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Izuku era nel panico più totale.
Voleva davvero perdonare Katsuki, ma non riusciva a fidarsi di lui e non riusciva più neanche a credere che lo amasse veramente.
Posò le mani sul petto del biondo e lo allontanò da sé con le lacrime che scendevano dal suo volto.
"Perché mi fa sempre piangere, non può farmi sorridere qualche volta?" si chiese voltandogli le spalle.
«No, non posso. Tu mi fai solo del male e anche se io tornassi con te, non avrei la certezza che tu non mi faccia di nuovo tutto questo.»
Katsuki con gli occhi sbarrati e un forte pizzicore che gli preannunciava che stava per piangere, guardò quel bellissimo ragazzo che amava, ma che aveva ferito profondamente.
«Izuku, ti prego.» disse inginocchiandosi e afferrandogli una mano portandosela alle labbra, «Dammi un'altra occasione e vedrai che non te ne pentirai.»
«Ma se mi sono pentito anche solo di averti confessato i miei sentimenti? Non volevi che gli altri sapessero di noi, non perché avevi paura del loro giudizio, altrimenti non avresti intrapreso quella finta relazione con Uraraka-san. Ammettilo che lo hai fatto perché ti vergognavi di me.» urlò il minore strappando via la mano da quella del biondo.
«Non mi sono mai vergognato di te, mi sentivo inadeguato, inferiore e piccolo al tuo confronto. Tu sei così buono, caparbio ed eccezionale, tutti vorrebbero stare al tuo fianco, ma tu hai scelto me, colui che ti ha sempre tratta peggio, come avrei potuto sentirmi adatto a ricoprire il ruolo di tuo fidanzato? Avevo paura.» rispose Katsuki tra i singhiozzi del pianto.
«Perché sei andato a letto con lei allora?» la voce di Izuku era talmente alta che fece sobbalzare il maggiore che chinò il capo davanti a lui.
«Era più facile, ma non ho mai provato nulla per lei, mi devi credere.»
«Come faccio a crederti? Ogni volta che saremo insieme io saprò che le tua mani hanno toccato lei, che stringerai me come hai stretto lei. Sarò la tua seconda scelta. Perché come potresti volere me, quando stare con lei è così semplice.»
«Ma è te che amo, non voglio nessun altro. Solo te, per sempre.»
«Non posso. Non credo di farcela.» rispose Izuku, allontanandosi dalla sala comune, dove tutta la classe li stava guardando chi preoccupato, chi sconvolto.
Kirishima corse subito dal suo amico e tirandolo su, lo portò via da lì, lontano dagli sguardi sprezzanti degli altri.
Shoto invece si mise a correre dietro ad Izuku che si era barricato in camera propria.
I giorni passarono inesorabili per i due amanti distrutti dal loro amore, Katsuki lo passò in compagnia di Eijiro che lo teneva fuori dalle malelingue che erano venute fuori dopo la discussione che era venuta fuori con il verdino in sala comune.
Izuku invece non si fece vedere per una settimana a lezione, timoroso anche solo di vedere il volto del biondo, spaventato dal fatto che avrebbe potuto cedere di nuovo, lasciandosi sopraffare dal suo amore e cadere ai suoi piedi come se nulla fosse mai successo.
Ma entrambi stavano soffrendo come mai prima di allora.
Un dolore che li paralizzava e che li faceva allontanare da chiunque provasse avvicinarsi a loro.
Avevano avuto l'impulso di annullare quella distanza che li stava facendo impazzire, ma Katsuki voleva rispettare la volontà del verdino, dopotutto gli aveva già fatto abbastanza del male, mentre Izuku voleva tornare tra le sue braccia e lasciarsi amare, magari come avrebbe sempre meritato.
«Lascialo perdere, ti ha solo e sempre fatto el male.» diceva Shoto al verdino accarezzandogli i capelli, mentre quest'ultimo piangeva tra le sue braccia.
«Devi tornare a parlarci, stai diventando l'ombra di te stesso Bakubro.» diceva invece Eijiro al biondo che se ne stava immobile a letto a guardare il soffitto senza mai parlare a nessuno a parte il rosso.
I due ragazzi, nonostante il sostegno degli amici, si stavano lasciando andare allo sconforto.
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