Chapter 23 - Toothpaste
Shane West era in assoluto il ragazzo che indossava meglio le vesti del "cattivo", paragonato a tutti i casi cui mi ero trovata di fronte durante la mia vita.
I capelli scuri erano portati corti, ad eccezione della fascia superiore, dove erano sensibilmente più lunghi e tirati indietro; gli occhi scuri a mandorla erano in armonia con le labbra strette e sottili, nonché con il naso piccolo e gli zigomi ben delineati.
Indossava un paio di jeans scuri e stinti, una maglietta tono su tono e una giacca di pelle nera a completare l'abbigliamento stereotipato.
- Spero che accogliate calorosamente Shane, ragazzi e ragazze. Per qualsiasi cosa, io sarò nel mio ufficio. - conclude il direttore.
Non che la presentazione fosse stata lunga... Mr McGonagall si era preoccupato di comunicarci le informazioni più importanti ben prima dell'arrivo di Shane.
Se ne andò e il nuovo arrivato rimase a guardare tutti quanti per alcuni secondi, poi si mosse.
Seguimmo la sua figura con lo sguardo finché non prese posto al nostro tavolo; precisamente, vicino a me.
- Ciao ragazze, tutto bene? - domandò, con un tono di voce superficialmente gentile.
Ottenne dei mormorii d'assenso in risposta, dettati più dalla confusione che non dalla verità.
Puntò gli occhi scuri su di me.
- Come ti chiami, bellezza? - mi si rivolse.
Un senso di contrarietà si affermò in me. Non ero sicura che mi piacesse il suo modo di approcciarsi.
- Saint. - dissi.
- Saint? Come i santi? - scoppiò a ridere sguaiatamente.
Alzai le sopracciglia.
- Qualcosa ti diverte nel mio nome? - domandai.
- Che nome del cazzo. - commentò volgarmente.
Udii la voce di Harry pronunciare qualcosa simile a "l'avevo detto io", ma decisi di non soffermarmi a rimproverarlo. In quel caso, forse, non ne valeva la pena.
- Comunque sei figa. - sentenziò, senza peli sulla lingua.
- Come?
Ero stravolta dalla sua sfacciataggine e volgarità, le quali non potevano venire confrontate nemmeno con quelle di Jake, che consideravo già parecchio estreme.
Non potevo credere che non esistesse un limite ad un atteggiamento del genere.
- Vuol dire che ti scoperebbe! - urlò qualcuno dal tavolo dei maschi.
Che cosa c'entra la scopa? Da quando è utilizzata come verbo?
Aggrottai la fronte.
- Minchia come sei suora! Vuole fare sesso con te!
Riconobbi la voce di Thomas, derisoria e antipatica.
Mi voltai a lanciargli un'occhiataccia.
- Mi avevano detto che siete figlie di Madre Teresa, ma non pensavo che non sapevate neanche cosa vuol dire "scopare"! - proseguì Shane, ridendo.
Un brivido di disgusto mi corse lungo la schiena, sia per ciò che mi ero sentita dire, sia per gli errori grammaticali contenuti nelle sue parole.
Lo sguardo di Shane non mi abbandonò e decisi di affrontarlo.
- Mi dispiace deluderti, ma se ti illudi di trovare qualcuno con cui praticare attività sessuali qui, sei nel torto. Nessuna di noi acconsentirebbe a concedersi ad un individuo volgare ed ignorante come te, mettendo in conto l'arroganza che ostenti senza averne alcun motivo. - affermai.
Mi alzai dalla sedia sotto gli occhi attenti del mio sgarbato interlocutore ed uscii dalla sala in silenzio.
Qualunque cosa pensassero i presenti, non avrebbe influenzato la mia convinzione di aver agito nella maniera più corretta.
Chi credeva di essere Shane West, arrivando all'improvviso con una pretesa ignobile come quella che aveva avuto l'insolenza di avanzare?
La mia mente era concentrata in tale analisi quando mi accorsi di essere finita in biblioteca e, soprattutto, di non essere sola.
- Una donna con le palle, quindi. - commentò Shane, con la sfrontatezza che lo permeava interamente.
Il sorrisetto che incurvava leggermente le sue labbra sottili non era necessariamente un buon segnale, considerando che era poggiato ad uno stipite della porta con le mani in tasca.
- Se intendi dire che non temo di esprimere la mia opinione, potremmo essere d'accordo. - sentenziai.
Roteò gli occhi.
- Hai l'aria di una rompicoglioni pazzesca, ma c'è qualcosa che mi piace di te. - continuò, non badando alla mia precisazione.
- Non ti piange l'orecchio a sentire gli errori di grammatica che fai di continuo? - domandai, non resistendo alla tentazione.
Ridacchiò, del tutto a suo agio.
- Mi piangerebbe di più se parlassi come te. - ribatté.
Wow, due verbi consecutivi corretti. Era il caso di ironizzare su questo?
Camminai in tondo per la biblioteca nel tentativo di esercitare un controllo più efficace sul mio comportamento.
Non potevo negare che Shane mi mettesse una certa agitazione addosso, forse a causa della sicurezza così consolidata in sé.
- Ce l'hai il ragazzo, Saint? - domandò di punto in bianco, diretto e conciso.
- Un fidanzato?
- Sì. - sbuffò, spazientito.
Mi era chiaro perché gli interessasse la questione, ma non ero intenzionata a soddisfare la sua sete di informazioni; non così, non subito.
- Più o meno. - risposi, vaga.
Sollevò un sopracciglio.
- Che cazzo vuol dire "più o meno"?
Mi avvicinai, alzai le spalle e lo superai, uscendo dalla biblioteca.
Fortunatamente, vidi Jake salire le scale e mi affrettai nella sua direzione.
- Ehi, dove cazzo vai? Ti ho fatto una domanda! - mi urlò dietro Shane.
Non gli prestai ascolto e mi unii al mio compagno di stanza.
C'era qualcosa che lo infastidiva, me lo sentivo.
Guardava dritto di fronte a sé, non mi aveva ancora rivolto la parola e pareva nervoso al suono della voce di Shane.
- Jake? - domandai, una volta all'interno della stanza.
Il ragazzo si sedette sul bordo del mio letto e fissò la finestra.
Come dovevo interpretare il suo atteggiamento?
Invece di chiederglielo, iniziai a preparare la borsa per le lezioni che ci attendevano di lì a poco e, nel farlo, canticchiai.
Non avevo in mente una canzone precisa, lasciai semplicemente che la mia voce cantasse una melodia dolce e spensierata, con parole legate più o meno casualmente.
Jake se ne accorse.
- Che cazzo stai cantando? Non ha un fottuto senso. - osservò, contrariato.
- Che importa? Su, preparati che dobbiamo andare fra poco. - liquidai l'argomento.
Tornò a fissare la finestra.
In risposta, io ripresi a canticchiare parole senza un filo logico conduttore.
- 'Fanculo, se resto qua con te che canti cose senza senso, impazzisco.
Si alzò d'impeto e si accinse ad uscire.
- Saint?
- Mmh?
Non appena mi voltai con una mezza piroetta, il suo braccio forte mi cinse la vita e i nostri corpi entrarono in stretto contatto fra di loro.
Jake mi colse alla sprovvista quando mi baciò, tanto che avevo ancora la bocca semiaperta.
- Il tuo dentifricio ha un buon sapore.
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Giunte a fine capitolo, penserete "che senso ha?", ma spero di chiarire ogni dubbio man mano, nei prossimi capitoli.
Intanto vi avviso che la prossima settimana sono in gita scolastica (l'ultima della mia vita, can you believe it?) quindi non aggiorno, ma mi preoccuperò di postare due capitoli ancora prima di lunedì.
Love you 🌹
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