A lavoro
ALICE
Mi sono svegliata presto questa mattina, devo andare in ufficio un ora prima, il mio capo il signor Cataldi, ci ha convocato tutti per una riunione alle 8:00 in punto.
Mi alzo e faccio una doccia veloce, metto un tailleur nero, faccio le onde ai capelli, un trucco leggero e via. Scendo giù indosso delle décolleté nere, prendo la mia borsetta, esco di casa mi dirigo nel garage, apro la macchina ci salgo sopra, metto la cintura di sicurezza, accendo il motore piede sull'acceleratore e via verso il lavoro.
Una mezz'oretta dopo eccomi in ufficio, vado nella sala riunione, sono tutti agitati, dieci minuti dopo di me ecco arrivare il signor Cataldi va verso la sua poltrona.
È un uomo molto affascinante e affidabile, e sposato da cinque anni, ed è padre di due maschietti dolcissimi.
Si toglie la giacca è la mette sulla sua sedia, ci appoggia un braccio e guarda tutti e poi dice lasciandoci tutti senza parole: "Buongiorno e benvenuti a tutti, come ben sapete in questo ultimo periodo mi sono successe alcune cose, e per il momento non posso permettermi di lavorare, quindi a malincuore, dovrò cedere lo studio legale. Ma non preoccupatevi potete rimanere tutti e lavorare per il vostro nuovo capo, lui è un mio caro amico, ed è un avvocato di successo, ha già uno studio legale di fama, dovrebbe arrivare a momenti."
Cinque minuti dopo il signor Cataldi dice: "Eccolo è arrivato."
Mi giro e non riesco a credere ai miei occhi, nella sala riunioni é appena entrato John in tutto il suo splendore, ma cosa ci fa lui qui, da quando conosce il mio capo, e cosa c'entra con questa storia.
Entra come solo lui sa fare, indossa un jeans chiaro una maglietta bianca e azzurra, una giacca militare, i suoi immancabili accessori, occhiali da sole in mano, cappelli legati, cammina con passo disinvolto, va dal signor Cataldi, si abbracciano come due vecchi amici, poi si gira verso di noi, mi guarda e sorride, per poi distogliere lo sguardo da me.
Il mio capo prende di nuovo la parola: "Signori e signore lui è John Ferro, il vostro nuovo capo, se non fosse stato per lui avrei dovuto chiudere lo studio legale. Grazie alla sua generosità siamo tutti salvi.
Tutti applaudiamo, dopo un breve discorso da parte del signor Cataldi e di John, torniamo tutti a lavorare.
Ma da oggi con John sempre in ufficio, come riuscirò a lavorare, sarà un impresa ardua. Appena parliamo quando siamo soli.
Provo a pensare dal lato positivo, magari lavorando insieme qualcosa tra di noi succederà. Lo spero vivamente.
JOHN
L'altro giorno mentre ero nel mio ufficio, mi squillò il telefono, era il mio amico Paolo Cataldi, aveva un grosso problema per via di alcuni problemi familiari, era costretto a cedere il suo studio legale, era disperato poverino, perché avrebbe dovuto licenziare tutti i dipendenti.
All'improvviso mi ricordai che la bella Alice, lavora per lui, sta facendo il tirocinio. Cosi propongo al mio amico Paolo, di vendermi lo studio legale, lui senza esitazione alcune accetta la mia offerta. E mi invita nel suo ufficio per il giorno dopo così mi presenta l'intero studio e firmiamo un contratto.
Il giorno dopo mi sveglio è faccio una doccia, mi preparo e vado allo studio Cataldi, appena arrivo mi precipito nella sala riunioni, sono tutti seduti che aspettano di conoscere il nuovo capo, entro e raggiungo Paolo che mi presenta a tutti, fa un bel discorso e parte un forte applauso da tutti i dipendenti. Seduta al terzo posto c'è Alice, vederla così bella e raggiante e meraviglioso.
Mi sorride e ricambio, ho rilevato questo studio solo per permettergli di finire il suo tirocinio.
Prendo io la parola e dico: "Buongiorno a tutti voi, per me sarà un onore lavorare in questo studio con voi tutti. Vi ringrazio per l'attenzione e per avermi accolto affettuosamente. Potete andare adesso buon lavoro a tutti."
Tutti in coro risposero: "Grazie signor Ferro."
E lasciarono la sala riunioni.
Parlai un altro po' con Paolo, quando finalmente arrivò l'avvocato, firmammo il contratto e tutti i documenti necessari.
Ora questo studio è mio. Dopo le firme l'avvocato va via.
Saluto Paolo e lascio la sala riunioni, mentre vado via vedo Alice seduta davanti alla sua scrivania, accanto a lei c'è un ragazzo moro con dei occhi azzurri più dal cielo. La guarda incantata, ridono tantissimo, mi chiedo chi sarà mai quel tipo li. Tutto ad un tratto mi dà fastidio. Accellero il passo e cammino più velocemente fino a raggiungere l'uscita e andare via dall' quell'ufficio.
Mi rimetto in macchina be vado nel mio studio legale lo studio Ferro.
Me ne vado nel mio ufficio.
Ho dei flash che mi passano nella testa, chi è quel ragazzo che rideva con Alice, perché la guardava in quel modo non è che stanno insieme.
Cavoli ora perché provo gelosia,.
Devo fare uscire di nuovo Alice dalla mia testa.
Combatto nuovamente con me stesso.
All'improvviso mi suona il cellulare, è Alice: "John, stai bene.? Perché sei scappato via, comunque volevo ringraziarti a nome di tutti noi, per aver rilevato lo studio legale e averci tenuti tutti. Grazie di cuore."
Gli rispondo: "Grazie di tutto cuore Alice a te e a tute le altre.
La faccio breve, e riattacco.
Metto il telefono sulla scrivania e cerco di lavorare un po', c'è una causa che riguarda l'affidamento di un bambino, che mi sta molto a cuore.
Preparo tutti i documenti necessari.
Intanto l'immagine di Alice seduta accanto a quel ragazzo mi manda in confusione totale.
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