Capitolo 106 parte 22
Si sedettero tutti e l'ideatore del concorso salì sul palco e fece un applauso a tutti i concorrenti. Matt era agitato ma Mark gli teneva la mano per rassicurarlo. Prima del vero concorso pranzarono.
I camerieri passavano con i carrelli e misero gli antipasti in ogni tavolo. Per i bambini avevano un menù a parte.
Il pranzo fu eccezionale e Alexandra fece le foto a tutti i piatti, i concorrenti con le famiglie e a tutto l'edificio. Poi si iniziò. Il chiamarono per ordine alfabetico e Matt fu il primo. Aveva le mani sudate ma Mark lo guardava con uno sguardo che lo calmó.
Si alzò e attraverso tutta la sala sotto gli occhi di tutti. Salì sul palco e gli diedero il microfono. Matt guardava le persone e poi il tavolo della sua famiglia. Tutti lo stava applaudendo per incoraggiarlo.
Iniziò a decantare i versi che aveva scritto e tutti lo guardarono rapiti, anche la giuria. Quando terminò la sua poesia, un grande applauso si levó e Matt era così riscaldato del cuore. Era felice che riusciva a comunicare con i suoi versi.
Mark non sapeva il contenuto della poesia fino a quel momento, Matt aveva detto che era una sorpresa e adesso capiva il perché. In quella poesia Matt parlava di Mark e dell'amore per i suoi figli.
Matt tornò al posto e Mark lo guardò con uno sguardo d'amore e anche i figli.
- angelo, sei... Incredibile. La tua poesia era perfetta, emozionante e parlava di noi - disse Mark tenendo i bambini in braccio. - ti amo -
- papi bravissimo - dissero Kai e Karen. - ti vogliamo bene -
Matt abbracciò i bambini e baciò Mark.
John guardò Matt e disse: - sono orgoglioso di te. È una poesia che racconta dell'amore puro. Bravissimo -
Matt e suo padre si abbracciarono.
: oh papà - disse Matt felice.
Aveva già vinto veramente tutto.
Pian piano venne abbracciato da tutti e si complet con lui. Larry, Edward, i suoi nonni, i genitori di Mark, Tom, Chris, Michael, Robert e tutti gli altri.
Matt era veramente felice e quando annunciarono il vincitore, non poteva crederci. ' il vincitore di questa edizione é......
Matt Bomer '
Matt credette di averlo immaginato. Fu Mark a scuoterlo dolcemente e a dirgli: - angelo, hai vinto -
- cosa? Io? - chiese Matt incredulo.
- si, tu - rispose Mark abbracciandolo. - hai vinto ma io lo sapevo già -
Lo invitarono sul palco e gli diedero una coppa con un assegno.
- dedico questa vittoria al mio meraviglioso e bellissimo compagno Mark, è grazie a lui se sono qui. Mi ha spronato a raggiungere i miei sogni. Lui e i nostri figli mi hanno ispirato questa poesia. Prima di conoscerlo, non ero me stesso ma lui mi ha preso per mano e mi ha aiutato a rendermi l'uomo che sono adesso.
Lui, Kai, Karen e Jasmine mi hanno reso molto felice come non lo ero mai stato. Questo premio é per voi - disse Matt emozionato. - voglio ringraziare anche amici e parenti per essere qui oggi per sostenermi e amarmi per quello che sono -
Un discorso veramente sentito. Tutti furono toccati da quelle parole e la sala si riempì di applausi. Matt raggiunse Mark e lo baciò. Non sapevano di essere osservati.
' godetevela. Presto questa felicità svanirà ' pensó Blackwood con un sorrisetto.
Matt stava baciando Mark felice e non immaginava minimamente cosa stava per abbattersi su di loro.
Passarono due giorni, Mark e Matt stavano in un parco con i piccoli e Jasmine a godersi la domenica. Era una bella giornata e avevano deciso di fare un pic-nic. Kai e Karen si alzarono per giocare con la palla.
- non allontanatevi molto - disse Mark.
- state qui vicino, bambini - disse Matt prudente. - e se la palla va lontano, avvisateci a noi. Non andate da soli -
Non si poteva sapere mai.
- si papini - dissero i bambini con Jasmine che annuiva con la testa.
La coppia teneva d'occhio Kai, Karen e Jasmine che giocavano. Non avevano nessun sentore strano.
All'improvviso sentirono una sonnolenza.
- forse ho esagerato. Non dovevo mangiarmi quel cupcakes. Mi sta venendo... -
Non finì di parlare che cadde in un sonno profondo.
- Mark, ma che... -
Anche Matt ebbe un crollo improvviso. Tutti e due dormivano.
Karen si girò verso di loro e Kai gridò. Blackwood lo prese e Karen gridò mentre Jasmine cercò di ferire quel mostro.
Karen andò dai suoi papà, cercò di svegliarli e piangeva.
- papini, Kai uomo nero - disse lei disperata.
Blackwood buttò a terra Jasmine ma lei lo feri prima che scappò via con Kai che piangeva e urlava disperato ma Blackwood lo mise a tacere. qualche minuto dopo Jason passó di lì e vide Karen che piangeva, Jasmine a terra e i suoi amici che dormivano.
- piccola, che è successo? - chiese Jason preoccupato.
- Kai uomo nero papini - rispose Karen piangendo.
Jason la stava consolando e chiamò a Robert, Colin e Sebastian per controllare la zona e dov'era Kai.
Jason cercò di svegliare Matt e Mark senza riuscirci.
Lui esaminò il cibo e trovò un cupcakes mangiucchiato. Lo prese con i guanti e lo mise in sacchetto per esaminarlo. Insieme a una bottiglietta di bibita fatta in casa. Qualsiasi cosa poteva contenere qualcosa.
Karen cercò di spiegare con gesti e disegni cosa era successo. Jason decise di usare un metodo per svegliarli e ci riuscì. Matt e Mark si guardarono intorno straniti e videro Karen disperata e anche Jasmine.
- papini, Kai uomo nero - disse Karen buttandosi tra le loro braccia.
Matt e Mark si guardarono. Kai.
No. Non era possibile!!!
Matt e Mark si sentivano in colpa. Erano stati imprudenti a portare i bambini fuori con il mostro in giro chissà dove. Cercarono di consolarono karen e Jasmine ma nulla.
Le portarono dai nonni così da andare a cercare Kai ma non stavano riuscendo a convincerle.
- Karen, Jasmine, so che volete aiutare ma non vogliamo che vi succeda nulla - disse Mark.
- state qui, ragazze ti prego - disse Matt accarezzandole.
- Kai - disse Karen piangendo.
- manca anche noi - disse Matt cullandola.
Mark si occupò di Jasmine. Cercarono veramente di calmarle.
- il cupcakes e la bibita contengono una polvere soporifera - disse Jason arrivando. - quel bastardo l'ha studiata bene. Scusatemi, non ho capito le sue mosse -
- non è colpa tua né di altri - disse Matt. - Quel mostro vuole farci soffrire -
Ovviamente Mark e Matt inizieranno a capire che c'è qualcosa di strano.
Blackwood portò Kai in un posto sicuro, lo mise su un materasso spoglio di lenzuolo in una stanza.
- resterai qui a dormire. Non ti aspettare un lettino o una cena grandissima perché non te lo meriti. Dormirai su questo materasso e non avrai neanche un cuscino - disse Blackwood cattivo. - non vali niente, ricordatelo. Sei un bambino ritardato che non sa neanche parlare bene. Non ti vuole nessuno. Loro si scorderanno presto di te tanto hanno Karen -
Kai cercava di trattenersi ma pianse. Voleva andare a casa.
- piangere non cambierà niente -
Kai guardava in tutte le direzioni ma non vedeva finestre. Era bloccato in quel posto con l'uomo nero, Si raggomitoló in un angolo, chiuse gli occhi e sperava che i suoi papà arrivarono presto
Matt sentì oltre alla sua disperazione quella di qualcun altro che gli spezzó il cuore ancora di più. Era a pezzi e cercava di trovare Kai insieme a Mark.
- Kai - disse Matt a gran voce.
Sentiva che era Kai a soffrire. Lo sentiva.
- KAI!!!!!!!!!! -
Mark vedeva Matt accasciarsi a terra e corse da lui.
- Matt - disse Mark prendendolo tra le braccia.
- sto bene. Ho avuto un calo ma sto bene. Dobbiamo trovare Kai - disse Matt cercando di alzarsi.
- no, tu devi riposare e metterti in forza. Continuerò io. Matt, Kai ha bisogno che tu stia bene - disse Mark preoccupato.
Matt sapeva che Mark aveva ragione.
- cercherò di dormire e mangiare un po' - disse Matt convincendosi.
Mark lo portò a casa e lo mise a letto. Gli preparó qualcosa e Matt mangiò un po'. Poi cercó di dormire. Mark chiamò Tom e Chris così guardavano a Matt mentre lui era via.
Matt ebbe un incubo: vide Blackwood che umiliava Kai e che cercava di toccarlo.
- no, non lo toccare - disse Matt agitandosi nel sonno. - stai lontano da lui -
Matt si svegliò e vide Tom e Chris accanto a lui.
- andrà tutto bene - disse Tom abbracciando Matt.
Matt singhiozzó sulla sua spalla. Mark non si fermò un secondo e non solo lui. Quel bambino che era entrato nel cuore di tantissimi e ora lo stavano cercando senza sosta.
John cercó di ricordare dov'era stato incatenato e violentato. Pensava che potesse essere lì. Sissi insieme a Colin stava guardando in una casa che sapeva appartenere a Blackwood. Era abbandonata e infatti non trovarono nulla. Avvisarono gli altri e poi continuarono la ricerca.
John andò da Larry.
- mi devi aiutare. Portami dove mi hai liberato - disse John deciso.
- sei sicuro? - chiese Larry preoccupato.
- si, forse è lì e se così, devo salvarlo - rispose John con coraggio.
Larry gli prese la mano e lo portò nella chiesa, scesero in una botola che era coperta da un tappeto e sotto la scrivania di Blackwood. Avanzarono con prudenza ma John stava iniziando ricordare Blackwood che lo portava in braccio lì e che si metteva la maschera per non farsi riconoscere.
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