Capitolo XIV
- Che palle. - mugugno tirandomi il cuscino sopra la testa.
Tastando il comodino, alla mia destra, recupero il cellulare così da poter spegnere la sveglia.
Oggi è martedì ed oltre ad essere il giorno di chiusura della pasticceria è pure la seconda, ed ultima, giornata del festival culturale della scuola di Setsuna.
Che andrò a visitare questo pomeriggio, per delle ore intere.
Invece di poter tornare a casa a studiare.
Questo perché, Shigeru, oltre a provare un affetto oltremodo smisurato per la sorella... adora quasi alla stessa maniera il cibo.
E si sa che i festival scolastici vanno spesso pari passo con spropositate proposte di pietanze varie.
Cosa che mi porterà quindi a girare per classi e bancarelle appunto per delle ore.
La mia unica fortuna è quella di avere lezione per tutta la mattina. Che mi donerà un po' di tregua prima di dover affrontare quei due.
Visto che, come se quel mio amico problematico non fosse abbastanza, all'elenco dei miei pensieri si è aggiunta pure la sorella.
Non che prima non ci fosse, visto che sono anni che oramai mi sono innamorato di lei.
Quello che intendo è che, recentemente, ha cominciato a cambiare atteggiamento.
Rendendomi le cose molto più complicate.
Sempre restando principalmente il solito e timido agnellino, ha iniziato pure a tirare fuori gli artigli. Portando alla luce una gattina agguerrita che non mi aspettavo di trovarmi davanti.
Con fare disarmante sferra i suoi attacchi quando meno me l'immagino.
Portandomi sempre più vicino all'orlo del precipizio.
È come se si fosse resa conto di avere un certo ascendente su di me, benché io abbia cercato di non farglielo notare il più possibile.
Eppure... qualcosa deve avermi tradito.
Forse la volta che stavo per rivelarle di essermi ingelosito?
Quel giorno è stato un susseguirsi di disastri, uno dietro l'altro.
E dire che, nel mezzo, avevo pure terminato la giornata lavorativa di buon umore. Dopo che Mariko mi aveva riferito, a fine turno, di come Setsuna mi aveva difeso dal giudizio superficiale del suo compagno.
Vederla poi raggiungermi a casa non era stata affatto una sorpresa, al contrario della scena vissuta dopo...
Ancora mi fa rabbia pensare a come parte subito per le sue tangenti tragiche.
Anche se... in fondo la colpa, di questo suo lato, è mia.
Non sono mai stato chiaro riguardo i miei sentimenti per lei, tanto da scoprire che credeva la considerassi come una sorella.
Che diamine.
Una sorella!
Insomma, ok che l'ho sempre punzecchiata, ma... andiamo!
Chi diavolo si comporterebbe così, come faccio io con lei, con la propria sorella?
Nemmeno Shigeru, che stravede per lei.
Più ci penso, più mi rendo conto di quanto la sua fantasia navighi troppo.
Davvero.
Anche per questo ho insistito sull'argomento futuro lavorativo.
Ricordo ancora chiaramente il giorno in cui, alle medie, vinse quel premio.
Il suo sorriso ed i suoi occhi... erano radiosi come non mai.
Erano come... quando mi cerca, trovandomi già a guardarla.
- Uhm... che cavolo!! - mi alzo a sedere, scompigliandomi i capelli - Non devo pensare al suo viso. Non ora. Altrimenti finirò per arrivare tardi. -
Le lezioni di oggi saranno tutte incentrate sul cioccolato ed io non ho intenzione di farmi distrarre da Setsuna.
Non più di come è riuscita a distrarmi ultimamente.
Almeno, fino al termine delle ore scolastiche che mi attendono.
- Takashi, oggi hai il giorno libero, vero? - mi aggancia subito Hiro, dopo l'uscita del prof.
- Perché? - lo fisso storto.
- Ovvio, per andare ad un'uscita di... -
- Nemmeno per idea. - lo blocco senza lasciargli terminare la frase - Oggi ho da fare. -
- Bugiardo, rispondi sempre così. Lo so che, uscito da qua, andrai a casa diretto. Per studiare. -
- Non stavolta. Oggi ho davvero un impegno. - mi carico in spalla lo zaino.
Per quanto Hiro sia un bravo ragazzo lo trovo, a volte, altrettanto fastidioso.
Gli ho ripetuto fino allo sfinimento di non essere interessato ad uscite di gruppo, atte a conoscere delle ragazze, eppure ancora insiste.
Quasi si fosse messo in testa la missione di farmi trovare una fidanzata.
- Oh, wow. E con chi? - s'intromette nel nostro discorso Kosaka - Scommetto che devi uscire con la tua ragazza. Quella che ti prepara i pranzi, quando abbiamo lezione fino alle quattordici. - mi osserva curiosa.
- Ma quelli non li preparava sua madre? - domanda Hiro.
- Li hai mai sbirciati? Sono palesemente fatti da una ragazza innamorata di lui. - ridacchia.
- Se volete continuare a sparlare di me come se non ci fossi... lasciate che vi faciliti il compito. A domani. - li saluto, accelerando il passo.
Ah... non ho mai un attimo di pace.
Nemmeno a scuola, pazzesco.
Tanto più che...
"Sono palesemente fatti da una ragazza innamorata di lui."
Diamine, è così ovvio? Pure per chi è estraneo a noi?
Personalmente so benissimo quanto quelle parole siano vere.
Setsuna cura minuziosamente ogni singolo aspetto dei miei pasti, bilanciando il fabbisogno nutrizionale senza però rinunciare ai miei piatti preferiti.
Facendomi pure sorridere quando ogni tanto le salta lo schizzo di disporre il cibo in maniera artistica.
Però, anche così, non pensavo che la cosa fosse così evidente ad occhi di terzi.
Hiro per esempio non sembrava essersene accorto, mentre Kosaka...
Lei...
Sbaglio o mi sta seguendo?
- Kosaka? - continuo a camminare, lasciandola alle mie spalle.
- S-Sì? -
- Mi stai per caso pedinando? -
- Sì. - risponde senza un minimo di pudore o rammarico.
- Perché? -
- Voglio vedere com'è la tua ragazza. -
- Non hai proprio peli sulla lingua, eh? - mi volto di scatto.
Kosaka è la ragazza che quella sera mi telefonò, per il compito della torta nuziale.
Se Setsuna dovesse vederla con me...
No!
Assolutamente.
- Dovrei averne? In fondo non sto facendo nulla di male. Sono solo curiosa. - sorride divertita.
- Questo lo dici tu. - sospiro.
Come dovrei fare a liberarmi di lei?
Da quel poco che abbiamo interagito ho capito essere una tipa piuttosto ostinata e... super curiosa.
- La tua ragazza è una gelosa? Non ha motivo di temere me, non sei affatto il mio tipo. - agita una mano con noncuranza - Mi stai simpatico, ma nulla più. Il motivo per cui voglio conoscerla è che... -
- Che? - comincio a spazientirmi.
Shigeru mi aspetta davanti alla scuola, tra un quarto d'ora.
- Di solito sei sempre rigido e composto, ma cambi atteggiamento quando cucini e... quando parli di lei. - si fa pensierosa.
- E quando mai avrei parlato di questa ipotetica lei? -
Mi sono sempre ben visto dal menzionarla.
Per evitare che mi facessero domande o che mi chiedessero di conoscerla.
- Non ne parli mai direttamente, in effetti. Di solito ti sfugge qualche commento qua e là, tipo "Questo lo porto a casa, le piacerà di certo" oppure "Chissà che ne penserà". -
- Credo tu abbia bisogno di una visita dall'otorino. - le do le spalle, ricominciando la mia marcia - E non seguirmi, grazie. -
- Perché non posso seguirti? - accelera per stare al mio passo, con aria innocente.
- Perché no. -
- Non è una risposta sensata. Motivala o proseguo con te. -
- Non sto andando ad un appuntamento. Ho un impegno con un amico. -
- Quello con cui hai aperto la pasticceria? Sono venuta da voi un paio di volte, i vostri dolci sono davvero buoni, ma pure i cibi salati non scherzano. -
- Kosaka... ho da fare. - cerco di non essere troppo sgarbato.
- Mi piacerebbe salutarlo, posso? -
Questa ragazza... non mi si scollerà di dosso!
Lo sento.
È troppo concentrata sul suo scopo.
Mi seguirà fino a quando non vedrà Shigeru e, purtroppo, nemmeno a quel punto mi lascerà in pace.
Una così si gaserà solo, alla vista del luogo d'incontro.
- Un festival culturale? - s'illumina, proprio come avevo immaginato - È da quando ho terminato le superiori che non partecipo ad uno d'essi. -
- Taka, puntuale come... sempre. - lo sguardo di Shigeru si sposta da me alla ragazza, dopo avermi raggiunto.
- Oh, Shigeru, giusto? Io sono Karen Kosaka, una compagna di Takashi. È un piacere conoscerti di persona. - gli tende una mano, che lui confuso accetta.
- Chi ti ha dato il permesso di chiamarmi per nome? - sbuffo, dividendo poi i due - Ora che hai visto con chi era il mio impegno, ti saluto. Abbiamo da fare. - mi appello all'ultimo briciolo di speranza che mi è rimasto.
- Da fare? Qui ad un festival scolastico? -
- Siamo venuti qui per far visita alla classe di mia sorella. È all'ultimo anno. - spiega Shigeru, facendola scattare.
Merda...
È finita.
Qualunque cosa io possa provare a fare... sarà tutto inutile.
- Tua sorella? Cos'ha organizzato la sua sezione? -
- Un maid e butler cafè. Molti dei dolci li ha preparati lei e, da quel che so, ieri hanno fatto furore. - risponde con orgoglio.
- Che meraviglia! Posso unirmi a voi? Mi piacerebbe assaggiarli. -
- Certo, con piacere. Setsuna sarà contenta di conoscere un'amica di Takashi. - si avvia con lei, lasciandomi indietro.
Setsuna contenta...
Certo, come no.
Spero solo di farle capire come stanno le cose.
- Ora ho capito... - Kosaka mi affianca, d'un tratto, abbassando il tono di voce - È la sorellina del tuo migliore amico, ecco perché volevi tenere la cosa nascosta. Lui non lo sa, vero? È una relazione segreta? Puoi star tranquillo, non dirò nulla. -
- Ma che hai capito... - sbuffo - Io e Setsuna non stiamo assieme. -
- Eh? E perché? - si blocca, fissandomi confusa.
- Non sono affari che ti riguardano. - serro i denti, raggiungendo Shigeru.
"E perché?" la domanda continua a ronzarmi nella testa.
Perché... perché sì.
Anche se sono innamorato di lei ci sono tante cose a cui pensare, prima di poter anche solo ventilare l'idea di una possibile relazione.
Il fatto che lei ora sia maggiorenne non cambia le cose.
Pure se il suo atteggiamento è in parte cambiato, resta comunque ancora una bambina nel cuore.
Troppo innocente ed ingenua per capire certe cose.
Chi lo sa se il suo è vero amore?
È sempre stata al mio fianco, potendo aver a che fare solo con me e suo fratello. Cosa che, unita al suo buon cuore, potrebbe averla portata a provare questi sentimenti per me.
Sentimenti che non è detto siano d'amore come quelli che io provo per lei.
Dopotutto Setsuna non ha mai avuto modo di paragonarmi ad altri, a causa di Shigeru.
Per questo... non posso non domandarmi se avrebbe comunque scelto me, avendo però a disposizione altre opzioni.
Io, in confronto a lei, sono stato corteggiato da altre ragazze. Rendendomi conto ben presto che, ciò che avevo nel cuore, non poteva essere frainteso.
E quando l'ho capito, ho pure realizzato quand'è stato il momento esatto in cui mi sono innamorato di lei.
Ovvero... in quell'istante, durante quella tremenda nottata di ben dodici anni fa.
Non credo d'essermi mai spaventato tanto come quel giorno. E la colpa di quell'accaduto... fu solo mia.
Altro motivo per cui è bene che io me ne stia buono con Setsuna, almeno per adesso.
Ah...!!
Ma chi voglio prendere in giro?
Starmene buono? Quando mai ci sono riuscito?
Mi basta guardarla per perdere la testa ed ultimamente sto pure dando di matto più del solito.
Negli ultimi due anni non ho fatto altro che ripetermi, a mo' di mantra, che era ancora la bambina di un tempo. Nel tentativo di non vederla per la giovane donna che era diventata, ma...
Recentemente tutto ciò che ero riuscito a reprimere ha cominciato a straripare.
A causa della sua uscita, quando impazzì all'idea di essere per me come una sorella.
Vederla così agitata mi ha scosso al punto da... farmi perdere il controllo. Controllo che non ho più recuperato.
Fingo di averlo ancora, ma se n'è decisamente andato.
Assieme al buon senso.
Portandomi così a comportarmi in maniera molto più diretta, che però, assurdamente, l'ha solo confusa di più.
Tanto da chiedermi se mi atteggio in tal modo anche con altre...
Ancora mi fa incazzare che la cosa le abbia sfiorato la mente.
Io, un frivolo seduttore? Andiamo!
Sono single da ventidue anni, devoto al mio amore nato quando ne avevo dieci.
E lei che fa...? Diffida di me perché mi comporto in maniera più esplicita?
Ok che non sono atteggiamenti che avevo fino a qualche tempo fa, però...
Però cosa?
È stata colpa mia.
Tutto questo casino è colpa mia.
E come se non bastasse davanti a me, ora, si prospetta pure un casino ancora più grande.
Quello di riuscire a spiegare a Setsuna la presenza di Kosaka.
- Questo è il piano delle terze, vero? In che sezione è Setsuna? - domanda la ragazza, ignara di quanti guai la sua presenza mi farà passare.
- B. - rispondo secco, agitato sempre più di passo in passo.
Prima di vedere Setsuna impazzire per la chiamata di Kosaka, non mi ero mai posto la domanda che lei potesse dubitare dell'effettiva inesistenza di una mia vita amorosa.
Occupato come sono, tra studio e lavoro, non avrei nemmeno tempo di stare con qualcuna oltre lei.
Per questo avevo erroneamente dato per scontato che, sul fronte "altre donne" lei fosse tranquilla.
Peccato solo non avessi considerato il suo lato pessimista.
Che idiota...
Pure questo è colpa mia!
A forza di farmi pare sono finito col renderla incredibilmente insicura riguardo noi due, tanto da essermi immischiato in una pozza di sabbie mobili da cui non so quasi più come uscire.
Ho così tante cose da risolvere che... quasi non so da dove cominciare.
Quasi, perché ora quello che più mi preme lo so.
Voglio uscire sano, mentalmente, da questa classe.
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