Capitolo XII
- Norio, ti ho portato qualcosa da mangiare. - gli piazzo in mano un contenitore, appena mi apre la porta.
- Grazie, ma davvero... non c'è bisogno di arrivare a tanto. Ormai mi hai ringraziato abbastanza. -
- Nessun problema. Devi mangiare del vero cibo, ogni tanto ed io non ci perdo nulla a preparare per due. Pure il tempo è pressoché uguale a quando cucino solo per me. - distolgo lo sguardo senza un apparente motivo e, prima che riesca a dire altro, schizzo come un fulmine in casa mia.
- Ah... spero di non essere sembrata più strana del solito. - mi getto a peso morto sul divano.
Che mi sta succedendo?
Sono giorni che non riesco a sostenere il suo sguardo.
Precisamente da quando Emi è venuta da me per la prima volta.
Sono stufa di questa situazione. Non ne posso davvero più.
Mi do fastidio da sola.
Devo decisamente smetterla con questo assurdo comportamento. Sono certa che pure Norio si è accorto del mio cambiamento.
- Ayako? - sussulto, il giorno seguente, appena mi sento chiamare proprio dal mio vicino.
- S-Scusa. Oggi ti precedo, devo fare una cosa a scuola. - inizio a correre, senza nemmeno lanciargli mezzo sguardo.
Che stupida pazza che sono.
Ma si può?
Era palese che lo stavo evitando.
E poi... non avevo deciso di smetterla?
Ah... non vorrei mai che pensasse che gli sto nascondendo chissà cosa.
Anche perché, come faccio a nascondere qualcosa se nemmeno io riesco a comprendere cos'è quel qualcosa?
- Ayako, oggi mi sembri stranamente agitata. - è il saluto di Emi, appena mi vede.
- Tu dici? - mi afferro il viso, in automatico.
Forse mi sta arrivando la febbre. Mi sento piuttosto accaldata.
Uhm... in realtà ciò potrebbe essere dovuto alla corsa folle.
- Già. Tutto ok? -
- Oh, sì. Solo... - la fisso dubbiosa.
E se ne parlassi con lei?
Forse potrebbe aiutarmi.
Potrei finalmente capire che mi sta accadendo.
Non mi sono mai sentita in questo modo.
Eppure... lo sento.
Emi finirebbe per fare chissà quale ragionamento contorto. Uno di quelli che la portano inevitabilmente a risposte romantiche.
- Solo? - mi studia preoccupata.
- Niente. Non preoccuparti. - le sorrido sedendomi al suo fianco.
Ultimamente sto pensando troppo.
A tutto ed a niente.
Alla storia del mio possibile futuro da zitella, timore di Koyuki.
Alla strana frase di Emi, sulla strada d'amore felice.
E... a Norio.
Uno strano pensiero ha cominciato a farsi spazio e... non lo so, ciò mi spaventa un sacco.
- Sicura sia tutto a posto? Non è che... hanno scoperto che sei la sua vicina? - abbassa il tono di voce, per non farsi sentire da due compagne sedute poco distante.
- Oh, no. Tranquilla. Se così fosse mi sarei sentita osservata o peggio, seguita. - un brivido mi scorre lungo la schiena.
Conosco bene entrambe le sensazioni.
- Mi sento più calma ora. - sospira portandosi una mano al petto.
- Perché? È successo qualcosa? - inarco un sopracciglio.
È insolito vederla così tesa. Non è da lei.
- Uhm... non ne sono sicura. - si guarda attentamente attorno - L'altro giorno credo di aver sentito una ragazza parlarne con un'amica. Diceva che Norio ha una vicina di casa carina che frequenta la Sen-Iro, penso fossero due dell'università del moro. -
- Davvero? E come hanno fatto a scoprirlo? - sento il sangue defluire dal volto.
Sono sempre stata attenta a non dar nell'occhio.
- Non ne ho idea. Io non ne ho parlato con nessuno, a parte con te. E cerco sempre d'evitare di discuterne a scuola, beh... escluso oggi. -
- Mi fido di te, non ti avevo nemmeno considerata come possibile fonte. Però... non ci sono molte persone a saperlo. Seiichi, la mia collega Rina ed Ichiro. - rifletto sul breve elenco.
- Dubito fortemente che sia stato l'amico dell'idolo. - ragiona con me.
- Già, Norio l'avrebbe già fatto fuori. -
- Che mi dici di Rina? Ichiro non aveva preso bene la notizia, ma da questo al fare la spia... mi pare troppo. -
- Non credo. In questo periodo è stra felice per la gravidanza, non pensa ad altro. Inoltre che senso avrebbe raccontarlo, poi... a chi? -
Senza contare che Rina è convinta che un giorno mi metterò con Norio.
Lei tifa per me, per questo non rivelerebbe mai ad estranee una notizia del genere.
- Vero. In ogni caso da qualcuno devono averlo scoperto. - si chiude in uno strano silenzio, poco dopo la vedo diventare bianca come un lenzuolo.
- Emi? Stai bene? - poggio una mano sulla sua spalla.
- È colpa mia e di Ichiro. - punta lo sguardo nel mio, con labbra tremanti.
- Cos'è che sarebbe colpa mia? - sentiamo la voce del castano, vicino a noi.
- Vieni con me. - Emi si alza afferrandolo per un polso ed invitandomi a seguirli.
- Eh? Che vi prende oggi? - ci fissa entrambe confuso. Non che io abbia molte più informazioni.
- Ti ricordi il giorno in cui abbiamo saputo del vicino di Ayako? - controlla di essere realmente in una zona lontana da orecchie indiscrete.
- Eh? Certo. - si fa più serio, quasi infastidito.
- Quella sera ti ho incontrato nel corridoio che porta al salone ricreativo. -
- E con questo? Dove vuoi arrivare? Che c'entra ora? Oramai è cosa vecchia. - brontola.
- Quando ci siamo incrociati mi hai domandato se davvero mi andasse bene così. Cominciando poi a lamentarti di assurdità. -
- Se mi hai portato qui per rivangare ciò, sappi che sto per tornare in classe, ora. - la fissa storto.
- Ti ricordi se in quel momento è passato qualcuno? - ignora la sua irritazione.
- Eh? Che ne so. Non mi stavo guardando attorno. Perché? -
- Temo sia successo quella volta, Ayako. Dopo essermi separata da Ichiro mi è parso di vedere qualcuno mentre se ne andava. - china il capo - Scusami. Non so che farei se ti prendessero di mira a causa di ciò. -
- Qualcuno potrebbe spiegarmi? Mi sto davvero infastidendo. - Ichiro sbuffa sempre più nervoso.
- Sembra che abbiano scoperto che Norio ha una vicina di casa che studia qui. - sospiro - Comunque Emi, non è colpa vostra. È stato un incidente, inoltre sembra che non sappiano che sono io. Quindi... cerchiamo di pensarci in caso accadesse davvero qualcosa di strano, per ora limitiamoci a tenere gli occhi aperti. - cerco di risollevare il morale.
- Ok. - annuisce anche se ancora non del tutto convinta.
Quel pomeriggio, al ritorno da lavoro, inizio a riflettere.
Che sia meglio parlarne con Norio?
No, no e no.
Impossibile.
Non riesco nemmeno ad immaginare di parlare con lui che... sento la testa ed il cuore andare in subbuglio.
- Io e te dobbiamo parlare. - resto di stucco trovando proprio lui a braccia conserte, davanti la porta di casa mia.
- Di cosa? - tengo lo sguardo basso, mentre inserisco la chiave nella serratura.
- Ti ho fatto qualcosa? - domanda secco.
- Certo che no. Perché dici? -
- Mah, forse perché non mi guardi negli occhi? Oppure perché mi eviti da giorni? Che ti sta succedendo? - mi afferra per un polso, ma... stavolta il suo tocco mi sorprende in maniera diversa.
Il cuore accelera in modo strano, emozionante non pieno d'ansia.
Il mio sguardo finisce per incastrarsi nel suo, benché fino a poco prima fosse l'unica cosa che volevo evitare a tutti i costi.
È in quel momento che la realtà mi aggredisce in pieno. Mentre i suoi occhi grigi ed agitati mi studiano attentamente.
Una verità che però non riesco ancora ad esprimere a parole.
Nemmeno se solo nella mia testa.
- Ayako? - la presa viene subito lasciata. Probabilmente temendo in uno dei miei soliti attacchi d'ansia.
- Scusami Norio, scusami davvero. Ho avuto delle cose su cui riflettere, ora però... va meglio. - rispondo in modo da non dirgli il tutto, ma senza mentire.
- E perché mi stavi evitando? -
- Nulla di che, piuttosto... - mi sento tornare sempre più me stessa - Credo che qualcuno abbia scoperto che tu hai una vicina all'incirca della tua età. -
- E come? Sono stato attento a non farmi mai notare con te. -
Inizio quindi a spiegargli la situazione.
- Uhm, capisco. Quindi, per ora, personalmente non hai notato nulla di strano, giusto? -
- Già. È probabile che attualmente sia solo una voce che aleggia tra i nostri due istituti. -
- Meglio così. In ogni caso vedrò di far spargere voci contrarie da Seiichi. -
- Perché ho l'impressione che non sia la prima volta che gli fai fare cose del genere? -
- Perché hai ragione. In passato gli ho fatto "spifferare" segreti sbagliati, così da poter stare tranquillo in determinate occasioni. - mi sorride soddisfatto.
- Truffatore. - ridacchio.
- Era da un po' che non ti vedevo sorridere. - inizia ad osservarmi fin troppo attentamente.
E che cavolo!
Avevo appena ricominciato a comportarmi in maniera normale e naturale.
La sua frase ha rovinato tutto, lasciandomi decisamente di stucco.
Questa sua uscita è stata davvero scorretta.
- Ora scusami, ma dovrei entrare. - mi sento in procinto di diventare un pomodoro.
- Nessun problema. Tanto volevo solo sapere se ce l'avevi con me. - allunga una mano, per poi poggiarla sulla mia testa - Stavo quasi cominciando a preoccuparmi. -
- E... perché? - il cuore comincia a fare le bizze, in gola.
- Mi pare ovvio, è perché ormai ci tengo a te. Sei l'unica ragazza che non mi sbava dietro, per la prima volta posso essere amico di una donna. - mi sorride.
Oh... già.
È vero.
Lo disse chiaramente, tempo fa.
"Ayako è diversa dalle solite rompiscatole che mi girano attorno. Per questo mi sento più disponibile nel volerla aiutare, da buon vicino ed amico."
- Grazie, per me è lo stesso. - una fitta mi aggredisce il petto, l'attimo dopo lo saluto chiudendomi nel silenzio assordante di casa mia.
Perché mi sento così tanto sotto shock?
Io ero la prima a non volersi innamorare.
Soprattutto di uno come lui.
Eppure alla fine ciò è accaduto.
Non so come o quando, ma è successo.
È stato totalmente inaspettato, ma ormai non ha più senso fingere il contrario.
Norio... mi piace.
E non come amico.
Forse però è un bene aver sentito quella frase, da lui.
Temevo di ammettere i miei sentimenti. A causa del mio passato non c'è molto che possa spaventarmi più dell'amare ancora.
Quindi il suo etichettarmi come amica è solo una cosa positiva.
Mi facilita le cose.
Sapendo ciò posso farmi passare questa assurda cotta.
O almeno... è quello che spero.
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