Capitolo XXI
Ok, ok.
Domani è il gran giorno.
Uscirò con Norio e mi... mi...
Cielo... mi viene soggezione anche solo a pensarlo.
Riuscirò davvero a dirglielo?
Che poi, non gli ho ancora parlato del mio passato.
Sarà giusto cominciare una relazione senza raccontargli una cosa così importante?
Ok, adesso sto correndo troppo.
Chi l'ha detto che andrà per certo in porto, la cosa?
"Emi, Koyuki, Rina, Seika e Seiichi..." la mia mente elenca a tradimento le persone colpevoli di avermi portata a tutto questo.
- Allora... ricapitolando... abbiamo scelto borsa e scarpe da abbinare a quell'adorabile vestitino. Ti truccherai come al solito, aggiungendo solo del gloss più... sfavillante ed i capelli avranno delle meravigliose onde morbide. Sarai così bella che rimarrà senza parole, vedendoti. - Emi saltella, fuori da scuola.
- Credo tu stia esagerando. - ridacchio del suo entusiasmo.
- Affatto. Lo lascerai pure senza fiato, ne sono certa. -
- Io però starei puntando a diventare la sua ragazza, non ad ucciderlo. -
Stranamente, a quelle parole, Emi rimane fin troppo in silenzio.
Voltandomi confusa la trovo a fissarmi - Che... c'è? -
- È la prima volta che lo dici così chiaramente. Mi sono emozionata. - arrossisce coprendosi il viso con le mani.
- Dai... così mi fai agitare. - nascondo pure io il viso tra i palmi.
- Koyuki che ti ha detto? Sono certa che sia tentata di venir a spiarvi. - scoppia a ridere.
- Non l'ha detto esplicitamente, ma credo tu abbia ragione. Per il resto ha solo cercato di trovare modi per non farmi agitare, durante il momento decisivo. -
- Non pensare a nulla e dillo tutto d'un colpo, è la tecnica migliore per non farsi sopraffare dal nervoso. - mi batte una mano sulla spalla - Comunque, sicura di non volermi da te anche stanotte? Per me non è un problema. -
- Grazie, ma ormai sono a posto. Il ladro è stato arrestato, quindi ora è tutto ok. - le sorrido.
- Ottimo. Anche perché so che finirei per seguirvi davvero, avendovi così a portata di mano. - ridacchia.
- Non dirlo manco per scherzo. - la fisso seria.
- E chi stava scherzando? - scoppia a ridere alla mia espressione contrariata.
- Ah... lasciamo perdere. Ora non ho tempo per queste cose, devo andare a fare la spesa e passare il libreria, prima di tornare a casa. - scuoto il capo liquidando il tutto.
- Ok, ma prima di tutto... - mi afferra per un polso tirandomi in un abbraccio stritola costole - Ti trasmetto un po' di coraggio di riserva. Anche se dovresti già andar tranquilla, se non l'avevi conquistato con la tua dolcezza l'hai reso tuo grazie a quelle strepitose polpette al sugo. -
- Grazie Emi. - ricambio la stretta.
Il suo abbraccio è andato a segno.
Mi sento più forte di prima.
- Oh, ciao Ayako. Avevi un turno anche oggi? - mi saluta Rina appena mi vede.
- Ciao. No, oggi sono qui come cliente. Devo far rifornimenti per i prossimi giorni. - le sorrido.
- Ma non eri più comoda ad andare al supermercato vicino casa tua? Dovrai portarti le borse appresso ora. -
- Veramente... - mi avvicino alla cassa in imbarazzo - Sono qui soprattutto perché volevo dirti una cosa. -
- Ah sì? - mi osserva curiosa.
- Sì... io... ho deciso di dichiarare i miei sentimenti a Norio. Domani. - inizio a torturarmi le mani, con lo sguardo piantato a terra.
Ho pensato fosse giusto farglielo sapere.
Questa è una decisione importante e lei mi è sempre stata accanto col suo ottimismo.
Inoltre ho condiviso con Rina un momento estremamente speciale della sua vita, la scoperta della gravidanza.
Volevo perciò raccontarle questa mia scelta.
È anche lei una mia cara amica.
- Oddio, ma che bella notizia! - si copre la bocca per non far troppo baccano - Lo sapevo che prima o poi sareste finiti assieme. -
- Rina, corri troppo. Non so nemmeno se arriveremo a quel punto... -
- Sciocchezze. Si dice che le donne incinte siano ancora più intuitive. Per questo fatti dire che... lui ti ricambia, decisamente. - annuisce convinta.
- Lo spero... -
- Vedrai che andrà bene. - allunga la mano per porgermi qualcosa.
- Cos'è? - domando ancor prima di guardare.
- Un regalo in caso si comportasse male, ma non credo che ti servirà. - sorride in maniera strana.
- Un cioccolatino... - rimango confusa notando l'oggetto, solo l'attimo dopo mi rendo conto di cosa c'è scritto sopra - Ma è un lassativo? -
- Come già detto, non credo ti servirà per lui. Però averne uno con te può sempre tornar comodo, con altri. -
- Ehm... Grazie, credo. - le faccio un sorriso tirato per poi occuparmi per davvero della spesa.
Che tipa.
Chissà che le è saltato in testa di regalarmi un lassativo.
Non so perché, ma ho come l'impressione che affari di questo genere li abbia usati contro il marito.
Poveretto.
Rina dev'essere una moglie davvero tosta, soprattutto ora che è piena di sbalzi ormonali.
Però sono certa che sarà un'ottima madre, me lo sento.
Ed è tra questi pensieri e quelli per la mia imminente dichiarazione che termino le mie commissioni, arrivando così quasi al mio appartamento.
- Ah, non vedo l'ora d'entrare in casa. Fa così freddo che potrebbe cominciare a nevicare da un momento all'altro. - rabbrividisco davanti al cancello, parlando tra me.
- Hai ragione, fa davvero freddo. Dovresti correre in casa prima di beccarti un bel raffreddore, Ayako. -
Questa voce...
Ogni pelo sul mio corpo si drizza come fossi un animale in pericolo ed all'angolo.
Le mani mi si serrano sul gelido metallo del cancello mentre m'irrigidisco sempre di più.
Non ho bisogno di voltarmi.
So esattamente chi c'è alle mie spalle.
Il mio incubo più grande.
La persona responsabile di tutte le mie paure più grandi.
Il mio ex.
- Ayako? Che c'è? Non si saluta più? - apre nuovamente la sua malata bocca.
Dev'essere vicino.
Fin troppo.
Devo scappare, stavolta per davvero.
La prima cosa che ci hanno insegnato al corso d'autodifesa è stata di scappare non appena possibile e lui non mi è ancora addosso.
Stringendo ancora più forte il cancello, sento una scossa di dolore scorrermi dalle mani fino a tutto il corpo.
Grazie a ciò riesco a riprendere coscienza e con un rapidissimo scatto corro come un fulmine alla porta.
Entrando in casa giro la chiave più e più volte, attaccando pure la catenella.
Devo chiamare la polizia.
Subito.
Mi ha trovata.
È qui.
Mi accascio a terra tremante.
- Ayako?! Che succede? - sussulto sentendo una mano poggiarsi sulla mia spalla.
- N-Norio? - rimango di sasso vedendo il suo volto osservarmi preoccupato.
- Sì, sono io. Che c'è? Sei bianca con un lenzuolo e tremi come una foglia. - cinge le mie spalle con un suo braccio.
- C-Cosa ci fai a casa mia? Devo chiamare la polizia... - comincio a trafficare nella borsa.
- Dannazione... non lo trovo. - mi agito non vedendo il cellulare. Le mani tremano troppo.
- Aspetta, cosa? Ayako, sei corsa in casa mia all'improvviso. Si può sapere che sta succedendo? -
Sono a casa di Norio? Davvero?
A quanto pare sono corsa qui senza rendermene conto ed... effettivamente la porta era aperta.
Io non esco mai di casa senza chiudere bene.
Inoltre la chiave era nella serratura interna.
- Ayako? - ripete sempre più agitato.
- Lui è qui... - punto lo sguardo nel suo, vedendo il moro completamente annebbiato.
- Lui chi? - fa per alzarsi, ma lo trattengo.
È in quel momento che sentiamo battere sulla porta - Ayako, il tuo comportamento non è affatto carino. È così che si accoglie il proprio fidanzato? -
- Chi diavolo è? - Norio mi domanda stringendomi a sé.
- Devo chiamare... - singhiozzo tra le sue braccia.
- Ayako! Mi vuoi aprire? Lo so che sei con quello! - inizia ad urlare oltre la porta che ci divide.
- Ayako, lascia che ci pensi io. - Norio, nel mentre, cerca di rassicurarmi.
- No! Ti farà del male, già l'ha fatto in passato! - alzo di scatto lo sguardo, agitata all'idea che possano trovarsi faccia a faccia.
- Almeno lascia che chiami la polizia. -
- La polizia. - afferro nuovamente la borsa riuscendo a trovare il cellulare.
- Ayako! Aprimi! Sono venuto qui apposta per te. - continua a battere i pugni sulla porta.
"La polizia, la polizia..." continuo a ripetermi, cercando di far smettere di tremare le mie dita.
- Dai a me. - Norio mi toglie il telefono di mano - Pronto? Agente, c'è un intruso al civico sette di via Hanabi. Sta cercando d'entrare in casa mentre minaccia la mia vicina. Sì, io sono con lei. Sì, sbrigatevi. Grazie. - lo sento parlare, mentre quel mostro ancora batte contro la porta.
Il legno, sotto i suoi colpi, vibra.
La catenella tintinna aggressivamente.
Le sue urla si fanno più forti.
È davvero qui.
Questo è un incubo diventato realtà.
- Come ti permetti di trattarmi in questo modo? Hai idea di quanto ci ho messo per trovarti? -
- Ayako, non ascoltare. La polizia arriverà a momenti. - il moro afferra la mia testa, poggiando le mani sulle mie orecchie - Guarda solo me. Io sono con te. - sento appena la sua voce.
È vero.
Non sono sola.
Norio è al mio fianco e non permetterà a nessuno di farmi del male.
Annuendo sento il cuore rallentare i battiti, anche se solo un po'.
Io sono al sicuro, con lui.
E la polizia sta arrivando.
I suoi rassicuranti occhi grigi sono puntati seri nei miei, come a voler trasmettermi calma e sicurezza.
Non esiste altro al mondo.
Ci siamo solo io e lui. Basta.
Lo so, probabilmente vorrebbe uscire e prendere a calci quel tipo, che nemmeno conosce.
Però resta qui, al mio fianco.
Dandomi una forza che non pensavo d'avere.
Perché stavo tremando, poco fa?
Io ho già sbagliato una volta, col mio ex.
Per paura di una vendetta ho lasciato correre, preferendo la fuga.
Speravo che poi mi avrebbe dimenticata, ma in cuor mio sapevo essere solo una folle idea.
Persone così non si placano col tempo, semmai peggiorano.
Questa ne è la prova.
Avrei dovuto denunciarlo di molestie molto prima, l'ordinanza restrittiva non gli ha fatto un baffo.
Lui non sta bene ed ha bisogno di essere rinchiuso.
Per la mia sicurezza, per quella di sue ipotetiche future vittime, ma soprattutto per se stesso.
Non può continuare a girare per le strade.
Se fino ad ora sono stata immobile, lasciando scorrere le cose, rimanendo paralizzata dalla paura, timorosa di parlare...
Adesso siamo giunti al termine di questo calvario.
Quella maledetta vicenda che non ha mai avuto realmente fine.
Nel tempo ho avuto tante persone al mio fianco, che hanno tentato di darmi coraggio e portarmi a denunciare.
Non sono mai stata sola, ma con Norio sento finalmente di poter fare quel passo.
Non lo so cosa, grazie a lui, sia scattato in me, però poco importa... questa è la svolta che serviva.
L'unico vero primo passo verso la mia reale guarigione da tutto ciò.
Altro che nuova vita in un nuovo posto lontano. Questo era quello che mi serviva.
Però, a pensarci, se non mi fossi trasferita qui non avrei mai incontrato Norio.
E senza di lui non sarei mai arrivata a questa fatidica decisione.
D'un tratto, mentre sto riflettendo, sento le mani del moro allontanarsi dalle mie orecchie.
Un dolce sorriso compare sulle sue labbra - Sono qui. -
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