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24.STAY WITH ME

Ryan's POV

Corro più velocemente che posso nella direzione in cui ho visto Chiara allontanarsi, l'ho ferita. Ancora. Non sarei mai dovuto venire in questo maledetto posto e non avrei mai dovuto bere, avrei dovuto respingere la bionda che mi è letteralmente saltata addosso senza lasciarmi il tempo di mettere a fuoco ciò che stava succedendo. Senza smettere di correre esco dal locale riscoprendo una folla riunita attorno a qualcosa o qualcuno che non riesco a vedere. Un brutto presentimento si insedia nei miei buoni propositi riducendoli in cenere, mi affretto a raggiungere quella gente quando riscopro un corpo esile sdraiato per terra inerte. No. Non può essere il suo corpo. Non può essere lei.
- Fatemi passare! -
Urlo disperato, mi scontro con decine di corpi che impediscono il mio passaggio per poi arrivare al suo, mi catapulto al suo fianco prendendole delicatamente la testa fra le mani
- Chiara! Chiara rispondimi!! Non puoi lasciarmi così..non puoi..! -
Grido lasciando che le lacrime si impossessino di me, la scuoto leggermente tentando di rianimarla ma niente. Non posso perderla. Non posso!
Grido a qualcuno di chiamare un'anbulanza che dovrebbe arrivare a momenti, nel frattempo non mi stacco da lei nemmeno per un secondo anche quando arriva il suo amichetto che tenta invano di prendere il controllo della situazione. Vorrei seriamente capire che cazzo c'entri quell'essere, ma sono troppo sconvolto anche solo per rifletterci.
È tutta colpa mia. È tutta colpa mia cazzo!
Dopo pochi minuti sentiamo il rumore familiare delle sirene farsi sempre più vicino, le prendo la mano deciso a non lasciarla andare. Anche quando la caricano sulla barella e la portano all'interno dell'anbulanza le mie dita sono intrecciate nelle sue, la fisso per tutto il viaggio senza dire nulla. Senza proferire parola. Mi limito a guardarla, a guardare i suoi lineamenti e il suo torace che grazie a dio ha ripreso ad abbassarsi e rialzarsi ritmicamente, il viso è interamente coperto da una mascherina per l'ossigeno e appena sotto l'avambraccio due aghi sono inseriti nella pelle. Vederla ridotta in questo stato mi uccide, dovrei esserci io al suo posto, sarebbe la punizione che merito per essere stato così maledettamente stronzo! E invece no. Non ci sono io su quella barella in bilico tra la vita e la morte, non sono io ad avere bisogno di una stupida mascherina per respirare e non sono io a soffrire da almeno tre anni per un deficente come me.
- Resta con me piccola, non ti azzardare a lasciarmi -
Sussurro sottovoce sfiorandole i capelli sotto lo sguardo impietrito di Mr. Capelli bianchi e piercing che mi ero anche dimenticato fosse qui, non è il suo tipo ne sono sicuro e non potrebbe mai piacerle.
- Che hai da guardare? -
Chiedo sbuffando, lui sbuffa a sua volta senza rispondermi ma non smette ugualmente di guardarla.
Devo stare calmo,
la ragazza che amo è appena stata investita e tu perdi tempo a litigare con questo tizio.
So solo che non deve abbandonarmi, non deve farlo. Non deve nemmeno pensare di poterci provare.
Mi prendo la faccia tra le mani e mi lascio pervadere dal dolore sperando che mi faccia sentire più vicino a lei.

Chiara's POV

- Resta con me piccola, non ti azzardare a lasciarmi -
Sento la sua voce insediarsi nella mia mente e solo ora ritorno alla realtà, cerco di muovermi ma qualsiasi movimento che tento di fare si trasforma in un vano tentativo.
È la sua voce.
Vorrei riuscire a muovermi solo per riempire di botte questo ragazzo, ma niente, non riesco. Sento che farfuglia qualcosa e poco dopo dei singhiozzi sommessi, non puó essere lui, sicuramente non è lui. Non potrebbe mai piangere per causa mia, ho ancora i ricordi di questa sera impressi indelebili nella mente, ricordo perfettamente la scena di Ryan e una bionda schifosa avvinghiati l'uno all'altro, io che corro in bagno e mi ubriaco come una disperata..ricordo il suono di un clacson e poi solo il buio. Riesco appena ad aprire gli occhi mentre sento che mi stanno portando fuori da quella che sembra essere un'anbulanza, sbatto le palpebre ripetutamente per mantenere gli occhi aperti e noto che le mie mani sono incatenate ad altre due, se solo potessi alzare la testa potrei vedere chi è. Sicuramente uno dei due è Ryan, non capisco perché faccia tutto questo, in fin dei conti è stato lui a dirmi di non volermi, evidentemente si diverte a giocare.
Cerco di scacciare questi pensieri per non stare male ulteriormente, non capisco cosa stia succedendo intorno a me ma mi sento portare in qualche stanza suppongo, un ago si infila nel mio braccio e dopo pochi secondi ancora il buio.

Due giorni dopo

Apro pian piano gli occhi e con mia grande e spiacevole sorpresa vedo Ryan appisolato su una poltroncina poco distante da me, da quanto tempo sono qua dentro? Un'ora? Un giorno? Spero non di più.
Cerco di mettermi a sedere e fortunatamente trovo le forze per farlo ma ovviamente la sfortuna vuole portarmi ancora più rogne e faccio cadere un bicchiere d'acqua che va in frantumi poco dopo aver toccato il suolo
Perfetto.
Il corpo di Ryan è colpito da un fremito che lo costringe a svegliarsi, in pochi secondi è al mio fianco chino a raccogliere i cocci sparsi sul pavimento; quando a finito alza lo sguardo su di me e gli scappa un sorriso, lo guardo carica di rabbia e mi giro dal lato opposto coprendomi fin sopra la testa
- Ei -
Mi dice tentando di scoprirmi
Hai capito male caro.
- Vattene -
Affermo convinta spingendogli la mano, lui me l'afferra e incastra il sul sguardo nel mio
- Fammi parlare -
Chiede quasi disperato, decido di concedergli di darmi le sue stupide spiegazioni.
- Mi dispiace, mi dispiace davvero per tutto. Sono un coglione e so perfettamente di esserlo, hai tutto il diritto di gridarmi contro e dirmi che sono uno stronzo perché me lo merito. Mi sto rendendo conto che ti sto perdendo, pensavo di proteggerti allontanandoti da me ma non sono riuscito a capire che solo con te sono felice...-
Lo fermo immediatamente parlandogli sopra
- Ma davvero? Non mi sembrava così l'altra sera mentre pomiciavi con quella. E non ti griderò contro. Sono stanca di combattere per una battaglia che ho già perso in partenza -
Ammetto sfoggiando un sorriso amaro, sento un nodo allo stomaco che mi impedisce di piangere. Meglio così non voglio mostrarmi debole.
Nel frattempo entra quella che dovrebbe essere un'infermiera che prende a misurarmi la febbre dopo aver poggiato un vassoio pieno di roba da mangiare sul mio letto
- Allora come ti senti oggi cara? -
Mi chiede dopo avermi posizionato il termometro
- Bene, da quanto tempo sono qui? E cosa mi è successo? -
Chiedo sbrigativa sotto lo sguardo di Ryan che si è fatto da parte appoggiandosi alla finestra
- Un paio di giorni, hai avuto un trauma cranico dopo essere stata investita da una moto, ma sei fuori pericolo non c'è da preoccuparsi -
Mi dice con dolcezza accarezzandomi la guancia, dopo un paio di minuti trascorsi in un silenzio imbarazzante mi sfila il termometro guardandolo con orgoglio
- La febbre si è abbassata, starai qui per alcuni accertamenti ancora due giorni, ora mangia é ora di cena -
Mi informa indicandomi il piatto pieno di riso in bianco e purè di patate, lo guardo con disgusto per poi abbassare lo sguardo
- Non ho fame, grazie lo stesso -
Ammetto senza smettere di guardare il lenzuolo
- Devi mangiare stella o non recupererai le forze -
Come se non sapessi che senza mangiare non si sta bene
Scusa mamma!
A propriosito di mia madre...dove si è cacciata?
- Ho detto che non ho fame -
Dico stavolta con un tono aggressivo
- Non si preoccupi, ci penso io -
Dice Ryan congedandola
Vai convinto
- Dov'è mia madre? -
Gli chiedo
- A lavoro, verrà domani mattina -
Afferma sedendosi difianco a me
Ironia della situazione: la figlia con una madre infermiera è ricoverata in un ospedale che non è il suo!
- Dai mangia qualcosa -
Mi dice porgendomi un pezzo di pane, lo afferro per poi buttarlo in un angolo remoto della stanza
- Cosa non capisci nella frase "non ho fame"?! -
Ammetto quasi urlando
- Fai come vuoi. Ci vediamo domani, vengo a trovarti. -
Non gli rispondo nemmeno, molla l'osso così in fretta? Pensavo rimanesse ma evidentemente si è già stancato di me. In ogni caso meglio così.
Quando sento la porta sbattere furiosamente sposto il vassoio con rabbia fino a farlo cadere per terra, il nodo che si era formato poco fa si scioglie come ghiaccio al sole per poi lasciarmi sola con i miei singhiozzi. Affondo la testa nel cuscino e piango finché non mi addormento.

Corro a perdifiato non sapendo dove andare, so solo che le mie gambe non mi danno tregua e continuano a muoversi ritmicamente. Vedo una luce arrivare nella mia direzione ma non riesco a fermarmi, corro finché quella luce non incontra i miei occhi e mi travolge.
- Chiara! -
Girda una voce di mia conoscenza, scatto in piedi non so con quali forze ma quando mi giro vedo il ragazzo che amo venirmi in contro mano nella mano con una ragazza.
- Ryan! Cosa significa? -
Grido disperatamente
- Io sto con lei. -
Io sto con lei
Io sto con lei
Io sto con lei
Queste quattro parole non smettono di ripetersi nella mia testa, mi porto le mani alle orecchie e grido più forte che posso per impedire che abbiano la meglio sul mio buon senso.

- No! -
Grido svegliandomi di soprassalto, ho la fronte imperlata di sudore e gli occhi che mi bruciano. Sento due mani prendermi per le spalle e mi divoncolo per liberarmi
- Chiara! Sono io sta tranquilla -
Questa voce...
Mi fiondo tra le sue braccia strizzando gli occhi per non rivedere la scena a dir poco deplorevole che mi è apparsa in sogno
- Ei, va tutto bene -
Mi consola carezzandomi i capelli, alzo appena la testa incontrando gli occhi di Giordy che mi guardano dolcemente
- Che succede? -
Mi chiede preoccupata
- Era solo un sogno -
Solo un sogno
mi ripeto cercando di convincermi
- Tieni bevi un sorso d'acqua -
dice porgendomi un bicchiere, lo afferro per poi portarmelo alle labbra
- Ci sono un paio di persone che vorrebbero vederti, posso farle entrare? -
- Chi sono? -
Le chiedo posando il bicchiere
- Alison, Sarah, Grele, Noel e altri due ragazzi..mi hanno detto i loro nomi ma temo di essermeli dimenticata -
Ammette grattandosi la nuca
- Si..falli entrare -
Concedo accennando un sorriso che lei ricambia immediatamente, esce dalla stanza per poi tornare provvista di gente. I due ragazzi come avevo sospettato, sono Newt ed Edward e sono molto felice di rivederli.
- Chiara! Mi hai fatto prendere un colpo! Lo sai questo?! -
Dice Grele venendomi incontro per poi abbracciarmi con foga, per poco non soffoco.
- Lasciala respirare Grele -
Sento la dolce voce di Edward farsi sempre più vicina finché non lo ritrovo tra le mie braccia
- Come stai ragazza di ghiaccio? -
Mi chiede facendomi l'occhiolino
- Più o meno bene -
Rispondo riabbracciandolo
- Sono felice di vederti -
Gli dico scompigliandogli quei capelli che adoro
- Anche noi vogliamo abbracciare la nostra birbante -
Dicono in coro Alison e Sarah, mi alzo dal letto e gli vado in contro ricevendo come accoglienza uno di quegli abbracci che solo loro sanno dare. Uno di quegli abbracci pieni di dolcezza e di incoraggiamenti di cui ho infinitamente bisogno
- Vi voglio bene -
Dico a denti stretti per trattenere la commozione, dopo aver salutato Newt mi dirigo verso Noel che mi tira verso di lui e mi abbraccia come se questa potesse essere l'ultima volta che gli capita di farlo
- Piccola incompetente mi hai fatto perdere cent'anni di vita -
Mi sussurra all'orecchio
- Sopravviverai non preoccuparti -
Gli rispondo dandogli un pugno amichevole sulla spalla.
- Grazie per essere venuti ragazzi -
Ammetto sorridendo e rendendomi conto di quanto sia fortunata ad avere degli amici così. In risposta ricevo un sorriso per ogniuno di loro, a rompere questo momento strappalacrime entra di botto l'infermiera di ieri sera che dopo aver guardato male ogniuno di loro prende a sgridarli
- Cosa vi avevo detto?! Non più di tre persone a visita! Qui le possibilità sono due. O non sapete contare o vi piace mettervi nei guai! Fuori di qua! Puó rimanere una sola persona -
Ammette fuori di se, cerco di trattenere le risate che si stanno innescando, la situazione è seriamente esilarante.
- Resto io - si offre Edward, gli porgo un sorriso e saluto gli altri che se ne vanno a testa bassa sotto lo sguardo vigile di "Mrs. Spirito materno".
All'improvviso sento una fitta tremenda allo stomaco che mi obbliga a sedermi
- Ti senti bene? -
Mi chiede raggiungendomi e mettendomi una mano sulla spalla
- Qualche fitta -
ammetto cercando di sorridere per tranquillizzarlo
- Eh certo! Non mangi da tre giorni! Ti porto la colazione, guai a te se la rifiuti -
Ammette quella che sembra essere diventata la mia nuova madre. Dopo pochi secondi torna all'interno della stanza con un vassoio contenente una tazza di presumo latte, una brioche e qualche frutto.
- Ecco a te cara -
Dice sistemandomi il vassoio sul letto, mi dirigo verso di lei e mi siedo comodamente sul morbido materasso invitando Edward a fare lo stesso.
- Ti lascio con questo baldo giovanotto, se hai bisogno chiamami. Sono Jess a proposito -
Mi informa presentandosi
- Grazie Jess - le dico sorridendole dolcemente.
Quando mi assicuro che sia completamente uscita inizio a sorseggiare un po' di latte
- Mia madre -
Dice improvvisamente Edward
cosa?
Notando il mio sguardo perplesso si accorge di aver detto qualcosa senza un senso e prosegue.
- Mi avevi chiesto dove ho imparato a ballare, mi ha insegnato mia madre. Fin da piccolo ogni mercoledì sera ballavamo insieme sulle basi di quando era bambina, è così che ho imparato -
Mi spiega sotto il mio sguardo attento
- Ha fatto un bel lavoro -
mi congratulo sorridendo
- Ora io lo insegno a te -
Afferma prendendomi per mano e conducendomi al centro della stanza, posa una mano su un fianco e l'altra la tiene salda nella mia. Poggio quella che mi rimane libera sulla sua spalla, cosa che so dovrebbe essere fatta dati tutti i musical che ho visto
- Uno due tre, uno due tre -
Dice contando mentre fa un passo in avanti e uno indietro cercando di farmi sembrare almeno una principiante.
Pensando di star imparando cerco di prendere il controllo ma finisco solo col pestargli un piede, mi esce una risata nervosa seguita dalla sua.
- Sono io a guidare Ragazza di ghiaccio -
Afferma puntellandomi il naso con il dito
- Mi scusi maestro -
Dico inchinandomi come fanno gli orientali e prendendomi gioco del mio insegnante, lui mi afferra per i fianchi su cui inizia a farmi il solletico
- No Edward!!! Lasciami ti preeeego -
Grido senza smettere di ridere
- Eh no! Ora devi pagarla! -
Ammette continuando a torturarmi, rido fino alle lacrime finché non decide di darmi tregua.
- Chiara. -
Sento una voce richiamarmi dalla porta, mi giro di scatto per poi incontrare i suoi occhi familiari, non può essere.

{ Angolo autrice }
Eccomi qua piccoli lettori del mio cuore!!
Eccomi con un nuovo e travolgente *spero* capitolo! :)
Fatemi sapere se vi è piaciuto o meno!
Che ne pensate di Edward?
E chi pensate che sia la persona misteriosa che appare all'ultima riga?😏😈
Baciiii

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