Il nostro lavoro è la nostra vita
Dopo quella notte fantastica e dopo aver pranzato insieme, Angelo mi riportò a casa riprendendosi la sua macchina.
Mentre stava andando via mi disse: "Ricordati quello che ti ho detto a casa mia prima di andare al Congresso, non stavo scherzando!"
"Intendi dire della convivenza?" Gli risposi nervosa.
"Sì, ed ero serio mentre te lo dicevo!"
"Aspettiamo ancora un po', io desidero tantissimo venire a vivere con te, ma non è facile per me!"
"Tu dici così solo perché hai paura di affrontare la tua famiglia, tu devi pensare a essere felice e non stare a farti troppi pensieri, vedrai che con me ogni giorno al tuo fianco sarai più tranquilla e felice!"
Lo abbracciai fortissimo e gli dissi: "Grazie di esistere amore mio".
Lui mi baciò dicendomi: "Poi ne parleremo meglio, la tua famiglia non potrà più ostacolare il nostro amore. Io spero che tua sorella e tuo fratello vedano il TG, così si renderanno conto che noi due facciamo sul serio!"
Mi salutò dicendomi che ci saremo rivisti il giorno dopo, per il turno di mattina e andò via con la sua macchina.
Appena arrivata a casa, sentii che mio fratello in cucina fece cadere dei piatti. Andai subito di corsa a vedere cosa era successo, gli domandai preoccupata: "Cosa hai fatto? Ti sei fatto male?"
E lui mi rispose: "È colpa tua!"
Non riuscivo a capire cosa voleva.
Ma gli dissi: "Ah! E io cosa centro?!"
Ma lui mi urlò: "È sempre colpa tua se le cose vanno male in questa casa! Te ne vai a dormire a casa del dottore e chissà che vai facendo?!"
Gli risposi arrabbiata: "Guarda che ieri sera siamo andati al Congresso nazionale della SIOT, ed è un evento molto importante per noi. Ci hanno dato anche un premio speciale, il servizio stasera lo manderanno anche al telegiornale!"
E mio fratello replicò: "Bene sono contento per voi, ma hai dormito comunque a casa di un uomo più grande di te!?"
Mi stava facendo innervosire, e stavo cominciando anche a tremare.
Ma gli urlai: "Cosa vorresti sapere? Se lo abbiamo fatto? Anche se fosse non sono cose che ti riguardano!"
Lo mandai a quel paese, e me ne andai in camera mia sbattendo la porta.
Non riuscivo a capire perché si comportavano così, eppure il Dottor Cox è sempre stato presente nella nostra famiglia, invece di essere contenti si preoccupavano per l'età.
Volevo chiamare Angelo per dirgli che mio fratello si era arrabbiato, ma ho preferito lasciar perdere perché non volevo disturbarlo ogni volta.
Anche perché dovevo stare calma, altrimenti avrei avuto uno dei miei soliti attacchi di panico e lo avrei coinvolto.
Si fecero quasi le venti, e presto sarebbe cominciato il telegiornale. Quindi andai in cucina, accesi la televisione e urlai: "Venite a vedere tutti sta per cominciare il telegiornale, ci siamo io e il Dottor Cox" e subito vennero a vedere.
Fecero prima i titoli di coda con il servizio, e poi lo mandarono in onda.
Era un emozione unica vederlo in TV, fecero anche vedere un pezzettino della mia spiegazione.
Subito dopo anche la nostra premiazione, poi uscì fuori l'intervista che ci fecero.
E la giornalista cominciò a dire: "Abbiamo qui con noi il Dottor Angelo Cox e l'infermiera Stella Gagliardi, due icone molto importanti per il reparto di ortopedia del Sacro Cuore" e la giornalista continuò: "voi due siete colleghi nel lavoro e innamorati nella vita, come è nato questo vostro amore?"
Fu Angelo a rispondere: "Noi ci siamo incontrati per caso quindici anni fa ed eravamo solo medico e paziente, con il passare degli anni ci siamo resi conto di condividere la stessa passione e cioè quella dell'ortopedia traumatologica. Quando Stella faceva tirocinio avevo già capito che sarebbe arrivata molto in alto, da quando lavora con me in ortopedia è nato un grande amore. Tra noi due c'è molto feeling e ci capiamo con un solo sguardo, e non saprei vivere senza di lei" la giornalista rimase abbagliata da quelle parole.
E continuò a dire: "Non vi preoccupa la vostra differenza di età?"
Stavolta risposi io: "Per noi l'età non conta, siamo tutti e due adulti e vaccinati. Lui ha qualcosa che non avevo mai trovato prima in un uomo. Ho frequentato uomini che sono stati più vicini alla mia età, ma erano tutti molto immaturi e non sapevano come trattare la loro donna... lui è sempre stato presente nella mia vita, aiutandomi ad affrontare le mie paure e le mie insicurezze. E non saprei vivere senza di lui" la giornalista era molto entusiasta.
E per finire disse: "Preferite la vostra vita insieme o il vostro lavoro?"
E ridendo insieme per quella ultima e stupida domanda, Angelo disse: "Il nostro lavoro..." e io continuai: "è la nostra vita" e poi come ultimo fecero vedere tutte le nuove tecnologie.
I miei fratelli rimasero sbalorditi, mia sorella che vive con me rimase contenta, dicendomi che ero stata brava.
Mio fratello che sbraita sempre disse: "Sì vede che tu e Cox fate sul serio" sembrava sincero.
"Sì grazie, l'importante è che lo hai capito!" Gli ribadii.
Dopo un po' mi chiamò anche mia sorella sposata, perché anche lei aveva visto il servizio al telegiornale. Mi fece i complimenti, dicendomi che aveva capito che io e Angelo eravamo seri a riguardo della nostra relazione. Anche i miei nipotini mi fecero i complimenti.
Chiamai subito Angelo ma aveva il telefono occupato, dopo cinque minuti mi richiamò dicendomi: "Stella amore mio, prima stavo parlando con mia figlia, hai visto il servizio?"
Gli risposi: "Sì amore mio l'ho visto! Lo hanno visto tutti, e si sono resi conto che facciamo sul serio" almeno credevo.
Lui con voce emozionata mi rispose: "Sono contento, l'ho anche registrato. Così quando vieni di nuovo a casa mia lo rivediamo insieme" era dolcissimo in quel momento, mi sembrava un bimbo al telefono.
"Sei dolcissimo amore mio, ti amo tremila!" Gli conferii.
E lui rispose: "Ti amo tremila anch'io, ci vediamo domani mattina!"
"Sì a domani piccolo mio" mi piaceva chiamarlo piccolo.
Il giorno dopo in reparto tutti ci
applaudirono le mani, eravamo diventati famosi.
Quando feci il giro della terapia insieme a Mark, tutti i pazienti mi fecero i complimenti.
Tranne Roberto che sembrava non interessato, mi guardava in modo strano e avevo paura.
Ad un tratto mi borbottò: "Ieri sera eri ridicola in televisione!" Aveva i suoi soliti occhi da pazzo.
Mark era fuori dalla stanza, ma se ne accorse che c'era qualcosa di strano.
Allora entrò, mi venne vicino dicendomi: "Tutto bene Stella?"
Cominciai a tremare e gli annuì: "Pensaci tu a lui, deve fare un'iniezione di antibiotico intramuscolare" e me ne andai terrorizzata.
Una volta finita la terapia Mark mi domandò: "Stella ma chi era quel paziente lo conosci?"
"È il mio ex ragazzo" gli risposi.
"Cavolo non lo sapevo, scusami!"
"Non ti preoccupare" non poteva saperlo.
Entrati in infermeria Angelo notò qualcosa di strano in me, mi chiese cosa era successo. Ma io non gli risposi avevo lo sguardo nel vuoto, perché mi era ritornata la paura.
Allora lui sbattendo la mano sul tavolo, fece sobbalzare tutti dicendomi: "Stella ti ho detto mille volte, che quando ti faccio una domanda tu mi devi rispondere subito!"
Gli risposi alterata: "Cosa ti devo dire?!"
E Angelo rispose: "Ti ho chiesto cosa ti è successo?"
Gli risposi con affanno: "Ho paura del paziente nella stanza numero 408, va bene adesso?"
E sentivo che mi stavo sentendo di nuovo male, c'erano anche i tirocinanti. Volevo evitare di avere uno dei miei soliti attacchi di panico, ma non ci riuscivo era più forte di me.
Angelo mi venne vicino e cercò di farmi stare calma.
"Stella amore mio calmati, ci sono io con te non potrà farti del male!"
Mark confessò: "Si è spaventata perché l'ha guardata in un modo strano e io me ne sono accorto, e mi ha chiesto a me di fargli l'iniezione".
Tremavo sempre più forte, le mani cominciarono a sudare.
E dissi ad Angelo: "Stanno ritornando non è colpa mia, da quando sto con te non gli avevo più, aiutami amore mio!"
Lui mi diceva di calmarmi e di fare i soliti esercizi di respirazione, ma sentivo solo dei rimbombi di voce.
Mi sentivo svenire, così per la seconda volta svenni a lavoro.
Erano tutti spaventati e c'erano anche due tirocinanti del primo anno che ridevano, Mark subito aiutò Angelo a farmi sollevare le gambe.
Ada mi prese la pressione arteriosa, e avevo la sistolica a 90 e la diastolica a 80, stavo andando anche in tachicardia avevo i battiti a 100.
Angelo appena vide che i due tirocinanti stavano ridendo urlò:
"Ma che cavolo avete da ridere? Che razza di persone siete?! I veri infermieri non si comportano come voi, mi fate schifo! Una ragazza sviene e voi ridete!?" E continuò a dire incavolato più del solito: "Andate immediatamente fuori di qui! FUORI HO DETTO!!! E NON VI VOGLIO PIÙ VEDERE IN REPARTO!"
I due tirocinanti impauriti andarono via, facendosi firmare la presenza dal caposala e lui gli sospese. Così non potevano più continuare le ore del tirocinio.
Io ero ancora lì a terra delirante e tremante, Angelo disse a Mark: "Portiamola in sala medici, così la mettiamo sul lettino di là" stavolta non mi calmavo.
Angelo dovette somministrarmi per forza degli ansiolitici per endovena, fu Mark a mettermi la flebo.
Poi mi fece un prelievo di sangue per vedere gli enzimi cardiaci, erano anni che non mi venivano attacchi di panico così forti.
Angelo preoccupato domandò a Mark:
"Ma che cavolo è successo si può sapere?"
Mark ancora più preoccupato gli rispose: "Non lo so, io stavo preparando altre cose, appena mi sono girato verso la stanza ho visto che tremava e quello la guardava in modo strano. Allora sono entrato per aiutarla e mi ha chiesto a me di continuare, poi fuori mi ha detto che era il suo ex, io non lo sapevo"
Angelo disse: "Tranquillo non potevi saperlo, ho sbagliato io a non dirtelo. Non so se ho fatto bene a somministrarle degli ansiolitici, ma non avevo altra soluzione non si calmava, erano anni che non la vedevo così. Poi da quando stava con me non aveva più attacchi di panico"
Mark per tranquillizzarlo gli disse: "Stai tranquillo hai fatto bene, gli aveva già somministrati prima?"
"Sì, che io ricordi sì ma tanto tempo fa capitò la stessa cosa, ora non ricordo il motivo" e chiese a Mark di rimanere con me fino a quando mi sarei ripresa, lui intanto andava a fare il giro visite.
Dottor Angelo Cox:
Durante il giro visite arrivato nella stanza di Roberto ero nervosissimo, dicendogli: "Sei un essere spregevole, avevi detto che non avresti più bevuto e che te ne andavi con i medici missionari. Invece ti ritrovi qui a far di nuovo del male a Stella, dovevo farti morire dissanguato!?"
Lui mi sbottò: "Io non volevo mi hanno costretto, mi hanno portato al piano superiore del locale e mi hanno spinto facendomi cadere. Non so come ho fatto a farmi una frattura del genere!"
Gli risposi: "E io dovrei crederti? Il lupo perde il pelo ma non il vizio, eri ubriaco e questo mi è bastato per capire che razza di bestia sei. Non ti permettere mai più di guardare Stella in modo minaccioso, È CHIARO?"
E Roberto mi rispose: "Io ci tengo ancora a Stella, e ieri sera vedendo il servizio al telegiornale, mi sono ingelosito" provavo solo disprezzo per lui.
Ma continuai a dirgli: "Ma quando mai tu hai tenuto a Stella?! La picchiavi perché eri sempre ubriaco. Fammene andare altrimenti qui andrà a finire male, e non voglio essere cacciato" e me ne andai dicendo a Ada di disinfettargli la gamba.
Nel frattempo in sala medici con Mark mi stavo riprendendo, lui era molto preoccupato e mi disse: "Come ti senti ora Stella?"
"Sto bene grazie, scusami non volevo arrivare a queste condizioni"
Mark ancora più preoccupato mi rispose: "Ma che dici?! Non ti devi scusare non è colpa tua, sono io che ti devo chiedere scusa perché ti ho trascurata" era come se volesse piangere.
Ma facendo un respiro profondo gli risposi: "Tranquillo non mi hai trascurata, io sto passando molto tempo con Cox e tu stai passando molto tempo con Tony, vi siete messi insieme?"
Mark diventò tutto rosso dicendomi: "Ci vogliamo molto bene e tra di noi è nato un rapporto speciale, noi ci conosciamo da quando facevamo tirocinio insieme. Lui è mio migliore amico te l'ho detto, ma io sono sempre innamorato di te. E quel bacio che c'è stato tra di noi quella sera, non lo dimenticherò mai!"
"Lo sai benissimo che tra di noi non potrà mai esserci niente" gli risposi.
"Sì questo lo so, io sono contento che tu stia con il Dottor Cox, perché so che sei felice con lui e questo mi basta" e mi teneva la mano.
Dopo un po' entrò Cox dicendo: "Stella amore mio come ti senti?"
"Sto bene, grazie amore mio. Ma posso alzarmi?"
"Sì, la flebo è pochissima, basta così puoi chiuderla. Toglila Mark!" E la tolse subito.
Mi alzai dal lettino, la testa mi girava pochissimo.
Angelo mi replicò: "Stella amore mio, come mai hai avuto un attacco di panico così forte?"
Gli risposi: Per colpa di Roberto, perché mi ha guardato con i soliti occhi da pazzo. Gli stessi che aveva quando mi voleva picchiare"
Mark rimase scioccato, perché lui ovviamente non sapeva nulla.
Angelo prese la mia mano e commentò: "Amore non ti devi preoccupare, gli ho fatto una bella ramanzina che se la ricorderà per sempre. Io e Mark ti staremo sempre vicino" ero felice di avere due amici come loro.
Mark balbettò: "Noi ti amiamo Stella, e lo sai benissimo!"
Angelo strinse la mano sulla spalla di Mark, e lui: "Ahia, scusa scusa, tu la ami di più ok!" Mi facevano tanto ridere.
Poi alla fine Mark mi misurò di nuovo la pressione, si era stabilizzata avevo 125/60 e gli enzimi cardiaci andavano bene.
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