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Capitolo X

- No, spiegami... Ayako ha dovuto tenere nascosto ai suoi amici il fatto che sei il suo vicino? - Seiichi mi fissa come fossi pazzo.

- L'ho fatto per lei. Pensa se la cosa si scoprisse. -

A quelle parole lo vedo rabbrividire - Matsuyama potrebbe farla secca o peggio. Potrebbe scegliere di diventare la sua falsa amica del cuore, per avvicinarsi a te. -

- Non credo che Ayako sia così sprovveduta. Anche se diffida maggiormente del genere maschile. In ogni caso le ho detto di far attenzione a quella pazza. -

- Uhm... - lo vedo zittirsi iniziando ad osservarmi attentamente.

- Ed ora che hai? - sbuffo riprendendo a leggere.

Devo davvero smettarla d'invitarlo a studiare da me, va sempre a finire nello stesso modo.

Con Seiichi che cerca di capirne di più su Ayako.

- Non ti sento chiamare una ragazza per nome dalle elementari. Beh, a parte parenti tue o mie. -

- È la mia vicina ed è più piccola di me. Mi farebbe strano usare il cognome. -

- Non chiami per nome le primine, all'università. - sorride divertito.

- È un contesto totalmente differente. -

Dove diavolo vuole andare a parare?

- Non sarà che... Ayako ti sta simpatica? -

- È una persona ok. Già te l'ho detto, la considero un'amica. -

- È ancora sorprendente sentirtelo dire. Non pensavo potesse mai accadere. -

- E perché? Non sono tutte uguali. Ci sono le zanzare fastidiose e le ragazze normali. -

Ho idea che, nemmeno oggi, riuscirò a concentrarmi come vorrei.

- Non parlare così delle ragazze. Anche noi maschi non siamo tutti a posto. -

- Mai detto il contrario. - alla mente mi torna la scena al karaoke.

Quel giorno mi sono sorpreso di me stesso.

Un attimo. Solo un altro attimo e gli avrei tirato un pugno.

Il che non è affatto da me.

Però... lo sguardo di Ayako...

Era così terrorizzata e lui nemmeno se n'era reso conto, tanto era preso da se stesso.

- Norio, tutto ok? Non volevo farti arrabbiare. Trovo solo sorprendente che tu abbia trovato un'amica. -

- Eh? Non sono arrabbiato. Figurati. - sbuffo cercando la riga a cui ero arrivato.

- Eddai, potresti chiudere un attimo quel tomo? Ogni tanto serve una pausa. - mi ruba il libro dalle mani.

- Che c'è ancora? È da quando sei arrivato che parli, altro che pausa... dobbiamo ancora iniziare a studiare. -

- Ma non hai finito di raccontarmi del supermercato. - borbotta indispettito.

Non importa se ormai ha più di vent'anni, Seiichi a volte si comporta ancora come quando l'ho conosciuto.

In terza elementare.

- Che altro ti devo dire? Sono andato al negozio e l'ho trovata coi suoi amici. Loro non sapevano nulla del fatto che sono il suo vicino, lei è andata nel panico per paura di ferire la sua amica... così ho spiegato io la situazione. Punto. Non ho altro da dirti più di ciò che già sapevi. -

- Sai che la tua richiesta di fingere di non conoscerti poteva darle seri problemi? Per le ragazze sono importanti cose come condividere i segreti. -

- Che esagerazione. La sua amica l'ha presa alla grande. -

- Hai solo avuto fortuna. - mi punta contro un dito.

- Io? -

- Sì, tu. A quest'ora avresti potuto aver sulle spalle il peso della colpa. -

- La colpa di cosa? -

- Della rottura di un'amicizia. -

- Se una sciocchezza del genere può far rompere un'amicizia... allora non era qualcosa di vero e sincero. - scuoto il capo.

Negli anni Seiichi ne ha combinate un sacco, eppure eccomi qui.

Non l'ho ancora sbattuto fuori casa.

Questo non è un esempio lampante di amicizia vera?

- Concordo, ma... la scuola è cominciata da poco più di un mese. La tua vicina quanti amici ha in classe? Non mi dicevi che la sua casa natia è lontana? -

- Che ne so se ha altri amici a parte quei due. - mento. Ricordo bene i suoi timori del primo giorno - In ogni caso, sì. Mi sembra di ricordare che mi disse di essere ad ore di distanza dalla famiglia. -

- Ecco, prova a pensarci. Una giovane ragazza si trasferisce in un posto lontano da casa, dove non conosce nessuno. Non è facile per tutti fare nuove conoscenze, anzi. Pertanto... è plausibile presupporre che Ayako non abbia molti amici. Almeno, per adesso. -

- E va bene, non dovevo chiederle di mantenere il segreto. - sbuffo.

- Bravo, la prossima volta cerca di essere più accorto. -

- Quale prossima volta? - lo fisso storto.

- Che ne so io. Potresti chiederle di star zitta riguardo ad un sacco di cose. -

- Del tipo? - sono sempre più confuso.

- Aah! Ti ho detto che non lo so. -

In pratica ha parlato solo per dar fiato alla bocca.

Oh, beh... cose normali.

- Ora possiamo finalmente cominciare a studiare? - domando esasperato.

- Non hai qualcosa, in questa casa? - si alza andando in cucina.

- Ehi! -

- Che c'è? Siamo amici, no? -

- Questo non ti dà il diritto di depredare le mie dispense. - lo fisso storto.

- C'è ben poco da depredare qui... ma fai la spesa? Te lo dicevo, al tempo, che avresti fatto meglio a vivere nel dormitorio. -

- I dormitori dell'università sono misti. Non mi pento minimamente della mia scelta. -

- Non sono misti. L'ala destra ha le camere delle ragazze e la sinistra le nostre. -

- Questo vuol dire che i pasti sono in una sala in comune, pertanto... sono misti. -

- Ah, amico. - mi si avvicina per battermi una mano sulla schiena - È dura essere un idolo, vero? -

- Ma piantala! Non imitare Ayako, ti ho detto che non sopporto quell'appellativo. -

- Io lo trovo perfetto. Non so come ho fatto a non pensarci per primo. Tutte ti trattano davvero come se tu fossi una celebrità. - si mette a ridere.

- Non è mia la colpa. Io mi limito solo a farmi gli affari miei studiando. -

- E questo ti rende solo più affascinante, ai loro occhi. Bravo, bello e pure tenebroso. Sei il sogno di molte. -

- Tenebroso? Ma se rispondo sempre quando mi parlano. Pure quando sparano cagate. -

- Sì, ma non le guardi mai negli occhi. Inoltre a volte fai molto il vago, cosa che le fa impazzire non poco. - è sempre più divertito.

- Eh? Ma sei stato tu a consigliarmi di non guardarle negli occhi. Dicevi che facendolo avrei solo peggiorato le cose. -

- Lo so, forse è stato un mio errore di calcolo. - sorride falsamente colpevole.

- Sapevo di non doverti ascoltare. - sospiro.

- Che cattivo. A volte ho anch'io delle buone idee. - brontola avviandosi verso il frigo.

Ma che ha? Il verme solitario?

- È una cosa rara, ma capita. -

- Sai essere davvero antipatico, quando vuoi. - borbotta, ma subito dopo - Oh, wow! In questo frigo c'è del cibo vero! - lo sento esclamare.

- Perché ne sei così tanto sorpreso? - inizio ad irritarmi.

Tra un paio di giorni volevo fare una simulazione d'esame, ma... credo dovrò posticipare i miei piani.

- C'è pure un po' di torta! Sei andato in pasticceria senza dirmi niente? - si volta col broncio.

- È così difficile pensare che possa averla fatta io? -

La mia sciocca domanda lo fa subito scoppiare in una fragorosa risata, l'attimo dopo però si blocca di scatto.

Ha finito la carica delle batterie?

Sarebbe la prima volta, in più di diec'anni d'amicizia.

- Non mi dire. - mi fissa allucinato.

- Cosa? -

- Quella roba arriva da Ayako? -

- Se stai dicendo che ho fatto cibo di lei, no. Se invece intendevi che l'ha cucinato, sì. -

- E non mi hai detto niente?! Che è questa novità? -

- Nulla di che. Voleva ringraziarmi per un favore. -

- Tu non me la racconti giusta. -

- E tu sei una donna mancata. - sbuffo.

- Eh? E perché mai? -

- Di solito sono le donne ad essere così pettegole e curiose. -

- Devi smetterla di usare stereotipi del genere. - scuote il capo come per ammonirmi.

- Parlo riferendomi alle esperienze passate. -

- Come vuoi, in ogni caso non cambiare discorso. Cos'hai fatto per ricevere del cibo così delizioso come ricompensa? -

- Ah, ora ho capito. Vuoi una fetta di torta. Serviti pure, tanto sai da te dove sono piatti e posate. - agito una mano come fosse una mosca molesta.

- Non mi corromperai. Ti ho fatto una domanda. - incrocia le braccia osservandomi curioso.

- Si può sapere che ti prende oggi? Non fai che parlare di Ayako. Non è che... - uno strano fastidio s'insinua stranamente nel mio petto - Ti piace? -

- Eh? Ma come diavolo sei arrivato a questa conclusione? - mi afferra per le spalle.

- Mi sbaglio? -

- Certo che sì! Semmai... dovrei essere io a farti questa domanda. Anzi, non è che state già uscendo assieme? -

- Tu ti droghi. - distolgo lo sguardo.

- Dai, il mio dubbio è più che lecito. Lei è l'unica ragazza con cui vai seriamente d'accordo, ne parli spesso ed ora scopro pure che ha cucinato per te. -

- Siamo solo amici e vicini. - ribatto seccamente.

- Non mettere il muso, invece sii onesto con te stesso per una volta. Ammetti che ti piace. Prima sono stato troppo vago, chiedendoti solo se ti stava simpatica. -

- Ammettere che... - mi blocco a mezza frase - Tu oggi sei davvero fuori di te. Stai ancora leggendo quel romanzo rosa di cui mi parlavi? -

- Non importa se si è uomo o donna, si può leggere di tutto. Basta con le assurdità che dicono che gli uomini non possono leggere le storie d'amore. -

- Non ho mai detto nulla del genere. Mi riferivo ad altro. Tu sei il tipo di persona che si fa condizionare da ciò che guarda o legge. -

- Ma non è vero. - distoglie lo sguardo.

- No? Ricordi quando, alle medie, hai deciso di iscriverti ad un corso di origami? Avevi visto in televisione uno speciale sulla loro origine. Ed in prima superiore, quando hai deciso di tingerti i capelli di verde? L'avevi fatto perché era il colore di quelli del protagonista dell'anime che stavi seguendo. Quella volta tuo padre pensò seriamente di rasarti la testa, si fermò solo grazie a tua madre. Vuoi che continui? -

- No. - borbotta totalmente colpevole.

- Bene. -

- Comunque non c'entra il libro che sto leggendo. Lo dico perché ti si legge in faccia che ti piace. -

- Smettila Seiichi. - mi alzo di scatto.

Adesso basta.

Non ne posso più di questo discorso.

Mi irrita, inoltre... devo studiare.

- Perché? È una brava ragazza, non vedo quale sia il problema. -

- Ti ho detto di smetterla. - mi avvio verso la porta - Credo sia bene che tu ora torni a casa. -

- Ah, a volte sai essere davvero cocciuto, ma stavolta non ne comprendo il motivo. Fammi dire un'ultima cosa... - mi fissa serio, fermandosi davanti alla porta - Secondo me tu a lei piaci, cerca di non fare casini. Lasciarti scappare il tutto dalle mani sarebbe uno spreco. -

- Buona serata, Seiichi. - lo saluto prima di chiudere.

Che nervi che mi ha fatto venire.

Ma che ne sa lui?

Io piaccio ad Ayako?

Si nota che l'ha vista solo per qualche minuto, non ha compreso minimamente che tipo di persona lei sia.

In realtà ciò non l'ho capito bene nemmeno io, ma una cosa la so.

A quella ragazza è successo qualcosa di davvero brutto in passato.

Per questo sono certo che non pensa assolutamente all'avere una relazione, men che meno con me.

Aspetta...

Che cazzo vado a pensare?

Così sembra che Seiichi abbia ragione, su di me.

Io non sono interessato ad Ayako, almeno... non come intendeva lui.

Trovo solo che lei sia una tipa curiosa.

È la prima volta che una ragazza non si comporta da civetta.

Ed è pure molto più intelligente e divertente di quelle con cui ho avuto a che fare fin'ora.

Insomma... lei mi piace, ma come persona.

Nulla più.

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