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27. A FRIEND

Un dolce bacio mi risveglia dal sonno profondo in cui sono disperatamente caduta la sera prima, è sicuramente un risveglio preferibile all'assordante suono della sveglia che si diverte a torturarmi ogni singolo giorno.
- Buongiorno -
Mi dice abbozzando un sorriso
- Giorno -
Rispondo sorridendogli a mia volta, guardo l'ora sul display del cellulare e per poco non mi viene un infarto
- Dio Ryan ma è tardissimo! Tra dieci minuti ho il pulman e non mi sono ancora vestita! -
Ammetto isterica buttandomi giù dal letto e correndo a perdifiato verso il bagno cominciando a lavarmi.
- Ei calma -
Ammette scoppiando a ridere
Mi chiedo cosa ci sia di tanto divertente
- A cosa serve il pulman quando hai un ragazzo dolce e premuroso che ti scorterà a scuola? -
Mi dice smettendo di ridere
Dolce, premuroso? Questi aggettivi mi suonano a dir poco nuovi
Maledico il mio buon senso che dovrebbe imparare a tenere a freno le offese e mi dirigo in camera da letto per decidere cosa mettere.
- E questo ragazzo lo sa che la sua ragazza lo ama? -
Affermo mandandogli un bacio da lontano, afferro un paio di jeans, una maglietta grigia e una felpa nera e mi cambio sotto il suo sguardo. Lo sento a malapena respirare e quando deglutisce a forza so per certo che ho il suo sguardo addosso, appena sono pronta mi volto verso di lui e lo trovo pallido.
Questa sí che è una situazione divertente
- Il signorino Ryan Mcall che sbianca alla vista di una ragazza -
Ammetto raggiungendolo sul letto e scompigliandogli i capelli
- Molto divertente -
Mi risponde sedendosi a cavalcioni su di me e iniziando a lasciarmi baci umidi sul collo
- Mmh..ei tu mi farai fare tardi -
Gli dico spingendogli la testa di lato e alzandomi controvoglia dal letto.
Mi dirigo in bagno dove mi pettino con cura i capelli e stendo un lieve strato di mascara sulle mie ciglia, dopo qualche minuto sono pronta. Esco dal bagno per trovarmi davanti Ryan già vestito e pronto, indossa un semplice paio di jeans neri e una felpa grigia ma non potrebbe essere più affascinante di così. Cerco di tenere a freno i miei istinti e scendo velocemente al piano inferiore.
- Hai fame? -
Mi chiede raggiungendomi
- Io ho fame -
Aggiunge senza aspettare la mia risposta, a dirla tutta in realtà ho un nodo allo stomaco che mi impedirebbe di mandare giú qualsiasi cosa
- No -
rispondo osservandolo mentre addenta un cornetto al cioccolato
- Sei nervosa? -
Mi domanda sedendosi al tavolo
- No -
rispondo automaticamente mentendo
- Okay, quindi sei nervosa? -
Dice ripondendomi la stessa domanda - Ti ho detto di no -
Affermo sedendomi difianco a lui
- E io continuerò a chiedertelo finché non riceverò una risposta a cui poter credere -
Risponde finendo il cornetto e avvicinandosi a me
- Okay sono nervosa, alla fine in quella scuola le notizie si diramano in fretta. Troppo in fretta. Non voglio essere lo scoop del momento, non voglio essere la ragazza ubriaca che è stata investita..-
prima che possa terminare la frase lui mi precede
- Sei solo Chiara, non sei la ragazza ubriaca che è stata investita okay? Sei una persona normale come tutte le altre. Tutte le persone in quella scuola saranno state etichettate almeno una volta nella loro vita e se lo faranno anche con te significa che non hanno proprio niente da fare, la gente si diverte a etichettare gli altri solo per destare l'attenzione dalla propria condizione creando un "diversivo" se così si puó chiamare. Ma andrà tutto bene okay? E se qualcuno dovesse dire qualcosa ho un pugno pronto da regalare -
Ammette mostrando la mano in segno di attacco, gli salto al collo abbracciandolo con tutta la forza che possiedo e mi lascio cullare dal dolce suono della sua voce mentre mi rassicura
- Andrà tutto bene -
Mi ripete carezzandomi i capelli.
- Lo spero -
Rispondo forzando un sorriso, mi prende delicatamente per mano conducendomi verso l'uscita; entriamo in macchina e sfrecciamo verso scuola.
Cosa mi aspetto dal mio rientro in quella sottospecie di inferno? Prese in giro, riferimenti puramente casuali, frecciatine anch'esse puramente casuali e tante, troppe, occhiatacce. Spero solo che non sia cosí terribile come la mia fervida immaginazione prelude. In meno di cinque minuti siamo arrivati a scuola e posso andare fiera di essere anche dieci minuti in anticipo.
- Pronta? -
Mi chiede poggiando la sua mano sulla mia
- Se ti dico di no mi riporti a casa? -
Rispondo proponendogli un losco compromesso
- No piccola -
Mi dice lasciandomi un bacio all'angolo della bocca
- Senti, sei una persona forte. Ne hai passate di peggiori rispetto a un rientro a scuola, sono solo quattro ore e se dovesse succedere qualsiasi cosa mi chiami e io vengo a prenderti. Se invece dovesse andare tutto bene, cosa che speriamo entrambi,  ci vediamo all'uscita -
Ha ragione. Non posso continuare a nascondermi come un cucciolo impaurito, devo affrontare le conseguenze delle mie azioni in un modo o nell'altro.
- Grazie -
Dico sorridendo e protraendomi verso di lui per poi lasciargli un bacio a fior di labbra, sento le sue schiudersi e la sua lingua sfiorare la mia. Ad un certo punto mi ferma lasciandomi un ultimo bacio.
- Devo andare a lavoro o verrò ufficialmente licenziato, ci vediamo dopo -
Afferma salutandomi, ricambio il saluto, apro la portiera per poi incamminarmi verso l'entrata.
Ad un certo punto sento chiamare il mio nome, mi giro di scatto aspettandomi il peggio per trovarmi davanti Edward
- Ei -
lo saluto, il ricordo di lui lasciato solo in ospedale a doversi sorbire il tornado di emozioni dei miei genitori mi appare limpido e cristallino.
- Scusa perdonami, sono una sciocca lo so. Non avrei dovuto lasciarti li da solo con i miei genitori...scusami scusami scusami! -
Gli chiedo sentendomi terribilmente in colpa
- Non preoccuparti, ascolta..devo dirti una cosa. È meglio se ci sediamo -
Mi avvisa conducendomi sul marciapiede e sedendocisi sopra.
- Mi stai spaventando Edward, che succede? -
Gli chiedo guardandolo negli occhi
- Niente..è che..
Okay devo dirtelo. Ecco..mia madre è sposata con tuo padre -
No. Non è possibile. Tutto questo è un fottuto scherzo.
Dev'essere un fottuto scherzo!
Mio padre non può essersi rifatto una cazzo di vita perfetta sbattendosene altamente di noi
- Mi stai prendendo in giro vero? -
Gli chiedo tremando all'idea di una risposta negativa
- No. Lui ci ha detto che aveva una figlia ma che era acqua passata e non avrebbe interferito con la sua nuova vita, aveva dimenticato tutto di ciò che era prima, o almeno ci aveva provato -
Ammette lasciandomi spiazzata, acqua passata?! Non puó essere reale. Non dev'essere vero. Non puó aver detto una cosa del genere.
- Io...scusa non ce la faccio a parlarti -
Affermo andandomene.
Affretto il passo sentendo il suono della campanella che mi perfora i timpani, mi dirigo verso il mio armadietto e lo apro per riscoprire uno stupido e sprezzante disegno che raffigura una me ubriaca e una moto che viene nella mia direzione.
Inizio a ridere come una disperata sbattendo con forza l'anta dell'armadietto e dirigendomi in classe.
Sotto gli occhi di tutti mi dirigo verso il mio banco e aspetto con ansia che entri qualcuno per fare lezione, finalmente dopo pochi secondi vedo il viso buffo ma familiare di Mrs Cross che comincia a spiegare l'intrepida seconda guerra mondiale.
Direi che in questo momento non ho la più pallida idea di cosa fare o tanto meno di cosa pensare, so solo che sono stanca di stare male per colpa loro..mio padre mi ha dato il dono dell'invisibilità? Bene. Questo significa che sono in possesso della piena licenza di sbattermene altamente, voglio solo stare bene ed essere felice. La gente dovrá cominciare a domandarsi il motivo per cui sto sorridendo malgrado tutto quello che stia passando, ecco cosa faró, lui ha deciso di tagliarmi fuori dalla sua vita? Bene. Io faró lo stesso.
Dopo questa profonda riflessione che mi ha aiutata a mettere in ordine i miei pensieri evitando il sovraffollamento di essi, decido di prestare attenzione alla lezione.
- ei -
Mi richiama Allison
- Ho visto il disegno..come ti senti? -
- Perché dovrebbe importarmi? È solo uno stupido disegno fatto da qualche stupido ed insignificante ragazzo..oh e ha anche sbagliato a disegnarmi -
Ammetto sorridendole, per poi rispondere alla sua espressione interrogativa
- Io ho le tette sicuramente più grosse!-
Affermo strizzandole l'occhio e rubandole una risata sommessa
- Intendevo per quello che c'è scritto dietro...non hai visto? -
Mi chiede, afferro il disegno che avevo poggiato sul banco e lo giro per poi notare una scritta:

Prima o poi tutti i mali vengono per nuocere, vero stronza?
Un'amica ;)

Mi porto una mano alla bocca allibita, chi è la grandissima bastarda che ha fatto questo?
- Allison..Questa cosa deve restare tra di noi. Capito? -
Le dico fissandola
- Chiara non capisci? Potrebbe essere la stessa persona che ti ha investita, e se non fosse stato un incidente? È pericoloso. -
Mi risponde, non voglio assolutamente che qualcun'altro lo venga a sapere. Inoltre non è detto che sia come dice Allison, tutto questo potrebbe essere un gigantesco fraintendimento e un'enorme coincidenza, sono sicura che è cosi.
- No Alli, potrebbe essere una coincidenza. Non sappiamo ancora di cosa si tratti e finché non lo sapremo nessuno dovrà venirne a conoscenza - affermo infine sicura della mia decisione.
Al suono della campanella l'ansia comincia a bussare alle porte della tranquillità che avevo difficilmente costruito
Okay devi rimanere calma, è solo una stupida interrogazione per la quale hai studiato. Percio non fare la cagasotto.
Mi do perfettamente ragione e tento di riacquistare la calma.
Posso farcela.

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