Capitolo XVI
Precisamente... perché non siamo ancora una coppia?
Il tempo continua a scorrere inesorabile e, prima o poi, dovrò fare i conti con le mie scelte.
Proseguire con questo atteggiamento potrebbe portarmi presto a svolte non desiderate.
Come la possibilità che Setsuna si stufi di corrermi dietro.
Nel caso dovesse scegliere un percorso di studi universitario non è detto resterà a vivere da Shigeru.
Come non devo dar per scontato che resterò per sempre il ragazzo al centro del suo cuore.
In questi anni ho tanto ringraziato quanto maledetto l'iperprotettività del mio amico, senza però impegnarmi per risolvere ciò che davvero importava.
Come fargli capire i miei sentimenti per sua sorella.
O far capire a lei la differenza tra affetto ed amore.
Per non parlare del modo di fare di Setsuna, troppo ingenuo per il mondo là fuori.
Insomma... invece di adagiarmi sulla consapevolezza della sua presenza al mio fianco, avrei dovuto darmi una mossa.
Diamine... dovevo cogliere la palla al balzo quella volta, quando quasi si dichiarò il giorno di Natale di due anni fa.
Al tempo sviai il discorso a causa dell'età. Shigeru mi avrebbe ammazzato se mi fossi messo, a vent'anni, con la sua sorellina di sedici.
Ora però... a frenarmi non c'è più quel dettaglio.
Allora, che sto aspettando?
Maledizione...
Odio ammetterlo, ma Kosaka ha ragione.
Sono un codardo.
Mi nascondo dietro a mille scuse idiote, tutto per timore che i suoi siano sentimenti d'affetto scambiati per amore.
Certo, una parte di me si sente davvero ancora in colpa per l'incidente accaduto quando Setsuna aveva sei anni, ma... eravamo entrambi bambini.
Litigai con lei a causa del nervoso che i miei genitori mi avevano causato, portandola così a scappare nel bosco. Durante la vacanza in montagna che al tempo facevamo ogni anno con le nostre famiglie.
Dopo svariate ore di ricerca il sole calò, mandandoci tutti nel panico.
La madre di Setsuna e Shigeru singhiozzava silenziosamente sulla spalla del marito, mentre al loro fianco il mio amico urlava tra gli alti tronchi.
Io convinsi mio padre a portarmi con sé a cercarla, lasciando così mamma nella baita. Nel caso Setsuna fosse riuscita a tornare.
Se non fosse stato per la luce della torcia tutto davanti a me sarebbe stato nero, cosa che mi portò ad agitarmi ancora di più.
All'idea della piccola Setsuna tremante al buio.
Se non le avessi urlato contro non sarebbe fuggita.
Se mi fossi controllato non l'avrei ferita.
Tanti se mi affollavano la testa, uno peggiore dell'altro. Portandomi a sentire il cuore pomparmi come un martello nelle orecchie, ma...
Pure così riuscii a sentirla.
Fu un attimo.
Un istante, ma la sentii.
Quando la raggiunsi, con papà, stava singhiozzando il mio nome.
Nome che urlò non appena mi vide, gettandomi pure le braccia al collo.
Come se non fossi io il responsabile di tutta quella paura, ma solo il beniamino che l'aveva trovata.
Poco dopo si addormentò stanca ed affamata tra le mie braccia, dalle quali mio padre la rubò per riportarla a casa.
Con gran sollievo per tutti noi.
Il giorno dopo andai in camera sua per chiederle scusa, ma lei non me ne lasciò il tempo.
I suoi occhi s'illuminarono alla mia vista, facendomi stringere il cuore come mai mi era capitato prima.
Momento che in seguito capii essere l'inizio di tutto.
Ero innamorato di lei e quelle emozioni, negli anni, non hanno fatto altro che crescere.
Con me e con lei.
Diventando così grandi da metterla al centro dei miei pensieri. Sempre.
Per molto tempo mi sono punito per averla messa in quella situazione, costringendomi a non rivelarle ciò che provavo.
Poi, però, un giorno mi sono reso conto dei suoi di sentimenti.
Che mi hanno spiazzato non poco.
La gioia provata fu immensa, tanta quanta la stizza che sentii subito dopo.
A causa dell'incidente in montagna Shigeru divenne ciò che è ora, cosa che al tempo mi spaventava non poco.
Se avessi provato a rivelare il mio amore per Setsuna... sarei potuto finire a fette, motivo che mi spinse ad aspettare.
Portandomi a far slittare tutto al raggiungimento della maggiore età della ragazza.
Maggiore età che oramai è arrivata.
A differenza della mia dichiarazione.
Da qualunque parte mi si guardi... è proprio vero. Sono un codardo.
- Grazie per essere venuti, spero che i dolci vi siano piaciuti. - Setsuna ci accompagna alla cassa, col sorriso sulle labbra.
Un sorriso che non l'abbandona da quando l'ho allontanata dai clienti molesti.
Diamine... le basta così poco per essere felice.
Il che la rende dannatamente carina e dolce.
- Il tuo tiramisù era strepitoso! - Kosaka le afferra le mani - Aveva ragione Sugita a lodarlo. -
- Eh? Takashi l'ha... lodato? - mi guarda di sottecchi, incapace di reggere un contatto visivo diretto.
Per mia fortuna.
Nemmeno io ci riuscirei, ora come ora.
- Perché sei così sorpresa? Mi pare di averti sempre fatto i complimenti per tale dolce. -
- Dopotutto non si potrebbe dire nulla di male del tuo tiramisù, nemmeno volendo. - si accoda Shigeru.
- Non a caso è stato il dolce più venduto. - commenta Chihiro, esponendoci il conto - Tra dieci minuti io e Setsuna finiamo il turno. Voi andate subito via? - domanda.
- Certo che no. Ho intenzione di visitare tutte le classi che vendono cibo. E fuori ho notato un sacco di banchetti gastronomici. - si esalta Shigeru.
- Così si fa. - annuisce lei - Io mi sono fatta passare sottobanco vari sconti e non vedo l'ora di usufruirne. -
- Se volete potete pure andare ora con loro, dieci minuti non ci manderanno nel caos e a breve Kanon e Tomomi dovrebbero comunque arrivare. - le raggiunge una loro compagna.
- Sicura Mina? - Setsuna si dondola sul posto, combattuta.
- Certamente. - le sorride raggiante, agganciandola per un braccio. Solo per poterle sussurrare qualcosa all'orecchio.
Probabilmente qualcosa su di me, visto il rossore che le sta sorgendo violentemente in viso.
- Andate pure a cambiarvi. Ci vediamo dopo. - prende il posto di Chihiro alla cassa.
- Eh? Vi dovete cambiare? Io avevo promesso a mamma di farti tante foto con la divisa da cameriera. - scatta subito Shigeru.
- Cosa? Ma non esiste. Non girerò per scuola conciata così. Al massimo ti lascio farmi una foto stasera, quando torno. - scuote il capo.
- Però, restando vestite così e portando con noi qualche volantino, potremmo approfittare del giro per fare anche pubblicità al cafè. Il che non sarebbe male. Punto ancora al podio, nella classifica delle maggiori vendite. -
- Chihiro... sei seria? - la fissa storto Setsuna.
I suoi grandi occhi azzurri in cerca di un segno di battuta.
- Vuoi per caso lasciarmi così da sola? Che amica sei? - la muove a sensi di colpa, facendola cedere.
- Ok, va bene. Dovremo però star attente a non sporcarci. Non abbiamo tempo per lavare eventuali macchie. - sospira.
- Solo perché mi piace mangiare non vuol dire che io sia una sbrodolona. Sono in grado di non sporcarmi come una bambina. - le punta contro un dito, rivolgendosi poi all'altra ragazza - Mina, mi passeresti dei volantini? -
Ed è così che ci avviamo.
In cinque verso i corridoi della scuola.
Con Kosaka che subito agguanta Setsuna, contenta di poterle finalmente porgere tutte le domande che le passano per la testa.
Attualmente, per mia fortuna, riguardanti i dolci del menù.
- Chi è quella tipa? - mi affianca Chihiro, guardandomi in cagnesco.
- Non dovrebbe essere Setsuna a farmi questa domanda? -
- Sai benissimo che non te lo chiederebbe mai davanti ad altra gente. - sbuffa - Perciò evita di sviare le mie domande con altre, con me non attacca questo metodo. -
- Perché ne sei una grande utilizzatrice pure tu. -
- Non stiamo parlando di me. - mi lincia con lo sguardo - Chi è quella ragazza? - scandisce ogni singola parola.
- Come ti ha detto lei stessa, una mia compagna. - sospiro, consapevole di non avere le forze per affrontare il carro armato Chihiro.
Uno dei due mastini donna al fianco della mia amata, che da qualche settimana a questa parte hanno cominciato ad essere molto più aggressivi con me.
- E perché è qua? -
- Voleva conoscere Setsuna. -
- Le piaci? - va dritta al punto.
- No, era solo curiosa. Visto che a scuola sto spesso sulle mie. -
- Sei sicuro sia davvero così? Anche se i tuoi occhi vedono solo Setsuna, ciò non ti rende indesiderabile a quelli delle altre. -
- Sono sicuro. In passato ho ricevuto più di una dichiarazione, perciò riesco a distinguere la differenza tra interesse romantico e curiosità nuda e cruda. - rispondo convinto.
Kosaka si sta divertendo a farsi gli affari miei.
Come una bambina si divertirebbe a giocare con le bambole, creando nella sua mente intrighi amorosi.
- Vantatene pure. - schiocca la lingua, infastidita.
- Chi è che si stava vantando? - la fisso storto - Poi, tra me e Shigeru, è sempre stato lui quello più popolare. Pur considerando che ha sempre palesato apertamente il suo affetto per la sorella. Se vuoi far la ramanzina a qualcuno, riguardo questo argomento, vai da lui. -
- Sei forse scemo? Perché dovrei dirgli su, per questo? Semmai dovrei discutere con lui per il suo eccessivo attaccamento a Setsuna. -
- Già, se continua così non si renderà mai conto dei tuoi sentimenti. -
- Un'altra parola e ti pianto il tacco nel piede. - mi fulmina - Queste scarpe hanno tacchi davvero bassi, ma possono ugualmente farti un male cane. -
- Come siamo suscettibili. Eppure non ti fai problemi a farti gli affari miei. -
- Non azzardarti a paragonare le nostre due situazioni. Setsuna è palesemente innamorata di te, come tu lo sei di lei. Il motivo per cui non siete ancora una coppia... ricade sulla tua stupidità. -
- Sarà, ma resta comunque il fatto che ho ragione su di vo... Ahio! - serro i denti, sentendo il tacco premere violentemente sulle dita dei miei piedi.
- Tu vuoi solo che ti spiani la strada. Se Shigeru sarà occupato a pensare a me, non avrà modo di ragionare pure su te e sua sorella. - centra il punto - Ma è giusto tu cominci un po' a sudare, per questo amore. - il suo sguardo cambia.
- Che vuoi dire? - noto Setsuna voltarsi leggermente verso di noi, sorridendoci.
- Stasera, al termine del festival, ci sarà l'annuale falò. - Chihiro ghigna malignamente, facendomi correre un brivido lungo la schiena.
- E con ciò? -
- Ho sentito uno dei nostri compagni di classe dire che la prenderà da parte, per dichiararsi. E ti dirò di più, da quel che so deve averle già chiesto di tenersi libera al termine delle pulizie. - ridacchia - A causa di Shigeru nessuno aveva mai osato tanto, ma a quanto pare le cose stanno cambiando e... chissà come reagirà Setsuna. È sensibile ai sentimenti altrui. Per questo potrebbe pure finire per prendere decisioni inaspettate. -
- Essere sensibili non è sinonimo di persona manipolabile. - sento l'agitazione crescere in me.
- Sarà, ma dopo tanti anni di due di picche... potrebbe decidere di darsi una possibilità, su un altro fronte. - mi lancia un'ultima occhiata, prima di raggiungere la sua amica.
Per liberarla da Kosaka.
Mentre io... me ne sto dietro i quattro.
A fissare le loro schiene.
Non posso permettere accada una cosa del genere.
Non dopo tutti questi anni.
L'amo troppo per farmela soffiare così da sotto al naso.
Certo, dopo tutte le mie tergiversazioni non avrei motivo di lamentarmi se ciò accadesse, ma... i giochi non sono ancora conclusi.
Lei è ancora qui, ad un palmo da me.
Se solo allungassi una mano potrei... - Takashi? - la vedo voltarsi nella mia direzione.
Sul volto lo splendido sorriso che tanto amo.
- Sì? - mi si affianca, lasciando gli altri davanti a noi.
- Perché te ne stai qui dietro da solo? - studia di sottecchi il mio sguardo, ancora un po' imbarazzata per prima.
- Non sono solo, tu sei al mio fianco, no? - le poggio una mano sul capo, grato della sua presenza.
La stessa che ho dato per scontato per troppo tempo.
Timidamente la noto annuire, prima di alzare gli occhi nei miei.
Il sorriso che le si addolcisce, prima di rispondere senza il minimo accenno di esitazione o imbarazzo - Sempre. -
Colpendomi così dritto al cuore, per l'ennesima e distruttiva volta.
Non m'importa più l'eventualità che lei possa aver confuso l'affetto con l'amore.
Anche se fosse... lo trasformerò in vero ed indissolubile amore.
Perché ora non ho più paura, di nulla.
Tutto ciò che voglio è di poterla stringere forte a me, mentre le ripeto più e più volte cosa provo.
Oggi... le dirò che l'amo.
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