Capitolo 102
Michael e Mark non sapevano di essere migliori amici a causa di Valentine e il suo orsacchiotto credeva che Michael si fosse suicidato. Era tutto così crudele. Lui piangeva ancora e Mark si preoccupó sempre di più.
Matt pensò che doveva fare qualcosa. Mark e Michael non potevano stare divisi. Pensava di non essere più in grado di aiutare ed essere utile agli altri invece poteva farlo ancora. Mark e Michael avevano bisogno del suo aiuto per riunirsi.
- Michael non si è suicidato - disse Matt guardando Mark. - lui non è morto, orsacchiotto -
- cosa stai dicendo? Come fai a sapere del suicidio di Michael? Io non ne ho mai parlato con nessuno - disse Mark confuso.
- perché ho visto tutto in sogno. Voi due siete stati separati per una vendetta - disse Matt prendendogli le mani.
Mark non poteva crederci.
- Matt, qualunque cosa tu abbia sognato non può essere reale. Io ho visto il corpo del mio migliore amico Michael senza vita. Ho ogni dettaglio impresso nella mia mente di quel giorno - disse Mark con le lacrime agli occhi. - so che avresti voluto conoscerlo ma lui non c'è più, angelo -
Mark piangeva a singhiozzi e Matt lo abbracciò.
- lui è vivo, orsacchiotto - disse Matt accarezzandogli la schiena. - ora ti stai proteggendo perché hai paura ma io ti racconterò tutto -
Quando Mark si fu calmato, Matt iniziò il suo racconto e non tralasció nulla. Era tutto dettagliato e Mark spalancò gli occhi a quella rivelazione.
- è stato Valentine a separarvi dopo finito il liceo, voleva vendicarsi di Michael e vi ha messo una sostanza nei vostri bicchieri. Serviva a modificare i vostri ricordi - disse Matt.
- ricordo che avevo sentito uno strano sapore e di essere molto assonnato - disse Mark ricordando quel giorno.
- siete svenuti e Valantine vi ha separati - disse Matt.
- non posso crederci. Quel maledetto mostro mi ha fatto credere che Michael si è suicidato. Non pensavo che la sua mente malata arrivasse a questo - disse Mark. - il mio Michael è vivo -
Lui pianse di nuovo.
- quale il suo vero volto? -
Matt prese il cellulare e gli mostrò la foto.
- Michael Wayland, lui è il mio migliore amico - disse Mark sconvolto.
Matt toccó le mani di Mark e li fece vedere i ricordi che aveva visto. Mark ricordò tutto e il vero volto del suo Michael.
- Michael - disse Mark con le lacrime agli occhi.
Matt lo abbracció di nuovo.
- voglio vederlo e dirgli tutto - disse Mark con grande emozione. - angelo, tu ci stai facendo riunire. Senza di te non avremo mai saputo la verità. Sei veramente un angelo -
Mark baciò Matt. Quest'ultimo si sentiva felice.
Matt all'improvviso disse tristemente: se tu non fossi qui incastrato con me potresti essere con lui -
- incastrato? Matt, che dici? Io non mi sento obbligato. Io sono dove voglio stare - disse Mark.
- andiamo, Mark. Vivi con i miei e me qui in Texas. Tutti hanno rivoluzionato la propria vita per starmi vicino e avete anche sospeso il vostro lavoro - disse Matt. - tu potresti stare con Michael a quest'ora ma non puoi perché non diresti mai nulla per ferirmi -
- angelo, nessuno fa questo per obbligo. Vogliamo solo starti accanto - disse Mark. - non devi sentirti in colpa di nulla. Tu sei più importante di ogni altra cosa -
- non voglio che nessuno mette in standby la propria vita per me - disse Matt.
- non lo fanno e neanch'io. Tu sei la mia vita, Angelo. Saremo sempre tutti al tuo fianco in qualunque posto e modo - disse Mark.
Los Angeles
Michael inizió a piangere quando la sua mente si era connessa con quella di Mark e Matt, stava vedendo ogni cosa che aveva sognato quest'ultimo.
Mark era il suo migliore amico. Ora ricordava.
Maledetto Valentine. Lui c'era dietro a tutto questo. Lui non aveva mai odiato nessuno ma quel mostro meritava il suo odio.
- Michael, cosa c'è? - chiese Robert.
- Mark. Devo andare da Mark in Texas - rispose Michael all'improvviso.
- Mark? Cosa c'entra adesso? - chiese Robert confuso.
- è lui, baby - rispose Michael. - ci hanno separato. Io devo vederlo e abbracciarlo -
Robert vide Michael correre e andare in camera loro. Lo guardava mentre prendeva una piccola valigia dall'armadio.
Conosceva il suo Michael, era molto impulsivo.
- amore calmati vengo anch'io con te porto i ragazzi dai miei parenti - disse Robert fermandolo un attimo.
Michael lo guardò e lo abbracciò.
- grazie, baby - disse Michael calmandosi sotto le sue carezze.
- ovunque andrai tu, andrò anch'io - disse Robert.
Michael lo baciò a quelle parole.
" Amico mio, sto arrivando " pensó Michael.
Texas
Mark chiamò Michael con molta emozione. Voleva sentire la sua voce e dirgli tutto.
- ciao, amico mio. Sono il tuo Mark - disse lui piangendo. - io so che non ti ricordi ma noi siamo migliori amici. Mi sei mancato così tanto. Non pensavo di poterti parlare di nuovo -
- amico mio, ricordo ogni nostro momento dal giorno di cui ci siamo incontrati nei boschi e grazie alla connessione con voi due ho visto ogni cosa. Non avrei mai voluto lasciarti. Hai creduto per tanti anni che mi ero suicidato per colpa di quel maledetto mostro. Quanto sofferenza hai provato. Mi dispiace così tanto - disse Michael con le lacrime agli occhi. - presto sarò di nuovo con te. Sono sull'aereo. Sto venendo da te con Robert -
Mark stava piangendo. Michael stava venendo da lui.
- ho una voglia di abbracciarti - disse Michael con emozione.
- amico mio, sono così felice che tu stai venendo da me - disse Mark. - non vedo l'ora di stringerti -
I due migliori amici piangevano pieni di emozione.
Mark guardò Matt dopo quella chiamata.
- Michael viene qui - disse Mark con tanta emozione. - tutto questo non sarebbe mai successo senza di te. Grazie, angelo, per averci aiutato a riunirci -
Matt lo abbracciò e pensó " sono ancora in grado di aiutare gli altri ".
Era riuscito a donare una gioia in tutto questo periodo orribile.
Appena l'aereo atterrò, Michael e Mark si corsero incontro con grande emozione.
- Michael -
- Mark -
Matt e Robert li guardavano sorridendo. Sembrava la scena di un film.
I due migliori amici si abbracciarono fortemente e piangevano felici. Erano di nuovo assieme.
Michael guardó Matt e andò da lui.
- grazie, Matt. Senza di te non sarebbe stato possibile - disse Michael stringendolo.
Robert abbracció Mark e poi ci fu un abbraccio di gruppo.
Matt e Mark portarono Michael e Robert alla villa per posare i bagagli.
Matt non era ancora stato lì e quando fu entrato, i suoi ricordi riaffiorirono ancora di più anche a vedere le foto appese sui muri. Era un luogo dove andava con i suoi nonni. Ricordava di quanto fosse felice lì.
Mark e Michael si stavano abbracciando di nuovo, non riuscivano a smettere e si guardavano felici.
- amico mio - dissero entrambi nello stesso momento.
Matt si girava intorno e Kit lo portò nella stanza. Ricordó che era la sua quando andava lì e scriveva sul suo orsacchiotto.
Magari li c'era il disegno di lui e Mark nell'auditorium.
Mark e Michael fecero una passeggiata mentre Robert parlava con i genitori di Tom e Chris.
Tom e Chris stavano tornando alla villa e sentirono una gioia provenire da Mark ma anche Matt.
Quando Tom e Chris furono alla villa, videro Michael e Robert. Rimasero stupiti della cosa ma pensarono che era per Matt.
Mark pensò che era il momento giusto per aprirsi a loro.
- mi dispiace di non avervi mai raccontato nulla di Michael ma era troppo doloroso. Mi sono sentito così in colpa quando ho saputo che si era suicidato. Ho pensato " non mi sono accorto di nulla. Se fossi stato più attento forse non avrebbe compiuto quel gesto". Non ne ho mai parlato con nessuno di lui fino a quando mi sono ritrovato a consolare il mio angelo parlandogli di Micheal - disse Mark a Tom e Chris.
C'erano anche Michael e Matt con loro.
- per anni ho creduto che fosse morto e invece i miei ricordi erano stati modificati. Valentine ci aveva divisi per vendicarsi di Michael -
Chris e Tom provavano odio verso Valentine. Rovinava le vite delle persone.
Loro due abbracciarono Mark che singhiozzava. Chris si ricordó di aver sentito un dolore insopportabile anni fa. Adesso capiva da cosa proveniva. Era Mark che soffriva.
- io ricordo un giorno di tanti anni fa in cui stavo surfando e all'improvviso ho sentito il cuore lacerato da un dolore mai provato prima - disse Chris. - mi hanno aiutato a stendermi. Piangevo senza saper il perché e non riuscivo a calmarmi. Ora ho capito che era la connessione con te -
Mark abbracciò Chris.
- mi dispiace, non avrei voluto che provassi un simile dolore - disse lui dispiaciuto.
- non è colpa tua ma di quel maledetto - disse Chris stringendolo a sua volta.
Mark si calmó. Lui e Michael raccontarono tante cose e Robert si unì al gruppo. Li fecero provare emozioni, risate ma anche tristezza. Avevano vissuto tanto assieme.
- quella volta che abbiamo svaligiato la gelateria - disse Michael ridendo.
- abbiamo mangiato tanto gelato da star male - disse Mark.
- il mio orsacchiotto è un gran goloso - disse Matt ridendo.
- mangerei sempre gelato - disse Mark.
- lo sappiamo- dissero Chris e Tom sorridendo.
Le risate riempivano i loro cuori.
Avevano proprio bisogno di quei attimi e anche Matt. Essere un po' spensierati e ridere.
Qualche giorno dopo...
Mark stava recuperando il tempo con Michael e Jake stava vicino Matt con Matilda. Matt stava facendo progressi con la fisioterapia e stava ricordando pian piano le persone. Ebbe varie videochiamate tra cui suoi cugini Thomas e Anna ma amici come Jem, Will, Robert, Evans, Adam, Rob, Jeff, Mikael, Lucifero e tanti altri. Aveva tante persone che lo volevano bene e lui stava cucinando per loro con Mark, sua madre, Marie Rose e si unì anche Michael.
Michael aveva portato un ventata di freschezza e di allegria. Matt si sentiva meglio grazie al supporto di tutti. I pensieri non erano svaniti, aveva i suoi crolli ma andava avanti.
Si divertì a cucinare e avevano mandato tutto con il jet di Robert. Poi organizzó la fontana party per i ragazzi. Furono così commossi come anche tutti a Los Angeles. Ebbe una videochiamata dov'erano tutti riuniti a mangiare tutte le pietanze che avevano spedito.
Kit aveva fatto delle foto del fontana party. Le stava rivedendo con Keen sul letto e sorrideva.
- è incredibile papà. Con tutto quello che vivendo, lui prepara questo fontana party per tutti noi - disse Keen. - o pietanze per gli amici a Los Angeles -
- lui è il migliore - disse Kit.
Keen lo abbracciò.
- ma ho paura quando ricorderà la violenza - disse Kit preoccupato. - non so come sarà -
Neanche Keen lo sapeva e lo confortò.
Matt stava guardando su internet alla ricerca di una cosa in Puglia. Tom e Chris erano accanto a lui.
- voglio sorprende Mark con una cosa speciale - disse Matt confidandosi. - ricordo che ci siamo incontrati in Puglia vicino al carretto dei gelati e vorrei chiamarli per farmi mandare un loro carretto -
Tom e Chris rimasero senza parole.
- forse è troppo? Ma ho pensato che Mark sta facendo tanto per me e io voglio fargli rivivere quel momento. Quel giorno starò senza sedia a rotelle -
- scusaci, siamo rimasti a bocca aperta. É meraviglioso - disse Tom.
- mi fa commuovere - disse Chris. - ti daremo una mano -
- Mark rimarrà sbalordito - disse Tom.
Matt, Tom e Chris si misero alla ricerca della gelateria e del carretto. Non fu semplice ma Matt non si arrese e riuscirono a trovarlo.
Chiamò alla gelateria Bella Blu. Era felice come un bambino.
- Salve, sono Matt Bomer. Sono stato da voi molte settimane fa e ho incontrato il mio attuale futuro marito grazie al vostro carretto dei gelati. Vorrei fargli una sorpresa - disse Matt. - noi siamo in Texas e mi chiedevo se fosse possibile far arrivare il vostro carretto qui. Naturalmente il trasporto è tutto a spese mia. Verrei io stesso ma dei problemi motori mi impediscono di viaggiare -
I proprietari rimasero colpiti e inteneriti da quella richiesta. Loro si ricordarono la sua voce e la gentilezza di Matt. Li dispiaceva per i suoi problemi motori. Parlarono a lungo a telefono e si accordarono per tutto. I due li augurarono una buona guarigione.
Matt era felice. La sua sorpresa per Mark si stava realizzando.
Voleva mettere il carretto in un posto speciale e l'avrebbe mostrato a Mark dopo un pranzo a sorpresa per lui, Mark, Tom e Chris mentre per gli tutti altri avrebbe organizzato una cena.
Matt si guardava intorno, Neil e Megan lo portavano in diversi luoghi ma nulla gli sembrava adatto per l'occasione. Si sforzava di ricordare qualche posto e cercò qualcosa nei cassetti. Trovò il disegno di un lago.
- ma certo, il mio posto preferito - disse Matt. - dove ho scritto anche la canzone per il mio orsacchiotto. C'è anche un moletto -
Era perfetto per il pranzo a sorpresa.
Invece la cena sarebbe stata alla villa. Era enorme per tutti. Arrivarono anche Elsa e Rebecca. Mark andò a salutarle con Matt. Le ricordó appena le vide. Poi cercò Scarlett per avvertirla che erano arrivate. Vide una porta semi aperta e la trovó che si stava baciando a letto con Elizabeth. Era così appassionato sembravano perse l'una nell'anima dell'altra.
Scarlett le tolse la maglietta e scese a baciarle il collo.
Le due donne trasmettevano passione e amore.
Matt pensó che era il momento di allontanarsi per lasciarle la loro privacy.
Tornó da Elsa e Rebecca che stavano tenevano Indie Rose. Adorava quella bambina come anche Lola, Kaylee e gli altri. Tutti si sedettero intorno a lui. Sentiva sempre il loro affetto.
Javier era arrivato in Texas. Jake, Chris e Kay lo andarono a prendere. Parlarono un po' dei loro progressi e di Matt.
Javier aveva un'idea per aiutare a Matt che coinvolgeva loro tre.
Javier andò a salutare Cecily e raggiunse la villa. Guardava Matt ridere con Mark e gli altri. Un po' di felicità ci voleva in tutto quel dolore. Matt alzò lo sguardo e vide la persona con Chris, Jake e Kay. Aveva un viso familiare. Lo conosceva.
- ciao, Matt. Sicuramente non ti ricordi di me ma ci siamo visti tante volte - disse Javier avanzando verso di lui. - sono Javier -
Matt li prese la mano e riaffiararono dei ricordi: lui a casa di Benedict con Louis, il piccolo pulcino, Gabriel, Cecily e infine Javier. L'aveva conosciuto lì. Benedict voleva presentarglielo. Si era creato un bel rapporto tra loro.
- Javier, mi ricordo la prima volta che abbiamo parlato da Benedict - disse Matt. - ci siamo seduti nel dondolo e abbiamo parlato tanto. Mi sono sentito subito a mio agio con te -
- si, abbiamo un bel rapporto. Sei stato molte volte da noi con i ragazzi - disse Javier.
Infatti subito dopo i ragazzi lo abbracciarono. Volevano tanto bene a Javier e Matt sorrideva.
Mark pensò che era un bene che Javier e Matt fossero legati. Poi Javier e Matt fecero due passi assieme. Matt era sempre con la sedia a rotelle.
- come sta andando? - chiese Javier premuroso. - sai che puoi dirmi tutto -
- alti e bassi. É come se fossi su un'altalena. A volte vado su ma soprattutto giù - rispose Matt fermandosi.
- ho tutte le persone che mi danno il loro amore e sostegno. Mi fanno stare bene ma poi mi ritrovo a fare brutti pensieri. Loro mi distraggono con tante cose -
- però i pensieri ritornano - disse Javier.
- si e non so come farli andare via - disse Matt.
- mi sembra anche di obbligarli a stare qui -
- ma non è vero. Loro sono qui perché vogliono esserci per te - disse Javier. - non è un obbligo. Anch'io sono qui per mia volontá -
- poi penso anche ai miei genitori, loro mi hanno portato qui per egoismo - disse Matt. - e dopo si sono resi conto quanto fosse sbagliato ma è dovuto accadere qualcosa per farglielo capire -
- e questo come ti fa sentire? - chiese Javier.
- arrabbiato. Ancora una volta loro non hanno pensato ai miei sentimenti. Ho ricordato qualcosa. La mia vita dietro una maschera qui in Texas perché loro volevo un figlio diverso e io per sopravvivere ho dovuto recitare - disse Matt. - ora loro stanno migliorando tanto. Sento il loro amore ma perché doveva accadere ora? Perché non potevano darmelo prima? -
Javier sapeva dei problemi di Matt con i suoi genitori. Lui si era confidato molto su questo argomento. Ogni volta li dispiaceva tantissimo sentire Matt soffrire per loro due. Non se lo meritava. Sentiva dalle parole di Matt che loro stavano migliorando ma quella sofferenza rimaneva lo stesso. Lo lasció sfogare come le altre volte.
Matt guardò Javier e disse: - mi fa sempre bene parlare con te anche se tirare fuori quello che sento é doloroso -
- ci sono sempre per te. In qualunque ora anche la notte puoi chiamarmi - disse Javier abbassandosi su di lui.
Matt lo abbracció e Javier gli accarezzó la testa. Voleva tanto che Matt stesse bene.
Mark guardò la scena e poi quando Matt rientró nella villa, lui si avvicinò a Javier per parlargli.
- volevo chiederti sul fatto della violenza sessuale che Matt ha subito. Nessuno ancora gli ha detto nulla - disse Mark passeggiando con lui. - volevo un tuo consiglio -
- secondo me dovresti domandagli qualcosa - disse Javier. - se ricorda qualcosa di un hotel-
- era quello che stavo pensando. Volevo parlarne prima con te - disse Mark. - io ho paura di quello che accadrà -
- devi essere forte - disse Javier.
- le vittime di abuso sessuale possono reagire in modo diverso, anche negare quello che li è successo per proteggersi dal trauma -
- quindi anche l'amnesia potrebbe essere collegata alla violenza sessuale, non solo per il fatto che è stato colpito con violenza e ha subito il coma - disse Mark.
- si - disse Javier. - Matt potrebbe allungare l'amnesia per proteggersi da quei ricordi troppo devastanti per lui. -
-quindi cosa devo fare?- chiese Mark.
- cerca di capire cosa ricorda - rispose Javier. - a secondo di cosa ti dirà, penseremo un modo per aiutarlo -
Mark abbracció Javier e una volta a casa quando erano soli nella stanza, lui guardò Matt e prendendo un bel respiro, si avvicinò a lui che coccolava Stella.
- angelo, mi stavo chiedendo una cosa - disse Mark.
- si dimmi - disse Matt alzando lo sguardo.
- tu per caso ricordi qualcosa su un hotel? - chiese Mark sedendosi accanto a lui.
Aveva un'ansia mentre lo domandava.
La mente di Matt si rifiutava di pensare all'hotel. Aveva messo tutto in un cassetto sigillato per proteggersi.
- hotel? No. Non mi piacciono gli hotel - rispose Matt agitatissimo. - Preferisco il campeggio. Con i miei nonni, Neil, Megan, Kit e gemelli ne facevamo tanti. C'era anche Simon. Dobbiamo fare qualche volte un campeggio anche noi due con i ragazzi e i nostri fratelli, appena potró lasciare questa sedia a rotelle. Ora non ne sono in grado -
Mark capì che Matt si stava proteggendo ma l'idea del campeggio era fantastica.
- amo molto l'idea del campeggio. Anche con la mia famiglia li facevamo - disse Mark prendendo la sua mano.
Matt si stava calmando a parlare di campeggio.
Tutti e due ebbero un ricordo da raccontare ma non sapevano che era lo stesso.
Flashback
Texas
Matt aveva 5 anni, era in campeggio con i nonni, i fratelli e il suo peluche. Era sera e se ne stavano intorno al fuoco, avevano preso i mashmallow per metterli nella cioccolata calda. Matt ne era goloso. Si era sporcato la faccia. Si pulì le labbra con la linguetta. Sua nonna li tolse il resto con un fazzoletto e lo abbracciò.
Megan aveva 2 anni e stava in braccia al nonno mentre Neil prendeva dei rametti per il fuoco. Matt andò a prendere il suo cappellino e la sciarpa nella tenda.
Li adorava tanto. Era un regalo del suo bisnonno.
Stava per ritornare da loro quando fu attirato dalle lucciole.
Rimase a bocca aperta e si ritrovò a seguirle. Era un bambino molto curioso. Si inoltró nei boschi e all'improvviso non le vide più. Si guardò intorno e non sapeva dove andare perché era stato così preso a ricorrere le lucciole da non vedere il percorso. Voleva tornare dai suoi nonni, da Megan e Neil. Era anche buio. Mark era dall'altra parte del bosco con la sua famiglia, adorava i campeggi e si divertiva tanto con i suoi genitori e fratelli. Non si sentiva strano con loro. Il problema era quando c'erano le altre persone. Andò nel bosco attirato dalle lucciole e sentì un singhiozzo.
Si avvicinò e vide a terra un bambino con cappellino da orso e la sciarpa.
Stava piangendo e diceva: - non voglio stare qui. Ho paura. Nonno John, Nonna Mary Jane, Neil, Megan. Voglio la mia famiglia -
Matt piangeva e Mark si strinse il cuore. Sicuramente si era perso nel bosco a causa delle lucciole.
- non piangere, piccolo - disse Mark facendogli una carezza sulla testa.
Matt alzò la testa e Mark vide i suoi meravigliosi occhioni azzurri. Era un bambino così stupendo.
- tu chi sei? - chiese Matt all'inizio impaurito.
- non devi aver paura. Non voglio farti del male - rispose Mark. - ho sentito che piangevi e volevo consolarti -
Matt lo guardò mettersi accanto a lui.
- ti sei perso vero? -
- si, volevo vedere più da vicino le lucciole - rispose Matt. - ma non c'erano più e io sono rimasto solo -
- mi piace il tuo cappellino e anche la sciarpa - disse Mark anche per calmarlo.
- davvero? Io adoro gli orsi - disse Matt smettendo di piangere.
- si. Ti sta proprio bene - disse Mark con una dolce carezza alla testa.
Matt sorrise anche a quella carezza.
- ti piace il cioccolato? - chiese Mark all'improvviso.
- se mi piace? Lo adoro. Farei il bagno nel cioccolato o vorrei avere una cioccolateria da grande così ne mangerei sempre - rispose Matt goloso.
- ti capisco bene anch'io non smetterò mai di mangiarlo - disse Mark sorridendo.
Matt lo abbracciò e disse: - sto bene con te. Mi sento al sicuro -
Mark lo strinse a sua volta e disse: - sei un dolce angioletto -
Matt sorrise e rimasero così abbracciati per un pó. Stavano così bene.
- vuoi un cioccolatino? - chiese Mark al piccolo.
- i miei mi dicono sempre di non accettare caramelle dagli sconosciuti - rispose Matt.
- i tuoi dicono bene - disse Mark.
- ma tu mi sei molto simpatico - disse Matt sorridendo. - si, cioccolatino -
Mark uscì un cioccolatino a forma di orsetto e glielo diede.
Matt lo guardò e chiese: - tu non lo vuoi? -
- non devi preoccuparti per me, angioletto - rispose Mark con una carezza.
Matt capì che se ne stava privando per darlo a lui. Era dolcissimo.
Lo spezzó in due e disse: - prendi, orsacchiotto. É più bello mangiarlo assieme -
Mark non si aspettava quel gesto o quel soprannome. Li scaldó il cuore. Era veramente un bambino speciale.
Mark non piaceva stare con gli altri ma stava bene con quel bambino. Magari avesse avuto un amico così nella sua città. Il mondo sarebbe stato un posto migliore con persone come lui.
Mark lo abbracció e assieme mangiarono la loro parte di cioccolatino.
- ti accompagno dalla tua famiglia - disse Mark prendendogli la mano.
- si, peccato che non abbiamo visto più le lucciole ma sono felice di aver trovato te - disse Matt dolce.
- anch'io, angioletto - disse Mark guardandolo.
In quel momento Matt e Mark furono circondati da tante lucciole che sembravano danzare per loro. Rimasero incantati.
- mi concedi questo ballo, angioletto? - chiese Mark.
- si, orsacchiotto - rispose Matt prendendogli le mani.
Ballarono in mezzo alle lucciole. Fu un momento bellissimo.
Non volevano staccarsi ma i parenti di Matt erano preoccupati. Dopo il ballo, Mark accompagnó Matt al campeggio e dopo un abbraccio, si allontanò. I suoi nonni lo abbracciarono subito. Erano stati in pensiero e l'avevano cercato per parte del bosco.
- orsacchiotto mi ha portato qui. Lui è un ragazzo speciale - disse Matt a loro due.
I nonni volevano ringraziarlo e decisero che il giorno dopo lo avrebbero cercato.
Mark e Matt si pensarono e il giorno dopo Mark voleva andare da quel bambino.
Purtroppo ebbe una brutta sorpresa, non c'erano più.
Matt era in macchina con suo papà che aveva deciso di portare via i figli per un pranzo importante. Matt guardava il bosco e pensó al suo orsacchiotto. Non l'aveva potuto rivedere.
Matt e Mark si guardarono a quel ricordo condiviso. Non potevano crederci.
- sei il mio angioletto - disse Mark con gli occhi lucidi.
- e tu il mio orsacchiotto - disse Matt commosso.
Si abbracciarono. Ancora una volta le loro vite si erano intrecciate senza saperlo.
Si guardarono e si baciarono. Non avrebbero mai pensato di rivedersi ancora e invece ora avevano scoperto che erano loro. Il destino li aveva fatti incontrare molte volte e adesso erano uniti per sempre.
Questo faceva capire una cosa a Matt che nonostante tutto quello che stava passando, Mark era la cosa più bella che gli era successa nella vita assieme ai suoi figli.
John guardò Matt e Mark dal corridoio. Aveva sentito tutto e ancora una volta si sentiva in colpa. Doveva parlarne con qualcuno anzi con Larry.
Andò nello studio e lo chiamó.
- ciao, Larry. Ho bisogno di vederti. Possiamo incontrarci? - chiese John.
- ciao, John. Ti sento strano. Spero che non è successo nulla a Matt - disse Larry preoccupato. - io sono libero. Dove vuoi che ci incontriamo? -
- al nostro posto segreto - rispose John. - se non è un problema -
- no, anzi volevo tornarci ma solo con te - rispose Larry. - non ho messo più piedi lì da quando me ne sono andato -
- neanch'io - disse John. - non me la sentivo -
- ci vediamo tra poco lì - disse Larry.
- si a tra poco - disse John.
Tutti e due provavano una grande emozione al pensiero di tornare nel loro posto assieme. John avvisò Sissi e uscì per raggiungere il posto segreto. Appena lui e Larry si guardarono, nelle loro mente riaffiorirono i ricordi vissuti assieme in quel luogo.
Flashback
John era nel bosco con Larry, era mattina presto e nessuno sarebbe andato lì. Si stavano baciando dietro un tronco.
Approfittarono di ogni momento per stare insieme, anche nei ritiri con la squadra ma sempre stando attenti. Erano così innamorati. Proseguirono la passeggiata segreta fino al fiume. Si sedettero lì con una coperta e Larry prese il cestino che aveva nascosto. John vide che Larry aveva portato i pancakes e lo sciroppo d'acero.
- ti amo - disse John baciandolo di impulso.
- dovrei prepararti sempre i pancakes per farmi baciare così da te senza timore - disse Larry.
- Larry, arriverà il momento in cui non dovremo nasconderci - disse John. - te lo prometto ma per il momento godiamoci questi attimi -
Larry annuì e abbassò la testa.
- ti prego, non fare così. Io ti amo, Larry - disse John prendendogli il viso tra le mani e guardandolo. - e non posso stare senza di te -
- neanche io. Mi fa male il petto quando sei lontano e accadde anche quando sei vicino ma non posso toccarti - disse Larry toccandosi il petto.
John lo strinse a sé e disse: - arriverà il momento in cui non dovrei più sentirlo questo dolore -
John inizió a baciargli il collo e gli aprì la camicia dove sotto c'era la canottiera. Gli sfilò la camicia e la canottiera per baciare il suo petto.
Larry gli mise le mani sulla testa e sentì il dolore lasciare il suo petto. Sentiva solo i baci di John.
- Maple - disse John guardandolo.
Scese giù con la bocca, baciando la sua pelle e arrivando agli addominali.
Larry stava sempre meglio ogni secondo che passava.
John risalì e lo baciò appassionatamente, facendogli sentire tutto l'amore che provava. Larry gli sorrise e lo vide mentre prendeva con un po' di sciroppo d'acero per portarglielo alla bocca. John lo succhió dalle dita di Larry.
- ancora, Maple - disse John goloso.
- mio goloso amore - disse Larry dopo aver sentito la sua bocca per ogni dita.
Larry ne prese altro mentre lui si distese e appoggió la testa sulle sue gambe. John aprì la bocca e Larry lasció cadere qualche goccia in essa prima di imboccarlo.
Si guardavano con sguardi innamorati lì accanto al fiume Guadalupe. Uno dei loro posti preferiti.
Larry gli prese le mani e lo guidó verso il fiume. John si guardò intorno e poi lo baciò prima di spogliarsi. Entrarono nel fiume e si strinsero in un abbraccio.
Lui e Larry fecero una nuotata per poi tornare a riva, mangiarono i pancakes e andarono nel bosco per esplorarlo alla ricerca di nuovi posti. Camminarono fino a sentire il rumore inconfondibile, Larry gli prese la mano e corsero insieme verso quel rumore.
Rimasero senza parole quando arrivarono.
Si spogliarono per immergersi nelle sue acque. Era un paradiso. John portò Larry sotto la cascata, si baciarono e vide un piccolo segno sulla roccia. Sembrava proprio una foglia d'acero. Lui e Larry sentirono che era un segno. La chiamarono la cascata Maple, la loro cascata.
Lui e Larry ci andavano tutti i giorni lì, anche la notte. Era diventato il loro luogo d'incontro segreto. Una di sera John stava tenendo una torcia in mano e guardò Larry incidere la L, poi toccò a lui e aggiunse la J. Al centro c'era la foglia d'acero.
'J🍁L'
John e Larry si baciarono, toccando quella incisione.
Sempre in quel ritiro, Larry gli regalò una foglia d'acero che aveva trovato per caso nel bosco. Era un altro segno. John vide che aveva inciso il simbolo dell'infinito e dietro c'era la scritta Guadalupe.
Larry e John tornarono con la mente al presente e si guardarono. Senza parlare si immersero con i vestiti e raggiunsero la loro incisione per toccarla.
- Maple - disse John guardandolo.
Lui non riuscì a trattenersi e lo bació nella loro cascata.
Aveva trattenuto troppo l'amore che provava per Larry. Lo stava baciando appassionatamente senza pensare agli altri. Larry era stupito. Non se lo aspettava. Ricambiò al bacio che tanto desiderava da anni, anche se non bastava quel bacio per dimenticare tutto il dolore subito. Dopo quel bacio appassionato, tornarono alla realtà e si stesero per terra togliendosi i vestiti bagnati.
- tu sai che non basta questo bacio per farti perdonare - disse Larry rompendo il silenzio.
John lo guardò e disse: - si, lo so. Voglio meritarmi il tuo amore -
- intravedo il John di un tempo. Ti prendi cura di Matt e cerchi di rimediare agli sbagli del passato - disse Larry.
- il passato mi perseguita. Ho scoperto una cosa prima e mi fa sentire sempre più in colpa - disse John confidandosi.
- cosa è successo? - chiese Larry avvicinandosi.
- ho portato via Matt da Mark ancora una volta. Loro hanno ricordato un passato in comune - rispose John. - Si erano già incontrati altre volte quando Matt era neonato a Kenoska e anche in Texas, Matt aveva 5 anni e si è perso nel bosco per vedere le lucciole. Io non ero lì. Ero troppo occupato a pensare a me stesso e i miei genitori hanno portato Matt, Megan e Neil in campeggio.
Il mio dolce bambino ha rincontrato Mark senza saperlo.
Lui si è preso cura di Matt e lo ha riportato dai miei. E io cosa ho fatto il giorno dopo? Sono arrivato e ho portato via da lì i miei figli per un pranzo di lavoro. Volevo mostrare la perfetta famiglia che mi ero creato e non ho pensato minimamente ai sentimenti di Matt o degli altri. C'era solo la mia voglia di ostentare con gli altri. Ho litigato con i miei genitori perché sapevano che Matt ci teneva a stare lì ancora ma a me non ha importato. Lui piangeva e io li dissi di smettere di fare i capricci. Non ho mai dimenticato il suo sguardo. Ho sbagliato tantissime volte con lui -
John aveva gli occhi lucidi.
- i sensi di colpa mi stanno divorando l'anima e non so cosa fare -
- parla con lui, John - disse Larry.
- non so da dove cominciare - disse John guardandolo.
- scava dentro di te - disse Larry. - troverai qualcosa -
John pensò che Larry aveva ragione. Doveva scavare dentro di lui.
- mi fa sempre bene parlare con te. Mi hai dato sempre dei perfetti consigli - disse John.
- peccato che alcuni non li hai messi in pratica - disse Larry.
John sapeva a cosa si riferiva.
- scusami, Maple - disse John sentendosi in colpa.
- vai da Matt, John. Apriti con lui - disse Larry alzandosi.
John avrebbe voluto fermarlo ma sapeva che non poteva pretendere nulla da lui. Doveva fare un passo alla volta come anche con Matt. Sapeva che la strada era lunghissima e tortuosa.
- verrò a vedere come sta Matt. Voglio portarlo al contatto con gli animali - disse Larry.
- è una bellissima idea - disse John. - lui li adoro -
Si salutarono come due amici ma nel cuore provavano sentimenti d'amore.
John tornó a casa e andò nello studio. Aprì il famoso cassetto sotto chiave e si mise a cercare. All'improvviso capì come poteva iniziare con Matt. Prese una foto e andò da lui. Stava alla scrivania cercando di scrivere qualcosa. Matt si innervosì e buttò la matita per terra che raggiunse i piedi di John.
Lui la raccolse e si avvicinò per ridargliela e gli prese la mano. Matt lo guardò con sensazioni contrastanti mentre John li faceva un massaggio.
- non sapevo che eri esperto di massaggi. Dove hai imparato? - chiese Matt stupito ma sulla difensiva.
- da Elliot - rispose John. - voglio farti stare meglio. Non posso neanche immaginare quanto dolore stai provando ma vedo che ti innervosisci. Potrei dirti che questo scomparirà presto ma non voglio mentirti. Ci vuole tempo come ogni cosa. Io lo so bene. Ho tanti sensi di colpa dentro di me che non mi lasciano in pace e non c'è nessuna pillola magica per cancellarli -
Matt lo sentiva così sincero e non si aspettava un discorso del genere da lui. Era rimasto meravigliato anche dal fatto che si impegnasse a farsi insegnare le cose per farlo stare meglio.
John li fece una dolce carezza sulla testa. Matt si lasciò andare a essa e notò una foto nella tasca di suo papà.
- cos'è? - chiese Matt curioso.
John la tirò fuori e gliela mostró.
- questa foto è della tua nascita - rispose John stupendolo.
Matt vide se stesso neonato tra le braccia dei suoi genitori in campo di zucche.
Non conosceva quella parte della storia. Forse era qualcosa che non ricordava.
- non ricordo - disse Matt confuso.
- non puoi ricordarlo perché non ti ho mai mostrato questa foto o detto come sei nato - disse John sincero.
Matt era ancora più confuso. Nella foto suo papà lo guardava come un dono del cielo.
- tu sei nato tra i confini del Maine e Vermont. Io e tua madre stavamo facendo un giro e all'improvviso la macchina si fermò, controllai il cofano mentre le si ruppe le acque. Non c'era un'anima viva e la feci stendere su una coperta in mezzo a un campo di zucche. Forse è per questo che ami tanto le zucche - raccontò John. - avevo paura per te e per tua madre. Gridai aiuto e cercai di tranquillizzarla.
Non volevo perdervi e quando capii che non sarebbe venuto nessuno, dovevo agire. Tremai tutto mentre cercavo di farti nascere. Una voce mi diede la forza e alla fine tu nascesti. Provai un emozione indescrivibile come anche tua madre. Eri meraviglioso, un dono dal cielo e per questo scelsi il nome Matthew che vuol dire " dono di Dio ". Non mi staccai un attimo da te -
Matt non ci poteva credere. Suo padre l'aveva fatto venire al mondo. Si ritrovò senza volerlo a piangere per quel racconto della sua nascita.
Guardò di nuovo la foto e lo sguardo di suo papà.
Si vedeva che lo amava quando era nato.
- Matthew, bambino mio, io ti ho fatto tanto soffrire. Ora tu non ricordi ma a causa mia hai provato moltissimo dolore. Potrei nasconderlo o mentirti ma non voglio farlo. Io non sono stato un buon padre anzi sono stato crudele con te - disse John. - solo con quello che ti è successo, io ho iniziato a prendere conoscenza di ogni cosa. Prima c'era solo John Bomer e gli altri non contavano nulla -
- quindi se non mi fosse accaduto nulla, tu avresti continuato per la tua strada. Dovevo arrivare in queste condizioni per avere il tuo amore? - chiese Matt alle sue parole.
- io non lo so, Matt. Si dice che si capisce quanto sia importante qualcuno, quando lo perdi - rispose John.
- l'hai presa dai baci perugina? - chiese Matt arrabbiato. - io non so cosa pensare. Fai il premuroso, porti la foto, racconti della mia nascita e mi dici questo -
- mi sto prendendo le mie responsabilità - disse John.
- ti stai scaricando la coscienza - disse Matt arrabbiato. - cosa hai pensato? " mio figlio è sulla sedia a rotelle, non gli ho dato amore e quindi adesso gioco con lui al buon papà " -
Matt stava piangendo e John non sapeva cosa fare.
- esci di qui. Ho bisogno di stare solo - disse Matt.
- non sto giocando con te, Matt - disse John. - posso essere stato crudele in passato ma non lo rifarei adesso. Capisco che non mi credi ma io voglio veramente far parte della tua vita e non importa se sarà difficile. Io ci proverò -
Matt sentì la carezza di suo papà e lo sentì andar via. Papà e figlio stavano piangendo chiusi nelle loro stanze.
Sissi era salita e aveva visto Matt piangere.
- bambino mio, cosa è successo? Hai fatto un incubo? - chiese Sissi preoccupata. - ti prendo il tuo orsacchiotto e anche della cioccolata -
- non ho 5 anni ma 35 - rispose Matt. - tu e mio padre pensate davvero di recuperare tutto così? -
Sissi non si aspettava una reazione del genere.
- è successo qualcosa? Stavamo facendo progressi - disse Sissi confusa.
- abbiamo cucinato assieme, tu sei dolce e premurosa, bella la cosa della limonata alle violette ma non cambia nulla. Voi rivorreste il Matt piccolo per tornare dietro e risolvere tutto ma non potete. Io non sono più un bambino. Sono cresciuto senza di voi - disse Matt. - sai cosa mi sono ricordato che io volevo rimanere al campeggio quando avevo 5 anni ma papà ci ha portati via. Tu non hai fatto nulla per contraddirlo e io piangevo -
- Matt, io... -
- Matt cosa? Amavi più mio padre e io potevo anche disperarmi? Perché mi hai messo al mondo se poi non volevi amarmi? - chiese Matt arrabbiato con le lacrime.
Sissi fu colpita da quella parole.
- forse non mi volevi ma essendo cristiana, hai dovuto tenermi -
- no no, Matt. Ti ho voluto tanto - disse Sissi avvicinandosi. - ti ricordi il faro rosso? -
- veramente stai cercando di far leva su quel ricordo? Non è corretto - rispose Matt. - lì sei stata bravissima. Hai cercato il trovarlo ma il resto della mia vita? Sempre a dare retta a mio padre e io nulla. Ora sono qui in queste condizioni e voi due giocate ai genitori. Dov'eri quando avevo bisogno di te? Con lui -
Sissi sapeva di meritarsi ogni parola.
- io ho sempre protetto tuo padre e il mio amore per lui mi offuscato ma non dovevo trascurarti. Sono stata ingiusta con te troppe volte. Anche quando hai fatto il coming out, non avrei mai dovuto aspettare sei mesi per parlarti e altro tempo per accettarti. Dovevo amarti per quello che eri - disse Sissi. - mi vergogno tanto -
- si, avresti dovuto amarmi a prescindere dal mio orientamento sessuale - disse Matt arrabbiato.
- avresti dovuto lottare per me anche quando ero piccolo. Ora tutto è cambiato a causa della mia condizione e non voglio questo. Prendi i nonni, Megan, Neil, Cecily, il bisnonno, Tom, Chris, Mark e tutti gli altri mi amano per la persona che sono, non mi hanno mai voluto cambiare o diverso. Era quello che volevo da voi -
- scusami, piccolo mio - disse Sissi. - non sono stata una buona madre ma voglio rimediare. Hai ragione, tu non sei più un bambino. Sei uno stupendo uomo che non si arrende mai, lotti per quello in cui credi e per le persone che ami. Io avrei dovuto amarti come meriti. Se mi darai un'occasione, ti dimostraró che voglio far parte della tua vita -
- ho bisogno di stare da solo - disse Matt dopo quelle parole. - sono stanco. Voglio riposare -
Sissi capì e li fece una carezza.
- sarò qui quando ti sveglierai. Non voglio arrendermi con te, Matt - disse Sissi prima di uscire.
Matt andò nel bagno e si alzò dalla sedia a rotelle per mettersi seduto nella doccia.
Mark tornò a casa Bomer con alcune frittelle e salì le scale. Era tutto molto silenzioso. Andò nella stanza e non trovò Matt ma sentì i suoi singhiozzi. Entró nel bagno, aprì la tendina dalla doccia e lo ritrovó lì a piangere con i vestiti bagnati. La sua espressione era molto sofferte.
- angelo - disse Mark prendendo subito un asciugamano.
- esci, Mark. Non voglio che mi vedi così - disse Matt coprendosi gli occhi.
- angelo - disse Mark soffriva a vederlo così.
- ti prego, Mark - disse Matt piangendo.
Mark capì che Matt aveva bisogno di star solo. Li diede un bacio sulla testa.
- sono di sotto se hai bisogno - disse Mark per lasciargli lo spazio anche della camera.
Stella entró nel bagno mentre Mark uscì dalla stanza. Matt guardò la sua cagnolina andare da lui e la abbracciò.
Matt non voleva che Stella si ammallasse così decise di portarla in camera ma faceva fatica a alzarsi. Odiava questa sua fragilità.
- Stella, chiama Mark - disse Matt stendendosi sul pavimento della doccia.
Stella corse subito da Mark di sotto e abbaiò.
- che c'è, Stella? Dov'è Matt? - chiese Mark preoccupato.
Lei abbaiò di nuovo, lo portò verso le scale e lui capì. Salì di corsa seguendola e i genitori di Matt lo videro molto preoccupato. Mark entrò nel bagno e trovò Matt steso per terra.
- Matt - disse Mark raggiungendolo allarmato.
- volevo alzarmi ma non ci riesco - disse Matt guardandolo. - tu mi amerai sempre, Mark? -
- sempre. Non c'è universo o vita passata in cui non ti amerò - rispose Mark prendendolo in braccio. - io non ti lascerò mai, angelo -
I genitori di Matt guardarono la scena.
Mark cambió e asciugó Matt. Gli mise dei vestiti asciutti e lo distese sul letto.
Matt lo guardò e disse: - Mark, mettiti accanto a me -
Mark entrò nel letto e lo abbracciò.
- mi piacciono le tue coccole - disse Matt.
Stella salì sul letto e si mise attaccata a lui mentre Sissi e John continuarono a guardare la scena.
Matt sentì un profumo.
- ti ho portato le frittelle - disse Mark vedendo che annusava. - con il gelato. Ne vuoi un morso? -
Matt annuì e Mark ne prese una. Davano un morso alternandosi, condividendo la frittella e a Matt sembrava quando da piccolo aveva fatto in due quel cioccolatino. Li scaldò il cuore.
I genitori di Matt guardarono un sorriso nel viso del loro bambino. Mark sapeva come farlo star bene. Volevano anche loro essere in grado di farlo.
Quando Matt si mise a riposare, Mark scese in cucina e trovò i genitori di Matt.
- vogliamo far stare bene a Matt - disse Sissi. - ma non sappiamo come fare. Siamo un disastro. Abbiamo discusso con lui -
- sappiamo che non dovremo chiederlo ma ci aiuti - disse John.
Mark non si aspettava una richiesta del genere soprattutto da due persona come loro. Era arrabbiato per come avevano sempre trattato Matt ma vedeva che ci stavano provando a essere dei genitori. Questo non voleva dire che li aveva perdonati ma se voleva far stare bene il suo angelo, doveva collaborare con loro.
- voglio organizzare una giornata a sorpresa in onore di Matt, vorrei che collaboraste con me nella realizzazione. Io non conosco i posti qui in Texas. Potreste darmi una mano a cercare il luogo perfetto - disse Mark esponendo la sua idea. - se vogliamo fare star bene Matt, dobbiamo collaborare-
- oh è un'idea meravigliosa. Una giornata per il nostro bambino - disse Sissi. - è quello che ci vuole -
- non è da tutti quello che ha appena detto - disse John. - la ringraziamo per le sue parole e includerci in questa giornata -
- si, John ha ragione. Poteva non dircelo e lo apprezziamo molto - disse Sissi.
- per il bene di Matt dobbiamo essere tutti uniti - disse Matt.
Inizió la collaborazione tra Mark e i genitori di Matt. John e Sissi iniziarono a fare una lista dei posti in Texas. Mark parlava con lei anche del menù da fare.
Intanto Robert e Evans erano a Polignano a Mare. Si erano incaricati di prendere il carretto.
Arrivarono davanti alla gelateria e guardarono il carretto.
- é lui - disse Robert sorridendo. - mando un messaggio a Matty bello -
- sarà felicissimo quando arriveremo con il carretto - disse Evans. - la sua idea è così romantica -
- si, è proprio una dichiarazione d'amore in grande stile - disse Robert.
Entrarono e parlarono con i proprietari. Loro sapevano già tutto. Si erano sentiti Matt.
Texas
Matt si svegliò e sentì il suo cellulare suonare. Era una notificata. Stella li portó il cellulare e lui li sorrise.
- grazie, mia Stella - disse lui con una carezza.
Cliccó sulla notifica e
si illuminó gli occhi appena aprì la foto di Robert davanti al carretto in posa da diva.
" Carretto preso, Matty Bello "
Lo faceva ridere e non vedeva l'ora di rivederli.
Tutto era quasi pronto per il pranzo a sorpresa. Aveva anche pensato a un'altra idea per Mark.
Scese le scale rese idonee per la sedia a rotelle e con un gran sorriso entró in cucina. I suoi genitori erano felici di vederlo con buon umore, stava anche canticchiando.
Andò verso il frigo e vide dalla finestra Elliot.
- ciao, Matt. Pronto per la fisioterapia? - chiese lui avvicinandosi.
- si - rispose Matt deciso.
Sissi lo andò a aprire, si salutarono e poi andò con Matt nella stanza. Mark intanto aveva chiamato Javier per avvisarlo della risposta di Matt.
- mi ha detto che non gli piacciono gli hotel in modo molto agitato poi ha cambiato discorso con il campeggio - li raccontó Mark. - e abbiamo scoperto una cosa con i nostri ricordi -
Mark li raccontó tutto e anche della crisi nella doccia di Matt.
- Matt sta sfuggendo a quel ricordo. Ci vorrà del tempo prima che rimetta piede in un hotel - disse Javier. - tu stai andando bene, Mark. Anche con i genitori di Matt collaborando per il suo bene. Sarebbe accaduto prima o poi che lui si scontrase con Sissi e John. É un bene perché solo così loro tre potranno avere un vero rapporto -
- ma fa male vederlo sofferente - disse Mark. - vorrei proteggerlo da tutto -
- lo so ma è giusto che Matt sappia anche le cose negative della sua vita - disse Javier.
- hai ragione - disse Mark. - io li starò accanto sempre -
- di questo non ho mai dubitato. Tu e Matt siete una coppia bellissima, ne avete passate tante nella vostra vita o in quelle passate ma vi siete sempre ritrovati. Io sono sicuro che supererete tutto questo anche se la strada molto difficile - disse Javier.
- grazie per le tue parole - disse Mark. - ne avevo bisogno -
- sono sempre qui quando ne hai bisogno - disse Javier.
I due si salutarono e poi Mark uscì per la città con Tom, Chris e Michael. Voleva trovare qualcosa per far sentire ancora meglio Matt. Aveva saputo da John che Matt si era innervisito quando aveva cercato di scrivere e non c'era riuscito, lanciando la matita. Così entrarono in un grande negozio dove vendevano un pó di tutto e si guardò intorno.
- cosa cerchi in particolare? - chiese Michael andando in suo aiuto.
- non lo so - rispose Mark. - voglio farlo stare meglio. So che per Matt è importante il disegno e scrivere. Vorrei aiutarlo in questo -
Tom, Chris e Michael lo sapevano bene. Si misero a cercare anche loro qualcosa che aiutasse Matt.
Mark stava camminando nel reparto tecnologia mentre Peter si preparava alla dimostrazione. Sentì dei passi e avvicinò a Mark. Tom, Chris e Michael raggiunsero il reparto.
- salve, vuole provare la nostra penna - disse Peter alzando gli occhi.
I due rimasero senza parole appena i loro occhi si incontrarono. Mark guardò il ragazzo e notò la somiglianza incredibile con Thomas Holland ma la persona davanti a lui portava gli occhiali ed era più grande.
Era confuso. Non capiva.
Poi ripensò al flashback di Versailles. Lì Robert aveva scoperto di avere due figli: Holland e Peter. Aveva trovato il primo figlio di Robert. Era incredulo.
Peter guardò l'uomo e lo riconobbe: era Mark Ruffalo, l'Hulk in Avengers.
- voi siete Mark Ruffalo. Non posso crederci. Io sono Peter Parker. Lo so sembra ironico, ho il nome di Spiderman e mi creda non mi ha aiutato a scuola, i bulli o la popolarità - disse Peter parlando a raffica. - ma non sono qui per parlare di me. É bello incontrarla e parlarle della nuova notizia. Si tratta di una penna particolare che da maggior controllo e si usa con questo computer. É stato ideato per chi ha problemi motori. La ditta che la produce a cuore le persone. Vogliono aiutare a fare sentire meglio chi vive periodi o esistenze difficili. É un nuovo modo di approcciarsi al disegno o alla scrittura -
Mark guardò Peter mentre gli illustrava come funzionava la penna e il programma di disegno sul computer. Stava immaginando Matt in quel momento nella sua stanza a disegnare in quel modo nuovo.
- è fantastico - disse Mark prendendo la penna in mano. - si può già comprare? -
- si, i soldi andranno in beneficenza. La ditta regalerà questa innovazione a chi non se lo può permettere - rispose Peter. - si curano di tutto -
Mark era colpito di ciò. Era proprio il genere di investimento che voleva fare il futuro di chi ne aveva bisogno.
- voglio fare una donazione extra - disse Mark subito.
- signor Ruffalo, lei è molto generoso - disse Peter.
Tom, Chris e Michael sentirono tutto e anche loro volevano contribuire.
- vogliamo donare anche noi - disse Tom facendosi avanti con Chris e Michael.
Peter rimase senza fiato.
- Thor, Loki e Hulk assieme - disse Peter guardandoli.
Tom e Chris lo guardarono. Era il primo figlio di Robert nel flashback di Versailles.
- dopo possiamo fare una foto? - chiese Peter. - scusatemi, sono eccitato. Adoro la Marvel. Peter riprenditi. Ok, parlando della donazione
siete tutti molto generosi. Venite con me. Ho dei moduli da farvi compilare -
- mi dispiace, Peter - disse Michael avvicinandosi a lui.
- non si preoccupi - disse Peter. - padre Raziel è stato fantastico con me. Ho passato molto tempo nella sua chiesa. A volte lo facevo disperare ma sapeva confortarmi sempre come avrebbero dovuto fare i miei genitori. Non so perché mi hanno abbandonato -
Mark, Tom, Chris e Michael li dispiaceva per Peter.
- scusatemi, siamo qui per la donazione. Non per i miei problemi - disse Peter.
Mark non riuscì a trattenersi e lo abbracció.
- non scusarti. Sfogati se vuoi - disse Mark dolcemente.
Peter si lasciò andare tra le braccia di Mark.
Jackson e Corey erano le due uniche persone con cui si sfogava su quell'argomento. Non avrebbe mai pensato di parlarne con altri o di piangere nelle braccia di Mark Ruffalo.
Peter guardò Mark dopo essersi sfogato.
- vi ringrazio - disse lui prima di andare dietro il bancone.
- quando hai bisogno, puoi chiamare il mio numero - disse Mark scrivendolo su un foglietto.
Peter lo apprezzó molto e lo mise nella tracolla. Una foto cadde e Chris la prese. Ritraeva Peter con Jackson e Corey.
- loro sono i miei più cari amici. Non mi hanno mai abbandonato - disse Peter.
- li conoscono bene. Ho incontrato Jackson in una serata di beneficenza con Tom mentre Corey in un clinica maledetta - disse Chris ridandogli la foto..
- sei il Chris che lo aiutato - disse Peter.
-si. Corey è un'anima così pura - disse Chris. - non meritava di stare in quel posto come tutti noi. Siamo rimasti in contatto -
- parla sempre bene di te - disse Peter. - grazie per esserci stato per lui -
Peter lo abbracciò.
- non so che avrei fatto se non fosse tornato. Lui è uno dei miei punti fondamentali quindi ti ringrazio molto -
Peter era un cucciolo da coccolare e abbracciare forte. Tutti e quattro sentivano di volerlo proteggerlo e scoprire cosa era successo.
Sicuramente Robert non sapeva nulla come per Thomas quindi dovevano risalire alla madre.
Dopo aver fatto le donazioni e comprato la penna e il computer per Matt, salutarono Peter. Michael tornò dal suo baby mentre Tom e Chris andarono con Mark a casa Bomer.
Mark non vedeva l'ora di dare il regalo a Matt. Salirono le scale, Mark lo mise sul letto e andò verso la stanza dove faceva fisioterapia. Matt aveva fatto dei piegamenti con le gambe. Mark lo guardò mentre aveva le mani alle sbarre e metteva un piede in avanti.
- puoi farcela - disse Elliot incitandolo.
Matt guardò i piedi e poi avanti. C'era il suo orsacchiotto e fratelli alla fine del percorso. Voleva raggiungerli.
Passo dopo passo, Matt avanzava verso di loro e si fermò a metà percorso. Aveva paura che i suoi piedi lo tradisero anche se si teneva alle sbarre con le mani per non cadere. Mark lo guardò e Matt lesse i suoi occhi che li dicevano: " C'è la farai, angelo. Io credo in te "
Il suo sguardo andò anche verso Tom e Chris. Anche loro lo stavano incoraggiare con gli occhi. Matt riprese con i piccoli passi e pian piano arrivò alla fine.
- c'è lo fatta - disse Matt felice.
Lasciò le sbarre e fece dei passi in avanti. Abbracció Mark con le lacrime agli occhi. Tom e Chris si unirono all'abbraccio.
- si c'è la fatta, angelo. Io ne ero sicuro - disse Mark stringendolo.
- noi crediamo in te, fratello - dissero Tom e Chris.
Matt era così felice e rimase tra le loro braccia.
Poi provò a fare qualche passo senza sbarra per andare da Elliot. Era un po' incerto all'inizio ma ci riuscì.
- bravissimo, Matt - disse Elliot abbracciandolo. - stai andando bene e la prossima volta farai fisioterapista in acqua con Mark. Vi guideró -
Matt si illuminó alla parola acqua.
Lì piaceva molto l'idea di fare esercizi in una piscina. L'acqua era sempre stato il suo elemento.
- si, amo molto questa idea - disse Matt. - magari quando è possibile dalla piscina possiamo passare al Guadalupe -
- mi sembra un'ottima idea - disse Elliot. - e quando ritorneremo a Los Angeles, andremo anche al mare -
Matt sorrideva. Nico e Levi erano venuti a vedere come stava e furono contenti che Matt stava migliorando.
Mark portò Matt in camera e lui trovò un scatola incartato sul letto. La carta era blu con tanti orsacchiotti.
- è mio? - chiede Matt guardando Mark.
- si - rispose lui sorridendo.
Matt pensò che si era dimenticato qualche data importante.
- scusami, non ricordo che ricorrenza è - disse Matt dispiaciuto.
- no no, angelo. Non ti sei dimenticato nulla. É un regalo che volevo farti - disse Mark rassicurandolo con una dolce carezza.
Nella mente riaffioró i ricordi che in vita sua i regali erano sempre stati per occasioni. Mark era diverso in questo.
Ricordó anche in ospedale aveva ricevuto tantissimi regali quando era in coma e anche nelle varie videochiamate. Scartò il regalo come un bambino nel giorno di Natale e rimase a guardare la scatola con l'immagine di un computer e una penna.
Poi alzò lo sguardo verso Mark.
- queste é una penna molto speciale che ti aiuterà a avere un maggior controllo e si usa con questo computer - disse Mark tirandoli fuori.
Matt guardò Mark fargli vedere come funzionava. Rimase senza parole. Era commosso e quando Mark diede la penna, provò a scrivere Mark.
Non poteva crederci che si stava riuscendo. Mark sorrise con una grande emozione nel cuore mentre Matt aveva gli occhi lucidi a quel regalo.
"Mark ti amo "
Mark lesse e il suo angelo lo guardò.
- ti amo - disse Matt baciandolo.
Mark sentiva tutto l'amore di Matt come anche lui in quel regalo.
-tu sei incredibile, orsacchiotto - disse Matt commosso. - non ci sono parole per descrivere quello che sento in questo momento -
- farei di tutto per te - disse Mark prendendogli il viso. - sei la mia vita assieme ai nostri figli -
Matt era sempre più commosso e lo baciò di nuovo.
Non vedeva l'ora di fare la sorpresa a Mark del pranzo e del carretto.
Quando rimase da solo, i pensieri ricominciarono.
Forse era troppo poco quello che stava organizzando?
Mark li aveva fatto un regalo unico e lui invece voleva preparare la sua parmigiana preferita, creare un gelato tutto per lui e stava facendo arrivare il carretto.
Li sembrava troppo poco.
Stava andando in crisi di nuovo ma entró suo padre.
- Matthew, figlio mio, cosa ti succede? - chiese John avvicinandosi. - Vorrei aiutarti se me lo permetti -
Matt lo guardò. Era l'ultima persona a cui avrebbe chiesto aiuto ma aveva bisogno di parlarle con qualcuno. I pensieri lo stavano divorando. Sentiva di non fare abbastanza per il suo orsacchiotto.
Mark si stava dedicando a lui con amore e devozione per farlo star bene. Anche lui voleva fare lo stesso.
- Mark mi ha fatto questo bellissimo e commuovete regalo - disse Matt mostrandogli il computer e la penna. - é per darmi maggior controllo per disegnare e scrivere -
- Mark è un grande uomo - disse John ammirandolo sempre di più.
- si ma io mi sento come se non facessi molto per lui - disse Matt portando le mani nei capelli.
- in che senso? - chiese John.
- lui mi da tutto e io per la maggior parte gli do solo problemi - rispose Matt. - volevo fare un pranzo a sorpresa per lui, Tom e Chris dove li cucinavo la parmigiana e ho pensato anche a un nuovo gusto di gelato solo per lui. Sto facendo portare da Polignano a mare il carretto dove ci siamo incontrati ma dopo il suo regalo mi sembra tutto così poco -
- Matt ma ti sembra veramente poco quello che stai organizzando? - chiese John sconvolto.
Non poteva crederci che il suo bambino pensasse quello. Si stava sminuendo da solo pensando che la sua idea non era abbastanza.
Non l'aveva mai visto in quello stato. Lui era sempre stato così sicuro.
- Mark si commuoverà. Hai mandato a prendere il vostro carretto dall'Italia se non é questa una grandissima dichiarazione d'amore, non so che altro potrebbe essere. Si sente il tuo amore per lui in ogni cosa che fai. Secondo me dovresti pensare meno, non ti fa star bene. Concentrati sui pensieri positivi: Mark, i vostri figli, Stella, i tuoi amici, i progressi che stai facendo. So che non è facile -
Matt era sorpreso di quelle parole.
- io lo so bene. Ho tanti rimpianti nella mia vita -
John si avvicinò a Matt di più.
- non mi lasciano mai. Penso soprattutto a te, bambino mio -
Matt guardò le mani del padre prendere le sue. Erano calde.
- voglio arrivare a meritarmi il tuo amore -
Matt lasciò che John lo portó fuori dalla stanza e lo vide mentre apriva la porta di una stanza.
Guardò quel posto e poi suo papà.
- questo è il mio studio - disse John all'improvviso.
Nella sua mente riaffioró dei ricordi in cui suo papà lo rimproverava per essere lì. Era il suo studio e nessuno tranne lui poteva entrarci.
Suo papà li stava aprendo il cuore con quel gesto. Lo studio era il regno di John.
Matt entrò dentro e si guardò intorno. Suo papà prese una chiave e aprì un cassetto ma non era uno qualsiasi, nei suoi ricordi l'aveva aperto e aveva trovato una foto di lui e Larry.
- questo è un cassetto molto prezioso per me. Ho nascosto tante cose qui dentro - disse John aprendosi. - io ti ho rimproverato anche per questo in passato. Non volevo che nessuno lo aprisse -
- come la foto della mia nascita? - chiese Matt.
- si - disse John. - ti ho portato qui per darti una cosa -
Matt si avvicinò e John prese uno scrigno. Lo mise davanti a lui e Matt lo aprì. Rimase senza fiato alla vista di quel gioiello.
Se lo stava immaginando al dito di Mark. Era perfetto per lui.
- questo anello è appartenuto a William il Conquistatore, il tuo antenato - disse John sconvolgendolo.
Matt non poteva crederci. William il conquistatore ( Guglielmo I di Inghilterra ) era stato il primo duca di Normandia dal 1035 e poi re d'Inghilterra dal 1066 fino alla morte. Era nato anche in Francia.
Non immaginava che la sua famiglia discendesse dai reali.
- sono senza parole - disse Matt guardandolo.
- anch'io lo ero quando tua madre me la detto - disse John. - ci sono molti nobili nell'albero genealogico -
Matt voleva conoscere tutto delle sue origini anche quelle più antiche.
- voglio scoprire tutto - disse Matt eccitato.
- sei sempre stato molto curioso fin da piccolo - disse John sorridendo.
Matt guardò l'anello di nuovo.
- puoi toccarlo. É tuo, figliolo -
Matt lo prese con emozione e guardò suo papà.
Era commosso. Non avrebbe mai pensato che lui li donasse l'anello di famiglia, pensando ai suoi ricordi.
- non cosa dire - disse Matt a quel dono.
- non devi dire nulla. Voglio che lo abbia tu avrei dovuto dartelo tanto tempo fa - disse John.
- ma Neil e Megan? - chiese Matt preoccupandosi.
- ho parlato con loro prima. Volevo sapere che ne pensavano e i tuoi fratelli sono contenti che lo abbia tu - rispose John. - erano stupiti molto quando mi sono aperto su ciò. Non se lo aspettavano -
- posso capirli. Anche io stento ancora a crederci - disse Matt posando un attimo l'anello e avvicinandosi a lui.
- voi avete ragione - disse John a quelle parole. - io dovevo aprirmi prima -
Matt fece una cosa che sorprese molto John, si alzò dalla sedia a rotelle e lo abbracciò.
John strinse Matt a sé e sentì che stava andando nella giusta direzione.
Chris ricevette una chiamata del suo amico Jason Momoa.
- ciao, Chris. Come sta andando lì? Matt si sta riprendendo? - chiese lui premuroso. - mi dispiace così tanto di quello che gli sta succedendo -
- ciao, amico mio. Ha alti e bassi. Oggi ha camminato con le sbarre - rispose Chris. - dovevi vederlo come a lasciato le mani da esse e ha fatto piccoli passi per abbracciarci. É stato emozionante -
- sento la tua emozione ai suoi passi. Vorrei poter fare qualcosa per lui - disse Jason.
- potresti chiamarlo - disse Chris. - Matt si sta ricordando di tutti pian piano. Sono sicuro che appena sentirà la tua voce e ti vedrà, si ricorderà di te -
- li farò una bella videochiamata - disse Jason sorridendo.
- e tu come va? Tutto bene nel tuo nuovo oceano? - disse Chris.
- non sono mai stato così felice. Emilia è fantastica - rispose Jason. - e non vedo l'ora di andare a vivere con lei -
- sono felice per te - disse Chris sorridendo.
Chris aveva mandato un messaggio a Mark
e lui fu felice di ciò.
Tutti volevano stare accanto a Matt in un modo o in altro.
All'improvviso sullo schermo comparse la videochiamata e lui ci cliccó sopra. Aveva visto Jason in ospedale e apprezzò la sua visita.
All'inizio poteva mettere paura per la sua corporatura, sembrava un Dio del mare capace di affondare navi ma era tutta apparenza perché appena si parlava con lui, si capiva che era un tenerone.
- ciao, Jason. Sono contento della tua videochiamata - disse Mark. - Matt è di sopra. Sta disegnando con il suo nuovo computer. É bellissimo vederlo sorridere perché puó fare quello che adora -
Mark si alzò dalla sedia e salì di sopra mentre continuava a parlare con lui al cellulare.
Era sulla soglia della porta, vedeva Matt disegnare un orso e un pinguino che si tenevano per mano. Non erano ancora completi ma li trovava bellissimi. Lo emozionó molto.
- orsacchiotto, non lo puoi vedere - disse Matt notandolo. - non è ancora finito -
- scusami, non lo sapevo - disse Mark coprendosi gli occhi.
Subito Matt salvò il disegno e chiuse il programma.
- ora puoi guardare e anche entrare- disse Matt.
Sullo desktop c'erano varie foto di loro due, i ragazzi, Tom, Chris, amici e parenti. Matt aveva fatto un collage con un programma sul computer.
- è meraviglioso - disse Mark guardando il collage.
- fantastico, Matt - disse Jason vedendolo dal cellulare.
Matt si girò a quella voce e vide un Dio dal mare nella schermata del cellulare in mano a Mark.
- ciao, io sono Jason. Non ti ricorderai ma ci siamo conosciuti otto anni fa - disse Jason. - sono un amico di Chris. Ho saputo quello che ti è successo e volevo farti sapere che ti sono vicino -
Nella mente di Matt riaffiorirono sapori e profumi haiwaiani: fiori di ibisco, pesce, sabbia e mare.
- mi ricordo io e te alle Hawaii in set di una seria TV. Ho amato quel posto e tu mi hai portato in giro - disse Matt. - era un paradiso-
- si - disse Jason sorridendo.- hai amato tanto le Hawaii -
- tu sei stato meraviglioso - disse Matt con un sorriso.
All'improvviso Matt ricordò un dettaglio lui che osservava intensamente le labbra di Jason e divenne tutto rosso.
Mark non capiva quel rossore improvviso.
Gli piaceva forse Jason?
Quel " tu sei stato meraviglioso" lo fece ingelosire. Jason era stupendo e Matt avrebbe potuto innamorarsi di lui.
Cosa stava pensando? Matt lo amava.
Matt parló un po' con Jason e poi lo salutò assieme a Mark.
- sei stato bene con Jason alle Hawaii - disse Mark senza voler risultare geloso ma il tono che li uscì dava quella sensazione.
- sei geloso di Jason? - chiese Matt. - è per il mio rossore di prima vero? -
- lo so che può sembrare stupido ma mi sono ingelosito - rispose Mark mettendosi sul letto.
- non è stupido - disse Matt alzandosi dalla sedia a rotelle e mettendosi sul letto facendo forza da solo. - ci amiamo. É naturale essere gelosi. Guarda io sono andato in crisi quando ti ho sentito parlare con un misterioso uomo dalla voce sexy -
- Tom mi ha detto tutto - disse Mark. - non volevo scatenare nessun pensiero o malessere in te. Questa persona voleva sapere come stavi e ti invierà un pacco -
- oooo, perché non me l'hai fatto vedere? L'avrei ringraziato - disse Matt.
- è un po' complicato. Non voglio che nulla ti crea confusione - rispose Mark.
- mi fido di te. So che fai le cose per il mio bene - disse Matt. - l'hai ringraziato? -
- si - rispose Mark abbracciandolo.
Matt sorrise e disse: - voglio raccontarti tutto delle Hawaii e sul mio incontro con Jason -
Mark lo guardò e Matt iniziò il racconto.
Flashback
Matt era arrivato alle Hawaii, un paradiso in terra e fu subito accolto nella tradizione hawaiana. A Kit sarebbe piaciuto ma per pochi giorni era uno scombussolamento per un bambino di 5 anni così l'aveva lasciato a Neil ma li mancava già. Non gli piaceva separarsi dal suo bambino.
Fu in quel momento che i suoi occhi furono attirati da qualcosa o meglio da qualcuno.
Chi era quel Dio? Sembrava Poseidone in persona. Matt lo guardava senza riuscire a staccargli gli occhi da lui. Uno della produzione andò a prenderlo e dovette allontanarsi da lì ma ebbe una sorpresa. Il dio del mare fece la sua apparizione.
- mi scusi, lui chi è? - chiese Matt subito.
- Jason Momoa. Uno dei protagonisti della serie TV - disse uno della produzione. - lavorerete assieme -
Matt non poteva crederci alla sua fortuna. Avrebbe lavorato con quel Dio del mare. Stava sognando
Il regista parlava a tutti mentre lui guardava Jason. Era difficile concentrarsi a ascoltare quando avevi davanti un esemplare del genere. Poi li diedero il copione.
Inizió a studiarlo attentamente e a ripeterlo più volte intanto che stavano girando un'altra scena. Matt si fermò un attimo a guardare Jason recitare. Era veramente bravissimo. Matt lo guardava incantato. Poi fecero una pausa e Jason si allontanò. Lui lo seguì in posto isolato, si immerse in un piccola sorgente e Matt lo guardava dietro delle foglie.Jason si girò e stava guardando dalla sua parte.
' sta guardando me? Forse si è accorto che sembro un po' stalker ' pensó Matt agitato.
Jason uscì dall'acqua.
' ora verrà qui. Cosa faccio? '
Matt era agitato.
' perché lo seguito?'
Matt vide che si avvicinava ma all'improvviso aveva preso un'altra strada.
' non mi ha visto per fortuna '
Matt uscì da quel nascondiglio e tornò alla spiaggia.
Non trovò nessuno. Dov'erano andati?
- cerchi quelli della produzione? - chiese Jason apparendo all'improvviso dietro di lui.
Matt saltò. Non l'aveva visto arrivare.
- non volevo spaventarti -
- non mi hai spaventato. io cercavo il set... Io mi sono allontanato un attimo - rispose Matt cercando di non arrossire davanti a lui. - e li ho persi -
- ti accompagno io - disse Jason. - è facile perdersi qui -
- grazie - disse Matt. - io sono Matt -
- io sono Jason - disse l'altro. - ma lo saprai già. Non mi hai tolto gli occhi da dosso per tutto il tempo. É tua abitudine spiare le persone in privato?-
- io... Scusami. Non volevo - rispose Matt imbarazzato e mortificato.
- amico, non prendere tutto sul serio. Sche
-io veramente sono mortificato - disse Matt. - non sono così di solito. Scusami -
- basta scusarsi - disse Jason. - è la prima volta qui? -
- si - rispose Matt. - mi sono già innamorato di questo paradiso e vorrei vedere di più. Magari mi puoi mostrare qualcosa se non sei impegnato. Magari questa sera. Ti offro da bere da qualche parte -
- non sei un tipo che perde tempo - disse Jason.
Matt si rese conto delle sue parole.
- io non ho intendevo... Sono un disastro - disse Matt arrossendo.
- dai ti stavo solo stuzzicando. Una birra la berei volentieri e ti farò fare il giro dell'isola, mostrandoti posti segreti - disse Jason.
Una serata con lui tra birra e posti segreti, sarebbe un sogno. Magari ne usciva anche un bacio. Matt stava già immaginando e si mordichió il labbro mentre lo guardava con uno sguardo.
Jason aveva notato tutto ciò.
- Amico sei bellissimo veramente, mi sento onorato però mi spiace non sono gay - disse Jason sincero.
Matt divenne rossissimo. Smise di mordersi il labbro.
Avrebbe dovuto immaginarlo che Jason non fosse gay.
- però possiamo essere amici. Sono sempre pronto a portare un amico a vedere le meraviglie della mia isola - aggiunse Jason.
Un'altra persona lo avrebbe allontanato mentre Jason voleva essere suo amico. Era una bellissima persona.
- troverai l'amore della tua vita - disse Jason.
- c'è da qualche parte il mio tenero orsacchiotto a cui ho dato il mio primo bacio scusami se ti sto dicendo questo ovviamente non ti interessa - disse Matt.
- Matt, non parlare così e poi lo vedo dai tuoi occhi quando sei preso da questa persona - disse Jason.
Matt sorrise a quelle parole.
- grazie per le tue parole, la tua micizia e tutto - disse Matt grato. - posso abbracciarti da amico? -
- vieni qui - rispose Jason stringendolo forte.
Matt non era abituato a certi abbracci ma si sentiva l'affetto e l'amicizia di Jason travolgente.
Fu l'inizio di bellissima amicizia
Mark era senza parole. Non se lo aspettava.
Era vero che aveva avuto un'attrazione per Jason ma lo poteva capire. La parte che Matt aveva parlato di lui a Jason, l'aveva lasciato senza parole. Era veramente commosso.
- orsacchiotto... -
- scusami per essere stato geloso. Io non me lo aspettavo - disse Mark.. - ti amo, angelo. Tu mi sorprendi ogni giorno del tuo immenso amore per me -
Mark lo baciò e Matt si strinse a lui. Niente li portava separare.
Kit e Keen presero un pullman, avevano convinto i loro genitori Sun e Simon a andare a casa Bomer. Keen era attaccato alla sbarra e aveva fatto sedere Kit poiché era pieno. Quest'ultimo si alzò e diede un bacio a Keen. Lui ricambió e si stavano baciando senza pensare alla gente.
- che schifo. Due finocchi - disse un ragazzo vedendoli.
Kit e Keen non li diedero retta, sapevano quando il Texas fosse omofobo e poi non volevano discutere. Si tennero per mano e uscirono dall'autobus.
- Finocchi - disse il ragazzo scendendo anche lui. - deviati -
Kit e Keen continuarono a camminare. Quel tipo non sembrava volerla smettere. Larry era lì vicino e si avvicinò a loro. Kit e Keen videro il ragazzo andarsene.
- state bene, ragazzi? - chiese lui premuroso.
- si, grazie per esserti avvicinato. Era un omofobo idiota che era sul pullman e ha iniziato a insultarci - rispose Kit.
- non lo dire ai nostri papà - disse Keen. - lo abbiamo ignorato senza rispondere -
- tranquilli, resterà tra noi - disse Larry. - so quanto è dura. Anch'io venivo insultato quando ero da solo perché quando c'era John non si permettevano -
Kit guardò Larry mentre parlava.
- ovviamente sapevo cavarmela da solo ma lui era protettivo. Non so se hai mai visto una foto di tuo nonno da adolescente ma faceva paura a molti come la sua corporatura e sguardo ma era anche ammirato -
- io pensavo che nonno fosse stato sempre omofobo - disse Kit sorpreso.
- ci sono che non sai di lui - disse Larry. - tuo nonno John non é sempre stato così come l'hai conosciuto. Io lo so bene. Io e lui avevano un rapporto molto profondo -
Kit voleva sapere più di suo nonno. Le parole di Larry lo incuriosivano.
Larry li vide tenersi per mano ma non disse nulla. Lui era un tipo molto discreto.
Kit e Keen la lasciarono prima di bussare. Avevano deciso di dire del loro amore ai loro papà e un disegno li aveva ispirati. Sissi li aprì. Kit e Keen la salutarono per poi salire sopra mentre lei e Larry andarono in cucina.
I due ragazzi trovarono i papà sul letto abbracciati. Sentirono papi Matt fare le fusa alle carezze di papà Mark.
Speravano che da grandi sarebbero stati sempre uniti come loro due.
Il loro amore era d'ispirazione. Non si erano mai arresi l'uno con l'altro e stavano affrontando tutto questo.
- miao - disse Matt a quelle fuse. - mi è scappato -
- che adorabile gattino - disse Mark continuando a accarezzarlo.
- orsacchiotto, abbiamo il pubblico - disse Matt notandoli.
Kit e Keen erano arrossiti a quel " miao ". Non se lo aspettavano.
Mark si girò e li vide.
- ragazzi, che bella sorpresa. Venite dentro - disse Mark ricomponendosi.
Kit e Keen entrarono e stavano per avvicinarsi quando Matt voleva provare a andare da loro.
- aspettate - disse lui sedendosi sul bordo.
Kit e Keen guardarono papà Matt mentre metteva i piedi per terra.
Mark lo vide fare dei piccoli passi cercando di stare in equilibrio, si appoggiò con le mani al legno del letto e mettendo i piedi in avanti, li raggiunse. Kit e Keen lo abbracciarono.
- papà, è meraviglioso - dissero loro due emozionati e commossi nel vedendolo camminare.
Matt sentì che pian piano c'è la stava facendo e stringeva i figli. Poi si sedette sul letto di nuovo, era ancora presto per stare totalmente in piedi ma stava facendo enormi progressi.
Nell'aria si sentiva la felicità. Mark lo baciò e i loro figli avevano una sorpresa. Kit tirò fuori qualcosa dalla tracolla e lo diede a suo papà.
Matt prese il foglio arrotolato e li tolse il nastro con la faccina da orso. Srotoló il foglio e rimase senza parole quando vide il contenuto.
Era il disegno che cercava in questi giorni. Lui e Mark che si baciano nell'auditorium.
Mark guardò il disegno di loro due e le parole scritto." un giorno ci incontreremo, orsacchiotto ".
mark lo baciò ancora con tutto l'amore possibile. kit e keen guardarono la scena, prendendosi per mano e capirono che questo era il momento giusto per dirglielo. Erano super nervosi e agitati.
Quando Matt e Mark li guardarono, si accorsero delle mani intrecciate e della loro agitazione.
- papà, io e Keen vogliamo dirvi una cosa importante - disse Kit rompendo il silenzio.
- speriamo che non la prenderete male - disse Keen.
- É nato tutto in modo così naturale giorno dopo giorno - disse Kit.
- anche se io non me ne rendevo conto - disse Keen. - Kit ha preso subito consapevolezza mentre io ho avuto bisogno di tempo. Papà Matt, tu mi hai aiutato molto a capirmi dentro con il tuo discorso -
- e la settimana a Kenoska io e Keen ci siamo dati il nostro primo bacio - disse Kit emozionato. - è stato bellissimo -
- ci siamo innamorati e da quel giorno non ci siamo più lasciati ma non sapevamo come dirvelo - disse Keen.
In riaffioró dei ricordi anche legati al coma, Keen li parlava di suoi sentimenti per Kit.
- in coma mi hai parlato dei tuoi sentimenti. Volevi dirmelo ma poi è successo il mio incidente - disse Matt ricordandosi.
Keen non poteva crederci. Si ricordava di quel momento e aveva gli occhi lucidi.
Matt abbracciò Kit e Keen.
Mark aveva sospettato qualcosa a Kenoska.
- speriamo che non vi abbiamo dato un dispiacere - dissero kit e Keen.
Mark si unì all'abbraccio.
- mai potreste darci un dispiacere - dissero i loro papà coccolandoli.
- noi siamo felice per voi due - dissero Matt e Mark guardandoli.
- vogliamo solo la vostra felicità. Potete dirci qualsiasi cosa -
Kit e Keen erano commossi.
Rimasero in quell'abbraccio per molto tempo. Poi Kit e Keen si baciarono sotto gli occhi dei loro papà che sorridevano felici a quel giovane e meraviglioso amore.
Due giorni dopo Matt uscì con Neil e Jake. Si fece portare verso il fiume Guadalupe. Guardava ogni cosa e per fortuna c'era una via un po' liscia per la sedia a rotelle. Arrivarono al molo dove Matt voleva fare il pranzo per Mark, Chris e Tom. Non li aveva portarti apposta perché voleva che fosse una sorpresa anche per loro.
- é un bellissimo posto - disse Jake guardandosi intorno.
- é uno dei miei preferiti da quello che ricordo - disse Matt sorridendo.
Prese il foglio stampato con il disegno fatto su come voleva disporre tutto. L'aveva fatto con la penna e il nuovo programma. Si trovava molto bene.
- è fantastico vederti così entusiasta e anche che puoi disegnare - disse Neil facendo una carezza.
Matt sorrise.
- Mark sa come renderti felice -
- e io lo renderò felice con questa sorpresa - disse Matt. - spero che amerà tutto -
- Mark sarà commosso - dissero i due.
Matt li abbracciò e poi guardó l'ora.
- Evans e Robert quando dovrebbero arrivare? - chiese Neil.
- tra poco - rispose Matt rileggendolo il messaggio di Robert di un'ora fa.
" Matty bello, tra un'ora stiamo arrivando con il molo con il tuo carretto dei🍦"
Si erano sentiti ieri per cellulare mentre Mark dormiva. Il suo orsacchiotto pensava che era uscito con Neil e Jake per un giro . Non sapeva che stava andando a prendere Robert ed Evans o stava preparando quella sorpresa.
All'improvviso sentirono un rumore e alzarono gli occhi al cielo. Videro il jet di Robert. Matt sorrise come un bambino mentre vedeva che atterava lì vicino.
Robert uscì dal Jet e disse: - il vostro salvatore è qui -
- quella non é una battuta più alla Loki? - chiese Matt a Neil.
- si - rispose Neil.
Robert si avvicinò a loro seguito da Evans e abbracciarono Matt.
- Matty bello, sono felice di vederti - disse Robert dopo l'abbraccio. - zio Tony ti ha portato il carretto -
- zio Tony? Abbiamo 12 anni di differenza, Robert - disse Matt.
- esattamente, posso essere tuo zio - disse Robert. - quello sexy -
Evans alzò gli occhi al cielo.
Matt rise e disse: - mi sei mancato anche tu, zio sexy -
Robert come Michael portava l'allegria
Salutarono Neil e Jake. Lui e Robert si conoscevano molto bene.
Portarono giù dall'aereo il carretto imballato per bene e lo misero al molo. Matt guardò la sua sorpresa prendere forma.
- grazie, Robert ed Evans - disse Matt commosso.
- non devi ringraziarci - disse Robert. - gli amici servono anche a questo -
- ci saremo sempre per te - disse Evans.
Si abbracciarono con Matt che si alzò dalla sedia. Neil e Jake guardarono la scena sorridendo.
Quella mattina molto presto mentre Mark stava dormendo, Matt scese in cucina e decise di preparare la pizza. Non ricordava di saperla fare quindi guardò dei video attraverso il computer regalatogli da Mark.
Sissi e John erano scesi in vestaglia e videro la luce dalla cucina. Si avvicinarono e videro il loro bambino che stava cucinando mentre sul computer c'era un video di come fare la pizza.
I suoi genitori erano commossi dall'impegno di loro figlio. Quella scena li fece tornare indietro nel tempo con la mente quando Matty aveva 2 anni.
Flashback
Sissi era in cucina con il suo grembiule e una fascia tra i capelli per tenerli su. Era pronta per fare la pizza e Matt camminava in giro incuriosito da tutto con il suo orsacchiotto sempre con lui. John entró, diede un bacio a Sissi e prese Matt in braccio mentre Neil era seduto a guardare la madre. Sembravano la famiglia perfetta.
Matt toccava la faccia di John e li dava i bacini. John si sedette sulla sedia e sorrideva al suo dolce bambino.
- guarda la mamma, Matty. Fa la pizza - disse John.
Matt guardò Sissi fare una montagna con la farina e fare un piccolo cratere al centro per mettere l'acqua con il lievito. Adesso era un vulcano.
Il telefono suonò e John si alzò per rispondere, mettendo Matt e il peluche sul seggiolone che attaccato alla tavola. Lui guardava il vulcano. Adorava esplorare tutto con curiosità.
Sissi guardava i suoi occhioni intensi e lo prese per avvicinarlo alla farina.
- guarda il vulcano per fare la pizza - disse lei sorridendo.
Matt mise le manine nella farina subito.
- pizza pizza - disse Matt vivace.
Sissi lo guardò e li alzó le maniche per non farlo sporcare. John e Neil guardavano la scena.
- vuoi cucinare anche tu con la mamma? - chiese Sissi con un sorriso.
- siii - rispose Matt sbattendo le mani sull'acqua.
Si sporcó nonostante tutto. Matt portava una salopette con sopra ricamato un dolce orsacchiotto e l'acqua con la farina andò su di esso.
- mamma orsacchiotto sporco - disse Matt guardando il ricamo.
- orsacchiotto si è sporcato. É come te - disse Sissi. - mamma lo lava e torna pulito -
- siii, fai la magia con la tua scatola - disse Matt.
Tutti risero. Matt era affascinato dalla lavatrice. Seguiva sempre Sissi li e stava per ore a fissarla. Era difficile da portare via a volte. Una volta aveva cercato di entrarci anche dentro.
Era sempre in movimento e mangiava di tutto persino i fiori.
- si tornerà pulito - disse Sissi.
Matt sorrise e continuó a mettere le mani nel vulcano. Lei li mostró come fare e John li osservò sorridendo con Neil.
John e Sissi tornarono al presente. Erano così uniti a quel tempo con Matt poi avevano lasciato la sua mano. Rimpiangevano tutto il tempo perso.
Matt aveva fatto un bellissimo vulcano di farina e versó al centro l'acqua con il lievito, nel momento in cui mise le mani nella farina per impastarla riaffiorì il ricordo di lui da piccolo e nello stesso momento Mark si connesse alla sua mente nel sonno. Videro lo stesso ricordo di Sissi e John.
Matt non poteva crederci. Sembravano così uniti. Rise anche pensando al se stesso da piccolo e Mark disse del sonno " dolce e vivace angioletto ".
Matt pensò perché i suoi genitori non potevano essere stati così anche in seguito.
Mark pensò lo stesso guardando quella scena nel sogno. John e Sissi erano così dolci con Matt.
Non poteva far a meno di guardare il suo angelo da piccolo. Non era da tutti vedere ricordi di infanzia del proprio amore.
La scena andò anche Matt in lavanderia che guardava al lavatrice incantato.
- magia magia - disse Matt guardando la salopette che girava dentro.
Era così tenero. Mark si mise accanto a lui. Matt non si muoveva di lì anche se Sissi lo chiamava.
- mamma, guardo la magia dei vestiti - disse il suo angioletto restando seduto.
Era così dolce e fantasioso.
Mark accarezzó la testolina di Matt e lui sentì come una dolce carezza.
Sissi lo raggiunse per fargli compagnia.
- mamma, tranquilla. Io non solo. Orsacchiotto con me - disse Matt vedendo Mark sotto forma orso.
- orsacchiotto è nella scatola - disse Sissi. - uscirà tra poco di tempo -
- no orsacchiotto salopette, mamma - disse Matt. - c'è uno vero accanto a me. É bellissimo e mi ha accarezzato la testa -
Mark guardò lo sguardo di Matt verso di lui e sentì quelle parole. Rimase stupito della cosa.
- hai una grande fantasia, Matty - disse Sissi facendogli una carezza.
Sissi si avvicinò alla lavatrice.
Matt guardò Mark e disse: - io so che sei reale -
- sarà il nostro segreto - disse Mark con una carezza.
- si, orsacchiotto - disse Matt sorridendoli dolcemente.
Mark continuó a sognare e Matt si ricordò dell'orso della lavanderia. Sua mamma non l'aveva visto ma lui si. Era bellissimo. Sembrava Mark. Doveva raccontarglielo più tardi.
Proseguì a impastare ma le sue mani erano un po' stanche appena divenne più solido.
Cercava di lavorarlo ma le stupide mani non ne volevano sapere. Ebbe anche un tremore.
Non era giusto. Voleva fare tutto da solo.
Era arrabbiato con sé stesso per non riuscire a fare una cosa così semplice e iniziò a darsi le botte sulle mani.
Sissi e John rimasero sconvolti.
- stupido stupido Matt - disse a sé stesso.
Lei si avvicinò subito e lo fermò.
- non sei stupido, amore - disse Sissi stringendoli il cuore. - hai solo bisogno di tempo -
- no tempo. Voglio tutto ora - disse Matt. - io cucinare per Mark da solo -
Sissi guardava Matt che era in crisi e parlava anche come un bambino piccolo.
- Matt, guardami - disse lei dolcemente.
- voglio cucinare per orsacchiotto - disse Matt. - ma io troppo rotto -
- non sei rotto - disse Sissi abbracciandolo. - hai subito un trauma ma stai facendo enormi passi. Ricordi hai camminato da solo abbracciando Mark, Tom e Chris. Devi aggrapparti a esso. Tutto quello che stai facendo è importante ma hai bisogno anche di aiuto. Io sono qui -
- voglio la mia vita di prima prima dell'incidente - disse Matt piangendo.
- la riavrai. Solo che ci vuole tempo, bambino mio - disse Sissi. - concentrati su una cosa alla volta. Ora pensiamo all'impasto e dopo prepariamo i vari ingredienti per farcirla- Matt guardò sua madre.
- un passo alla volta, Matty -
Lui si lasciò andare al suo abbraccio. Sentiva il suo profumo alle violette. Era lo stesso di quando si attaccava al suo seno da neonato per bere il latte. Li piaceva molto. Aveva l'immagine di sua mamma che lo teneva e lo guardava con uno sguardo di adorazione.
In un'altra aveva 2 anni, camminava nella stanza e la guardó incantato mentre si metteva il profumo. Era veramente bellissima. Lo sentì quando lei lo prese dolcemente in braccio.
- il tuo profumo alle violette, mamma. Lo mettevi sempre quando ero piccolo - disse Matt.
- te lo ricordi- disse Sissi stupita.
- si, adoro questo profumo - disse Matt sentendo le carezze di sua madre. - era da molto che non lo indossavi vero? -
- si, voglio essere la Sissi di un tempo. Non mi piace in quella che mi ero trasformata - rispose Sissi. - ti voglio tantissimo bene, Matty. Farei tutto per te -
Matt sentiva che sua madre era sincera. Si lasciò cullare come faceva da bambino.
Matt ricordò anche un'altra cosa legato al profumo di violette. L'aveva sentito quando era in coma. Qualcuno l'aveva messo nella sua stanza. Aveva sognato di lui e Mark con tante violette intorno a loro.
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