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Capitolo XV

- Già da fuori sembra adorabile. Non vedo l'ora d'entrare. - Kosaka si mette in fila con noi, davanti alla classe di Setsuna.

- Pure io, Setsuna non ha voluto mostrarmi la divisa. Per questo sono super curioso di vederla, ho pure portato la fotocamera. - Shigeru le mostra l'apparecchio semi professionale.

- Lo sai che ti ammazzerà, se proverai a fotografarla davanti ai suoi compagni, vero? - sospiro, già immaginandola.

- Mamma mi ha chiesto di fare tante foto, sono giustificato. Dopotutto questo è il suo ultimo festival culturale. - cerca di trovare una scusa valida.

Mentre io mi arrovello su come spiegarmi a Setsuna.

Dirle solo la verità non sarà sufficiente.

Non per come è abituata a ragionare.

Forse dovrei essere, per una volta, più diretto.

Anche se davanti a Shigeru.

In fondo sto cominciando a stufarmi della sua convinzione che per me lei sia come una sorella.

Io non ho mai assecondato tale pensiero, ma lui non si è comunque mai schiodato da esso.

Tanto da indispettirla sempre più.

E adesso, forse, è giunto il momento di cambiare pure questo punto.

È bene che il mio amico inizi a vedermi per ciò che sono.

Ha passato anni a tenere lontani i ragazzi da sua sorella, senza rendersi conto che il più pericoloso era al suo fianco.

L'unico del quale non ha mai sospettato.

Sorprendentemente, aggiungerei.

Insomma, certi atteggiamenti li ho solamente quando sono solo con Setsuna, ma...

Pure in presenza di Shigeru ho avuto comportamenti ben poco equivocabili, anche se... a sto punto credo lo fossero solo per me.

Visto che nemmeno la diretta interessata c'è arrivata.

- Oh, ma benvenuti. Era ora vi presenta...ste. - mi gelo, sentendo la voce affilata di Chihiro all'entrata.

Il suo sguardo che si posa su Kosaka, studiandola da cima a fondo.

- Tu sei Setsuna, vero? È un piacere conoscerti. Io sono Karen Kosaka, una compagna di corso di Sugita. - le tende una mano, con fare allegro.

- No, io sono Chihiro Hibiki, una sua amica. - sposta gli occhi indagatori su di me, ignorando bellamente la mano della ragazza.

- Ve la chiamo subito. Vi servirà lei. - bisbiglia qualcosa ad un'altra ragazza, che subito si allontana.

- Chihiro, fa un sorriso. - Shigeru la richiama a sé, sorprendendola col flash della fotocamera.

- Ehi! - scatta.

- Scusa, non ho resistito. Questa divisa ti sta davvero bene, sei adorabile. - le sorride, notando poco dopo l'arrivo di Setsuna.

Cosa che non lo fa accorgere del rossore sorto sul viso della ragazza. Che da oramai un anno credo provi qualcosa per questo mio ottuso amico.

- Chihiro mi hai chiama... Takashi! - gli occhi di Setsuna s'illuminano, facendomi venire una voglia matta d'abbracciarla.

- Ci sono pure io, cattiva. - si mette in mezzo il fratello, mugugnando.

- Se è per questo... anche io sono qua. - si accoda Kosaka, ridacchiando della scenetta e... facendo notare la sua presenza.

Confusa Setsuna la fissa, cambiando subito espressione.

Ecco, lo sapevo.

- È un piacere conoscerti. Io sono Karen Kosaka, una compagna di Sugita. - le tende la mano, che meccanicamente le viene stretta.

- Io sono... Setsuna Aoyama. - fatica a guardarla negli occhi.

- Setsuna, li accompagni al loro tavolo? Stanno per arrivare altre persone. - Chihiro la sblocca dal suo stato di trance, per poi tirarmi un calcio appena ci apprestiamo a seguire la ragazza.

Con tanto di sguardo eloquente più di un urlato "Sei un idiota".

Come fosse colpa mia la presenza di Kosaka.

Io non volevo venisse con noi.

Non ho neppure potuto osservare, come avrei voluto, Setsuna nella sua bella divisa.

Completo che le sta davvero d'incanto. Quasi troppo.

- Vi va bene stare vicini alla finestra? - ci fa accomodare, porgendoci i menù senza guardarci in faccia.

- Certo che sì, sorellina. - le sorride Shigeru, mettendo momentaneamente da parte la fotocamera.

Forse per non farla arrabbiare appena arrivato.

- Ottimo. - annuisce, allungando l'ultimo menù verso di me. Con mani tremanti.

Vista che mi fa mancare un battito.

Odio vederla così.

- Vi lascio un po' di tempo per decidere, se non avete già qualche richiesta. - fa per voltarsi, ma la blocco.

D'istinto.

- Takashi...? - finalmente i suoi occhi incontrano i miei, anche se a fatica.

- Ho una richiesta. - la tengo salda per il polso.

- Sì...? -

- Devi ricordare ciò che ti ho detto quel giorno. - sostengo con serietà il suo sguardo.

- Quel... giorno? -

- Sì. Devi tenere bene a mente quelle parole, chiaro? - annuisco, sperando capisca che mi riferisco a quando le dissi che non ho alcuna ragazza.

- Taka? - scatta confuso Shigeru, accanto a me.

- Setsuna, mi hai capito? - lo ignoro.

Ed è lì che la vedo rilassarsi di colpo, come si fosse tolta un enorme peso dalle spalle.

I lineamenti del viso più distesi.

Le mani più ferme.

Gli occhi più... vivi.

- Sì. - sorride serena, per poi allontanarsi - Chiamatemi non appena avrete deciso. -

- Diamine... - sospiro, poggiandomi allo schienale della sedia.

Credo... mi abbia davvero compreso.

Santo cielo... ci speravo poco eppure, è successo.

Ha capito.

Gliel'ho letto nello sguardo.

- Takashi, si può sapere cos'è appena accaduto? - Shigeru riparte all'attacco, ancora più perplesso.

Ed ora che gli dico?

Ho reagito d'impulso con Setsuna, preoccupato della sua reazione.

A lui invece non avevo minimamente pensato.

Con Shigeru ci devo andare piano, a spiegare certe cose.

O rischio di fargli prendere un colpo.

- Non vorrei sbagliare, ma... credo che Sugita abbia salvato tua sorella da un imminente attacco di panico. - risponde Kosaka, al posto mio.

- Eh? Un attacco di panico? -

- Setsuna mi era sembrata un po' pallida, prima dell'intervento di Sugita. - riflette.

- Maledizione! - è lui a sbiancare ora - Ero così preso dall'adorabile visione che avevo davanti che... non me ne sono reso conto. -

- Non farla così tragica. - sospiro, lasciando intendere che Kosaka c'ha preso.

Il che... in sé è vero.

Solo non sanno il motivo per cui le stava per partire tale attacco di panico.

- Sono stato un pessimo fratello. - scuote il capo - Fortuna che ci sei tu, quando io pecco. Il suo altro fidato fratello maggiore. -

Ed eccolo che ricomincia...

- Shigeru, io non sono suo fratello. - ribatto come sempre, ma... con tono decisamente più secco del normale.

Così tanto da lasciare di sasso pure me.

- Questo... lo so. - si blocca per un attimo - Ma è come tu lo fossi. -

- Forse per te. - sospiro, per poi aprire il menù - Vediamo un po' cosa offre la casa. - chiudo il discorso.

Che sia stato a causa della vista del volto agitato di Setsuna o semplicemente perché sono stufo... poco importa.

Rispondergli così direttamente è stato quasi catartico, anche se non penso abbia compreso a pieno le mie parole.

Data la sua espressione ancora perplessa, intenta a cercare di decifrarmi.

- C'è così tanta buona roba che non so proprio che scegliere. Voi avete qualche consiglio da darmi? - Kosaka cerca di far tornare tra noi un'atmosfera normale.

Riuscendoci in maniera sorprendente - Il tiramisù. È il cavallo di battaglia di Setsuna. - risponde Shigeru, allegro all'idea di vedere i presenti sorridere mentre mangiano i dolci della sorella.

- Allora credo proprio prenderò quello. Sono proprio curiosa di sentire se è migliore del mio. - parte per la sua tangente. Emozionata alla prospettiva di poter apprendere qualcosa pure da una studentessa.

Kosaka adora il percorso lavorativo da lei scelto, cosa che si nota ogni qualvolta mangia o crea dolci.

- È davvero buono, fidati. L'ha perfezionato negli anni, visto che è il dolce che prepara per ogni compleanno di Takashi. Più o meno da quando aveva cinque anni, anche se al tempo si affiancava a sua madre. - mi indica, ricordando con nostalgia il passato.

- Oh? Quindi... è un dolce a cui tiene molto. - Kosaka mi guarda di sottecchi, nascondendo a Shigeru il suo divertimento dovuto alla scoperta.

Che due scatole.

Questa dev'essere una sorta di punizione divina, per tutte le volte che ho preso in giro Setsuna.

- Tu che pensi del suo tiramisù, Sugita? Non ti sei ancora espresso. Forse mi consigli dell'altro? - si rivolge in fine a me, con uno scopo ben preciso.

Ovvero scoprire se sono critico con Setsuna come lo sono a scuola coi miei compagni, quando ci scambiamo i preparati delle lezioni per farci dare un parere.

Di norma non sono mai cattivo o sgarbato, ma ricevere un commento completamente positivo da me è pressoché impossibile.

Cosa che ha portato la gente della mia classe ad usarmi come assaggiatore per quasi ogni piatto.

- Il tiramisù è davvero il suo punto forte, volendo potremmo venderlo nella nostra pasticceria e nessuno si accorgerebbe che non è opera di un pasticcere professionista. - rispondo con onestà.

- Capisco. - si sforza di non sorridere eccessivamente - Ora sono pure più curiosa di prima. Voglio proprio assaggiare il frutto di questo immenso amore. -

- Non ti deluderà. Setsuna ama tantissimo preparare dolci. Non a caso il prossimo anno verrà a studiare nella vostra scuola. - le spiega Shigeru, travisando il commento della ragazza.

Facendomi però realizzare la convinzione del mio amico, riguardo la scelta della sorella.

- C'è ancora tempo per lei, per cambiare idea. Ci sono altre cose che ama fare, oltre cucinare. - precedo la risposta entusiasta di Kosaka.

- Eh? Vero, ma è sempre stata lei a dire di voler aprire una pasticceria con noi. -

- Questo lo diceva quand'era piccola. Ora come ora potrebbe anche aver trovato altro di più appagante. - con la coda dell'occhio la vedo avvicinarsi ad uno dei tavoli alla nostra destra.

Al quale porge l'ordinazione fatta, con un sorriso leggermente tirato.

Non si sente per nulla a suo agio con i ragazzi che non conosce.

- Tu dici? Ti ha forse parlato di qualcosa? Con me non discute di certe cose. - sospira Shigeru.

- Dico, ma non mi ha detto nulla di specifico. È più una mia impressione. In ogni caso... se fosse, cosa ne penseresti? - lo guardo di striscio, non riuscendo a distogliere gli occhi da Setsuna.

Che ancora sta discutendo coi tre tizi del tavolo.

C'è qualcosa di strano.

- Ovviamente nulla di che. È il suo futuro, che lei voglia spenderlo alla pasticceria o altrove... poco importa. Finché è felice. -

- Sei proprio un bravo fratello. - gli sorride Kosaka, nel momento esatto in cui noto uno dei ragazzi afferrare il polso di Setsuna.

Come una molla scatto in piedi, trovandomi in un lampo al fianco della ramata.

Tirandola a me l'allontano dalla presa del tipo, sfoggiando verso di lui il sorriso più controllato di cui sono capace al momento.

- Scusi gentile cliente, è vietato toccare le cameriere. - la voce mi esce dalle labbra con un tono tanto cordiale quanto... furioso.

- Eh? Ah... o-ok. - sbianca il ragazzo, mentre Setsuna si muove tra le mie braccia.

Con un passo a destra scivola via da me, cominciando a lisciarsi la gonna. Probabilmente per calmarsi.

Subito dopo alza lo sguardo sul mio, mostrandomi un viso rosso quasi fino alla punta delle orecchie - Grazie, ma... pure tu sei un cliente. - si agita sul posto, conscia degli occhi di tutti su di noi.

Merda.

Mi sono mosso senza pensare.

Di nuovo.

- Abbiamo scelto cosa ordinare, quando finisci qui... per favore raggiungici. - fingo un colpo di tosse, per poi tornare a passo svelto dagli altri due.

Che mi diceva la testa?

Setsuna è a scuola, nella sua classe.

Anche fosse stata infastidita, non correva alcun pericolo.

Non c'era bisogno di scattare in maniera così vistosa.

Sono un idiota.

- Bravo Taka, sei stato un vero eroe. - mi loda Shigeru - Fossi andato io avrei fatto una strage. -

- Questo perché tu sei sempre eccessivo. - non so da che parte guardare.

Vorrei solo sprofondare in una fossa.

Diamine...

Sento pure lo sguardo soddisfatto di Chihiro su di me.

Cosa di cui non sono per nulla contento, dopo la sua ramanzina fattami il giorno del compleanno di Setsuna.

- Nemmeno tu scherzi, la tua reazione è stata tutto fuorché pacata. - sussurra Kosaka, terribilmente divertita.

- Oh, ma sta zitta. - borbotto, controllando Setsuna da lontano.

Che con aria sognante sta finendo di parlare coi clienti da me ammoniti.

Almeno uno di noi due sembra contento...

- Non capisco proprio perché non siate ancora una coppia. - Kosaka abbassa ulteriormente il tono - Sei forse un codardo? -

- Non sono affari che ti riguardano. - ribatto seccamente - Ho le mie motivazioni. -

Motivazioni che stanno cominciando a sembrarmi sempre più stupide. Di giorno in giorno.

Precisamente... perché non siamo ancora una coppia?

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