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13.FRIGHT

Mi aggiro per la stanza non sapendo cosa fare, non sapendo dove andare. Il buio riempie ogni minimo angolo, non ho mai avuto paura del buio ma ora come ora vorrei solo poterci vedere qualcosa -Chiara?- mi chiama una voce troppo conosciuta per essere confusa con altre -Ryan!- tento di gridare più forte che posso, ma dalle mie labbra esce un suono strozzato, le mie grida risuonano a vuoto. Rantolo ovunque il buon senso mi guidi ma senza ottenere risultati. Mi accascio al suolo come un sacco vuoto e mi porto le mani alle orecchie per impedire a questo silenzio assordante e inquietante di pervadermi, ma è troppo forte...troppo insinuoso..inizio a piangere sperando di colmare il vuoto delle mie suppliche con le lacrime, ma sono lacrime mute..non le sento. Solo vuoto. Nient'altro che vuoto.
Mi metto a gridare ripetutamente, apro gli occhi disperata e constatare che sono nel mio letto mi dona quel minimo di calma che mi serve per cessare di urlare. Immediatamente vedo mia madre materializzarsi accanto a me che inizia ad accarezzarmi la nuca per tranquillizzarmi..era solo un sogno mi ripeto per calmarmi
-stai bene?- mi chiede dopo qualche secondo
-si- rispondo mentendo, la verità è che sono sconvolta..non solo questo giorno sarà marchiato di nero nel mio calendario ma tutti gli incubi che ho collezionato finora mi stanno assalendo proprio in questo momento tempismo perfetto,
-se hai bisogno di qualcosa mi trovi di la- dice dopo qualche esitazione. Do un occhiata veloce all'orario 5:23 fra un un ora esatta la mia sveglia avrebbe dovuto interrompere quello che avrebbe dovuto essere un 'sonno tranquillo' ma evidentemente il mondo oggi ce l'ha con me...so per certo che non riuscirò a riaddormentarmi perciò mi rassegno alla triste realtà e penso a come passare quest'ultima ora. Mi alzo dal letto dirigendomi verso l'armadio, afferro una delle felpe accatastate alla rinfusa e la indosso, afferro il mio telefono e un paio di cuffiette e, facendo il meno rumore possibile, apro le inferiate accedendo al balcone. I colori dell'alba contrastano il mio umore donandomi quel senso di pace che mi è tanto mancato, mi immergo nella mia adorata musica e mi lascio cullare dal dolce suono della voce melodica di Sam Smith. Ogni parola pronunciata scatena un guazzabuglio di emozioni che non riesco a controllare. E le lacrime si mescolano alle risate, che convivono con i singhiozzi e i sorrisi. Qui all'alba delle 5.23 a piangere per un ragazzo che stará dormendo sogni tranquilli senza preoccuparsi minimamente. Ma in fondo me la sono cercata.

POV'S Ryan

Mi rigiro nel letto un altro paio di volte prima di rendermi conto definitivamente che non mi addormenterò. Mi metto a sedere sul bordo del letto e cerco di non pensare a niente, inutile dirlo..impossibile. Chiudo gli occhi e vedo lei, apro gli occhi e vedo lei. Sto impazzendo. Questa ragazza mi ha cambiato come non ha mai fatto nessuno e io ho fatto lo stesso con lei, avrei solo voluto non essere stato così falso, così stronzo. Ho superato il limite di non ritorno ma mi farò perdonare, ho capito che senza di lei io non sono quello che sono. Quello che realmente voglio essere, per lei e per me stesso. Voglio stare con lei,solo con lei. Voglio che venga a vivere qui, voglio svegliarmi con lei al mio fianco, voglio sussurrarle "buongiorno" all'orecchio, voglio prepararle la colazione, voglio passare interi pomeriggi con lei a vedere quelle stupide telenovele americane/poliziesche che solo lei sa farmi piacere. Voglio lei cazzo. Guardo sovrappensiero l'ora 5.23, tra un'ora esatta avrei dovuto svegliarmi per andare a lavorare... se solo fossi riuscito a prendere sonno, ma evidentemente non riuscirò a farlo. Concedo la vittoria all'evidenza e penso a come poter impiegare il tempo, non curante dell'accidente che potrei tranquillamente prendermi mi dirigo verso la portafinestra e la spalanco. Mi dirigo verso l'ampio balcone e quando la luce dell'alba incontra i miei occhi mi sento stranamente sollevato e tranquillo. Non pensavo che un panorama come questo avrebbe mai potuto piacermi, ma mi sbagliavo. Mi appoggio alla ringhiera sorreggendomi con i gomiti e chiudo gli occhi lasciandomi pervadere da questo strano senso di calma. Sicuramente dopo una giornata come questa starà sicuramente dormendo...posso immaginarla rannicchiata in un angolo del letto con le coperte tirate fin sopra i capelli, come per proteggersi e allo stesso tempo isolarsi dal resto del mondo. Mi farò perdonare. Sarà l'ultima cosa buona che faccio. Perché l'amo.

POV'S Chiara

Come previsto il suono della sveglia mi riscuote dai miei pensieri, le lacrime ormai seccate dal lieve vento mattutino si sono dissolte e hanno smesso di scivolarmi sul visto. Rientro in camera e mi impongo di rendermi presentabile, accendo la luce e arranco nell'armadio in cerca di qualcosa da indossare. Scelgo un paio di jeans a vita alta, una maglietta bianca e una camicia a quadri rossa e nera; ripongo il tutto sul mobile che costeggia il lavandino e senza esitazioni mi lavo con foga il viso. Mi sfilo il pigiama e indosso ciò che ho scelto. mi pettino ripetutamente i miei capelli castani e Inzio a pensare a come truccarmi. Con un salto volo in camera mia e afferro la trousse contenente i miei adorati trucchi, inizio a cercare disperatamente l'eyeliner e il correttore...che bello mi sento Mary Poppins! Una Mary Poppins in versione depressa no? Come al solito il mio buon senso deve rovinare i miei ambiti sogni da adolescente...ma non sono in vena di contraddirmi. Quando finalmente riesco a trovarlo, stendo l'eyeliner su entrambe le palpebre ottenendo stranamente qualcosa più che decente dicono che la depressione tiri fuori il meglio di se...convinta proprio. Senza dar troppo peso ai miei pensieri contorti cerco di coprire le orribili occhiaie che hanno iniziato ad abitare stanziatamente sotto i miei occhi. Dopo aver finito di 'migliorare' il mio aspetto, scendo le scale e mi dirigo verso la cucina. Metto il latte a scaldare e afferro una brioche dal paniere. Mentre aspetto che tutto sia pronto, per non lasciare troppo spazio ai miei pensieri depressivi, mi trovo qualcosa da fare: mi precipito in bagno e indosso le scarpe, preparo il giubbotto e accendo la televisione su MTV MUSIC. Nel frattempo mi accorgo che il latte si è più che scaldato, cercando di non ustionarmi la lingua faccio colazione e mi preparo per uscire. Torno al piano di sopra per lavarmi i denti e salutare dolcemente la mia adorata madre
-esco, ci vediamo dopo- le sussurro piano per evitare di non svegliarla troppo bruscamente
-ti adoro- mi dice sorridendo
-ti adoro anch'io- ammetto incamminandomi verso il bagno. Apro l'acqua fredda e mi lavo velocemente i denti, prendo la cartella, il telefono, mi infilo il giubbotto ed esco di casa. L'aria fredda mi colpisce la pelle del viso e del collo dandomi un brivido di freddo, mi stringo più che posso nei miei abiti e continuo a camminare, direzione: fermata dell'autobus'. Stamattina fa particolarmente freddo, devo sbrigarmi ad arrivare se non voglio congelarmi. Pochi passi dopo sono finalmente arrivata all'incrocio che mi separa dalla fermata. Lo intraprendo e noto on piacere che non si è ancora riempita completamente di ragazzi in fase 'pre-adolescienziale' con i soliti pantaloni abbassati e la sigarettina tra i denti che rende molto figo chi la fuma. I miei occhi scorgono due volti amichevoli Alison e Sarah, accellero il passo fino ad arrivare da loro
-buongiorno- mi salutano con foga saltandomi addosso, tutto quest'affetto...così sincero e privo di malizia mi coglie impreparata e non posso far altro che ricambiare
-come state?- chiedo
-benissimo- risponde euforica Alison, seguita da Sarah
- alla grande- mi comunica con il suo solito sorriso contagioso che adoro
-tu? Come hai passato il weekend?- I miei pensieri fanno mente locale a ciò che è successo appena 48 ore fa..e il mio sorriso si tramuta in una smorfia di dolore
-potrebbe andare meglio- dico malinconica
-che succede Chiara?- mi chiede Sarah poggiando una mano sulla mia spalla
- ve la faccio breve...ho rivisto Ryan, sono andata alla sua fottutissima festa di compleanno che aveva organizzato, mi ha baciata, ho dormito con lui, la mattina dopo mi ha letteralmente cacciata perché "non mi merita", sono andata da Noel, lui mi ha trovata, Noel è venuto a sapere come stavo e ha cercato di baciarmi, io l'ho respinto e l'ho perso. Oh dimenticavo...ho già detto che ora sono in possesso di una stupida felpa di Ryan che mi obbligherá a rivederlo per restituirgliela? Come ho già detto...potrebbe andare meglio- dico sfinita sotto gli occhi sgranati di entrambe.
-beh su una cosa ha pienamente ragione..non ti merita- ammette Alison
-magari fosse tutto così facile,magari potessi venirne fuori con un 'non mi merita'- dico sottovoce per non attirare l'attenzione e sguardi indiscreti
-vorrei solo che qualcuno riuscisse a capirmi senza dovermi saltare addosso- esaspero
- 'le donne sono fatte per essere amate, non per essere capite'- euforeggia confortante Alison
-ah ora ti metti anche a citare Oscar Wilde-
la rimprovero scherzosamente
- ho fatto una follia a fidarmi di nuovo di lui- finendo la frase sento il rumore dell'autobus che sta arrivando, abbiamo una sensitiva qui come previsto lo vedo sbucare da dietro l'angolo, appena si ferma ci avviamo alle porte e fortunatamente troviamo immediatamente posto, ci accomodiamo nei posti da tre e senza nemmeno darmi il tempo di sedermi Alison risponde alla mia precedente confessione piena di rimorsi
-le follie sono le uniche cose che non si rimpiangono mai- ammette citando nuovamente il suo scrittore preferito
- smettila abbiamo capito che hai una stracotta per Oscar Wilde- scherza Sarah, indispettita Alison non le risponde, ma continua ugualmente la sua profonda riflessione
- voglio dire...capisco che sia stato uno stronzo a baciarti per poi cacciarti e per poi nuovamente cercarti, ma ti sei chiesta che cosa stia passando in quella sua mente contorta?- una miriade di dubbi iniziano ad impiantarsi nel mio buonsenso danneggiandolo poco a poco e se avesse ragione? penso..penso e ripenso, dovrei parlargliene? no ho già sofferto abbastanza il capitolo "Ryan" è chiuso. punto. senza darmi il tempo di risponderle per evitare di incorrere nuovamente in una serie di dubbi scendo alla prima fermata che mi capita
-ci vediamo direttamente a scuola..io..scendo qui- annuncio, scocco un piccolo buffetto sulle guance di entrambe e scendo dal pullman. dopo circa un quarto d'ora di cammino vedo sorgere la mia scuola, è ormai da cinque anni che la frequento e posso dire tranquillamente di averne abbastanza. Non vedo l'ora che finisca, ma il tempo sembra non giocare a mio favore, sono passati solo quattro mesi dalla fine delle vacanze estive e mi sembrano anni, in più non ho ancora deciso dove andrò dopo aver finalmente finito il liceo, avevo in mente di prendermi una pausa di un anno da tutto questo studio per poi trasferirmi...ma dipende tutto da quello che succederà in futuro, a gennaio dovrei già iscrivermi alla mia possibile università futura e non ho ancora la più pallida idea di dove andare. Tutti questi pensieri hanno velocizzato la mia camminata e mi hanno condotto all'interno dell'aula. Il mio sguardo si fa largo tra i miei compagni e si stanzia sul volto di Noel, appena nota che lo sto guardando scosta lo sguardo dal mio
-ma dov'eri finita?- mi chiede sgomitandomi Sarah
-ho fatto due passi- ammetto prendendo posto accanto a lei
-per quello che è successo in questi giorni..non devi preoccuparti, noi siamo qui a sostenerti qualsiasi cosa tu decida di fare, in fondo è quello che hai fatto tu nei miei confronti- mi conforta ricordandomi quanto l'abbia aiutata ad affrontare la storia con Dylan, che fortuntamente si è conclusa magnificamente, lei ha avuto un "per sempre felici e contenti" spero solo che il mio non tardi ad arrivare chissà magari sarà proprio da chi non ti aspetti spero solo che il mio subconscio non si riferisca a Ryan. Le sorrido grata, il suono della campanella impedisce alla nostra conversazione di continuare e la comparsa del Professor. Layton la tronca definitivamente
-buongiorno- annuncia,
-buongiorno- rispondiamo a tono in coro. Ho sempre ammirato quest'uomo, pur essendo parecchio giovane ha sempre mantenuto un comportamento professionale e maturo difronte alle inutili moine di Lucy (dal nome traspare benissimo la sua vera natura), inoltre è grazie a lui se ho cominciato ad appassionarmi alla letteratura e alla scrittura devo a lui molte più cose di ciò che penso.
- argomento di oggi, "la paura". Avete tutta l'ora libera per presentarmi un tema su quest'argomento, preferibilmente leggibile-
Perfetto, una delle cose di cui ho bisogno ora è poter trasmettere qualsiasi emozione su un pezzo di carta che non vincoli nessun voto o nessun giudizio. Raccolgo i capelli in una crocchia fatta come capita e Inzio a scrivere.

"PAURA. Io sono una di quelle persone che hanno paura di parecchie cose. Vediamo giusto per dire una cosa che mi sdebiterà, io ho paura dei piccioni; sicuramente dopo questa potrebbero sorgere 2 opinioni la prima è la seguente: è così scema da aver paura dei piccioni che potrebbe aver paura della sua stessa ombra. La seconda: lo dice giusto per rendersi figa. Beh io direi che la prima opinione sia azzeccata. Poi..vediamo.. ho paura del vuoto ma non del vuoto che ti viene nello stomaco quando sei sulle montagne russe né del vuoto che senti lanciandoti con l'unica assicurazione di vita attaccata alla tua schiena comunemente chiamato paracadute. Io mi riferisco al vuoto che senti a causa della mancanza di una persona, quando ti senti così sola che ti riduci a parlare con il tuo telefono pur di essere ascoltata, la sensazione di vuoto quando non hai niente per cui combattere, in cui credere, per cui vale la pena sognare. Ho paura della morte, cioè (specifico) non ho paura della morte stessa ma di morire senza essere riuscita a dare il meglio, senza aver rischiato, senza aver dato tutta me stessa per qualcosa a cui tenevo veramente, senza aver lottato per i miei sogni e già che ci siamo averli avverati. Ho paura dell' amore e della sofferenza. Ho paura della sofferenza causata dall' amore. Ho paura di piangere quando non devo. Ho paura di non essere abbastanza forte per affrontare gli ostacoli. Talvolta ho paura di me stessa, delle cazzate che faccio o delle genialate che mi vengono in mente o semplicemente ho paura della mia stessa di sempre. Ho paura che quando abbraccio una persona lei non ricambi con la stessa intensità di quella che avevo messo io. Una volta mi è stato detto: << hai paura di me >> e io ho risposto << no >> io non avevo paura di lui. Avevo paura di quello che potevo patire standogli appresso. Avevo e ho paura di non essere abbastanza. Insomma, per concludere la paura è quella cosa che non ti fa dormire la notte, che ti fa rigirare nel letto e chiudere gli occhi volendo essere altrove. È quella cosa che ti fa dire: << fa che sia un brutto sogno >> quando in realtà non lo è. La paura è la realtà, è quello che viviamo ogni giorno e con cui dobbiamo imparare a convivere. E grazie alla nostra forza d'animo che possiamo solo sperare di poter resisterle."

La rabbia mischiata alla tristezza e alla delusione hanno creano un mix perfetto di emozioni che migliorano la stesura di quel che sto scrivendo, il suono della campanella coincide con la fine della mia ultima rilettura, mi dirigo verso la cattedra e consegno felice il foglio. Mr Layton mi sorride, dal suo sorriso traspare chiaro l'orgoglio che nutre nei miei confronti (o così mi pare).

POV'S Ryan

-questa fottuta macchina non parte- grido isterico dando un pugno al cofano di quest'inutile aggeggio con cui sto litigando da ormai un'ora
-ei piano! Dev'essere pronta per domani, preferibilmente tutta intera- mi sgrida Mike. Lo fisso infastidito dal suo tono irritante e strafottente, come mi aspettavo non sembra far cenno di cedimento e, al contrario, sostiene uno sguardo di sfida. Serro i pugni per mantenere la calma e penso ripetutamente che non posso perdere un altro lavoro, gli do le spalle e mi dirigo nuovamente verso l'orrenda macchina che devo riparare. Dopo circa tre ore ho finalmente aggiustato questo dannatissimo veicolo ed esausto mi preparo per andarmene. Arrivato allo 'spogliatoio' (si fa per dire dato che una discarica potrebbe tranquillamente essere messa meglio di questo posto) mi sfilo la tuta e mi rivesto, mi sciacquo velocemente la faccia ed esco salutando Mike con un cenno
-a domani- mi risponde. Quando esco posso finalmente tornare a respirare aria non contaminata, sfilo il telefono dalla tasca dei pantaloni e scrivo un breve messaggio a Chiara sperando che mi risponda
"ei,come stai? Volevo dirti che oggi pomeriggio passo a riprendere la mia felpa"
speravo davvero che volesse tenerla ma se questa è l'unica possibilità che ho per poterla vedere sono egoisticamente convinto a farlo.

POV'S Chiara

Dopo quattro stremati ore di scuola sono finalmente fuori di qui,
-Chiara!-
grida una voce femminile perfettamente riconoscibile, affretto il passo per evitare che mi raggiunga ma ovviamente lei è più veloce di me
-Chiara! Ti ho chiamata un sacco di volte! Perché non mi hai risposto?- che faccia tosta penso irritata
-mmh..fammi pensare, beh ti basta come spiegazione il fatto di avermi lasciata da sola a quella festa per poi sparire la mattina dopo lasciandomi letteralmente nella merda fino al collo?- le rispondo acida, mi afferra per un braccio e mi costringe a girarmi
-mi dispiace! Volevo che tu fossi felice e pensavo che lui potesse farlo, alla festa mi sono ubriacata e non poco...non mi reggevo in piedi allora qualcuno di cui non ricordo nemmeno il nome mi ha portata a casa...ho cercato di chiamarti ma...- la fermo con un cenno
-brava- le applaudo con una smorfia di disgusto,
-l'unica cosa che avrei voluto vedere dopo che Ryan mi avesse spezzato nuovamente il cuore era un volto familiare che mi consolasse o che mi aiutasse per lo meno, invece no! Tu non c'eri. Ho dovuto vagare al freddo per poi andare a casa di Noel che ha cercato di baciarmi. Tutto questo perché tu non c'eri. Ma lo ripeto...brava- esclamo con esasperazione, lacrime di rabbia si insinuano nei miei occhi e devo ricorrere a tutto il mio buon senso per impedirgli di uscire
-mi dispiace...scusami...davvero- tentenna, ma non può nemmeno permettersi di pensare di passarla liscia
-no. Scusa ma non posso, mi hai delusa parecchio stavolta non basta la pietra sopra-
dichiaro andandomene, ignorando le sue inarrestabili richieste di perdono, chiudo gli occhi per tranquillizzarmi e dopo qualche secondo riprendo a camminare verso la fermata dell'autobus. Mentre sto aspettando che il pulman arrivi improvvisamente sento il mio cellulare vibrare, mi affretto a ripescarlo dalla cartella e guardo chi sia

Messaggio da Ryan:

"ei,come stai? Volevo dirti che oggi pomeriggio passo a riprendere la mia felpa"

Perfetto! Vogliamo aggiungere qualcos'altro alla lista di catastrofi che stanno accadendo oggi? Pessimismo portami via non ci può essere niente di buono in questo. Mi arrendo davanti alla chiarezza dei fatti e rispondo.

"Ok, sono a casa tutto il pomeriggio. Vieni quando vuoi"

Digito velocemente le seguenti parole e ripongo il telefono nello zaino, nel frattempo il pulman è arrivato, salgo velocemente e mi siedo nell'unico posto libero che trovo.
Destinazione: casa.

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