Di sempre la verità e non sbaglierai mai
Passò una settimana, da quando io e Cox eravamo in pausa di riflessione. Le cose stavano peggiorando non riuscivamo più a parlarci. Non riuscivo a parlare nemmeno con Mark, perché aveva paura di Cox e ogni volta che lo vedeva scappava.
La cosa che mi dava più fastidio era quando lui si fermava a parlare con le altre, sembrava che ci provava con tutte. E ogni volta che lo faceva mi guardava, come se volesse creare attenzioni per farmi ingelosire.
Ma durante un turno di pomeriggio accadde l'incredibile, ero andata nella stanza di una paziente del reparto di medicina che era appoggiata da noi, era intubata e monitorata.
Stavo prendendole i parametri vitali, ad un certo punto entrò Cox dicendomi: "Come va con la signora Rossi? "
"Bene!" Gli risposi con un tono arrabbiato.
E scrivendo sulla cartella clinica neanche lo guardai in faccia.
Ma lui mi perseverò: "Oh ma insomma Stella, perché non ci comportiamo da adulti e proviamo a chiarirci?"
E ancora più arrabbiata gli risposi:
"È una settimana e più ormai che stiamo in pausa di riflessione, non mi sento più amata da te. Mi stai facendo impazzire!"
Ma guardandomi dritto negli occhi confessò: "Quella volta in sala operatoria avrai notato che tremavo, ho avuto paura pensavo di non farcela perché sono sempre attratto da te. A fine intervento sono andato subito via perché stavo per piangere e non volevo che si sapesse, perché per me è fondamentale che tutti mi vedano come mi vedevano prima, infallibile. E spero che questa mia ammissione riesca a farti sentire di nuovo amata, non riesco a stare senza di te" e detto questo se ne andò.
E rimasi lì da sola con la signora Rossi, volevo correre da lui, ma non ci sono riuscii.
Ritornata in infermeria e finito di scrivere le consegne perché toccava a me, mi andai a cambiare.
Ada era già nello spogliatoio, le raccontai quello che mi aveva detto il Dottor Cox.
E lei mi rimproverò: "Non devi scappare da lui ogni volta che vuole parlati, dovevi andargli dietro e fermalo" per lei era facile.
Ma le ribadii: "Lo so hai ragione, ma non ci sono riuscita e non so nemmeno io il perché".
Uscite dallo spogliatoio Angelo era fuori ad aspettarmi, con lui c'era anche Mark.
Appena mi vide mi annunciò: "Stella prima che tu vada via vorrei chiarire una volta per tutte con te, Mark ha qualcosa da dirti!"
Mark era molto agitato, ma cominciò a dirmi che era stata tutta colpa sua. Mi disse anche tutto quello che era successo tra noi due, ed era stato lui a soccorrermi dopo che mi ero sentita male per colpa di Cox. Perché lui si era nascosto e aveva assistito alla nostra scenata.
La cosa che mi diede fastidio non era Mark che mi ha baciato, ma il fatto che Angelo non si è fidato di me in quel momento nonostante io piangevo.
Dopo la confessione di Mark ero scioccata.
"Perché non me lo hai detto prima?" Gli domandai furibonda.
E Mark mi rispose: "Mi dispiace scusami, però ti ho assistito e ti ho fatto portare al pronto soccorso. Cox non si è fidato di te e ti ha lasciato lì a piangere" infatti aveva ragione.
Lui intervenne dicendo: "Hey io sono qui! E non mi sei d'aiuto così!?"
Ma gli obiettai: "Perché non mi hai voluto credere? Invece di prenderti quella maledetta pausa di riflessione!"
E lui si giustificò: "Perché pensavo che ti piacesse pomiciare con Mark!"
In quel momento non ci ho visto più non avrebbe dovuto dirmi così, allora gli diedi uno schiaffo davanti a tutti facendolo girare con la faccia dall'altra parte.
E gli urlai: "Questo è quello che ti meriti!"
Ma lui mi prese, mi strinse a se e mi guardò dispiaciuto.
E all'improvviso mi baciò.
Lo baciai anche io mi era mancato tantissimo, tutti applaudirono le mani compreso Mark. Aveva finalmente capito che lui con me non aveva speranza, perché io ero troppo innamorata di Cox.
Così siamo usciti insieme dall'ospedale, ed eravamo ritornati a camminare mano nella mano. Siccome era tardi lui mi propose di andare a dormire a casa sua, visto che il giorno dopo avremmo dovuto fare la mattina.
Accettai subito, arrivati a casa sua dopo che avvisai la mia famiglia che dormivo da Cox, ci siamo messi a cucinare ed eravamo molto in sintonia anche in cucina.
Mentre mangiavamo gli raccontai tutto quello che mi era capito durante la pausa di riflessione, gli dissi anche come mi aveva trattata il mio ex, e della conversazione che ebbe con il padre di Gabriele.
Lui mi disse che non mi dovevo preoccupare, perché c'era lui accanto a me e non mi avrebbe mai più lasciata sola, mi chiese scusa per non essersi fidato di me. Ma in quel momento ebbe paura, perché si ricordò della sua ex moglie quando lo tradì.
Dopo mangiato ci siamo sdraiati insieme sul divano, pensando a cosa regalare a Gabriele per il suo compleanno. Doveva essere qualcosa di speciale, come lo eravamo noi per lui.
Era da tantissimo tempo che non facevamo più l'amore, questo ci portò ad avere ancora di più una forte attrazione fisica.
Abbiamo cominciato a baciarci a toccarci e alla fine a spogliarci.
Mentre lo facevamo lui mi diceva: "Ti amo amore mio, più i giorni passano e più mi rendo conto che non posso vivere senza di te. Sei tutta la mia vita, TI AMO!"
Mi sentivo di nuovo amata da lui e gli risposi: "Ti amo anch'io amore mio, non mi lasciare più ti prego. Io ho solo te e ti amo più della mia stessa vita".
Mentre continuavamo a fare l'amore che avrei voluto che quel momento non finisse mai, lui mi sussurrò: "Voglio avere un bambino da te e non mi importa se sono vecchio, lo desidero tantissimo e sono pronto a ricominciare con te!"
Ero al settimo cielo perché sapevo che in quel momento era sincero.
Così gli affermai: "Avere un bambino da te è il mio sogno più grande, non sei vecchio, sei maturo e sei il mio uomo" e si scatenò in noi una passione stravolgente.
Dopo aver fatto l'amore siamo rimasti tutto il tempo fino al mattino abbracciati l'uno accanto all'altro, ed è stato ancora più bello.
Giunta mattina dandoci il buongiorno con un bacio, eravamo pronti per andare a lavoro insieme.
Le cose erano ritornate come prima, ero felicissima di poter entrare di nuovo al Sacro cuore insieme a lui. Tutti erano contenti di rivederci di nuovo insieme, ma c'era anche qualcuno che ancora non approvava la nostra differenza di età, ma a noi non importava nulla.
Appena arrivati in reparto c'era un nuovo intervento da fare ad un ragazzo, una frattura del metatarso.
Arrivati in sala operatoria mentre la anestesista procedeva con l'anestesia, Cox mi chiese di spiegare la procedura dell'intervento ai tirocinanti.
Così cominciai: "L'intervento che andremo a fare oggi consiste in una frattura del metatarso. Il metatarso è una parte dello scheletro del piede, consistente di cinque ossa lunghe e sottili disposte parallelamente. Una frattura del metatarso si definisce scomposta quando lo spostamento della falange è ben visibile e l'osso è deformato, trapassa e lacera la cute oppure il dito è rivolto in una direzione anomala".
Mentre il paziente era pronto, Cox si avvicinò per cominciare a tagliare.
E subito cominciò a dire:
"In questo caso quando la frattura è grave e i due monconi sono troppo distanti tra loro, serve l'intervento chirurgico per saldare l'osso evitando complicanze. L'operazione consente la riduzione della frattura, tramite una vite o placca per ricomporre l'osso".
Durante l'intervento fece vedere come era formato l'osso, spiegando che la frattura del metatarso si distingue in due fratture principali, la frattura di Jones e la frattura del ballerino.
Dopo l'intervento appena usciti dalla sala operatoria, ci fermò Angelica dicendo: "Scusatemi Dottor Cox e Stella, ma volevo dirvi che sono felice che siate ritornati insieme. È bello vedervi di nuovo in sintonia" stava cominciando a essermi simpatica, non mi pesava neanche più che avrebbe fatto la tesi con il Dottor Cox.
In quella stessa mattina siamo dovuti andare in riabilitazione per visitare Roberto, forse doveva essere operato di nuovo. Mi sentivo sicura perché con me c'era Angelo, quindi non poteva farmi niente.
Arrivati in riabilitazione coso non era nella sua stanza, Angelo chiese ad un infermiere dove era andato ma lui non lo sapeva.
Così Angelo cominciò ad innervosirsi: "Sicuramente quell'animale sarà andato al bar a bere!"
Dopo dieci minuti rientrò nella stanza.
E Angelo lo rimproverò: "Ma dove vai girando? Qui sei in ospedale e non puoi fare quello che cazzo ti pare!"
Roberto gli giustificò: "Mi scusi ero andato a parlare al telefono" e non faceva altro che fissarmi e Angelo se ne accorse.
E cominciò a dirgli che dal referto dei raggi poteva essere operato di nuovo, rimuovendo il fissatore esterno e posizionando i fissatori interni, placche e viti.
Ma decise di non operarlo di nuovo, lo lasciò nelle mani di Kelson.
La prima volta era lui di turno quando venne dal pronto soccorso e quindi toccava a lui, ma stavolta non aveva nessuna intenzione di farlo e a me stava bene.
Intanto aveva detto una bugia non era andato a parlare al telefono, ma era andato davvero al bar a parlare con un signore.
Usciti dalla riabilitazione Angelo mi tranquillizzò: "Stai tranquilla io non ho nessuna intenzione di operarlo, ci penserà Kelson stavolta" mi sentivo protetta accanto a lui.
Ma gli rivelai: "Sì ma non se ne va più, mi perseguita e ho paura!"
"Non ti devi preoccupare, ci sono io con te e non potrà più farti del male" e mi baciò.
Così il turno di mattina finì, Angelo mi accompagnò sotto casa sua per prendere la mia macchina.
Arrivata a casa mio fratello cominciò a sbraitare, ma io non gli diedi retta mi aveva stancato con i suoi momenti lunatici.
Quel pomeriggio lo passai uscendo con mia sorella autistica, i miei fratelli non vogliono portarla con loro perché dicono che fa passare i guai, quindi dovevo occuparmene sempre io.
Il giorno dopo mi toccava il turno di notte, ma era piacevole farlo insieme ad Angelo. Lui doveva fare sia la notte e sia la mattina, per lui che è primario i turni sono tosti deve essere sempre presente.
Durante il primo pomeriggio prima di fare la notte, mi chiamò: "Stella amore vorresti venire con me a giocare a Golf?"
"Sì certamente amore mio, non ho mai giocato a Golf" così mi passò a prendere.
Arrivati al campo da Golf c'erano tutti i suoi amici, c'era anche il Dottor Casey e fu molto contento di vedermi.
Angelo era bellissimo quando eseguiva i movimenti, per lanciare la pallina nella buca.
Quando arrivò il mio turno, mi fece scegliere la mazza più leggera.
Si mise dietro di me e mi fece vedere come tenere la mazza, come avere una posizione corretta e i vari movimenti. E mi spiegò che ci sono diversi tipologie di campi, in base al numero di buche presenti. Tipicamente ci sono 18 buche, ma è possibile trovarne anche da 9 e da 30.
Con lui dietro di me era facile tirare, con tre tiri feci subito buca.
Ma appena feci il mio primo tiro da sola, la pallina andò a finire fuori dal limite previsto, non riuscivo più a trovarla. Quindi fui punita con un punto di penalità.
Ma Angelo mi rassicurò dicendomi:
"Non ti spaventare se ti sembra uno sport difficile, perché in realtà non lo è, naturalmente più pratica farai e maggiore sarà la tua crescita, e i primi risultati si inizieranno a vedere subito".
E infatti cominciai a capire meglio le regole del gioco, dopo vari tentativi.
Nel corso di una partita, si percorrono diversi chilometri all'interno di un campo. E per questo mi fece portare anche il golf cart, il veicolo elettrico a due posti, usato per spostarsi lungo i campi.
Mi piaceva tantissimo giocare a golf, ma purtroppo dovevamo andare a fare la notte.
Così a metà serata andammo via.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro