Capitolo VI
- Non ne posso più! È passata una settimana da quando abbiamo cominciato e non siamo mai andati a divertirci. Nemmeno solo per un'oretta. - Emi si lamenta, durante la pausa pranzo.
- Questo perché abbiamo avuto un sacco da fare. Dovevamo ingranare la marcia con le lezioni ed io sto pure cercando un lavoretto part-time. - ridacchio.
- Ora però siamo molto più tranquilli. Si potrebbe pensare di andare da qualche parte. - ci sorride Ichiro.
Alla fine ho cominciato ad abituarmi alla sua presenza ed, Emi, come promesso sta sempre con noi.
Il ragazzo poi non è affatto antipatico.
- Ottima idea! È deciso, al termine delle lezioni si va al karaoke! - la bionda si alza in piedi di scatto.
- Eh? Hai già deciso tu per tutti? - ride il ragazzo.
- Che c'è? Non esiste nessuno a cui non piaccia il karaoke. - ribatte sorpresa.
- Non è propriamente corretto... - mugugno sottovoce.
C'è un sacco di gente a cui non piace cantare.
Io però non sono tra quelli.
- Uh, guardate. Arriva l'idolo. È la prima volta che lo vedo in mensa. - Emi torna a sedersi, indicando qualcuno poco distante da noi.
- Idolo? - Ichiro la guarda confuso.
- Sì, Norio Kawashiro, secondo anno della facoltà di legge. È single, bravo in tutte le materie e pure negli sport. Bello da mozzare il fiato, ammirato ed enigmatico. Sorride di rado e solo al suo amico. - se ne esce con fin troppe informazioni.
Amico? Quindi c'è davvero qualcuno.
Beh, in fin dei conti mi sembra normale.
E poi... non è vero che sorride solo a quel tipo, ma è meglio non dirlo.
- Accidenti, sei forse una delle sue fans? - la guardo preoccupata.
Se così fosse avrei qualche difficoltà ad invitarla a casa.
- Oddio, è vero che è bello da paura, ma... assolutamente no. - scoppia a ridere.
- Eppure sei super informata. -
- Questo perché adoro tenermi aggiornata su questioni del genere. Ho sentito parlare di lui già il secondo giorno, da alcune studentesse dell'accademia. Al che la curiosità ha preso il sopravvento. -
- Io non capisco voi ragazze. A me sembra un tizio normale, quasi banale. - sbuffa Ichiro.
- Al contrario, sembra essere il più promettente studente dell'università di legge. Ho sentito che ci sono già alcuni importanti studi legali che lo vogliono, appena prenderà la laurea. -
- Cavoli, questo non lo sapevo. - mi lascio sfuggire ad alta voce.
- Oh, cosa odono le mie orecchie? Quindi conoscevi già il nome del famoso idolo? - Emi mi studia con attenzione.
- Eh? Io... - sento il cuore accelerare.
Che dovrei dire?
Non posso raccontare che è il mio vicino.
Almeno... credo.
Sto ancora fingendo di non conoscerlo, anche se questa settimana abbiamo fatto parte della strada assieme, varie volte.
- Non mi dire! Sei tu una delle sue fans! - si esalta non poco.
- Ma cosa?! Non potrei mai essere fan di quel dispettoso ragazzo! -
Maledizione!
Ho di nuovo parlato senza pensare.
- Dispettoso? Ma vi conoscete? - Ichiro mi fissa confuso.
- Ma no, figuriamoci. Mi dà solo l'impressione di esserlo. - mi salvo per il rotto della cuffia.
- Tu dici? - Emi si sofferma fin troppo a guardare il ragazzo in questione.
- Emi, così finirà per notarti. - la rimprovera Ichiro.
- Ma va, non hai fatto caso che non guarda quasi nessuno negli occhi? Fin'ora ci sono state svariate ragazze che gli si sono avvicinate, ha sempre risposto in maniera educata, ma senza incrociare i loro sguardi. - continua lo studio del soggetto - Mi piacerebbe scolpirlo. Chissà se poserebbe per la classe. -
- Non credo proprio. - scoppio a ridere immaginando già la faccia che farebbe se glielo chiedessero.
- Perché ridi? Io ero seria. Starebbe una favola vestito da divinità greca. -
- Non lo metto in dubbio, ma non mi sembra il tipo che si presterebbe a fare da modello. -
Anzi, potrebbe pure finire per risponderle in maniera sgarbata.
- Ora basta parlare di quel tipo, vorrei mangiare senza pettegolezzi da quattro soldi. - sbuffa Ichiro, chiudendo finalmente il discorso Norio.
Quel pomeriggio ci avviamo quindi al karaoke.
- Voglio cantare fino a sentire le corde vocali doloranti! - si gasa Emi.
- Non esagerare. - ridacchio.
- Lasciala fare, almeno avremo un giorno libero dalla sua parlantina. -
- Che cattivo, Ichiro! - scatta la ragazza con fare offeso - Non ti libererai delle mie chiacchiere, mai! - lo minaccia.
Ed è così che parte il divertimento.
Emi è davvero brava a cantare, ma sceglie sempre canzoni assurde.
Ichiro invece non è un granché, però si diverte in maniera davvero genuina.
- Che sete, mi si sta seccando la gola. E comincio pure ad avere fame. - Emi si lamenta, mentre si appresta a scegliere le nuove canzoni.
- Ci credo, hai cantato tu quasi la metà di tutto. - Ichiro scuote il capo.
- Stavo per andare in bagno, volete che poi ordini qualcosa? Oramai è praticamente ora di cena. - mi alzo avviandomi alla porta.
- Grazie, sei un tesoro! Io vorrei un hamburger e dell'aranciata. - s'illumina la bionda.
- Anche per me un hamburger, ma con del tea alla pesca. Grazie. -
- Ottimo, torno subito. - sorrido ad entrambi prima di andarmene.
Quando racconterò a Koyuki di questa uscita non ci crederà.
Era quasi un anno che non uscivo in compagnia, con la presenza di un ragazzo.
- Oh, Ichiro. Che ci fai qui? - mi sorprendo trovandolo fuori dai bagni.
- Ti stavo aspettando. Non mi sembra giusto far fare tutto a te. -
- Ma non è un problema, devo solo comunicare l'ordine. Poi ci penseranno i dipendenti del karaoke a portarci il tutto. - sento un peso sul petto, stando sola con lui - Emi è rimasta nella stanza da sola? -
- Era così presa dalla scelta delle canzoni che non si è nemmeno accorta che stavo uscendo. -
- Capisco... -
- Sai, stavo pensando... - scatta ad un certo punto, con fare imbarazzato - Sei davvero carina quando ridi. -
- Grazie. - non riesco a guardarlo.
Non sta facendo nulla di male ed è pure gentile eppure... sono terribilmente in allerta.
- E trovo anche che tu sia molto simpatica e fine. Non ho mai conosciuto una ragazza come te. -
- Eh? Non sono così particolare. -
- Invece sì, c'è qualcosa di misterioso in te e m'intriga davvero un sacco. -
No...
Non mi piace affatto la piega che sta prendendo questa conversazione.
Devo fermarlo prima che sia troppo tardi.
- Scusa, non mi sento a mio agio con questi discorsi. -
- Eh? Eddai, oramai siamo amici. Pensavo che potremmo anche andare a fare un giro assieme, noi due. L'altro giorno dicevi di non essere riuscita a trovare tutto il materiale richiesto dai prof. Posso accompagnarti nel negozio di cui ti ho parlato. - parte ad attaccare.
- Mi dispiace. Non vorrei approfittare della tua gentilezza. - sento le gambe cominciare a tremare.
Devo calmarmi.
Posso farcela ad affrontarlo come si deve.
In fondo mi ha solo proposto un'uscita.
- Ma figurati, lo faccio volentieri. Potresti ricambiare portandomi nel posto dove hai acquistato quei pennelli spettacolari. - insiste.
- Difficile da fare, mi sono stati regalati dai miei per l'ammissione. Poi... se andassimo in giro per conto nostro, Emi potrebbe sentirsi esclusa. -
- Tranquilla, non se la prende per cosucce del genere. Comunque preferirei evitare di andare con lei, finirebbe per trascinarci in qualche strano negozio di roba hippy. Non sopporto quei posti, puzzano. -
- Mi sembra comunque poco carino. - non demordo.
Non me la sento proprio di uscire da sola con lui.
Nemmeno per una caccia ai materiali per l'accademia.
- Dai, non avrai forse paura di me, vero? - china pericolosamente il capo verso il mio viso.
Ok, forse è bene essere oneste.
- Non mi trovo molto a mio agio con i ragazzi. Per questo non me la sento di andare in giro con te. -
- Eh? Ma non sono mica uno sconosciuto. Siamo amici. Dai, perché non andiamo a berci qualcosa al bar all'ingresso? Così vedrai che non c'è nulla da temere. -
- Scusa, preferisco tornare da Emi. - cerco di avviarmi, ma lui mi afferra per un polso.
Un tuffo al cuore, di panico, mi fa scattare liberandomi di brusco dalle sua presa.
- Non credi di star ad esagerare? Ti ho chiesto di andare al bar qui, mica di seguirmi in un hotel. -
- Per cortesia, potresti tornare da Emi? Vado ad ordinare e vi raggiungo. - vorrei solo fuggire lontano da tutto ciò.
C'è qualcosa, nel suo tono e nello sguardo che... non lo so, ma il mio istinto invece sì.
- Giusto, i nostri ordini. Perché non andiamo assieme? Dai. - mi sorride per poi afferrarmi nuovamente per il polso.
A quella insistenza sento il respiro bloccarmisi in gola.
Il mio corpo va in totale blackout.
Lasciami.
Non voglio venire con te.
Per quanto io urli, ciò avviene solo nella mia testa, le mie labbra sono serrate dalla paura.
Dannazione...
Avevo giurato a me stessa di reagire.
Chiudendo gli occhi cerco di far appiglio alle mie ultime forze ed inizio così a puntare i piedi.
- Ed ora che hai? Tutto ok? Dai, muoviamoci. Ho una fame pazzesca. - non si rende minimamente conto della mia agitazione.
Come può essere così cieco? Oppure... non gli interessa?
- No, non è ok. - sento un'altra voce ed improvvisamente la stretta si allenta.
Appena riapro gli occhi mi trovo a vedere Norio con la mano stretta sul polso di Ichiro. Il moro lo sta guardando con occhi di fuoco, ma cercando di mantenere la calma.
- E tu cosa vuoi? - Ichiro si massaggia il polso dolorante - Stavo cercando di andare ad ordinare con la mia amica, non sono affari che ti riguardano. -
- Non mi sembra che lei volesse seguirti, sbaglio? - si china verso di me.
Agitata come sono riesco solo a scuotere il capo per rispondere affermativamente.
- Visto? Il tuo non è stato affatto un comportamento carino. - ribatte ad Ichiro.
- Non pensavo che, il famoso idolo delle scuole della zona, fosse un tale ficcanaso. Ti piace fingere di fare la parte del cavaliere dall'armatura scintillante? Peccato che qui non ci fosse nessuna da salvare. - sputa acidamente il castano.
- Norio? Che sta succ...edendo...? - compare il tipo che era a pranzo con lui.
- Non ti devi preoccupare. Questa ragazza si è sentita male, penso che l'accompagnerò. Dove abiti? - finge di non saperlo.
Il suo amico precede, quindi, qualunque mia possibile risposta - Eh? Ok, ma... - si mette a fissare Ichiro, il quale sta fulminando Norio senza dire nulla.
- Andiamo? Credo sia bene che tu prenda una bella boccata d'aria. - ignora entrambi per sussurrare tali parole con tono pacato, per poi poggiare una mano sulla mia schiena.
A quel tocco stranamente non reagisco male, anzi... ciò riesce finalmente a calmarmi un pochino.
Annuendo faccio per avviarmi, quando decido di rivolgermi un'ultima volta a quello che, prima d'oggi, stava per diventare a tutti gli effetti un mio amico.
- Non sopporto sentirmi pressata. - e senza nemmeno attendere una risposta mi allontano con Norio.
Aveva proprio ragione.
Mi serviva davvero prendere una boccata d'aria.
Tirando un profondo respiro mi sembra di riuscire a respirare per la prima volta, dopo un'eternità.
Per un po' continuiamo dunque a camminare in silenzio, mentre sento la tensione scendere.
Che avrei fatto se non ci fosse stato Norio?
Cosa credevo di fare da sola?
Forse stavolta ho ingigantito le cose, ma... no. So riconoscere quello sguardo.
L'ho visto fin troppe volte, prima che fosse troppo tardi, ed ognuna di esse ho fatto finta di nulla o minimizzato.
Lo sguardo di Ichiro era troppo simile a quello del mio ex.
Avrei dovuto fermarlo subito, in maniera molto più secca.
Dannazione a me ed alla mia voglia di non risultare maleducata.
Sono una persona così debole...
Ho fatto un sacco di bei discorsi a me ed ai miei cari, ma sono ancora ben lontana dal superare le mie paure.
Cielo...
Se non ci fosse stato Norio ora sarei chissà dove con Ichiro.
Come sono stata fortunata.
La consapevolezza di tale cosa finisce così per aggredirmi in maniera brutale.
Bloccandomi sul posto comincio a tremare come una foglia.
Ed ora che dovrei fare?
E se Ichiro ci riprovasse?
Persone come lui non si fermano con due parole.
Cosa dovrei dire o fare domani, a scuola?
Vecchie ansie tornano a galla spaventose nello stesso identico modo di una volta, mentre Norio cerca invano di chiamarmi.
Non voglio che tutto si ripeta di nuovo.
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