Capitolo Extra
Amore Travolgente
- La febbre del tuo fratellino è ora sotto controllo. Non è nulla di grave, solo una normale influenza, ma immagino sia stato spaventoso vedere il piccolo svenirti in braccio. - ci raggiunge la dottoressa, parlandomi con tono dolce.
La mano di Shigeru ancora sulla mia schiena, a supportarmi come ha fatto per tutto il tempo.
Da quando Takashi si è trasferito con Setsuna sono passata dal fare da cameriera ad aiuto pasticcera. A causa delle paranoie di Shigeru, che non si fida a mostrare le sue ricette ad estranei.
Ed è stato proprio a causa di questo cambio se oggi sono finita col tornare a casa più tardi del solito.
Come sempre, quando non ci sono, i miei fratelli vengono tenuti d'occhio dai vicini. Una coppia anziana che ci fa da nonni praticamente da sempre.
La donna, appena sono tornata, si è stupita della presenza del castano che aveva insistito fin all'eccesso per accompagnarmi a casa in macchina. Visto l'orario.
Poi però il discorso è virato su Taku, il più piccolo dei miei fratellini, avvisandomi che non si sentiva bene.
Lì per lì non mi sono preoccupata più di tanto, dopotutto i bambini si ammalano spesso e Taku era tranquillo a riposare sul divano.
Inoltre, a distrarmi, c'è stata pure Kumiko. Che da bimba estroversa di quasi otto anni ha subito cominciato a fare le feste a Shigeru. Consapevole d'essere il benefattore che mi lascia portare a casa, quasi ogni sera, parte dei dolci invenduti.
Ciò ha dunque portato il ragazzo ad entrare in casa, conquistato dall'atteggiamento di Kumi. Che è finita col stenderlo rivolgendosi ad Hiroyuki, maggiore dei tre piccoli, col suo abituale "fratellone".
E proprio mentre i tre erano intenti a conversare è successo l'impensabile.
Taku si è svegliato a causa delle loro chiacchiere e con passo tentennante è venuto in cucina, dato che ero lì per scaldare qualcosa da mangiare per me e Shigeru.
Con voce impastata e febbricitante ha cercato di dirmi qualcosa, mentre mi apprestavo a chinarmi per prenderlo in braccio.
In quell'esatto momento il piccolo mi è crollato tra le braccia privo di sensi, mandandomi nel panico.
- Grazie dottoressa, sì è stato abbastanza spiazzante. - risponde Shigeru per me, visto che alle parole della donna ho reagito con un semplice sguardo vacuo.
In questi anni ho sempre badato da me ai miei fratellini, durante il giorno.
Essendo la maggiore dei quattro, e consapevole degli sforzi dei miei genitori, mi sono impegnata fin da piccola a dar ai miei più aiuto possibile.
Per questo mi sono trovata spesso ad aver a che fare con influenze varie, coliche, virus... tutto ciò che ogni genitore affronta con dei bambini piccoli.
Eppure... mai prima ero finita col vedermi svenire tra le braccia uno di loro.
Il più piccolo tra l'altro.
Vedere il mio fratellino di quattro anni in una situazione del genere mi ha mandata in palla come mai avrei potuto immaginare.
Io che da sempre resto razionale e lucida anche davanti ai peggiori scleri... sono crollata come una ragazzina.
Tanto da agitare più del dovuto pure gli altri due, con Kumiko in lacrime ad urlare ed Hiroyuki che la stringeva a sé cercando di non mettersi a piangere pure lui.
La mia fortuna è stata d'avere Shigeru in casa.
Per prima cosa mi ha scosso le spalle, per farmi riprendere e calmare.
Dopodiché ha quietato pure Kumi ed Hiro, per poi chiamare di nuovo da noi Umeko, la vicina.
Del resto ricordo solo una folle corsa in macchina verso l'ospedale, con me che stringevo Taku mentre il mio cuore batteva a mille.
- La febbre era molto alta, per questo è svenuto, ma tra medicine e flebo domani sarà già quasi come nuovo. - la pediatra prosegue a rincuorarmi, probabilmente notando il mio stato ancora catatonico - I tuoi genitori stanno arrivando? Vuoi che li contattiamo? -
- Sta arrivando mia madre. - riesco finalmente ad alzare lo sguardo nel suo.
"Taku sta bene" comincio a ripetermi a ruota libera.
È tutto ok.
- Ottimo. - annuisce - Se volete potete entrare in stanza, ma sta dormendo. -
- Grazie. - chino il capo, salutandola mentre si conceda da noi.
Lasciandoci così soli in corridoio, davanti alla porta.
Sbirciando oltre la soglia vedo Taku respirare profondamente nel letto, enorme per la sua piccola stazza.
- Sta bene... - lo vedo girarsi su un fianco, realizzando finalmente a pieno quanto sia vera la cosa.
- Sta... bene... - le gambe mi cedono, mentre le spalle si rilassano di colpo.
- Chihiro! - mi afferra Shigeru, evitandomi di finire in ginocchio a terra.
- Oh, scusa. - scuoto il capo - E grazie. - alzo lo sguardo nel suo, vedendo il suo volto annebbiato.
- Chihiro... - il suo tono cambia, facendosi estremamente dolce.
L'attimo dopo mi ritrovo tra le sue braccia - È tutto ok, sta bene adesso. - sussurra al mio orecchio.
- Eh? Lo... so. - mi sorprendo a singhiozzare.
Quando ho iniziato a piangere?
- Ti ha spaventata per bene, eh? - finge una risata - Che ne dici se andiamo a prendergli una gelatina di frutta al distributore? Sono certo che gli farà piacere mangiarla al suo risveglio. -
- Io... - mi trema la voce.
Di solito non sono così.
Che mi prende?
Ho sempre affrontato a spada tratta le avversità.
Perché stavolta è andata in questo modo?
- Fa bene sfogarsi ogni tanto. - Shigeru serra di più la stretta - Questo non fa di te una sorella meno affidabile. Lo sanno tutti quanto t'impegni per la tua famiglia. -
Accarezza i miei capelli, tenendomi saldamente.
Come se allentando la presa potessi disfarmi. Crollare ancora di più.
- Quest'ultimo periodo è stato estremamente fitto. Tra lavoro, studio e fratellini... è tanto tu sia riuscita a dormire. Eppure sono certo tu non abbia trascurato nessuno dei tre, nemmeno per prenderti un momento per te stessa. - continua a parlarmi con tono dolce - Perciò... smettila di darti la colpa. Taku non è svenuto a causa tua, ha solo l'influenza. La signora Umeko è stata con lui ore, l'ha tenuto sotto controllo, ma è accaduto ugualmente. A volte capita, però ora è tutto ok. -
- Tu parli...? - lo stringo a mia volta, tirando su col naso - Quando Setsuna ha preso il raffreddore, lo scorso anno, sei venuto a prenderla a scuola in macchina tutti i giorni. E ricordo bene le tue urla quando a causa di un'insolazione le è salita la febbre. - ridacchio, sentendomi però molto meglio.
Come se una parte di me si fosse autoperdonata.
- Io sono io, non devi guardare me per certe cose. - la mia testa, sul suo petto, sussulta per la sua risata sommessa.
- Mi sono davvero spaventata. - confesso, cedendo del tutto alle sue premure.
Già mi ha vista nel panico, perciò...
Che senso avrebbe far la preziosa ora?
Non m'importa se ciò mi porterà a farmi considerare ancor di più una ragazzina.
Vorrà dire che dovrò impegnarmi un po' di più per fargli comprendere i miei sentimenti.
- L'ho notato. -
- Ero con la guardia abbassata, visto che fin a poco prima dormiva sul divano. -
- Guardia bassa? Tu? Riguardo i tuoi fratelli? Ma quando mai. -
- Che vuoi dire? - mi scosto un po', vedendo le sue labbra increspate in un sorriso.
- L'altro giorno ti ho chiesto se avevi bisogno di ridurre le ore di lavoro e te ne sei uscita con un dettagliato discorso su come i tuoi fratellini fossero a posto. Anche se intenta a cucinare sapevi perfettamente dov'erano e cosa stavano facendo. Pur non avendoli sott'occhio. Non mi sorprenderei a scoprire che sono tutti sotto controllo GPS. -
- Ehi! Non sono mica te. - bofonchio.
- Hai una gran considerazione di me, grazie. - si finge offeso.
Portandomi improvvisamente a realizzare la situazione in cui siamo.
Abbracciati in mezzo ad un corridoio.
Io... come diavolo ho fatto a non rendermene conto prima?
Ok l'essere agitate, ma così è troppo!
Sono da sola tra le braccia del ragazzo che amo.
Lo stesso tipo dal quale, da mesi, cerco di farmi notare invano.
E che ora mi sta guardando come mai aveva fatto prima.
Recentemente il suo comportamento nei miei confronti era un po' cambiato, diventando molto più sciolto ed amichevole, ma...
A causa del trasferimento di Setsuna avevo attribuito la cosa ad una sorta di "sorella sostitutiva".
Convinta del fatto che stesse riflettendo l'ombra della sorellina su di me.
Solo ora mi rendo conto di quanto le parole della mia amica fossero vere.
Shigeru non potrebbe mai vedere Setsuna in un'altra, come io temevo.
I suoi comportamenti con me non erano dettati da ciò, ora lo so.
Lo vedo dal suo sguardo.
I suoi occhi non dicono "Sono qui per te, sorellina".
Almeno... non l'ultima parte.
Eppure... credere di avere una reale chance con lui mi sembra ancora troppo ottimistico.
Shigeru è così ottuso.
Tanto quanto è una persona meravigliosa.
All'inizio ho cominciato ad osservarlo perché lo trovavo pazzo.
Mi sembrava completamente suonato e pure affetto d'un forte complesso nei confronti della sorella.
Poi però, più il tempo passava... più le cose sono cambiate.
Mi sono presto resa conto che il suo atteggiamento era tanto esagerato quanto, in parte, falso.
Come fosse una facciata per non far notare ciò che voleva tener segreto.
Peccato solo che, chi lo conosce bene, non si sia mai fatto ingannare.
E pure io, pian piano, sono finita col comprendere molte verità su questo svalvolato castano.
Alcune delle quali Setsuna sospettava solo velatamente.
- In effetti è così, ho una gran considerazione di te. - gli rispondo seria, ritornando al nostro discorso - Altrimenti non saresti mai riuscito a calmarmi, prima. O adesso. - confesso.
Shigeru si comporta sempre in maniera esagerata, super espansiva. Soprattutto quando di mezzo c'è Setsuna, ma... la verità è che sospettavo da molto che ciò fosse in parte una copertura.
Una sorta di metodo per far slittare l'attenzione su altro.
Essendo Setsuna una ragazza estremamente negativa so essere il tipo di persona che, in un momento di crisi, va totalmente in palla.
Almeno fino a quando non si trova a dover fare i conti con gli scleri di suo fratello, in grado di far sfumare il suo panico per gestire quello di lui.
Che dopo oggi ho la certezza essere più che altro panico simulato.
- Che intendi? - mi fissa confuso.
Probabilmente il suo lato ottuso è l'unico ad essere a tutti gli effetti parte del suo vero io, ma...
Poco importa.
Dopotutto ho deciso.
Basta girarci attorno.
Durante questi mesi ho preso la cosa alla larga, visto che ancora stava metabolizzando la relazione tra Takashi e Setsuna, ora però credo sia giunto il momento.
Sono pronta a confessare.
Ad essere diretta.
- Non so che avrei fatto se tu non fossi stato con me, oggi. - sospiro.
- Sono felice d'esserti stato di supporto, ma sono certo che te la saresti comunque cavata bene. Sei una persona forte ed estremamente affidabile. Una sorella maggiore coi fiocchi. - sorride leggermente in imbarazzo, poggiando una mano sul mio capo.
- Mi sopravvaluti. Cerco d'essere il più affidabile possibile, ma prima... davvero. Se tu non fossi stato là non so che avrei fatto. - scuoto il capo - Tu non sei ciò che vuoi che tutti credano. Certo, è vero che adori tua sorella, ma non più di come io stravedo per i miei fratellini. Setsuna è parte della tua famiglia ed essendo tu il fratello maggiore... hai sempre fatto di tutto per aiutarla. Ora... ancora adesso non sono completamente d'accordo con la tua linea di condotta, ma chi sono io per giudicare? In fondo ognuno fa ciò che crede per i propri cari. -
- Non ti sto seguendo, Chihiro. - il sorriso si fa più tirato, a simboleggiare che sto trattando un argomento per lui spinoso.
- Ti capisco, in effetti non è su questo che volevo concentrarmi. - sospiro - Quello che volevo dire è che ti ho osservato per tanto tempo. Con attenzione. Tu sei molto più di ciò che mostri, sei una persona buona che mette al primo posto coloro a cui tiene. Sei un tipo appassionato, che si esalta ogni volta che sforna un dolce. Sei un ragazzo affidabile e protettivo, anche se spesso sembri completamente inaffidabile e iperprotettivo fin all'eccesso. Sei questo e molto altro... -
- Chihiro... -
- Lasciami finire. - punto lo sguardo nel suo - Col mio discorso sto cercando di farti capire che ho notato quanto ti sei impegnato per Setsuna. So quanto hai fatto per lei in questi anni. Come hai "sacrificato" la tua vita, al di fuori del lavoro, per assicurarti che finisse in buone mani. Che detta così pare brutto, ma... mi hai capita. - sbuffo - Comunque... resta il fatto che so cosa significa mettersi da parte per qualcuno a cui si tiene più di noi stessi. E posso solo immaginare come tu ora ti senta a saperla felice ed al sicuro. Sei contento, ovvio, ma... adesso? Ora che succede a te? Il tuo compito è stato svolto egregiamente ed ora? -
- Io... non lo so. - serra le labbra, sentendosi in difficoltà. Alle strette.
Ah...
Non era questo che volevo.
Io... dovevo solo dichiararmi.
Non fargli fare una psicoanalisi.
- Non serve che tu trovi ora la giusta risposta. Ricorda solo che puoi contare su di me. - gli afferro le mani - Sarò il tuo supporto come tu lo sei stato per me stasera. - un bagliore nel suo sguardo gli fa socchiudere le labbra.
- Chi... -
- Chihiro? - la voce di mia madre sovrasta la sua, mentre a passo svelto ci raggiunge - Come sta Taku? -
- Bene ora. - le spiego la situazione, rompendo definitivamente la bolla in cui ero con Shigeru. Finendo pure per presentarglielo.
- Ho sentito molto parlare di te ed ora capisco il perché. - gli tende una mano sorridendo - Grazie per ciò che fai per mia figlia ogni giorno e, ovviamente, grazie pure per stasera. -
- Si figuri, Chihiro è una persona importante per me. Non l'avrei mai lasciata sola in una situazione del genere. - ricambia il sorriso e la stretta.
- Carino, educato e pure affidabile. - il sorriso di mia madre si allarga, mentre si volta a guardarmi - Hai proprio degli ottimi gusti. Anche se in fondo non mi aspettavo nulla di diverso da te. -
- Mamma... - mugugno a denti stretti, sentendo il viso andarmi a fuoco. E lo sguardo confuso di Shigeru puntarmi insistentemente.
Non così, dannazione!
Non voglio che sia tu a dirglielo!
- Potresti andare a comprare della gelatina di frutta a Taku, mentre io entro in stanza? Ho visto dei distributori poco più in là. - ignora la mia lamentela.
- Ah, già. La gelatina. - scatta Shigeru - Gliela portiamo subito. -
- Oh, fate pure con calma. Ad occhio sembra stia ancora dormendo come un sasso. - sbircia la stanza, prima di entrare.
Ho capito che sta facendo.
Vuole farci allontanare per darci modo di star nuovamente soli.
Ah, mamma...
- Vedi di chiamare papà per dirgli che Taku sta bene, così anche Kumi ed Hiro potranno calmarsi. - sospiro.
- Per chi mi hai presa? A volte dimentichi che sono io la madre, eh? Ah, ma come darti torto. Ti do sempre un sacco di responsabilità a causa del mio lavoro. - scuote il capo con un sorriso triste stampato in volto.
- L'ho detto solo perché conosco la tua pessima memoria, nulla più. - afferro Shigeru per un polso, salutandola - A tra poco. -
Meglio filarsela prima che le sfugga qualche altra frase compromettente.
- Tua madre sembra un tipo energico. - il castano rompe finalmente il silenzio, mentre seleziono la gelatina desiderata.
- Tu dici? In realtà è normale, solo... stasera credo sia così a causa della situazione. -
Sia quella accaduta con Taku che l'aver conosciuto Shigeru.
- In effetti dev'essersi agitata molto pure lei. - annuisce, molleggiando il peso da una gamba all'altra.
- Già, ma... che hai? È palese che c'è qualcosa. - sbuffo - Non sai nasconderle, certe cose. -
- Mi dispiace! - mi sorprende, inchinandosi davanti a me.
- Ah? Per cosa? E tirati su. - lo spingo per le spalle.
- Temo che tua madre abbia frainteso. -
- Frainteso cosa? - m'irrigidisco.
- Io... non ne sono sicuro, ma... la sua frase di prima... -
Che diamine.
Ogni tanto sa essere perspicace.
Sconvolgente.
Oh, beh...
Perché non approfittare della cosa?
Soprattutto prima che mia madre se ne esca con qualcosa di più diretto.
- Ti riferisci a quando ha detto, parlando di te, che ho degli ottimi gusti? - domando, in parte divertita dal suo imbarazzo.
- Uhm... sì. - annuisce, senza riuscire a guardarmi negli occhi - Scusa, credo proprio abbia travisato qualcosa. -
- E cosa, secondo te? - mi avvicino, mettendolo ancor più in difficoltà.
- I-Io... -
- E se ti dicessi che non ha frainteso nulla? - rilancio con una nuova domanda, più spiazzante.
- Eh? Che vuoi... -
- ...dire? - inclino il capo, per incrociare il suo sguardo - Voglio dire che le madri certe cose le capiscono. La mia non ha frainteso, anzi. C'ha visto lungo notando il mio palese interesse per te. Palese per molti, tranne che per te, a quanto pare. -
Ed è a quelle parole che lo vedo andare in tilt come mai prima.
Gli occhi che strabuzzano, le guance che si tingono di rosso vivo ed il cuore...
Potrei giurare di riuscire a sentirne i battiti da qui, a distanza.
- Il t-t-tuo... per... m-m-me... i-io... t-t-tu... - comincia a sudare freddo - Mi stai... prendendo in giro? -
- Non potrei mai. - mi blocco un secondo, facendomi un esame di coscienza - Non in una serata come questa. - correggo la risposta.
- M-Ma... c-come... -
Buon cielo...
Devo trattenermi dal sorridere.
Immaginavo una reazione del genere, ma non proprio così eccessiva.
- In verità non so nemmeno io com'è partita la cosa, precisamente. So solo che un giorno mi sono resa conto d'essermi innamorata di te. - lo vedo schiattare in piedi, definitivamente, a quel termine.
Innamorata.
È ben più importante di ciò che ho detto prima.
Un interesse lo si può avere per più persone, per molti motivi, ma l'amore...
L'amore è un'altra cosa.
Non può essere da lui interpretato in altro modo se non com'è.
- In ogni caso non mi aspetto una tua risposta, non adesso comunque. - precedo qualunque sua reazione - Devi ancora fare i conti con molti dei tuoi demoni interiori perciò... limitati solo a non dimenticare le mie parole. Tantomeno a fingere che io non le abbia dette o che le abbia pronunciate a causa di qualche sclero psicologico. Sono pienamente consapevole di ciò che provo e non ho frainteso nulla. Chiaro? - lo studio con attenzione.
Vedendolo annuire ancora terribilmente frastornato.
Oserei dire spaventato. Come un cucciolo che è appena stato accecato dai fari di una macchina in piena notte.
E dire che, da quel che ho sentito, di dichiarazioni ne ha ricevute molte negli anni.
Probabilmente però nessuna d'esse è stata così diretta. Men che meno è arrivata da una persona a lui così vicina.
Inoltre stavolta non può nemmeno liquidare il tutto utilizzando Setsuna come scusa.
Insomma... per la prima volta è con le spalle al muro.
Obbligato a pensare ad una vera risposta, tenuto a fare i conti coi miei sentimenti.
- Ah, altra cosa molto importante. - cammino avanti ed indietro, leggermente tesa.
A primo impatto era sembrata facile, quasi divertente, ma adesso...
Più parlo più prendo coscienza di ciò che ho fatto.
Io... mi sono dichiarata.
Sul serio.
- A lavoro, per quanto ti riesce, cerca di comportarti il più normalmente possibile. Non ti ho rivelato i miei sentimenti per metterti in difficoltà. - anche se le sue espressioni sono state qualcosa di epico - Ero solo consapevole del fatto che cercare di farteli capire per vie traverse mi avrebbe portata, con tutta probabilità, ad attese bibliche. -
- Q-Quindi... che dovrei fare adesso? - riesce finalmente a comporre una frase di senso compiuto, senza troppe difficoltà.
- Cominciare a domandarti cosa vuoi dalla vita, al di fuori dai successi lavorativi, credo sia un buon inizio. - mi volto nuovamente al distributore, per acquistare qualcosa pure per noi.
Ancora a digiuno.
- Sappi che non riuscirai a farmi desistere dicendomi che c'è troppa differenza d'età. Certe scuse non attaccano. - gli porgo dei tramezzini - Ed anche discorsi riguardanti Setsuna non avranno effetto. Dovrai farti un bel esame interiore e rifiutarmi in maniera sensata. - sento tutto il coraggio di poco fa scemare a poco a poco.
Le mani mi tremano pure, dannazione.
Che aspetta ad afferrare questi dannati pezzi di pane ripieni?!
Volevo terminare il mio sproloquio con qualcosa del tipo "Sempre nel caso tu riesca a rifiutarmi, dopotutto una come me quando ti ricapita d'incontrarla?" per smorzare la tensione, ma...
Ho finito la forza per scherzare.
Anche perché avrei potuto finire col fargli credere che era stata tutta una presa in giro.
Inoltre... quelle parole...
Sempre che lui riesca a rifiutarmi, eh?
Perché non dovrebbe riuscirci?
I sei anni di differenza non sono poi molti, ma tutto il resto sì che ha il suo peso.
Shigeru ed io abbiamo cominciato ad essere veri amici solo nell'ultimo periodo.
Prima di ciò eravamo solo un fratello maggiore e l'amica della sorella, l'uno per l'altra.
Oltre a prenderlo in giro non ho mai fatto chissà quali sforzi per conoscerlo meglio, anche perché osservandolo apprendevo molto più che ascoltandolo. Vista la sua scarsa sincerità riguardo determinati argomenti.
Di lati in comune non ne abbiamo poi chissà quanti, a causa del suo mondo incentrato su Setsuna.
E insomma... ad elencare motivi validi potrei far mattina.
Per questo non sono riuscita a dire quella stupida frase.
Il rifiuto non è un'ipotesi così lontana. Così surreale.
Per questo comincio a sentirmi un po' in ansia.
Ah... così non va.
Mi sembra d'essere Setsuna.
E oltre a sembrarlo inizio pure a sentirmi ansiosa e negativa come lei. Il che non è da me.
Che diavolo.
Ci si sente sempre così da innamorati?
Prima d'ora non mi ero mai interessata a nessuno, quindi non ne ho la certezza.
Una cosa però sì che è sicura.
Stare così fa schifo.
Sbattendo sul petto, del ragazzo, il cibo - Che diamine, vuoi lasciarmi con i tramezzini per aria tutta la notte? -
- Eh? Io... no. - sbarra gli occhi, sorpreso dal mio scatto.
- Ottimo. - annuisco - Vogliamo tornare da mia madre? Se aspettiamo ancora finirò per far evaporare la gelatina. - bofonchio l'ultima frase.
Non so se tutta questa situazione mi sta facendo più arrabbiare o imbarazzare.
Sono indecisa.
- Come scusa? - incrocia il mio sguardo solo per un secondo, diventando subito ancora più rosso.
- Torniamo da Taku e da mia madre? - reprimo un sorriso che malandrino voleva sfuggirmi dalle labbra.
Ok, in lizza tra la rabbia e l'imbarazzo c'è pure una sorta di soddisfazione sadica.
Shigeru non potrà in alcun modo fingere di aver capito male e di ciò ne è pienamente consapevole.
- E-Ecco io... - si blocca d'un tratto.
- Tu? - lo fisso confusa.
- C-Credo sia il caso io torni a casa. Il tuo fratellino sta bene, tua madre è qui... tu stai bene, penso. Spero. - comincia a parlare a raffica - Non serve che io resti ulteriormente, anche perché domattina devo cominciare presto e tu... anche tu dovresti andare a dormire, appena potrai. Hai lezione presto domani, no? -
- Shigeru? - mi piazzo davanti a lui, cosa che lo costringe ad un contatto visivo più prolungato.
- S-Sì? -
- Un semplice "Ho bisogno d'andare a casa a pensare" bastava, sai? -
- Ah... ehm... io... - va nuovamente in tilt.
Povero.
Ok che è tenero, però...
- Shigeru, mi dispiace averti turbato così tanto. Soprattutto oggi, dopo tutto ciò che hai fatto per me. Forse avrei dovuto scegliere un altro momento, ma... ad essere onesta non ne potevo più di mantenere questo segreto. - sospiro, dondolandomi sul posto - I miei sentimenti non sono superficiali, non sono nati ieri. Non dipendono da un chissà quale colpo di fulmine, anche perché... a primo impatto ho pensato tu fossi pazzo. Sono cresciuti con la nostra amicizia, si sono rafforzati osservandoti... fino a raggiungere il limite di sopportazione. Dovevo dirtelo, ma questo non cambia nulla. Non mi aspetto che tu mi dichiari amore reciproco o mi chieda di metterci insieme. Per adesso mi sentirei a posto anche solo se tu cominciassi davvero a fare ciò che ti ho domandato. Dunque... va a casa se ti fa sentire meglio, ma da domani comincia a riflettere su cosa vuoi dalla vita. Setsuna ha trovato la sua felicità, adesso è il tuo turno. - gli sorrido per poi superarlo.
Senza aspettarmi di venir fermata o seguita.
Arriva così il giorno seguente.
Dire che non ho chiuso occhio è riduttivo.
Per tutta la notte non ho fatto altro che rigirarmi nel letto domandandomi se sono più stupida o pazza.
Una parte di me si sente liberata da un peso che mi opprimeva non poco.
Un'altra è euforica per aver finalmente espresso i propri sentimenti.
E l'ultima sta andando in panico.
Soprattutto ora che sono di fronte alla pasticceria.
Il mio turno comincerà a momenti ed allora dovrò stare a stretto contatto con Shigeru.
In cucina.
Dopo ieri sera.
Sperare in un suo comportamento normale credo sia esagerato, ma non è che pure io mi senta poi così rilassata.
Ah... Chihiro!
Ci stai pensando troppo.
Va dentro e fingi sia tutto come sempre.
Tu hai fatto il tuo, adesso tocca a lui.
- Oh, Chihiro. Cominci anche tu ora? - sussulto sul posto. Il cuore che mi schizza in gola.
Voltandomi con una mano al petto mi sforzo di sorridere - Mariko, ciao. Sì, sei appena arrivata? -
- Ehm... sì, perché? Tutto ok? Mi sembri un po' tesa. - mi studia con attenzione.
- Tutto a meraviglia. - mento, aprendo la porta sul retro ed augurandomi di non incrociare subito il castano.
- Chihiro! Meno male che sei qua! - scatto per la seconda volta, manco fossi un giocattolo a molla.
- Luna, perché sei così agitata? - le domanda Mariko prima di me.
- Chihiro deve sbrigarsi ad andare in cucina. Shigeru ha bisogno d'essere tenuto d'occhio, oggi. - scuote il capo - Per caso sapete se è successo qualcosa a Setsuna? Non è incinta, vero? -
- Incinta?! - sbarro gli occhi, calmandomi di colpo - Sei impazzita? -
- No, è solo che... Shigeru è quello ad essere uscito di senno. -
- In che senso? - chiede l'altra.
- Già quando sono arrivata stamattina ho notato che c'era qualcosa di strano, ma ne ho avuto conferma solo quando ho cominciato a mettere i dolci in vetrina. Sta sfornando pasticcini di ogni tipo, tranne quelli classici. Tutti con abbinamenti estremamente bizzarri che... non sono cattivi, capiamoci. Solo... assurdi. Tanto che, per coprire la cosa coi clienti, ho dovuto mettere fuori un cartello con su scritto "Giornata sperimentale". Insomma, qualcosa di diverso ci sta, ma è palese che questa situazione non è causata da una voglia di novità. Di realizzare un nuovo dolce. È evidente che è successo qualcosa ed è qualcosa di grosso. Insomma... non si è comportato così esageratamente nemmeno quando si sono trasferiti. - si guarda attorno preoccupata - Inoltre... quando sono andata a chiedergli che aveva... ha alzato la testa verso di me, è diventato rosso come una fragola e si è limitato a dire "Ah, sei solo tu Luna". Setsuna deve forse venire a trovarlo? -
- Ma una cosa del genere non lo metterebbe di buon umore, invece di agitarlo tanto? -
- I-Io... - tentenno.
Lo sapevo.
Immaginavo non sarebbe riuscito a comportarsi normalmente, ma... così non è troppo?
Come ha fatto notare Luna, nemmeno quando Setsuna si è trasferita con Takashi si è agitato così tanto.
Ha sfornato dosi più massicce di dolci al cioccolato e si è lagnato ad ogni pausa, ma... per il resto basta.
Il che è giusto.
Dopotutto a lavoro deve comportarsi in maniera matura.
È lui che fa andare avanti la pasticceria, non può lasciarsi manovrare da fattori esterni. Non esageratamente, almeno.
Eppure... da ciò che mi è stato detto...
A modo suo sta dando di matto.
Certo, ai clienti potrà sembrare un'idea carina, quella della giornata sperimentale, ma... solo se resta circoscritta ad oggi.
Shigeru non può andare avanti per più tempo.
Punto.
Ed io farò il possibile per far in modo che sia così.
Tirando un profondo respiro fisso le mie due colleghe - Non c'entra Setsuna, è colpa mia tutto questo. Ieri mi sono praticamente dichiarata a lui ed ora... ecco. Insomma, lo sapete. -
- Eh?! Tu cosa?!?! - scattano in coro.
- Sì, avete capito. - sospiro - Ora comunque è il caso di andare a lavorare. Ci penso io a farlo tornare in riga. - ribatto sintetica, per poi andare a cambiarmi.
Mentirei a dire che non sono almeno un po' felice del suo atteggiamento, ma urge ugualmente una raddrizzata.
Ne va degli affari del locale.
- Shigeru. - entro in cucina decisa, facendolo sussultare.
- C-Ciao Chihiro. Come sta Taku? - nemmeno mi guarda.
- Togli le mani da quell'impasto e vieni qua. - incrocio le braccia, tamburellando il pavimento con un piede.
- Sono nel bel mezzo di un lavoro, non posso fermarmi adesso. -
- Puoi eccome, anzi... devi. Dobbiamo parlare. -
- Davvero Chihiro, se mi fermo... -
- Cosa? Ti vedrò con le mani tremanti? Col viso tinto di rosso? - mi piazzo affianco a lui - Mi spiace dirti che queste cose si notano già così. Non stai nascondendo nulla. -
- Chihiro... - serra le labbra in difficoltà. Sentendosi come un animale messo all'angolo.
- Shigeru. - lo chiamo nuovamente - Guardami. -
Al che cede, alzando gli occhi nei miei e diventando ancora più rosso di poco fa.
- Si può sapere che stai combinando? Luna mi ha detto che stai sfornando dolci assurdi. Vuoi forse finire col dover chiudere? O col far diventare questa la "pasticceria delle stranezze"? Sei il proprietario di questo posto, dovresti dunque comportarti in maniera più matura. O torni a lavorare come si deve o chiudi per qualche giorno o mi licenzi. A te la scelta. - lo guardo decisa, anche se...
Di decisa, in questo momento, c'è solo la mia voce.
E se scegliesse di licenziarmi?
Sarebbe un bene per lui, ma...
- Licenziarti? - sbarra gli occhi - Non potrei mai. - scatta verso di me, ad afferrare le mie mani. Per poi ritrarsi subito, in imbarazzo.
- Allora scegli una delle altre due. - mi sento sollevata - Anche se non comprendo cosa ci sia da agitarsi tanto. Non sono la prima ragazza che ti si dichiara, Setsuna mi ha detto che hai sempre riscosso molto successo. Per questo... perché non riesci a star tranquillo con me come lo eri con le altre? È perché sono amica di tua sorella? Sappi che a me non fa differenza. - sbuffo - A prescindere da ciò che dirai o farai io resterò sempre sua amica e... tua. - reprimo il nodo in gola provato a causa dell'ultima parola.
In verità non so se riuscirei a rimanere sua amica, ma in questo momento urge fare un discorso come quello appena fatto.
- Lo sai... - il suo tono improvvisamente cambia, come il suo sguardo - Il più grande tra i due sono io, quindi... com'è che sembra che sia tu la ventiquattrenne ed io il diciottenne? -
- Se la cosa t'infastidisce tanto vedi d'iniziare a comportarti d'adulto. Torna a preparare dei dolci normali, per cominciare. - sostengo il contatto visivo, per poi avviarmi al mio piano di lavoro.
- Agli ordini, capo. - si mette sull'attenti come un soldatino. Con un sorriso molto più rilassato stampato in volto.
Che abbia finalmente compreso?
Speriamo.
Non volevo metterlo in difficoltà rivelandogli i miei sentimenti.
- Chihiro? - lo sento trafficare con i tegami alle mie spalle.
Il tono serio, ma calmo.
- Sì? -
- Grazie. -
- Eh? Per cosa? - mi volto appena, sorpresa.
- Per tutto. Grazie. - non lo vedo in viso, ma potrei giurare che le sue parole sono state pronunciate col sorriso.
- Di... nulla. - lo fisso un secondo di troppo, col cuore in gola.
Grazie...
Una semplice parola, che detta con quel tono poteva significare solo una cosa.
Ha capito di dover tornare a lavorare in maniera seria e che per farlo dovrà mettere da parte i pensieri che mi riguardano.
Questo probabilmente farà slittare la mia risposta più in là, ma... ok.
Per ora va bene.
Gli lascerò il tempo che gli serve.
Tanto sono comunque consapevole del fatto che non potrà accantonarmi dalla sua testa, fuori da questa struttura.
Non dopo le reazioni avute fin'ora.
O almeno... questo è ciò che credevo...
- Non ti ha ancora risposto?! - Setsuna quasi urla, sbattendo le mani sul tavolo di casa mia.
- Ma sono passati oramai sei mesi! - scuote il capo Kanon.
- Sapevo che era un tipo lento a metabolizzare le cose, ma così è troppo. - si accoda pure Takashi.
- Anche se hai ragione non ho ancora compreso perché sei qua. Io avevo invitato loro due. - lo fisso storto.
- I miei sono in viaggio per lavoro e Shigeru mi ha tirato pacco dicendo di avere una commissione urgente da sbrigare. -
- Probabilmente non voleva subire un interrogatorio da parte tua, il vigliacco. - la sua ragazza si siede di peso sulla sedia, schioccando la lingua infastidita.
- Chissà. - fa spallucce lui.
- Comunque anche se non mi ha ancora risposto... le cose sono cambiate. Hanno cominciato un po' a smuoversi. - mi guardo attorno, controllando che non ci siano tre piccole pesti in agguato.
Non notando nessuno tiro un sospiro di sollievo.
Devono essere ancora in camera di Hiro a giocare, per mia fortuna.
- In che modo? Ogni volta che ti domando qualcosa te ne esci con la scusa "Te lo dirò quando ci vediamo". E beh... ecco. Ora sono qua, davanti a te. Confessa. - mi studia.
- Ha cominciato ad accompagnarmi a casa tutte le sere che facciamo tardi. E spesso si ferma a cenare da me, anche se per questo dovrei ringraziare i miei fratellini ed i miei genitori. Che lo trascinano in casa prima che possa anche solo dire "A". -
- Quindi ha già conosciuto tutta la tua famiglia? - Kanon sorride sorniona.
- Sì e tutti lo adorano. - le faccio la linguaccia, tornando poi a raccontare - In una decina di occasioni mi ha domandato d'andare con lui a far rifornimento per la cucina. Dicendo che era bene sapessi da dove arrivano gli ingredienti, ma... alla fine tutte le volte è finita più come un'uscita tra amici che come una lavorativa. Ed anche il suo modo di dialogare con me è cambiato. Non saprei bene come spiegarmi, però è diverso da come parla con Setsuna e con Takashi. -
- Quindi... sta cominciando ad interessarsi a te, anche se probabilmente non se n'è ancora reso conto. - ridacchia il biondo, facendosi linciare dal mio sguardo.
- Non esagerare. È più logico stia cercando di trovare il giusto modo con cui rapportarsi con me. Mentre fa i conti con ciò che gli ho detto. -
- Tu credi? Io penso abbia ragione Taka. Se fosse ancora in elaborazione... dubito riuscirebbe ad essere così tranquillo. Si comporterebbe di più come quando ti sei dichiarata. Soprattutto fuori dalla Kisetsu. Eppure così non è. E di certo non per qualche sorta di misteriosa maturazione. -
- Setsuna... stare con Takashi ti ha resa fin troppo ottimista. - sbuffo.
- Chihiro, loro due conoscono bene Shigeru. Da tutta la vita. Per questo, come puoi liquidare così in fretta le loro parole? -
- Perché parlano così più perché ci sperano che per altro, Kanon. -
- Eddai. Sarà pur vero, ma non pensi pure tu che ci sia dell'altro sotto il suo atteggiamento? Mio fratello è un idiota esagitato, però non è certo una persona crudele. Se avesse voluto rifiutarti l'avrebbe fatto mesi fa. Non si sarebbe mai permesso di portare avanti le tue pene d'amore per così tanto. -
- Io... - serro le labbra in difficoltà.
In effetti pure uno come lui non arriverebbe a tanto, pur di fuggire da una situazione che lo mette in agitazione.
E non dipende nemmeno dal fatto che sono una sua dipendente.
Uhm...
- Chihiro, riporta alla mente, con attenzione, tutte le volte che hai parlato con lui in questi mesi. E confrontale con quelle ancora più in là nel passato. Lo so che sai già anche tu com'è la situazione. - poggia una mano sulla mia, guardandomi dolcemente.
- Setsuna... - sto per mettermi a ragionare su ciò, quando...
Il campanello suona.
- Vado io, dev'essere Masato. - rimango in piedi davanti alla tavola, vedendo Hiro correre alla porta ad aprire al suo amico - Non ne potevo più di giocare solo con quei due. -
- Da qui non scappi. - ride Kanon.
- E va bene. - roteo gli occhi, pronta a sedermi di nuovo.
Ma ecco che... - Chihiro! Non è Masato, è per te. - Hiroyuki mi chiama.
- Eh? - guardo i miei amici con aria confusa.
Sono tutti qua, chi...
Oh, cazzo.
- È Shigeru. - risponde facendomi sudare freddo, agli sguardi delle mie amiche.
Subito Setsuna si alza, cominciando a spingermi verso la porta - E muoviti! - brontola alle mie opposizioni.
- Chissà come mai è qua. - ci segue Kanon.
- Per me vuole dichiararsi. - rilancia Takashi.
- Piantatela. - sibilo sempre più nervosa.
Non solo non so perché Shigeru è qua, ma ho pure alle calcagna dei mastini assai fastidiosi.
- Io... torno da Taku e Kumi. - Hiro sposta lo sguardo da Shigeru a noi, con aria assai confusa.
Per poi salire al piano superiore, lasciandomi in balia della strana situazione.
Ed è lì che Setsuna mi piazza esattamente di fronte al fratello.
Quasi addosso al suo petto.
- Oh, ci siete tutti. - si molleggia sul posto, in imbarazzo.
- È forse un problema? - domanda Takashi.
- Sei qui per qualcosa d'importante? - si aggiunge pure Setsuna.
- In effetti sì. - risponde alla sorella, per poi guardare il biondo - No, anzi. È meglio se ci siete tutti. - raddrizza la schiena, schiarendosi la voce.
- Meglio? - ribattono in coro le ragazze.
- Sì, renderà tutto più speciale. - comincia a tingersi di rosso, fino alle punte delle orecchie.
- Oddio... - Setsuna, dietro di me, soffoca un urletto.
- Allora... ecco... - Shigeru prende un profondo respiro, per poi stringere le mie mani nelle sue.
L'attimo dopo mi porta qualche passo più avanti, lasciando le mie spalle scoperte. Che poco prima erano protette dalle mie amiche.
Che sta... succedendo?
Questo è un sogno.
Di certo.
Insomma... tutto ciò è troppo surreale per essere vero.
Ok che le parole di Setsuna mi hanno fatto sorgere qualche speranza, rafforzata da alcune espressioni che il ragazzo mi ha regalato durante gli scorsi mesi, ma... lui ora non sta...
Non sta per dichiararsi, vero?
- Chihiro. - prende coraggio d'un tratto, alzando lo sguardo nel mio - Per buona parte della mia vita non ho pensato ad altro se non a Setsuna ed alla pasticceria. Erano il mio mondo, la mia ragione d'esistere. Anche quando qualcuna mi si dichiarava non ci prestavo più di tanta attenzione. Quello che m'interessava era che Setsuna fosse felice ed al sicuro. Non avevo mai pensato a cosa volessi per me, fuori da ciò. -
Buon Dio...
Sto sognando, sto davvero sognando.
- Tanto che, poi, quando si è trasferita mi sono trovato in seria difficoltà. Le mie giornate erano molto più vuote e piatte, soprattutto quando tu non eri nei paraggi. Perché sì, in tua presenza le cose andavano nettamente meglio. All'inizio pensavo dipendesse dal fatto che a tratti ti comporti come Taka, cosa che mi fa sentire piuttosto a mio agio, però... quando quella sera ti sei confessata... ho compreso che era diverso da quel che credevo. - il cuore minaccia d'uscirmi dal petto - Non sapevo ancora dire come, tanto che sono andato letteralmente nel panico. Panico che hai dovuto ridimensionare tu, pur considerando che probabilmente eri più tesa di me dopo come ti eri esposta. A tale consapevolezza è dunque seguita una sorta di maturazione interiore. Che mi ha portato ad analizzare con attenzione te, il passato, il mio cuore... -
- Ed a che risposta sei arrivato? - domandano Takashi e Setsuna, praticamente in coro.
- Ecco... - li guarda per un solo istante, tornando subito a me.
Ed è lì che succede l'impensabile.
Qualcosa di ancora più sconvolgente di tutta la vicenda appena vissuta.
Allontanandosi un po' da me lo vediamo inginocchiarsi.
Per poi estrarre una scatolina dalla tasca.
Una scatolina che, accompagnata dal suo gesto, mi fa mozzare il fiato in gola.
- Chihiro, non so come ho fatto a non trovare la mia felicità prima. Considerando che eri davanti a me da così tanto. Tu che sei una delle pochissime persone che è riuscita a guardare oltre il muro dietro cui a volte mi nascondo. - afferra la mia mano sinistra.
- Oh, cielo...!! - strilla Setsuna.
- Forse è un po' improvviso, ma... sono sicuro della mia decisione, sono certo dei miei sentimenti. Chihiro... vorresti farmi l'onore di sposarmi? - non ci gira minimamente attorno, aprendo la scatolina con mani tremanti e mostrando così un anello assai scintillante.
Oh porca...
No dai, ora ne ho la certezza.
Questo non può essere altro che un sogno, perché...
- Oddio, sì!! - sento urlare una voce, che mi fa sussultare.
In maniera troppo realistica per un sogno.
- Chihiro, che aspetti a rispondere? - trilla ulteriormente, ma...
Non è stata una delle mie amiche.
Eppure era una voce altrettanto familiare.
- Chihiro, su. Vuoi farlo aspettare ancora molto, lì così? - si accoda un altro, portandomi a capire.
Voltandomi mi trovo così di fronte ai miei tre amici, accompagnati dai miei tre fratelli.
Kumiko che mi guarda radiosa, con lo stesso sguardo di Kanon e Setsuna.
Takashi, con davanti a sé Hiroyuki, che tengono a bada Taku confuso, ma anche divertito.
Mentre io...
Che diavolo...
Tutto questo è... troppo.
Troppo strano.
Troppo affrettato.
Troppo poco intimo.
Con la testa che comincia ad andarmi in tilt mi allontano da Shigeru, per andare a spingere gli intrusi dentro casa.
Ho bisogno d'aria.
Necessito di respirare.
- Guai a voi se vi becco a sbirciare. - li chiudo in casa, per poi tornare a passo svelto dal ragazzo. Che confuso se ne sta ancora in ginocchio.
- Ho... ho sbagliato qualcosa? -
- Da dove potrei cominciare? - mi copro il volto con le mani, prendendo un gran respiro.
Come posso farglielo capire?
Ah... fanculo.
Meglio essere diretti e basta.
- Shigeru, tirati su. - scatto, realizzando solo in un secondo momento la secchezza del mio tono - Per favore. - aggiungo più dolcemente.
- O-Ok. - annuisce mettendosi in piedi.
- Io lo so che tu vivi in un mondo tutto tuo... - gli stringo le mani tra le mie, cercando le giuste parole - Ma non credi sia tutto troppo... improvviso? -
- Che vuoi dire? -
- Che voglio... - lo fisso allucinata - Non siamo nemmeno mai usciti per un appuntamento e mi chiedi di sposarti. Praticamente sei passato da zero a mille in un battito di ciglia! -
- Ma io... ti amo. E tu... - si zittisce, facendomi mancare un battito.
"Ti amo".
L'ha detto.
Per davvero.
- Io... certo. Anch'io ti amo, pensavo fosse chiara la cosa. - sento farsi sempre più caldo.
- Allora... che c'è che non va? -
- Shigeru! Come puoi non capire? - scatto esasperata - Invece di chiedermi la mano non sarebbe più sensato domandarmi se voglio diventare la tua ragazza? Certe cose vanno fatte per gradi. C'è un ordine preciso o almeno... sarebbe gradito ci fosse. Perché... tutto questo è troppo improvviso. E dovrebbe essere così anche per te. Fino all'altro giorno eri spaventato da morire al solo pensiero d'avermi fatta innamorare. -
- Quello perché non avevo ancora fatto chiarezza in me. -
- Ho capito, ma... proprio non riesci a comprendere il mio punto di vista? -
Non è che io non sia contenta della proposta, ma...
Dai. È troppo presto!
- In verità... più ci penso... più capisco. Sono stato un po' troppo affrettato, vero? - si gratta la nuca in imbarazzo.
- Abbastanza. -
- Devo esserti sembrato un pazzo. - ridacchia nervosamente.
- Un po' più del solito, in effetti. - comincio finalmente a rilassarmi.
Sta cominciando a ragionare come si deve, per fortuna.
- Non ti do torto... però... - poggia la fronte sulla mia - Sono sicuro che i miei sentimenti d'oggi non muteranno in futuro. -
- Lo spero. - sorrido sentendo sbocciare in me una gioia mai provata prima.
- Per ora accetto di mettere via questo anello, ma preparati a rivederlo più avanti. Perché dubito di prenderla bene come oggi, a ricevere nuovamente una risposta del genere. -
- Quindi... mi stai dicendo che un "Ti amo" non andrà bene? Uhm... capisco. - lo prendo in giro, agitandolo.
- Eh? Che? - si alza confuso, facendomi ridere.
- Scherzavo, rilassati. - lo tiro per la maglia, facendo congiungere le nostre labbra.
In un bacio che desideravo dargli da troppo tempo.
Da quando mi sono innamorata di lui ho pensato innumerevoli volti ad un risvolto positivo tra noi.
Mai però mi sarei potuta immaginare di ricevere una proposta di matrimonio, ma in fondo...
Shigeru è Shigeru.
Un insolito ed esagerato ragazzo.
In grado di comportarsi tanto esageratamente quanto affidabilmente. In base a ciò che richiede la situazione.
Un ragazzo buono ed appassionato che non mi stancherò mai di guardare.
D'amare.
- Quando arriverà quel momento, assicurati di domandarmelo in privato. Chiaro? - ghigno soddisfatta dalla sua espressione allibita, causata dal bacio improvviso.
- Eh? Io... - è nel pallone più totale.
Scioccato da questo amore che ci ha travolti come un treno in corsa.
E che non smetterà mai di trascinarci lungo un futuro felice e svalvolato quanto lui.
♡Ohayou minna♡
A grande richiesta... eccomi qua con una lunghissima oneshot su Shigeru e Chihiro, così da poter dare un lieto fine anche a loro(ΦωΦ)
E non un lieto fine qualunque, ma bensì uno degno delle stranezze/dolcezze del fratello più esagitato dei miei scritti XD
Che altro dire? Come sempre mi auguro di avervi intrattenuti e vi ringrazio per avermi seguita fino a questo capitolo extra (๑>ᴗ<๑)♡
♡Arigatou gozaimasu♡
♡Mata nee, alla prossima♡
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