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Capitolo 49

Arrivati in centrale, li misero in cella e Tom era sconvolto. Avevano preso le persone sbagliate.

- ho bisogno di parlare con Jason Sharkbite - disse Tom dietro le sbarre. Ma venne ignorato.

- come conosci Jason? - chiese Michael curioso.

- È un mio amico e di sicuro lui mi ascolterà - rispose Tom guardandolo.

- a me sta aiutando nel caso di Ty ma salverà anche Robert - disse Michael spiegandogli.

- mi sa che l'unico di cui possiamo fidarci - disse Tom .avvicinandosi.

- penso che gli altri siano corrotti. Un poliziotto non ignorerebbe un uomo arrestato -

- lo penso anch'io - disse Michael. - speriamo che Jason venga in stazione e si accorga di qualcosa -

Intanto Chris cercò di dimenarsi ma le cinghie era troppo strette. Non gli piaceva essere legato in quel modo e voleva alzarsi.

- è così che lui cura i suoi pazienti? - chiese lui guardando Robert.

- qui non ci ero mai finito ma ha altri metodi - rispose Robert sincero.

- non mi piace. Non dovrebbe essere così. Forse Ty ha ragione. Forse Valentine ci avvelena la mente - disse Chris iniziando a ragionare.

- lui vuole solo il nostro bene anche se fa male - disse Robert. - senza sacrifico e lacrime non si ottiene niente -

Lui era da più tempo li quindi era devoto a Valentine.

- lui non ha il diritto di farci questo, Robert. Non abbiamo scelto questo e poi non stavi facendo nulla di male -disse Chris pensando lucidamente. - e neanche io -

Essere stato nella vasca e ora legato lì senza medicine per qualche ora, aveva portato la sua mente a ragionava.

- dobbiamo uscire da qui. Ho fatto un gran casino perché mi sono fidato... -

Valentine entrò e guardò I due.

- tu non farai nulla. Non ti permetterò di rovinare tutto -

In quel momento, Chris cercò di dimenarsi per non essere penetrato dell'ago ma non ci riuscì. Cadde in sonno senza sogni. Svegliandosi qualche ora dopo. Era nel lettino legato e si guardò intorno.

- che succede? - chiese Chris stordito.

- ho dovuto legati, Chris. Ti stavi toccando a causa di Tom - rispose Valentine avvicinandosi. - hai ripreso le vecchie abitudini e io ho agito in modo che tu non prenda il tuo pene. Lo capisci vero? -

- grazie, dottore - rispose Chris sotto medicinali. - stavo sbagliando e lei mi ha corretto -

- esattamente. Ci tengo ai miei pazienza. Siete dei figli per me - disse Valentine fingendo

Chris gli sorrise e poi Valentine gli tolse le cinghie.

- ora puoi alzarti - disse lui gentile.

Chris lo ringraziò e andò da Ty. Non c'era di nuovo e scese giù in un'aula dove tutti facevano qualcosa. Non vedeva Ty e Robert. Dov'erano andato a finire?

Lilith si avvicinò a lui e disse: - Chris, trova qualcosa da fare -

Chris si sedette ma non sapeva cosa fare. Guardava gli altri e poi vide Valentine.

- dottore, non so cosa fare - disse lui spaesato.

- ho un lavoro per te - disse Valentine tendogli la mano.

Robert era in una stanza per riflettere su ciò che aveva fatto. Era da solo e Ty aveva aperto la porta dopo aver rubato un pezzo di cioccolata per darglielo.

- ciao, questo è per te - disse Ty mettendolo sul tavolo.

Robert guardò ty e il pezzo di cioccolata. Era fondente come piaceva a lui. Robert lo prese ma ebbe paura di essere visto e se lo mise in bocca subito. Ty si avvicinò, Robert gli faceva tenerezza e si mise accanto a lui.

- grazie - disse Robert arrossendo. - non dovresti essere qui. Hai rischiato molto -

- non ho paura di niente - disse Ty coraggioso. - volevo chiederti se quel Michael che hai nominato ore fa, si chiama Wayland di cognome? -

Era una cosa che gli premeva tanto. Voleva sapere se lui conosceva il suo papà.

- si certo piccolo - rispose Robert sussurrando.

Aveva paura che Valentine lo sentisse e si ritrovava di nuovo legato. - perché lo conosci? -

- si, è il mio papà - rispose Ty con un sorriso. - tu allora devi essere la persona di cui mi ha parlato. Hai tre figli? -

- si, Alec, Isabelle e Max. Mi aveva detto di te ma non ricordavo il nome. Scusami - rispose Robert in imbarazzo.

- tranquillo, questo posto altera tutto e fa dimentica certe cose - rispose Ty rassicurandolo. - ora dobbiamo tornare da lui. Non possiamo stare qui -

Ty pensò dopo perché Robert era finito li.

- Ma se ami tanto il mio papà perché sei qui? Ti vergogni di lui? Perché il mio papà e un uomo semplicemente meraviglioso e se tu ti vergogni dell'amore che provi per lui, io non ti voglio assieme al mio papà - disse Ty diretto.

Ty era come Michael.

- io non mi vergogno disse Robert con mente lucida. - e ora che ci penso meglio non so perché sono finito qui un giorno mi stavo baciando con tuo padre e poi mi ritrovo qui. Finalmente ero felice con lui e non vedevo l'ora di conoscerti -

- io lo so perché - disse Ty capendo. - non hai preso gocce o medicinali. Sei stato a lungo senza di esso -

- no. Non può essere - disse Robert confuso.

- dammi la mano - disse Ty volendo provare a convincerlo.

- che vuoi fare? - chiese Robert confuso.

- fidati di me - rispose Ty soltanto.

Robert dopo tanto pensare, la prese e Ty gli disse ' chiudi gli occhi e pensa a lui '. Robert lo fece e all'improvviso senti la sua connessione e quella di Ty unirsi per vedere una visione. Robert vide una cella e si stupì.

Cosa c'entrava questo con Michael?

Poi vide Michael piangere in angolo mentre parlava con qualcuno.- Ho fallito, Tom. ho fallito in tutto. Non sono riuscito a proteggere Sebastian venendo meno alla promessa che avevo fatto a mia moglie. Più ho adottato Ty e mi è stato portato via ed ora sempre per colpa mia mi hanno portato via l'amore della mia vita. Non togliendo nulla ovviamente a Eliza. Robert sentiva tutto il suo dolore. Lo vedeva disperarsi e piangendo con le mani tra i capelli.

- non hai fallito, Michael. Sono io che mi sono fatto soggiogare da lui - disse Robert piangendo nella connessione.

Michael sentì la voce di Robert. Non lo vedeva ma lo sentiva.

- Robert, sto impazzendo? O sei tu? - chiese Michael volendo essere sicuro.

Robert lo senti e rispose: - sono io. Mi dispiace tanto. Non so come ho potuto. Perdonami... -

Non riuscì a dire altro perché qualcuno lo afferrò e sentì una puntura. Ty invece era stato portato nell'ufficio di Valentine.

- che cosa stavate facendo? Una seduta spiritica o qualcosa del genere? - chiese Valentine alla scena di prima.

- gli davo conforto - rispose Ty che non avrebbe mai rivelato il segreto della connessione.

- lui sembrava parlare con l'uomo che ti ha abbandonato - disse Valentine non essendo stupido. - e non c'erano cellulari. Come te lo spieghi? -

- non so di cosa stai parlando - rispose Ty resistendo.

- io penso che tu lo sai - disse Valentine. - e adesso me lo dirai altrimenti... -

- altrimenti cosa? Chiamerai miss Lilith a picchiarmi? - chiese Ty sfidandolo.

- non mi sfidare, ragazzino - disse Valentine con sguardo gelido.

- non ho paura - disse Ty a tono.

- sei sciocco. Non farò male a te ma a chi tieni - disse Valentine minacciandolo.

Ty impallidì, pensò a suo papà ma anche a Chris. Si era affezionato a quest'ultimo e non voleva che li facesse del male.

- quindi fai il bravo o conoscerai la mia cattiveria -

- la conosco già. Non è umano quello che fai a tutti noi - disse Ty pensando alla terapia.

Intanto in cella, Tom confortava Michael e lo teneva stretto a lui in un abbraccio sulla brandina.

Arrivò Jason e disse: - posso unirmi a voi? Facciamo un'ammucchiata? -

Michael e Tom lo guardarono e si misero a ridere. Jason sapeva consolare in un modo tutto suo.

- sono contento di avervi fatto ridere. Ho saputo quello che avete vissuto e sono qui per liberarvi -

- possiamo uscire? - chiese Michael stranito guardandosi con Tom.

- si, ho una persona che mi doveva un favore e io lo usato per liberarvi e fare in modo che nessuno sappia di ciò - rispose Jason dalle mille risolse.

Appena si apri la cella, i due lo abbracciarono e lo ringraziarono.

- tre finocchi - disse un agente disgustato.

Jason lo guardò e disse: - sei solo geloso perché tu non puoi averne uno -

Michael, Tom e Jason furono superiori e se ne andarono, lasciando il tipo li. Michael e Tom si scambiarono i numeri e presero strade diverse. Michael andò verso il ponte ma non trovò nessuno. Sebastian non c'era più. Era arrivato tardi. Chissà dov'era. Non importava quando ci avrebbe messo ma lo avrebbe trovato e sarebbero stati tutti insieme.

Il giorno dopo...

Tom con Lola decise di continuare a sistemare casa. Pitturarono un po e giocarono anche mentre si sporcavano di vernice. Arrivarono anche Jason, Louis, Julian, Eddie, Colin, i bambini, Scarlett, Scott, Liam e Luke. Tutti erano li per rallegrare Tom e c'era anche la mamma di Chris. Avevano portato cibo, allegria, bevande e tante cose per sistemare la casa. Tom senti l'amore di tutti per lui. Aveva bisogno di quello. Si diverti molto e con il loro aiuto terminò i lavori. Tom dopo tutto quel lavoro sentì anche la fatica e il male alle mani dovuto anche allo sforzo di entrare nella clinica così decise di chiamare il suo fisioterapista.

Eliot arrivò nell'appartamento di Tom subito e pronto a chiarire una faccenda con lui.

- scusami ma ho bisogno di parlarti prima di tutto -disse lui deciso. - magari dopo non mi vorrai più con tuo fisioterapista. Ho già un collega da proporti -

- non capisco - disse Tom confuso.

- non ti ho detto una cosa di me - disse lui sedendosi. - e mi dispiace -

Tom vide che l'altro si sentiva in colpa per qualcosa.

- io sono il marito di Albert -

Tom non poteva crederci. Il marito di Albert???

- perché nascondermi ciò? - chiese Tom ferito.

- non volevo nascondertelo ma non era facile parlare di Albert con te. So cosa ti ha fatto e gli dispiace tanto. Non è la stessa persona. Tu non immagini cosa ha passato - rispose lui spiegandogli. - se gli parlassi, capiresti molto ma so che hai bisogno di tempo. Quello che ho detto anche Albert -

Tom rimase in silenzio per tutto il tempo.

- ora ti lascio decidere cosa fare. Scendo giù e aspetterò una tua chiamata -

Eliot si alzò e stava per andare alla porta. Tom non sapeva cosa fare e lo lasciò andare via. Lo vide mentre usciva dalla porta.

Cosa doveva fare? Tenersi lui o cambiare?

Non era facile. Albert era un ricordo doloroso per lui. Eliot era un eccezionale fisioterapista e si trovava bene con lui ma era il marito di Albert e questo non riusciva a toglierselo dalla testa. Non riusciva a separare le sue cose ma forse diceva solo unirle e parlare con Albert. Aveva bisogno di Eliot. Si ritrovò a camminare verso lo studio di Eliot, la porta è semichiusa e vide lui con Albert.

- mi dispiace se a causa mia perderai un paziente e un amico - disse Albert dispiaciuto. - non posso vederti così. Magari posso parlargli -

- no. Non servirebbe. So com'è fatto Tom. Non mi perdonerà - disse Eliot rassegnato.

Albert lo abbracciò e disse: posso fare qualcosa per farti sentire meglio? -

la tua presenza è il miglior conforto - disse Eliot stringendolo.

Tom vedeva come Albert era così amorevole, si occupava di Eliot come lui avrebbe fatto con Chris. Non era una farsa. Lui amava Eliot. Bussò e i due si staccarono.

- avanti -

Tom entrò e Eliot ne fu sorpreso.

- ciao, ho bisogno di parlarti - disse lui con tono tranquillo.

- io esco - disse Albert volendogli lasciare il loro spazio.

- rimani, Albert. Riguarda entrambi - disse Tom sincero.

Albert ritornò al fianco di Eliot e Tom sorrise.

- ho pensato bene alla situazione e ho deciso di voler continuare con te come fisioterapista e amico. Hai ragione su Albert. È molto cambiato e si vede da come si prende cura di te. Siete fortunati a stare insieme. Io non ho lo stesso privilegio - disse Tom fermandosi con un tono triste.

Pensò a Chris. Voleva essere con lui. Albert si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla.

- mi dispiace, Tom. Io vorrei fare qualcosa. Vorrei rimediare. Dimmi cosa posso fare - disse Albert volendolo aiutare.

- nessuno può aiutarmi - disse Tom triste.

Ci misero molto per farlo aprire ma alla fine ci riuscirono. Tom raccontò di Chris, Valentine e la clinica. Eliot e Albert si guardarono complici e avevano la stessa idea in mente.

- cosa? Assolutamente no - disse Tom al loro piano.

- è l'unico modo. Io mi fingerò omofobo così da entrare nelle grinfie del diavolo. Controllerò il tutto e studieremo il modo per farli uscire - disss Eliot deciso.

- io so fingere anche e potrei entrare in affari con lui. Ho dei vecchi contatti - disse Albert furbetto.

: - è pericoloso - disse Tom ai due. - non vi farò rischiare. È un mio problema -

- noi ti aiuteremo - disse Eliot deciso. - non accettiamo un no -

- esattamente - disse Albert prendendo il cellulare. -Missione cavallo di troia abbia inizio -

- fa tanto nerd. Non sapevo che ti piacevano queste cose - disse Tom sorpreso.

- non sai molte cose del mio vero me - disse Albert.

- voglio conoscerlo il tuo vero te - disse Tom sorridendo.

Eliot vide un primo passo tra quei due. Tom andò a cena con loro mentre Lola era da Bella.

- non sapevo che adoravi il cioccolato - disse Tom all'altro.

- ne mangerei tanto - disse Albert goloso. - una volta ho riempita la vasca di coccolata fusa -

- era come un bambino tutto sporco e ho dovuto fermarlo - disse Eliot ricordando la scena.

Tom rise e stava così bene ma si senti in colpa.

- Chris è rinchiuso e io rido - rispose lui sfogandosi. - che razza di fidanzato sono? -

- tu pensi sempre a lui ma devi pensare anche a te stesso. Devi stare bene mentalmente per aiutarlo. Non puoi tormentarti - disse Albert facendo ragionare.

- Albert ha ragione - disse Eliot concordando.

Tom capi che loro avevano ragione e li ringrazio. Continuarono e lui rideva per le cose che Albert aveva fatto. Era come un tenero bambino Avrebbe voluto conoscere quel lato tanto tempo fa ma non era a lui che era destinato. Lui aveva Chris e Albert aveva Eliot. Quando andò a prendere a Lola, la vide più serena e sperava che l'avrebbe vista così più spesso.

Chris stava mangiando una zuppa, era deliziosa ma sentiva che c'era qualcosa in più.

- che diabolico. Metti i medicinali nella sua zuppa - disse Lilith all'orecchio di Valentine.

- resterà qui. Non se ne andrà. È mio adesso e non me me frega se ha un film da girare. Lo terrò qui - disse Valentine diabolico. - chiamerà Elsa e le dirà che il lavoro è proseguito e non può tornare ancora -

- mi piace il nuovo giocattolo - disse Lilith.

- puoi farti chi vuoi ma lui no - disse Valentine deciso.

Lilith se ne andò via offesa e Valentine guardò Chris con interesse. Il suo preferito e lo avrebbe trasferito in una nuova stanza. Dopo cena, Valentine lo portò li e Chris vide la stanza enorme e bellissima con i richiami alla natura e al surf.

- ti piace? - chiese Valentine.

- si. È bellissima ma io dovrei andare a casa - rispose Chris riflettendoci.

- non sei ancora pronto - disse Valentine. - farlo per Elsa e per la tua bambina. Devi toglierti Tom dalla testa per poter tornare da loro -

- io non voglio... -

Qualcosa impedì di finire. Le medicine stavano annebbiando la sua mentre.

- io voglio restare qui ancora. Hai ragione. Devo guarire - disse Chris deciso.

- bravo - disse Valentine dandogli il cellulare. - chiama Elsa -

Chris rimase solo e si sdraiò sul letto sembrava di stare all'aria aperta con tutti quei disegni sul numero di piante e animali.

- ciao, Elsa. Lo so che non mi faccio sentire da un po ma ho lavorato molto - disse Chris chiamandola. - purtroppo il lavoro si è prolungato. Non posso tornare adesso -

- cosa? Ma Chris, io e Indie rose abbiamo bisogno di te - disse Elsa. - non puoi abbandonarci così. Dimmi dove sei e vengo da te. Non posso starti lontano e neanche nostra figlia -

- Elsa, vorrei che tu fossi qui ma lo sto facendo per voi due. Devo meritarvi - disse Chris.

Elsa non capiva.

- meritarci? Cosa stai facendo? - chiese Elsa preoccupata.

- non devi preoccuparti. Dopo questo lavoro, sarà pronto a tutto - disse Chris.

- mi stai spaventando. Chris, torna da me. Non c'è bisogno che fai un lavoro per meritarci. Ti vogliamo solo a casa - disse Elsa sincera.

Ma Chris fu irremovibile. La saluto come sempre e con un ti amo e un bacio alla piccola. Elsa non poteva star lì in casa senza sapere dov'era Chris. Decise di andare da Tom. Prese la bambina e la mise in macchina. Tom si sorprese quando la sentì al citofono e quando apri, Elsa era in lacrime.

- non so da chi altro andare. È successo qualcosa a Chris - disse lei con l'ovetto tra le mani.

Tom la fece entrare e preparò un tè caldo. Elsa gli raccontò delle chiamate.

- tu sai dove può essere? - chiese lei disperata

- si ma non puoi avvicinarti a quel luogo - rispose Tom sincero.

- perché no? Io voglio solo andare da lui. Ne ho il diritto. Sono sua moglie - disse Elsa sfogandosi.

- lo dico per la tua sicurezza. Quel posto è orribile - disse Tom avvertendola.

- che posto è? - chiese Elsa volendolo sapere

- una clinica per varie malattie - rispose Tom sconvolgendola.

- Chris è malato? - chiese Elsa confusa. - e non mi hai detto nulla? -

- Chris non è malato ma Valentine miller glielo sta facendo credere - rispose Tom sincero.

- perché lo farebbe? - chiese Elsa confusa. - E chi è questo Valentine Miller-

- è un psicologo - rispose Tom sconvolgendola ancora. - sapevi che ci stava andando?-

- no. Non capisco perché dovrebbe andarci - disse Elsa confusa.

Tom non sapeva se dirgli di loro due e di quello che c'era.

- Chris ha detto che lo faceva per me e Indie per meritarci - gli ripete lei. - non so cosa vuol dire ma forse tu lo sai. Ti ha detto qualcosa -

- Elsa, lui è lì perché Valentine sta cercando di convertirlo - rispose tom con coraggio. - capisci quello che voglio dire? -

Elsa lo guardò confusa.

- lui vuole togliergli ogni pensiero legato al corpo maschile -

Elsa fece un'espressione sconvolta e disse: -no. Chris é etero e poi è disumano -

[ Tom non sapeva come dirglielo senza ferirla.

- Elsa, lui non è etero. Se lo fosse, non si sarebbe mai avvicinato tanto a me - disse Tom delicato.

- in che senso? - chiese Elsa cercando di capire.

- io amo Chris e lui ama me - rispose Tom sincero.

Elsa lo guardò e si portò una mano alla bocca.

- non può essere. Allora i miei sospetti erano reali. Tu e Chris avete una storia e Valentine lo ha convinto a tornare con me. È orribile tutto ciò. Tu eri mio amico e mi hai tradito così - disse Elsa alzandosi in piedi. - come hai potuto? E anche lui. Mi diceva che mi amarmi ma pensava a te. Oddio. La norvegia. Voi due... Sono così furiosa. Io portavo in grembo la bambina e voi ve la spassevate -

Tom stava per parlare ma lei lo azzitti.

- me ne vado. Non riesco a stare qui -

Lei si alzò e prese l'ovetto.

-'diispiace. Io e lui non avremo voluto che fosse così. Non volevamo ferirti - disse Tom sincero, seguendola.

- avete fatto proprio un ottimo lavoro - disse Elsa sarcastica.

- Elsa...-

- zitto! Non voglio sentire altro - disse lei uscendo dall'appartamento.

Tom non poteva restare li. Doveva assicurarsi che non succedeva nulla di male. Non lo avrebbe sopportato. Cosi si mise in macchina e la segui a distanza, Elsa guidava bene e arrivò a casa sana e salva con la piccola. Doveva solo aspettare che si calmasse da sola. Tornò a casa e ricevette la chiamava di Albert.

- fatto. Mi sono messo di nuovo nel giro - disse lui entusiasta.

- Albert, non volevo che finisci in qualche brutta storia - disse Tom preoccupato.

- tranquillo, l'eccitazione era più per il fatto della missione. Non mi interessano droghe o altro - disse Albert sincero. - non manderei mai a monte la mia felicità con Jonathan e i bambini -

Erano passati vari giorni, Chris era ancora alla villa e Eliot aveva un colloquio per il ruolo di fisioterapista. Tom temeva per lui, stava apposta in una stradina fuori la villa con un bicchiere di caffè in mano e attendeva. Eliot si ritrovò nell'ufficio di Valentine per venire esaminato. Eliot mostrò i documenti a Valentine. Aveva un nuovo nome, un passato differente e non c'era l'ombra di figli o di Albert. Albert e Jason erano stati bravi nel costruire una nuova vita a Eliot.

- un curriculum veramente impressionante ma ho bisogno di altro - disse Valentine esaminandoli.

- cosa vuole che le porti? - chiese Eliotserio.

- voglio vedere se hai qualche scheletro - rispose Valentine spingendo un pulsante.

Una ragazza entrò e si mise a computer.

- lei è la nostra trova tutto -

Eliot mantenne la calma e la ragazza ci mise poco a trovare. Jason e Albert avevano assunto una persona per creare anche un file nella polizia.

- qui dice che hai fatto delle risse con dei persone perché erano gay e una persona é finita in ospedale perché ti ha palpato - disse Valentine leggendo.

- si. Quel finocchio mi aveva detto anche delle oscenità - disse lui con disgusto.

- quindi per questo che sei qui, Jack - disse Valentine compiaciuto.

Non era affatto facile ma aveva studiato e Tom gli aveva dato una mano. Valentine parlò a lungo con lui e Eliot dopo qualche racconto di violenza e insulti, ebbe il suo risultato.

mano.

- sarà un piacere per me aiutarla a convertire quelle persone - disse Eliot stringendogli la mano.

- ho solo un ultimo test per te - disse Valentine sorprendendolo. - Lilith puoi entrare -

Eliot non si aspettava quel passaggio.

- ciao, Jack. Conosciamoci un po - disse lei vestita in modo sexy.

Eliot capì qual'era ultimo ostacolo. Doveva dimostrare che era etero. Ricordò le parole di Albert prima di andare.

Flashback

- non importa cosa dovrei fare. Non sarà un tradimento se ti metteranno alla prova. Lo stai facendo per un bene superiore e io so che mi ami - disse Albert rassicurandolo. - salveremo tutti. So che saranno difficili e ci daranno sacrifici da fare ma quando sarai li, Jonathan non esiste. Io non esisto per te -

- quanta strada hai fatto fa quando ci siamo conosciuti. Sei diventato una persona incredibile - disse Eliot prendendogli il viso tra le mani.

- sei tu che mi hai reso migliore, Eliot - disse Albert convinto.

- no. Era già dentro di te. Avevi solo bisogno di scoprire ciò che volevi essere veramente - disse Eliot appoggiando la fronte contro la sua.

Albert lo baciò appassionatamente contro la scrivania, rimasero stretti all'altro per diversi minuti e poi si guardarono. Si promisero di stare attenti e si sarebbero riuniti.

Fine flashback

Un'ora dopo l'entrata di miss Lilith, Eliot si stava rivestendo e la donna era molto soddisfatta.

- non pensavo che avrei trovato qualcuno di cosi incredibile - disse lei sulla poltrona. - sarai il mio nuovo cucciolo -

Non era stato facile ma aveva pensato per tutto il tempo al suo Albert. Era il modo migliore per farselo venire duro.

- quando vuole lei - disse Jonathan accondiscendente.

- chiamami padrona. Ormai mi appartieni - disse lei con un sorrisetto.

- certo, padrona - disse Eliot calandosi nel ruolo.

Valentine aveva visto tutto la scena e si complimento con lui quando uscì dalla studio.

- sei nel circolo - disse Valentine portandolo a fare il giro della clinica.

Jonathan vide Chris, Ty e Robert erano intenti in vari passatempi. Sembravano star bene ma sapeva che era un illusione.

- vieni ti mostro dove vivrai - disse Valentine portandolo verso gli alloggi di Lilith.- ti piacerà stare li. Lei ti vizierà molto -

Tom stava aspettando qualcuno e qualche minuto dopo vide un sacchetto alla sua destra. Lo prese e sorride a Michael.

- sono crostatine alla fragola. Le ho fatte io - disse Michael. - cucinare mi rilassa -

- grazie - disse Tom sorridendo. - Anch'io cerco di tenere la mente occupata -

- come procede? - chiese Michael guardando la villa

- ancora non lo sappiamo - rispose Tom. - avremo il nostro segnale appena Eliot sarà passato -

Dopo un po, Tom vide un ragazzo uscire con la spazzatura e buttarla nel cassonetto. Lui ci andò e lo aprì. Trovò un foglietto appallottolato.

Lo aprì e trovò un 'si'.

- è entrato - disse Tom a Michael. - andiamo da Albert. Vorrà saperlo -

Tom e Michael incontrarono Albert e raccontarono che il piano aveva funzionato. Poi si divisero, ognuno tornò alle proprie vite e si sarebbero sentiti tramite cellulare. Non dovevano destare alcun sospetto. Non era facile ma avevano dei figli e dovevano pensare anche a loro. Tom si dedicò al teatro e Michael alla sua agenzia mentre Albert ai bambini. Tre vite che sembravano normali ma che nascondevano un gran dolore per quello che sapevano.

Elsa non riusciva a calmare Indie, piangeva disperata e non sapeva cosa fare. Prese la piccola, la mise in macchina e decise di poterla da Tom poiché la madre di Chris era tornata in Australia quindi non poteva aiutarla. Aveva il nuovo indirizzo perché Tom glielo aveva messo nella posta. Elsa suonò al citofono della nuova casa di Tom. Era veramente una favola. Magari questo sarebbe stato il nido per lui e Chris. Chissà se ci avevano fatto già sesso. Forse aveva fatto male a venire lì ma guardava la sua piccola. Era tutto quello che le importava. Voleva vederla sorridere e sapeva che Tom poteva calmarla. Tom la apri e la condusse dentro. Era felice che Elsa era lì ma gli dispiaceva che Indie piangeva disperata. Lei mise Indie Rose tra le sue braccia e Tom la prese a cullare per calmarla. Stranamente non stava accadendo e Tom pensò che forse c'era biosgno di Lola. Lei tornò a casa come se fosse stata richiamata da qualcosa. Si avvicinò e Elsa la lasciò fare ma neanche lei poteva fare qualcosa. Si guardavano tutti confusi e preoccupati. Cercarono insieme di trovare una soluzione e solo quando i tre erano uniti per lei, si calmò. Erano seduti tutti e tre sul divano e la cullavano a turno. Sembrava che Indie voleva che loro tre stavano uniti in armonia.

- è la tensione. Io vi ho tenuti lontani. Lei ha bisogno di tutti e quattro per stare calma - disse Elsa capendo.

Indie Rose sorrise a sua mamma e lei la prese in braccio.

- Non ti separerò più da loro. Potrai vederli quando vorrai. Non sarò causa della tua infelicità .

Tom preparò da mangiare con Lola e lasciarono madre e figlia da sole. Avevano bisogno di quel momento. Tom e Lola portarono tutto sul tavolino e Elsa vide che si era scordata le cose della piccola e allora lui andò a prendere le cose nella stanza per Indie. Elsa lo seguì subito dopo e vide come la stanza era stata fatta con cura, tutti quei dettagli e poi vide Tom stringere la foto di lui e Chris. Tom amava molto Chris e Indie Rose. Tornò di là e guardò Lola con Indie. Sembravano due sorelle. Indie amava Tom e Lola come parte della famiglia.

- ecco - disse Tom portando le cose.

- dovresti darglielo tu - disse Elsa prendendo il cellulare. - la lascio con voi per qualche giorno. Io ho bisogno di andare a casa -

- Elsa, puoi restare qui. Lo so che ti sto chiedendo tanto ma voglio aiutarti - disse Tom avvicinandosi.

Elsa vuole lasciare li la piccola e lei andare a casa giusto?

- e poi Indie Rose ha bisogno di te-

- ma anche di voi - disse lei sapendolo. - devo veramente andare -

Tom la vide mentre lei dava un bacio alla piccola e poi uscì da li. Elsa stava andando alla macchina ma poi ci ripenso. Decise di tornare indietro e accettò l'offerta di Tom.

Lui era felice e la portò nella stanza che aveva preparato per lei.

- sei stato dolce ma non posso perdonarti per adesso - disse Elsa sincera. - anche se so che tu ami tanto Chris e Indie. Per me è difficile. Ti odio ma ti voglio bene allo stesso tempo -

- lo so che ci vuole tempo. Ho tradito la tua fiducia. Non avrebbe dovuto farlo ma è stato più forte di noi... -

- non sono ancora pronta a sentire - disse lei fermandolo. - grazie per la tua offerta. Ora ho bisogno di dormire -

- certo - disse Tom. - ti porto la piccola -

- lasciala con Lola - disse Elsa stendendosi.

- per qualunque cosa chiamami - disse Tom premuroso.

Tom uscì dalla stanza, prese la culla che le aveva comprato e la portò in camera di Lola.

Lola si sorprese quando entrò.

- mi lascia tenere indie con me! -esclamò lei stupita.

- si, puoi coccolarla quanto vuoi - disse Tom con un sorriso.

- evviva - disse lei entusiasta.

La piccola rallegrò casa hiddleston, ne avevano bisogno per distrarsi dell'orrore che stava vivendo Chris, Ty e il compagno di Michael. Sì mise a riguardare il copione per il teatro e non importava se la mano non stava tanto bene. Doveva farlo. Sentiva il bisogno di salire sul palco. Il giorno dopo aveva le prove, si presentò prima degli altri e si mise sul palco. Chiuse gli occhi e lasciò che la mente navigasse e la connessione lo portò in un altro posto. Era in una stanza con riferimenti alla natura e vide Chris addormentato. Si avvicinò e cercò di toccarlo. All'improvviso fu portato in un posto buio e freddo. Si trovava dentro Chris che era confuso dalle medicine. Cercò di trovarlo e vide una gabbia dove c'era Chris.

- Chris - lo chiamò lui.

- chi mi chiama? - chiese Chris con gli occhi chiusi.

- sono io, il tuo Tom - disse lui avvicinandosi alle sbarre.

- Tom? Mi sembra familiare - disse lui cercando di ricordare.

- si, siamo colleghi di lavoro e ci amiamo molto - rispose Tom allungando la mano.

Toccò la sua mano e durante il sonno Chris lo avvertì. Cercava di aprire gli occhi ma non ci riusciva. All'improvviso qualcuno riportò alla realtà Tom e senti che forse poteva fare qualcosa quando Chris dormiva. Erano arrivati anche gli altri quindi iniziarono a conoscersi tutti e poi si passò alle prove. Quando finirono, Tom tornò a casa e prese il computer. Cercò tutto quello che era possibile sulla connessione e trovò anche un forum. C'era un numero e un nome. Javier. Lui dava aiuto a chi ne aveva bisogno. Lo chiamò e si incontrò con lui nel suo studio.

- grazie per avermi ricevuto - disse Tom stringendogli la mano.

- il piacere è il mio. Dimmi tutto - disse Javier facendolo sdraiare.

Il psicologo era molto sexy come il suo accento spagnolo. Tom gli raccontò tutto anche dell'ultima connessione avuta con Chris.

- che veramente straordinario. Non è da tutti connettersi in questo modo senza una guida - disse Javier affascinato.

Tom ascoltò attentamente le parole di Javier. La meditazione aiutava molte a sviluppare la connessione. Ci voleva concentrazione. Javier lo guidò ma non li. Lo portò in una zona dove poteva esserci a terra. Chiuse gli occhi e si concentrò. Voleva riprendere la connessione e pensò a Chris di nuovo. Però non lo sentiva e ne vedeva nulla. Aprì gli occhi e guardò Javier.

- Qualunque cosa gli sta dando, interferisce con la connessione - disse l'altro spiegandogli.

- dobbiamo trovare qualcosa per contrastare le medicine -disse Tom deciso.

- io non so nulla in materia. Devi parlare con un esperto di medicine - disse Javier consigliandolo.

- so a chi rivolgermi - disse Tom subito.

Si presentò da suo padre che stava baciando la sua infermiera.

- scusami, papà. Avrei dovuto bussare - disse Tom scusandosi.

Cinthia lo salutò e poi uscì fuori.

- hai seguito il mio consiglio - disse Tom felice.

James arrossi e disse: - ciao, in cosa posso esserti utile? -

Tom rise e poi andò al problema.

- se una persona viene drogata con medicinali come si possono contrattare? Come faccio a far tornare lucida una mente annebbiata? -

- non è affatto facile. Prima si dovrebbe diminuire il dosaggio per evitare l'astinenza. Perché sospendere all'improvviso un farmaco potrebbe fare danni - disse James attentamente. - si può sostituire con qualcosa di più leggero e si diminuisce sempre di più fino a toglierlo -

- grazie, papà - rispose Tom appuntandosi tutto.

- di chi stavi parlando prima? - chiese James serio. - perché si vede che non è per una ricerca causale -

- devo salvare Chris - rispose Tom sincero. - è prigioniero di Valentine Miller nella clinica del circolo -

- Valentine!!! Io lo conosco quel bastardo - disse James all'improvviso.

- Dimmi tutto quello che sai - disse Tom curioso.

James gli raccontò i trascorsi con Valentine e i suoi tanti rifiuti contro l'uomo e Tom gli confido quello che stava accadendo.

- è da lui. Maledetto. Ora si capisce perché Chris faceva in quel modo anche se è stato molto stupido a fidarsi di Valentine - disse James sincero.

- papà, puoi aiutarmi con i medicinali - disse Tom preoccupato per Chris.

- ma certo. Ti aiuterò e salveremo tutti - disse James rassicurandolo.

- grazie - rispose Tom abbracciandolo.

- ho bisogno di un campione dei medicinali che gli stava somministrando - disse James. - se devo contrastarlo, devo prima studiarlo -

: Tom parlò con Albert e sapeva già come agire per avvertire Jonathan. Valentine ebbe la visita di un uomo che aveva molti contatti nella droga.

- Prego si accomodi - disse Valentine facendolo entrare nello studio.

Lui apri la valigetta e gli mostrò tanti tipi di droghe.

- mi avevano detto che eri il migliore - disse Valentine pagandolo.

- di nulla - rispose Albert prendendoseli.

Albert uscì dalla porta e urtò Eliot di proposito.

- mi scusi - disse lui infilando qualcosa nella sua tasca e scese le scale.

Eliot apri il messaggio arrotolato.

' ho bisogno di un campione dei medicinali '

Eliot bruciò il messaggio e poi si offrì di sedare alcuni pazienti. Solo così poteva avere accesso alla bottiglietta. Non gli piaceva far quello ma doveva per la copertura. Arrivò da Ty e lo vedeva agitato. Chiamava suo papà nel sonno e non ci riuscì. Si avvicinò e cercò di calmarlo come poteva. Ty accettò la dolce mano che lo toccava e il gesto sapeva tanto da papà. Eliot riuscì a calmarlo e per farsi che Valentine non se ne accorgesse, mise un po del liquido in un bicchiere e lo portò in un luogo sicuro.

Eliot andò da Lilith e lei subito era pronta a far sesso ma lui la stupì.

- perché non andiamo a cena fuori? Conosco un posto lussuoso e poi possiamo andare in hotel per il dessert - disse Eliot furbetto.

Lilith accettò subito e poi Eliot mandò un messaggio ad Albert con un cellulare usa e getta.

' amore, sto portando la moglie del diavolo a cena in quel ristorante vicino la stazione '

L'aveva buttato nel cassonetto fuori dalla villa e salì a vestirsi.

Una volta pronti andarono, eliot si finse tutto premuroso e poi andò in bagno dove aveva messo il campione in un posto nascosto. Qualcosa lo afferrò e eliot si agitò. Si senti trascinare in bagno e poi si ritrovò le labbra su di lui. Le conosceva bene. Era il suo Albert. Rispose attivamente al bacio. Gli era mancato tanto.Si guardarono dopo il bacio, non dissero una parola ma ne avevano bisogno. eliot faceva una dolce carezza al viso di Albert. Si diedero un altro bacio e poi eliot si dovete staccare da lui per tornare dalla pazza e Albert invece prese il campione da portare. Usci dal retro così Lilith non lo avrebbe visto.

Intanto in un piccolo appartamento, Sebastian stava preparando da mangiare e aspettava suo fratello.

Si era appena scottato. Di solito si occupava l'altro ma voleva farlo per una volta lui. Anche per ringraziarlo. Suo fratello si occupava sempre di lui. Poteva aver un brutto carattere con gli altri ma era un vero tesoro con lui. Semplicemente l'altro era diretto, non usava mezze misure e se ne fregava di piacere agli altri. Invece lui era più sensibile e tranquillo, diceva le cose con calma e educazione e poi aveva paura di non piacere alla persone. In più crescere con un padre omofobo non era il massimo e che ti picchiava. Suo fratello lo aveva salvato più di una volta ma non si definiva in eroe. Per lui lo era. il suo cavaliere dalla scintillante armatura a proteggerlo. : Poi aveva un segreto. Amava suo fratello in un modo che non avrebbe dovuto. Aveva cercato di estirpare quei sentimenti ma non ci riusciva. Sapeva che era peccato ma il suo cuore e il corpo reagivano a lui. L'altro non lo sapeva. Non glielo avrebbe mai detto. Non voleva vedere il disgusto nei suoi occhi. Cercò qualcosa per le scottature ma si era dimenticato di spegnere il fuoco. Jonathan entrò in casa e senti odore di bruciato. Subito andò in cucina e spense sotto la padella. Qualunque cosa fosse era da buttare. Andò a cercarlo e lo trovò con la pomata contro le scottature.

- che hai combinato? Non potevi starti fermo? - chiese lui prendendo il tubetto. - faccio io -

Jonathan gli metteva la pomata teneramente e con devozione. Qualcuno avrebbe detto che aveva sbattuto la testa per aver usato teneramente nella stessa frase con Jonathan. Ma lui conosceva il vero io del fratello.

- volevo solo preparati la cena - rispose lui.

- sei carino ma non usare più i fornelli quando non ci sono - disse Jonathan serio. - non voglio che ti fai male. Per fortuna che avevo preso qualcosa da mangiare -

- cosa hai portato? - chiese Sebastian curioso.

- vedrai - rispose Jonathan.

Dopo averlo medicato, lo condusse in cucina dove era un profumino dal sacchetto con i contenitori. Sebastian lo aprì e c'era la lasagna per lui e il pudding. Lo avrebbe baciato. Poi c'era altri contenitori con qualcosa anche di orientale.

- mi vizi - disse Sebastian abbracciandolo. - magari avessi un ragazzo come te -

- non ti conviene. Sai che non amo la monogamia - disse Jonathan andando a prendere i piatti.

- ti ferirei solo -

- secondo me è perché non hai trovato la persona giusta - rispose Sebastian convinto. - non hai mai avuto un vero motivo per essere solo di una persona sola -

La verità era che andava con chiunque perché non poteva avere l'unica persona di cui gli importava. Sebastian era suo fratello e lo amava e desiderava. Ma non avrebbe trascinato in una relazione che non aveva futuro. Lui poteva sopportare il giudizio e pregiudizio della gente mentre Sebastian no.

- andiamo a mangiare - disse Jonathan mettendo fine a quella conversazione.

Sembravano una coppia per come si comportavano. Intanto Michael cercò nel archivio chi si era trasferito a Londra. Doveva ringraziato Jason. Lui glielo aveva portato. C'erano tanti fogli. Non immaginava che si erano trasferirti così tanto in questi ultimi mesi. Poi non sapeva nemmeno da quando era lì. Michael si addormentò e Izzy gli mise una coperta sulle spalle. Lei continuò per aiutarlo. Guardava ogni foglio e volto. Arrivarono anche Max e Alec. Anche loro voleva dare il loro contributo. Quando Michael si svegliò, li vide accanto a lui a controllare i fogli e si commosse.

- grazie -

Tutti e tre corsero da lui e lo abbracciarono. In un'altra casa si stava per cenare e Elsa preparò un piccolo sformato di formaggio.

- non dovevi, Elsa. Sei mia ospite - disse Tom vedendo mentre lo toglieva dal forno.

- avevo bisogno di fare qualcosa e poi non è nulla di che - disse Elsa prendendo la paletta per fare le porzioni.

- ho qualcosa da proporti - disse Tom a quelle parole. - ti andrebbe di recitare con me? -

- con te? Io non saprei - rispose lei a quella proposta inaspettata.

- non devi darmi subito una risposta. Ti do la trama e il copione in caso che tu voglia saperne di più - disse Tom andando a prenderli.

Elsa lo seguì mentre Lola faceva vedere la sua sorellina a Bella.

- sogno di una notte di mezza estate in versione lgbt - lesse lei sorpresa.

- volevo fare qualcosa di differente - disse Tom spiegandogli. - io penso che tu sia perfetta per questa opera -

- ci penserò - disse Elsa con un sorriso.

Tom non la pressò e poi Elsa si girò di nuovo. Non riusciva a tenersi dentro di un pensiero che era sorto alla sua proposta.

- non è che mi hai proposto di recitare a teatro nel tuo spettacolo con te perché ti senti in colpa vero? - chiese Elsa diretta.

Non si aspettava quella domanda ma era legittima.

- no, Elsa. Te lo proposto perché so che sei una bravissima attrice e recitare a teatro è un'esperienza unica. Vorrei che la provasse - disse Tom sincero. - e poi ci sono persone molto simpatiche -

- hai il dono di convincere le persone - disse Elsa. - verrò -

Albert portò il campione a James e lui si mise all'opera. Il giorno dopo, Tom e Elsa uscirono e portarono la piccola con loro. Arrivarono nel piccolo teatro, Elsa si era anche vestita carina e guardava la compagnia. Lei mise il passeggino vicino alle poltrone e poi sali sul palco.

- ragazzi, lei è Elsa. Si unirà a noi in questa nuova esperienza - disse Tom presentandola.

- ciao a tutti. Spero di essere all'altezza - disse Elsa con un sorriso.

Sì iniziò le prove e Elsa vide come Tom sapeva recitare e dirigere tutto con grande maestria. Poteva capire perché Chris si fosse innamorato di lui. Elsa andò a calmarle e si scusò con loro.

- non dovresti portarla qui - disse uno degli attori. - non è un asilo nido -

Prima che Tom potesse dire qualcosa, una voce si fece avanti.

- la vuoi smettere, Todd - disse una giovane donna. - non vedi come spaventi la bambina. Poi al diritto di portarla qui -

Elsa guardava la rossa che non aveva notato prima. Da dove spuntava fuori?

- non dovresti parlare tu. Sei anche arrivata in ritardo - disse l'altro a tono.

Tom voleva dire qualcosa per aiutare la rossa ma Elsa vedeva che si sapeva difendere da sola.

- se non fosse per persone come te, il mondo sarebbe migliore - disse la rossa.

L'uomo si azzitti e Tom riprese la parola: - io ho dato il permesso di portare la piccola quindi Todd, non prendertela con Elsa e in più Rebecca mi aveva avvisato -

Nessuno aveva altre obiezioni. Elsa cullava la piccola che si addormentò di nuovo. La rossa si avvicinò a lei e Elsa la guardò meglio. Aveva i capelli rossi e mossi e gli occhi verdi. Una collana con uno smeraldo che faceva risaltare i suoi bei occhi.

- lascia perdere quell'idiota. Se avessi una figlia come la tua, la porterei ovunque - disse lei sorridendo.

- grazie per avermi difesa - disse Elsa grata. - io sono... -

- Elsa Pataky, attrice e moglie di Chris Hemsworth - disse lei riconoscendola. - io sono Rebecca Mader. Molto piacere -

- lei è la mia Indie Rose - disse Elsa presentandogliela.

Rebecca si avvicinò e la piccola agitò le mani verso di lei.

- mi sa che le sei simpatica e vuole venire nelle tue braccia - disse Elsa capendo subito. - non dovrei essere stupita. Indie capisce subito le persone speciale -

Guardò Tom a quelle ultime parole. Elsa mise Indie nelle sue braccia e Rebecca prese a cullarla. Elsa vedeva che lei era portata per i bambini. Se alla sua bambina piaceva, aveva avuto un'idea.

- me la puoi tenere quando tu non provi e io sono impegnata -disse Elsa all'improvviso. - ti pagherò anche -

- sarà piacere guardare questo piccolo gioiello - disse Rebecca entusiasta.- ma non voglio soldi -

- ma... -

- niente ma - disse Rebecca decisa.

- non so che dire... grazie - disse Elsa prima di salire sul palco.

Ripresero le prove e Elsa prese a recitare. Rebecca la guardò con la piccola in braccio e pensò che era veramente sensuale. Non poteva provare attrazione per Elsa. Aveva fatto una promessa a sé stessa per non soffrire più: niente donne etero.

Chris e Robert con gli altri andarono a prendere la loro dose. La mandarono tranquillamente, ringraziando l'infermiere.

- non c'è altro? - chiese Chris volendone altro.

- quella era la tua dose - rispose l'infermiere andandosene.

Chris decise di seguire di nascosto l'infermiere e farsi un'altra dose. Ne aveva bisogno. Lo facevano sentire bene. Aspettò che se ne fosse andato per entrare e prendere altro medicinale. C'erano tante pillole. Chris non ragionava più. Era come un drogato in cerca di una dose e ora era nel mondo dei balocchi. Tutte quelle pillole per lui.

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