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capitolo 105 parte 1


La mente di Matt andò anche alla scena d'amore sull'erba visto alla spiaggia. Ancora una volta vide un Matt disinibito e quanto Mark provasse desiderio per lui.
In questo presente Mark era sempre premuroso e attento, non li faceva mancare nulla ma sentiva che lui lo stava proteggendo da qualcosa. Ora lui stava bene al livello fisico.
Perché Mark non provava a toccarlo come nei flashback?
Aveva paura di qualcosa?
Non capiva.
E se riguardava lo stalker.
Non aveva tutti i ricordi. Non sapeva cosa altro fosse successo.
Si girò a guardare la vetrata e all'improvviso nella mente riaffioró una scena. Era alla finestra della loro stanza con il telefono in mano e quella voce che li ordinava di spogliarsi e masturbarsi per lui. La scena cambió lui si stava masturbando sul letto ma non voleva farlo. Si faceva coraggio e continuò a toccarsi.
Tornó al presente con le lacrime agli occhi.
Forse capiva perché Mark non voleva toccarlo. Per la costrizione di quell'atto.
Ma perché Mark non c'era? E come mai lui assecondava lo stalker?
- angelo - disse Mark preoccupato alle sue lacrime e al suo dolore.
Tom e Chris erano molto preoccupati. Stava sorridendo prima e ora piangeva. Un dolore circondava il suo cuore.
- fratello - dissero Tom e Chris.
Matt stava impazzando dal dolore di quella costrizione. Inizió a urlare e dimenarsi. Si prese le testa tra le mani e urlava sempre di più. Sentiva gli occhi dello stalker addosso. Era come se fosse fuori dalla baita e lo stava osservando. Voleva che tutto smettesse.
- lasciami in pace - disse Matt. - vattene via -
Le urla di Matt stavano dilaniando le loro anime e anche vederlo in quello stato. Sapevano che sarebbe successo ma era devastante. Cercarono di toccarlo ma lui si allontanò dal divano e si mise in un angolo come un bambino.
Maledetto Blackwood. Mark pensò a quanto avesse rovinato la vita di Matt.
- non voglio - disse Matt. - Mark, dove sei? Perché non sei con me? -
Mark si avvicinò con cautela.
- sono qui - rispose Mark.
- no, non ci sei. Lui mi spia da fuori la finestra - rispose matt come se fosse ancora intrappolato lì.
Ora capiva cosa avesse ricordato.
- angelo, ascolta la mia voce - disse Mark. - so che è difficile. Concentrati su di essa -
Matt cercava ma non ci riusciva. Era tutto buio e la voce dello stalker copriva ogni cosa.
Mark sentiva Matt perso in quel ricordo. Tom e Chris si avvicinarono.
- Matt tu sei più forte - disse Tom.
- hai fatto tanti progressi. Puoi farcela - disse Chris.
Matt li sentiva in lontananza ma c'era troppa oscurità intorno a lui. La luce faceva fatica a farsi vedere.
Mark iniziò a cantare Heaven e Matt lo sentiva piano. Mark continuó la canzone e Matt vide un piccolo spiraglio.
Il ricordo continuò ma vide lui al letto al telefono con Mark che gli cantava la canzone. Lui c'era. Lo confortava. La sua canzone lo aiutava molto come adesso.
Era anche la stessa che lo aveva fatto risvegliare dal coma.
Ricordava che era stata lui a scriverla per il suo orsacchiotto.
Matt vide la mano di Mark alla fine del tunnel buio e la prese per uscire fuori, ritrovandosi con la mente nel loro boschetto dov'erano stati tanto felici.
Mark abbracciò Matt e lui aprì gli occhi. Erano nella baita. Tom e Chris erano vicini a loro due come sempre.
- sei tornato - disse Mark guardandolo.
- sempre - disse Matt appoggiando la testa al suo petto.
Mark, Tom e Chris portarono Matt nel grande letto, lui era al centro con loro messi lateralmente e lo abbracciavano.
Lo coccolarono tutto il tempo.
Matt si addormentó tra le loro braccia. Lo vegliarono tutto il tempo e poi si addormentarono anche loro.
Matt si svegliò e li guardò dormire mentre lo tenevano stretto. Lui sorrise e pensó che nello stesso letto avevano dormito nudi nell'epoca passata. Era veramente bellissimo.
Sentiva l'amore di tutti e il loro conforto al terribile ricordo ma non voleva pensarci. Adesso voleva godersi quel momento a letto con loro tre.
Quando si svegliarono, trovarono Matt che guardava con un sorriso.
- siete dei tesori - disse lui accarezzando i capelli uno alla volta. - mi avete fatto stare meglio -
- lo faremo sempre - dissero loro stringendosi più a lui.
Si godevano le sue coccole.
Verso le 20 decisero di andare in città a mangiare qualcosa. Non avevano nulla alla baita. Uscirono fuori e chiusero la porta. C'era il moletto con la barca che avevano noleggiato e ci salirono sopra. Chris accese il motore e fece un bellissimo giro in barca.
Cape Elizabeth era stupenda di sera.

Matt scattò una foto e l'acqua sembrava così luminosa. Tutto era meraviglioso. Non si fermarono subito. Fecero un altro giro e rimasero senza fiato allo spettacolo che stavano assistendo.

Tutti fecero foto e video. Era stupendo.
Tom guardò Chris allo scenario dei fulmini e li venne di calarsi nei panni di Loki e stuzzicare il suo Thor.
- sempre a metterti in mostra, fratello - disse Tom rivolto a Chris con il tono alla Loki.
Matt rise a quella frase. Sembrava veramente Loki in quel momento.
- mi porti fuori per festeggiarmi e tu non resisti con i tuoi fulmini -
- oh Loki, fraintendi sempre le mie intenzioni. É uno spettacolo per te - disse Chris calandosi nel panni di Thor.
- ci sono anche il tuo amichetto Hulk con il suo amore umano - disse Tom.
Matt stava ridendo. Era quello di cui aveva bisogno.
- vorrei avere dei popcorn - dissero Matt al suo orsacchiotto. - é come vedere un film in anteprima -
Mark era felice che Matt ridesse. Tom e Chris erano veramente grandi.
Tom e Chris stavano improvvisando uno spettacolo solo per Matt e farlo evadere dalla realtà.
- io sono qui - disse Mark a Tom calandosi nel ruolo di Bruce.
- come se potessi dimenticarmene - disse Tom con un tono seccato.
Matt si stava godendo tutto. Anche il suo orsacchiotto era entrato nella scena. Diventava sempre più meraviglioso e divertente quel momento.
- Loki, non essere scortese - lo riprese Chris. - ci divertiremo -
- sto già saltando dalla gioia - disse Tom con un tono sarcastico.
- scusatelo - disse Chris guardando Mark e Matt.
- non ti preoccupare, Thor - disse Matt. - Loki ha solo bisogno di abituarsi -
- non mi abituerò mai a questa Midgard - disse Tom. - soprattutto ai suoi strani usi e costumi -
- hai solo bisogno di un amico - disse Matt. - e io sono qui -
Mark pensó che sarebbe stato bello se nel film Loki avesse un amico come Matt. Lui era perfetto per capirlo.
I fulmini si fecero più forti, Chris portò la barca verso un moletto e si fermò per farli scendere. Per quanto lo spettacolo fosse affascinante, per prudenza era meglio allontanarsi e trovare un riparo sicuro.
Entrarono in un bar dove mangiarono e bevvero. Matt non pensó a nulla di brutto per quella sera. I suoi fratelli e Mark riuscirono nel loro intento di fargli passare una serata divertente e tranquilla.

Il giorno dopo...

Matt, Mark, Chris e Tom salirono sulla barca e andarono in città per esplorare l'isola. Si erano persi nei sentieri naturalistici e stavano salendo una scalinata.

Matt vide un cavallo in lontananza. Lo attirò subito e lo seguì per vederlo meglio.
Si ritrovò in mezzo a tante baite dove c'erano tanti animali diversi e liberi. Sembrava un bellissimo posto dove stare e continuò a camminare. Mark, Tom e Chris sapevano che quella zona era il centro di cui la donna dell'associazione li aveva parlarlo in Texas. Era come se il cavallo sapesse che Matt avesse bisogno di vederlo. Matt arrivó a toccare il cavallo che si lasciò accarezzare.
Mark, Tom e Chris non interferiranno nell'esplorazione di Matt.
Matt si guardò intorno e vide un vasto edificio antico davanti a lui. Si avvicinò e sembrava un altro mondo. Si ritrovò a entrare dentro e c'erano lunghi corridoi e scale in legno. Ne salì una e vide una porta aperta che dava su una biblioteca.

Era veramente magnifica. Si avvicinò per ammirarla meglio. C'erano testi anche rari. Salì la scala a chiocciola.

Gli piaceva molto quella biblioteca. Vide la barca a vela in modellino e sorrise. Li faceva pensare alla sua infanzia. Un altro ricordo con suo papà a casa del bisnonno.

Flashback

Aveva 5 anni quando un pomeriggio suo papà lo portò a casa del bisnonno John o'Neill II. Lui lo adorava e riceveva tanti regali ogni volta che tornava dai viaggio. Tutti erano con il tema orsacchiotto.
Il bisnonno lo abbracció e poi andò a prendere qualcosa di sopra.
Matt non riusciva a stare fermo sul divano e si mise a girare. John lo seguì e si ritrovarono nello studio del bisnonno dove c'era un modellino di una barca a vela. La guardava incantata.
- papà, da grande voglio una barca come questa - disse lui. - e saprò usare il timone -
John sorrise e lo prese in braccio.
- sarai un ottimo capitano - disse lui. - io ti insegneró tutto -
- siii - gridò Matt con gioia.
Il suo bisnonno tornó con un regalo.
- bisnonno, grazie - disse Matt dandoli un bacio.
Lo scartó subito e c'era un orsetto con vestito da marinaio. Rimase a bocca aperta.

Matt lo abbracciò di slancio e disse: bisnonno, è bellissimo. Ora orsacchiotto Mark ha un altro amico e sa andare in barca così porterà lui, Chicco e Matty a fare un giro -
Era così felice. Il bisnonno lo accarezzò i capelli.
- dobbiamo comprargli anche una barca - disse Matt.
John stava già pensando di realizzarla una tutta per il suo meraviglioso angioletto.
Lui non disse nulla. Voleva fargli una sorpresa.
Matt si mise a giocare con l'orsetto. John e il bisnonno sorridevano mentre lo guardavano.
Il giorno dopo John si chiuse nel garage e iniziò a creare il modellino per Matt. Ci lavoró ogni notte mentre il suo bambino dormiva.
Appena fu terminata, andò in camera di Matt salendo che non c'era e la appoggiò a terra, mettendo sopra i suoi peluche.
Matt tornó dalla scuola e salì sopra per andare nella cameretta. Ci entrò dentro e rimase incredulo. C'era la più bella barca che avesse mai visto e sopra tutti i suoi amici peluche.
John uscì da dietro alla porta, si era nascosto per vedere la sua reazione e Matt si sentì prendere all'improvviso. Riconosceva quelle braccia: era il suo papà.
- papà, mi hai regalato una barca - disse Matt con le lacrime agli occhi.
- si, l'ho fatta per te con le mie mani - disse John tenendolo tra le braccia.
Matt pianese ancora di più.
Il suo bellissimo papà gli aveva costruito una barca. Era tanto felice.
o, bambino mio. Ti sta piacendo Cape Elizabeth? - chiese John sorridendo.
- ciao papà. Cape Elizabeth è meraviglioso - rispose Matt asciugandosi le lacrime.
- Matt, ti sento strano. Cosa succede? Hai ricordato qualcosa? - chiese John preoccupato.
- papà, sto bene. avevo bisogno di sentirti, sono in una biblioteca e c'è un modellino di una barca a vela. Mi sono ricordato di quando tu hai costruito la barca per me e i miei peluche. Io ero così felice e adesso non ricordo dove quella barca -
- è nel mio studio. Tu l'hai lasciata qui quando te ne sei andato. Era troppo doloroso per te visto i nostri pessimi rapporti - ammise John.
Matt ricordava quel giorno, era così arrabbiato con i suoi mentre usciva di casa per portare Kit da Neill visto che sarebbe andato a New York.
- perdonami, bambino mio, ho rovinato ogni tuo ricordo meraviglioso passato assieme quando eri piccolo - disse John.
I sensi di colpa lo tormentavano e sapeva che non sarebbero scomparsi finché non avrebbe fatto pace con se stesso.
- come il fatto che non hai voluto più salire in barca con me. Ti ricordava troppo il passato -
A quelle parole riaffioró un altro ricordo legato al mare.

Flashback

Matt guardò il suo completino alla marinara con tanto di cappellino. Era così entusiasta perché oggi suo papà lo portava in una barca vera. Lo indossó e suo papà lo raggiunse. Erano da solo in casa e ne approfittarono per andare al mare. Suo papà guidó fino alla costa, fermò la macchina e scesero. Raggiunsero il moletto dove c'erano le barche. Matt le ammirava tutte.
John guardava il suo splendido bambino con quel completino. Matt si girò verso di lui e sorrise.
- sei bellissimo vestito da marinaretto - disse John senza lasciare la sua mano.
- grazie, papà. Mamma mi ha accompagnato a sceglierlo. Volevo essere perfetto per la nostra giornata in barca - disse Matt tutto orgoglioso.
- sei perfetto e bellissimo - disse John chinandosi.
Matt si mise in punta di piedini e li diede un bacino.
Arrivarono davanti alla barca a vela e Matt rimase senza parole.
- ti piace? - chiese John.
Matt era commosso soprattutto per il nome della barca " Little Angel ".
- se mi piace? Papà, la amo. L'hai chiamata angioletto come me - disse Matt con lacrime.
- si, quando farai diciotto anni sarà tua - disse John. - è la tua barca -
Matt aprì la bocca stupito.
- mi hai regalato una barca per quando sono grande. Era il mio sogno - disse Matt piangendo di gioia. - oh papà -
Lo abbracciò di slancio e li disse mille volte grazie per quel regalo meraviglioso.
Salirono sulla barca tramite la passarella. Matt era così emozionato e si guardò intorno. Quella sarebbe stata la sua barca.
Suo papà gli mostrava tutto, lo prese in braccio e lo portò vicino al timore. Lui lo toccò e si illuminó. Era come se avesse messo piede sulla luna. Li piaceva sentire il timore sotto le mani.
John l'aveva dipinto di azzurro.

Aveva personalizzato ogni cosa. Matt notò come suo papà aveva lavorato a quella barca con tanto amore.
Era veramente unica e diede un bacio al suo papà, prima di muovere un po' il timone.
Suo papà li spiegó tutto e lui apprese subito, mettendo in pratica ciò che aveva imparato. John vide che Matt era così naturale mentre girava il timore così leggero.
- hai il mare nel sangue - disse suo papà. - sei cosi naturale -
Matt sorrise emozionato, impremendo nel cuore quel momento.

Tornó al presente e ricordó la sua barca. Non ci erano più saliti più assieme dopo i 6 anni. Se lo stava ricordando bene e ogni volta che loro due litigavano, Matt scappava alla barca. Era uno dei suoi rifugi e più di una volta aveva dormito lì, non volendo tornare a casa. Ci aveva portato anche Kit.
Non aveva mai detto a nessuno di quella barca, neanche a Simon o Mark. Era un ricordo agrodolce per lui. In tutti quegli anni ci era andato a vederla ma non era salito più dalla nascita di Kit.
- mi hai regalato una barca che hai personalizzato per me - disse Matt. - è stato il mio rifugio quando litigavamo e ci ho dormito alcune volte. Ora ricordo tutto, papà -
Quello che faceva che aumentare i sensi di colpa di John. Matt stava piangendo e aveva un mix di emozioni in lui: commosso per quel gesto ma anche triste per tutto il resto.
- quando torno lì in Texas, voglio andare alla barca. Mi accompagneresti? - chiese Matt all'improvviso.
John non se lo aspettava. Si ritrovò a piangere.
- si, angioletto mio - rispose John.
Non riusciva a dire altro. Matt lo sorprendeva sempre. Solo lui poteva andare oltre nonostante lui gli aveva fatto moltissimo male.
Era incredibile.
- papà, non piangere - disse Matt.
- scusami, figliolo. Non voglio farti diventare triste - disse John. - tu sei lì per divertirti e io sto rovinando tutto -
- non è vero. Dobbiamo smetterla di pensare che roviniamo ogni cosa - disse Matt. - non è così, papà. Sono io che ti ho chiamato quando mi sono ricordato della barca che mi hai costruito. Non devi chiedermi scusa di nulla -
John e Matt continuarono a parlare finché quest'ultimo non sentì dei passi. Salutó suo papà, dicendogli " ti voglio bene" e si affrettò a scendere.
- mi scusi, so che non dovrei essere qui - disse Matt scusandosi con l'uomo.
- tranquillo, non sono uno dei medici. Sono un paziente - disse l'uomo.
- medici? Pazienti? Che posto è questo? - chiese Matt confuso.
- un centro per vittime violentate, abusate e maltrattate - rispose l'uomo. - non lo sapevi? -
- no, sono stato attirato dal cavallo e mi sono trovato qui - rispose Matt.
- pensavo che eri venuto a vedere la struttura - disse l'uomo.
- io non sono stato abusato - disse Matt all'uomo. - ho subito stalkering -
- è sempre una violenza - disse l'uomo. - qui puoi venire a parlarne. Sono bravi qui -
Matt non sapeva che dire.
- prendi - disse l'uomo uscendo un biglietto. - se vuoi parlare, chiama questo numero -
Matt prese il biglietto.
- io sono Andrew Underhill -
- io sono Matt - disse lui presentandosi.
- io uscirò da qui tra due mesi. Mi hanno aiutato molto - disse Andrew. - all'inizio ero confuso come te, non ricordavo nulla e soprattutto la violenza che ho subito -
Si sedettero sulle poltrone e Matt continuó a ascoltare il raccolto di Andrew.
- Quando la memoria è tornata, è stato devastante e io non mi sentivo più me stesso. Sono impazzito e chi amo voleva solo aiutarmi ma io li ho allontanati. Avevo paura di tutto e non volevo che mi vedessero in quel modo. Non riuscivo a sopportare i loro sguardi. Venire qui è stata la miglior decisione della mia vita -
Vedeva che Andrew stava meglio dopo tutto quello che aveva subito.
- non è stato facile all'inizio. Non volevo che nessuno mi toccasse, sono stato per settimane in un letto senza reagire e mi hanno dovuto nutrire tramite una flebo. Mi ero lasciato andare. Non mi lavavo neanche o mi cambiavo o mi faceva la barba. Ero come un guscio vuoto -
Era veramente terribile tutto ciò.
- veniva tutti giorni un psicologo da me, lui é eccezionale e mi ha subito fatto sentire a mio agio. Io sono stato parecchio scortese con lui ma non ha mai abbondato.
Mi ha aiutato a farmi uscire dal mio guscio e tramite gli animali io sono uscito dalla baita. Ho fatto un passo alla volta.
Nessuno mi ha sforzato anzi lo staff rispettano i tempi di tutti. Non ero più abituato a ciò. Sono stato forzato sessualmente per troppo tempo, rinchiuso in un hotel da donna sadica. Ero il suo giocattolo. Io pensavo che lei fosse interessata a me ma la verità era che ero uno dei tanti giocattoli -
Alla parola hotel Matt andò in panico. Non li piaceva pensare a ciò. La sua mente andò in tilt per qualche minuto. Cercava di respirare mentre stringeva i braccioli con le mani.
Andrew se ne accorse e si avvicinò a lui senza toccarlo.
- respira con me - disse l'altro andando in suo aiuto.
Matt lo guardò e lo ascoltó. Prese a respirare lentamente con lui finché il respiro non tornó regolare.
- grazie - disse Matt.
- è successo anche a me parecchie volte. Non volevo farti venire cattivi ricordi - disse Andrew dispiaciuto.
- non ho ricordato nulla. Sono solo sensazioni per il momento - disse Matt. - non devi scusarti. Mi stai raccontando la tua storia -
-
Andrew sapeva bene cosa stava provando Matt. Era successo anche lui tutto questo.
Matt voleva sapere il continuo del racconto e Andrew appena vide che lui era pronto, riprese a raccontare.
La mia famiglia mi ha salvato da lei, ho perso la memoria e il resto lo sai. Ho ripreso in mano la mia vita e non voglio che donne come lei rovinino la vita a altre persone. Quando usciró da qui, voglio denunciarla. Spero che la prendono. Lei è molto furba -
- ho amici nella polizia. Potrei chiedere a loro. Sono bravissimi - disse Matt. - ti aiuteranno di sicuro. Quella donna merita di marcire in carcere con tutto il male che ti ha fatto e agli altri -
- sei un angelo - disse Andrew a quelle parole.
- sono un semplice uomo che vuole essere di aiuto e odia le ingiustizie - disse Matt. - ti aiuterò -
Andrew gli prese la mano e li disse: grazie.
- posso abbracciarti? - chiese Andrew l'attimo dopo.
- certo - rispose Matt sorridendo.
Andrew si avvicinò e lo abbracciò.
- ti auguro di superare ogni cosa - disse Matt. - sei una persona speciale -
Matt uscì dal centro dopo l'incontro.
Si avvicinò a Mark e lo abbracciò.
Lui sentiva che c'era qualcosa di diverso in Matt.
- tutto bene, angelo? - chiese Mark premuroso e preoccupato.
Il suo Matt così altruista. Sicuramente era un paziente del centro.
- sei incredibile - disse Mark. - sei pronto sempre a aiutare il prossimo -
- ho ascoltato la sua storia e nessuno dovrebbe passare quello che gli accaduto - disse Matt.
- mi veniva da piangere mentre lo ascoltavo -
- sei così sensibile - disse Mark stringendolo.
- ho chiamato anche mio papà - disse Matt. - altri ricordi sono riemersi. È stato tutto così intenso che la mia mente ha bisogno di un attimo di riposare -
- possiamo fare tutto quello che vuoi - disse Mark.
-  ho bisogno di sentire il mare - disse Matt. - e sedermi sugli scogli -
Fu così che andarono al faro e Matt si sedette. Respirò il profumo del mare ma sentiva anche altro. Si voltò e vide un chiosco di gelati con un angioletto stampato sopra come marchio.

- orsacchiotto, ho voglia di gelato - disse Matt come un bambino.
Mark si girò, notò il chiosco " gorgeuos gelato" e sorrise.
C'era anche la scritta " innamorarsi con il gelato ". Era perfetto per loro.
- il mio bellissimo angelo avrà il suo gelato - disse Mark facendogli una carezza.
- spero che ci sia cioccolato - disse Matt leccandosi già le labbra.
- ragazzi, volete anche voi il gelato? - chiese Mark guardandoli accanto a loro.
- si - risposero entusiasti.
- se c'è io prendo la stracciatella - disse Tom.
Chris sentì improvvisamente caldo. Gli faceva sempre effetto quando pronunciava quel gusto. Li faceva pensare a Roma.
Mark chiamò a Chris per il gelato ma lui non rispondeva.
- Chris, ci sei? - chiese Mark preoccupato.
Si accorse che il suo amore non rispondeva.
Cosa stava pensando da non rispondere a Mark?
Tom mise la mano sul suo braccio.
- eh? Che succede? - chiese Chris riprendendo il contatto con la realtà e guardando confuso Tom.
- Mark ti stava parlando ma tu non rispondi. Ci siamo preoccupati - rispose Tom. - stai bene? -
- scusatemi. Pensavo a una cosa - rispose Chris arrossendo.
Tom capì al suo rossore.
Tom portò la bocca vicino al suo orecchio.
- è stato per la stracciatella vero? - chiese lui sapendo l'effetto su Chris.
Chris annuì e si eccitó.
- hai ricordato Roma? -  chiese Tom.
-

sempre - rispose Chris. - porto nel cuore il soggiorno lì. Come tutti quelli vissuti con te durante le riprese o il tour -
Matt sentiva quelle parole e guardò Mark. Voleva sapere di più di quel periodo. Lui non ricordava nulla.
Tom lo baciò appassionatamente sugli scogli.
Qualche minuto dopo tutti assieme andarono a al chiosco. Chris guardava i gusti e c'era il chocomenta ma scoprì anche che mettevano il gelato nel panino. Lo voleva asssolumente. Tom l'aveva subito notato. Il suo amore era così goloso.
Mark leggeva sulla lavagnetta e rimase stupito. C'erano i cannoli con la ricotta e le gocce di cioccolato. Era il chiosco delle meraviglie. Matt guardò l'espressione di Mark cambiare alla parola cannolo.
- ti piace? - chiese Matt.
- si, io amo il cannolo - rispose Mark. - non pensavo di trovarlo qui. Ogni volta che andavo in Italia dai miei parenti, ne mangiavo tantissimi e quando vado in un ristorante italiano qui spero sempre di trovarli e che siano buonissimi -
Sorrise mentre ascoltava quel racconto ma l'improvviso un pensiero si formó nella sua testa e divenne triste.
Se li piacevano, sicuramente Mark glielo aveva detto e lui non se lo ricordava.
Il suo orsacchiotto non li diceva nulla sicuramente per non ferirlo o farlo star male.
- Scusami orsacchiotto mi avevi detto che ti piacevano i cannoli? - chiese Matt triste.
- scusami se non mi ricordo. Ho scordato una cosa così importante per te -
Matt andò in agitazione e Mark lo abbracció per calmarlo.
- angelo mio, non devi scusarti di nulla - disse Mark accarezzandolo. - io non ti ho mai detto che mi piacciono i cannoli. Non hai dimenticato nulla -
Matt lo guardò.
- non lo dici per calmarmi vero? - chiese lui con le lacrime agli occhi.
Faceva male vedere e sentire Matt parlare così. Stava provando troppo e la sua mente non ne giovava. Aveva paura che presto Matt si sarebbe lasciato andare in un punto di non ritorno. Lo strinse forte.
- assolutamente no - rispose Mark. - ti sto dicendo la verità. Non lo sapevi. In pochi lo sanno -
Matt era come un bambino lo guarda negli occhi alla ricerca dalla verità. Lo sguardo di Mark era limpido.
- perdonami per aver dubitato di te - disse Matt piangendo.
- sono un pessimo fidanzato -
Il cuore di Mark si spezzó assieme a  quello di Chris e Tom mentre vedevano la scena.
- mai devi chiedermi scusa mai - disse Mark. - tu non hai fatto o detto nulla di sbagliato. Non sei un pessimo fidanzato. Non lo devi neanche pensare -
In quel momento Matt riaffioriró nella sua mente lui che aveva un attacco di panico a casa di Chris e Tom. Mark era venuto lì rischiando la vita per lui. Era sicuramente per via dello stalker. Era stato bruttissimo vedersi in quelle condizioni. Mark faceva di tutto per lui come adesso.
Vedeva la porta al vetro tra loro, lui che la apriva e si abbracciavano con urgenza per dopo baciarsi.
Matt lo guardò appena quel frammento terminò.
- fai sempre tutto per me, ti metti in pericolo e io ti faccio soffrire - disse Matt con le lacrime agli occhi.
- ma cosa dici? Non mi hai mai fatto soffrire - disse Mark. - tu hai portato la felicità nella mia vita -
Matt pianse tantissimo.
- ma come fai? - chiese Matt guardandolo.
- a fare cosa? - chiese Mark.
- a togliere ogni mio dubbio con uno sguardo - rispose Matt.
Ricordó che quella conversazione c'era stata già con parole differenti.
- noi abbiamo avuto una conversazione simile - disse Matt. - scusami ora me ne sono ricordato -
- non scusarti - disse Mark accarezzandolo.  - ma va tutto bene -
Matt appoggió la testa al suo petto e Mark lo teneva dolcemente a sé.

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