

Vidi Jake infastidirsi e non capii per quale motivo.

L'insegnante iniziò a parlare dell'Europa, dei vari stati che la compongono e delle caratteristiche generali del territorio. Sì servì di una cartina per indicare la Francia piuttosto che la Germania o la Spagna.

Jake, evidentemente disinteressato alla lezione, prese carta e penna e si mise a scarabocchiare senza seguire propriamente un senso logico.

Notai che i suoi scarabocchi erano confusionari, ma tutti di forma vagamente riconducibile ad un fiore.

Tuttavia, i contorni erano poco definiti e le dimensioni diverse tra di loro, perciò assunsi come valida l'ipotesi di aver immaginato che ci fosse un senso a quegli scarabocchi solamente perché ero ansiosa di trovarne loro uno. Sentivo il forte impulso di ricercare un ordine a ciò che sembrava caotico.

- Non stai attenta alla lezione, Santarellina? - mi accusò Shane.

- Potrei farti la stessa domanda, visto che hai notato che io non fossi attenta. In ogni caso, conosco già la geografia europea. - risposi, piccata.

- E quella del corpo umano la conosci? Ti posso insegnare qualcosa io. - mi fece l'occhiolino.

Rimasi allibita.

Com'era possibile che trovasse un appiglio sessuale ad un discorso che non lo riguardava per nulla?

Nell'istituto doveva esserci un'atmosfera particolarmente stimolante per i doppi sensi, altrimenti non mi sarei potuta spiegare il comune denominatore dei ragazzi che mi circondavano.

- No, grazie. - rifiutai educatamente.

- Lezioni gratis, pensaci bene. - ritentò Shane.

Sospirai piano.

- Perché ci tieni tanto? Ho soppesato la tua offerta con la dovuta attenzione e ho deciso, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali, di rifiutarla. Accetta il mio rifiuto e segui la lezione di geografia, per favore. - sussurrai.

Sentii il tessuto del maglioncino che avevo indosso tirare in corrispondenza del gomito destro e mi voltai, accorgendomi così che Jake richiamava la mia attenzione.

Gli occhi, solitamente di un dolce color nocciola, parevano rabbuiati e il viso esprimeva durezza.

- Smettila di parlottare con quello. - mi disse a bassa voce, dandomi modo di percepire un notevole fastidio in lui.

- Ti infastidisce? - domandai, nonostante immaginassi già la risposta.

- Sì. 

Repressi l'impulso di sorridere ed evitai di decidere come reagire, limitandomi semplicemente a prestare attenzione all'insegnante.

Era mio dovere dare il buon esempio.

Shane tentò di distrarmi ancora un paio di volte, ma io non fui molto collaborativa nei suoi confronti e registrai un lieve miglioramento nell'umore di Jake, nonché qualche strana occhiata misteriosa da parte del ragazzo che sedeva alla mia sinistra.

Infine, suonò la campanella e mi diressi verso l'aula di matematica con tutti gli altri: nuovamente, Shane prese posto alla mia sinistra e Jake alla mia destra.

Si scambiarono uno sguardo denso di ostilità e tensione, al punto che temetti di dover intervenire come pacifista per evitare un qualsiasi litigio.

Non appena mi fossi ritrovata in camera con Jake, gli avrei chiesto qualche spiegazione. Come potevo dare una giustificazione a quei gesti astiosi basandomi sulla sola osservazione del mio punto di vista?

L'insegnante di matematica eseguì un breve ripasso degli argomenti che avevamo già affrontato nell'interesse di chi si era applicato poco, poi spiegò qualcosa di nuovo e scrisse alla lavagna degli esercizi da svolgere per allenare la mente a quel meccanismo risolutivo.

Jake seguì la spiegazione e provò a svolgere gli esercizi, ma Shane parve perplesso.

- Hai mai visto queste formule? - gli domandai.

Scosse la testa.

- Posso chiedere all'insegnante di venire qui e ripeterti i concetti fondamentali. - suggerii.

- Perché non me li ripeti tu? Preferisco la tua voce. - replicò Shane.

Con la coda dell'occhio, vidi Jake alzare la testa di scatto e fulminarci.

Avevo decisamente bisogno di qualche spiegazione.

- Qualcosa non va? - mi rivolsi a lui.

- Sei qui per seguire me, non quello. - sottolineò.

Mi mordicchiai il labbro.

- Quello ha un nome, Jake. Si chiama Shane e non ha nessuno che lo segua, inoltre è molto più indietro di te in matematica e ho pensato che fosse gentile da parte mia aiutarlo. Non essere egocentrico. - risposi.

- Che vuol dire?

- Una persona egocentrica mette se stessa al centro di ogni suo pensiero e pretende che gli altri facciano lo stesso. Crede che il mondo ruoti intorno a sé, insomma. - spiegai.

Arricciò il naso.

- Io non sono egocentrico! - protestò quindi.

Sollevai le sopracciglia.

Jake mi restituì uno sguardo innocente.

- Allora, Santarellina, non mi aiuti? - mi richiamò Shane.

Per qualche istante, mi sentii come di fronte ad un bivio e trovai arduo scegliere su quale strada proseguire.

Mi guardai attorno: ognuna delle mie compagne era assorta nella spiegazione di un esercizio al ragazzo loro assegnato, mentre io avevo il compito di seguirne due. Il vorticare dei miei pensieri assunse carattere buffo.

- Oh, ci sei? Saint. - sussurrò Shane.

Udendo la sua voce, Jake fissò prima lui e poi me, infine la lavagna.

- Ma allora sei proprio stronza! Dici a me che sono egoqualcosa e poi corri ad aiutare quel pallone gonfiato. Io non ho parole. - si lagnò.

- Egocentrico, Jake, egocentrico. Smettila di esserlo e termina gli esercizi, così ho qualche speranza di insegnare i concetti di base della matematica a Shane. Quando hai finito, me lo dici e controllo che siano giusti, okay?

Fece una smorfia.

- Jake.

- Lui è più egocentrico di me. - commentò.

- Jake. - ripetei l'ammonizione.

- Ho capito, faccio questi esercizi del cazzo.

Gli lanciai un'occhiataccia a causa della parolaccia che aveva pronunciato.

Non avevo speranze di correggere la sua volgarità così naturale e spontanea... Come potevo averne mai avute?

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DOMANI sarò a Milano al Salone del Libro per vedere cucchiaia e assistere alla presentazione di Roses, in cui fletcherssmile98 ♡ porrà domande inerenti al libro.
Se qualcuna di voi ha intenzione di esserci, me lo dica così ci salutiamo!

Love you 🌹

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