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•|Tutto di lui a me appartiene ed io sono suo|•21

«Sono felice di vedere che stai bene marmocchio!» esclama mia madre passando la mano fra i miei capelli così simili ai suoi, ridacchia quando schiocco la lingua contro il palato infestidito, sorride verso di te aggiungendo: «Beh con un alpha del genere immagino che le cose non possano che andare bene» l'occhiolino ambiguo che rivolge ad entrambi mi lascia con un certo disagio adosso, tuttavia sono troppo teso per prestare attenzione ai continui tentativi della mia genitrice di mettermi in imbarazzo, mi volto verso la tua figura, non più rilassata della mia, forzi un piccolo piegamento di labbra circondandomi con le tue braccia muscolose, strusciando il tuo naso contro il mio capo, per poi bisbigliare: «Mi dispiace Kacchan, vorrei passare tutto il mio tempo con te, ma mamma mi ha chiesto di parlare, sembra che sia una cosa davvero importante e non voglio che tu possa stressarti in alcun modo» fai scivolare una delle tue mani contro il mio ventre ancora piatto, sfoggiando un'espressione estremamente orgogliosa e gioiosa, con delle piccole fusa che sfuggono al mio controllo in risposta alle tue attenzioni e il tuo entusiasmo verso la tua prossima paternità, è vero che ci mancano ancora molti mesi al momento nel quale potremmo stringere il nostro cucciolo ma siamo entrambi al settimo cielo, eppure sospiri rubandomi un bacio più veloce di quanto vorresti, mi rivolgi un ultimo delicato tocco contro le guance, spiegandomi che tornerai il prima possibile, probabilmente trascinadoti dietro quella donna alla quale assomigli incredibilmente.

Te ne vai riluttante, chiudendoti la porta di casa alle spalle, mi lamento con un lieve grugnito per poi venir stretto dalle braccia dell bionda, la cosa mi lascia estremamente sorpreso, non che lei non abbia mai mostrato dell'affetto nei miei confronti o roba simile, è solo che ha un carattere piuttosto abbrasivo, tendente a non dimostrare chiaramente l'affetto che nutre verso gli altri, perciò io ricambio la stretta confuso dall'improvviso sconvoglimento di personalità dimostrato da lei: «Non posso credere che il mio bambino, in meno di un anno avrà il suo primo cucciolo» sorride raggiante per poi separarsi da me, mi afferra con delicata decisione il polso sinistro, tirandomi verso il salotto dove intravedo i ricci castani di mio padre ondeggiare da sopra le larghe pagine del giornale che sta tanto attentamente leggendo, al sentire i nostri passi farsi più vicini abbandona la lettura accogliendomi con il suo classico sguardo gentile, si alza e mi abbraccia cercando di trattenere qualche lacrima che scivola lungo i suoi zigomi, oggi i miei genitori sono in vena d'effusioni, a dire il vero non sono molto sorpreso dall'emotività dell'uomo. «Sai Katsuki, sono così felice, ero preoccupato per te...» tira su con il naso annussandomi con una risatina contenta, non riesce proprio a trattenere i suoi feromoni felici, cosa che allenta un poco la morsa che s'è attorcigliata attorno al mio stomaco, non posso farci nulla, non mi piace stare senza di te, lo sai quanto profondamente io dipenda dalla tua presenza soprattutto ora che sono in dolce attesa ed ogni cosa fa scattare la mia percezione del pericolo, rendendomi più vigile di quanto io lo sia mai stato, cosa farò se non riesco a proteggere la vita che abbiamo generato? «Ehy va tutto bene?» mi chiedono entrambi estremamente preoccupati, sospiro passandomi i palmi ruvidi contro il viso per cercare di darmi una calmata, prendo grandi boccate d'ossigeno dicendomi che non starai via per molto, in più mi sono allenato tanto e attualmente il mio livello di forza individuale è secondo solamente al tuo, andrà tutto bene e non ho ragione per allarmarmi in questo modo, facendo sprofondare nell'angoscia anche i miei familiari.

Mi fanno sedere ripetendomi il quesito al quale rispondo con un cenno d'assenzo, esatto, non c'è alcun problema: «Sei sicuro?» «Si, non preoccupatevi, è solo che ho dei problemi a stare separato da Deku ultimamente, immagino che in parte sia a causa della gravidanza» «Effettivamente potrebbe essere. Marmocchio cerca di non strafare come tuo solito, se c'è qualcosa che non va devi dirlo subito» la guardo male accomodandomi meglio fra le braccia di mio padre che nel mentre mi si era seduto accanto, accarezzandomi i capelli come soleva fare quando ero un piccolo bambino accecato dalla potenza della propria unicità, lui le fa segno di lasciar perdere, dicendo: «Ormai è cresciuto e lo sai che è estremamente responsabile per quanto riguarda la propria salute, poi da quanto ho visto non credo che riuscirebbe a nascondere qualcosa a Izuku» ringhio leggermente realizzando quanto abbia ragione: «Per quanto mi dia fastidio ammetterlo è vero, di solito si rende conto di quello che ho prima ancora che lo faccia io, è stato disagevole inzialmente ma sono grato al fatto che mi abbia lasciato abbastanza tempo da trovare il modo di decifrare i miei stessi pensieri e sentimenti» finalmente quella testa dura di mia madre si arrende e si trascina al lato del suo compagno, sempre lì, su quel divano dal colore scuro ma estremamente elegante di cui ella tanto si vanta.

«Sei maturato tanto da quando siete diventati compagni e la cosa, devo confessartelo, mi ha tolto un grosso peso dal cuore» non capisco a cosa ella faccia riferimento, per questo la guardo interrogativo, come ad esortarla a spiegarsi, sorride appoggiandosi alla spalla del marito per guardarmi meglio: «Katsuki, io e tuo padre non siamo i primi idioti che sono spuntati fuori attorno a te, abbiamo notato che crescendo stavi tendendo ad una direzione non rosea ma non potevamo mica farti la paternale su qualcosa che non sapevamo. Avevo dei dubbi sulla tua condotta durante il periodo delle medie, ma anche così non avevo alcuna prova e non potevo rimetterti sulla giusta strada in questo modo...» stringe il braccio attorno a quello di mio padre per continuare: «Ho sempre saputo che non eri un ragazzo cattivo, però sei diventato dipendente dall'approvazione delle persone che ti hanno riempito di complimenti quando hai sviluppato la tua unicità e potevo vedere chiaramente che non eri felice e quando hai scoperto di essere un omega è stato chiaro fin da subito che tu non avessi accettato il tuo secondo sesso, anche se dicevi il contrario» alzo leggermente il collo fissandoli: «Davvero?» vedo il riccio annuire con espressione seria: «Vedi Katsuki le tue risposte erano un evidente segno di rifiuto. Hai sempre visto il tuo secondo sesso come una categoria sottomessa e non capace di affrontare la propria strada nella vita ed il fatto che continuassi a sottolineare che non eri così e che avresti schiacciato tutti gli altri dal punto più alto della società non ci ha lasciati con molti dubbi, non siamo intervenuti perché sapevamo che probabilmente farlo avrebbe peggiorato la situazione, facendoti sentire ancora più a disagio» «A dire il vero, Masaru, sei tu che mi hai obbligata a starmene ferma, io volevo provare a fare qualcosa, non è normale che un omega con il tuo corredo genetico non mostri segni del proprio genere una volta superati i quattordici anni. Per questo ti ho trascinato da molti dottori, controllando che fossi fertile, non perché pensassi che dovessi per forza avere figli, ma più per evitare di preoccuparmi di qualcosa di peggiore» sospira giocherellando con le proprie dita: «Vedi la nostra tribù, quella dalla quale vengo è il risultato di alcuni alpha e omega scartati da quelle maggiori che si sono accoppiati fra di loro, obbligando i loro figli a creare cuccioli nella speranza di riuscire a creare degli individui divini, non volevano sentirsi inferiori a quella dei Midoriya che aveva ben cinque individui di questo tipo, siamo una mutazione Katsuki, è per questo che abbiamo i capelli e la pelle tanto chiari e i nostri occhi sono rossi, è la testimonianza dell'albinismo...» «Tranquilla cara, nostro figlio sta bene» il velo di lacrime che si estende velocemente sullo sguardo della bionda mi allarma portandomi a chiedere: «Che significa tutto questo?» «Katsuki, vedi Mitsuki quando ha notato che non producevi feromoni e non andavi in calore ha temuto che avessi una disfunzione ormonale, difficile da individuare e cagione della morte di molti dei membri della tribù dalla quale è fuggita, le nuove generazioni avevano cominciato ad indebolirsi e lei non voleva dar vita ad un figlio che avrebbe condannato ad una vita simile solo per la fissazione degli anziani del villaggio. Non puoi immaginare quanta paura ebbe o il sollievo che provò quando le venne detto che eri andato in calore una volta che Izuku s'è mostrato in forma di lupo, rilasciando i propri feromoni» rimango a bocca aperta davanti a queste rivelazioni, trovando finalmente un senso all'angosciosa fissazione che ella aveva manifestato nel volermi trascinare da ogni medico abile della zona anche se io non mi sentivo affatto bene, quasi credetti che avesse una stramba fissazione per il mio secondo sesso, ma ora comprendo che il motivo della sua iperprottetività era molto più profonda di quanto io avessi mai potuto immaginare, le sorrido, le voglio molto bene, quanto lei ne vuole a me.

«Beh ora sai che è semplicemente perché il mio secondo sesso aveva già riconosciuto Deku come mio compagno destinato che non ho manifestato alcun sintomo se non lievissimi calori di quando in quando» entrambi annuiscono sebbene le mie parole fossero per lo più rivolte a mia madre: «Sono stata sorpresa quando la scuola mi ha chiamata, quel paio di volte, per dirmi che hai avuto dei calori» «Certo che se quello stupido nerd non avesse continuato a sopprimere i suoi feromoni immagino che a voi non sarebbe toccato morire di paura...» sorrido spostando gli occhi sul mio ventre, un dubbio nasce fra i miei pensieri, mi domando se ci sia la possibilità che il cucciolo che si sta formando dentro il mio utero rischierà di avere qualche malattia pericolosa dovuta alla debolezza del mio corredo genetico, non credo che riuscirei a superare una cosa del genere, se il mio piccolo dovesse... non riesco neppure a fermarmi, mi agito in maniera incontrollata ma in qualche modo riesco a trattenere i miei feromoni, prendo un grosso respiro e butto fuori una grossa quantità tremolante d'aria e mi decido a cercare una risposta: «Ditemi, per caso il mio cucciolo rischia di venir su indebolito?» avverto la mano calda di mia madre sorpassare quella di mio padre, che per altro non ha mai cessato di giocherellare con le mie ciocche dorate, mi disegna piccoli cerchi sulla fronte per farmi rilassare e con un sorriso tranquillo mi spiega che è praticamente impossibile: «Tu hai dei geni più forti dei miei grazie al fatto che tuo padre non fa parte della mia tribù, cosa che ha evitato un eccessivo declino della costituzione genetica, in più ti sei scelto un compagno bello forte, tanto che riesce ad avere controllo dei propri feromoni e da quanto ho capito anche del proprio rut...» arrossisco leggermente ricordandomi di pochi giorni fa, di come sia crollato a terra ansimante, lei lo nota e non si lascia sfuggire l'occasione per punzecchiarmi.

«Piuttosto, non ti sembra il caso di raccontare alla tua cara mammina come è stato concepito il mio nipotino?» oh, non sono sorpeso, mi aspettavo che prima o poi avrebbe detto qualcosa del genere, scandalizzando il proprio compagno che tenta, inutilmente, di farle chiudere la bocca o anche solamente sviare il discorso verso qualsiasi altro argomento che quello, lui più livido in viso di quanto lo sia io, alle fine ci arrendiamo entrambi consapevoli che nessuno al modo potrebbe vincere contro la curiosità di quella donna, forse neppure il mio compagno, arriccio il naso trattenendo una risata nel figurarmi una sfida tra quei due, sarebbe uno di quegli scontri all'ultimo sangue di cui non si riesce a prevedere un vincitore. «Forza vuota il sacco» mi siedo dritto, occupando il posto più distante dallo sguardo inquisitore che mi rivolge, muovo nervosamente la mia gamba destra guardando con eccessivo interesse la televisione spenta davanti a me: «Appena sveglio non avevo nulla di diverso dal solito, però quando abbiamo finito di allenarci mi sono sentito improvvisamente debole, ho fatto del mio meglio per trattenere i miei feromoni che per altro volevano uscire con un'intensità che non avevo mai sperimentato prima e sono riuscito a tenere la situazione sotto controllo fino a quando siamo arrivati in stanza, a quel punto li ho rilasciati e lui è caduto in ginocchio. Non l'ho mai visto tanto stordito e combattuto prima... in preda al calore potrei avergli impedito di usare il preservativo e mi sono ritrivato gravido» non rivolgo lo sguardo ai miei genitori, mi sento troppo osservato e infatti poco dopo la forte voce di mamma chiede: «Sembra piuttosto incredibile che tu sia riuscito a piegare un alpha tanto determinato alla tua volontà. Qualcosa potrebbe aver scatenato questo calore?» deglutisco ripensando alla conversazione che avevamo avuto poco prima sul fatto di voler costruire una famiglia insieme e faccio un cenno con il capo, sospiro, non immaginavo che quello sarebbe potuto essere un fattore scatenante.

«E dimmi come è Izuku fra le lenzuo-» non fa in tempo a finire la frase che il trillo del campanello ci raggiunge, io mi precipito verso la porta, anche se sono ancora nel corridoio posso sentire i tuoi forti feromoni preoccupati, non mi scomodo nemmeno a vedere dallo spioncino chi fosse, apro e salto fra le braccia le tue braccia spalancate che mi prendono tempestivamente, evitandomi di rovinare al suolo, io affondo le dita in parte nella tua splla sinistra, in parte fra i tuoi morbidi ricci verdi, entrambi facciamo le fusa, esatasiati della presenza dell'altro, ignorando le voci dei nostri genitori che parolano accanto a noi, l'unica persona alla quale presto attenzione sei tu: «Sei felice che io sia tornato vedo» ridacchi leggermente avanzando dietro gli adulti che conversano allegramente, non voglio davvero scoprire di cosa, anche perché credo proprio ci riguardi, ti siedi sulla poltrona accanto al divano del soggiorno, facendomi riposare sul tuo petto tonico mentre ti permetto di giocherellare con le mie orecchie appuntite e la coda che non riesco a controllare. «Masaru, ma ero così appiccicosa durante la gravidanza?» lui non dice nulla, ride nervosamente con Inko che si mette una mano davanti alle labbra: «Mitsuki tu eri molto peggio, ricordo perfettamente quanto era difficile per questo pover uomo andare a lavorare con te che diventavi aggressiva ogni volta che si allontanava, volevi seguirlo anche in bagno» lui sospira ignorando il lamento scandalizzato della moglie, tua madre sorride: «Katsuki è così adorabile, mai come il mio Izuku che continuava a camminare avanti ed indietro o a fissare l'orologio sulla parete del soggiorno e poi la porta, penso che ci sia un solco nel mio povero parquet» sbuffi strofinando il naso nella mia ghiandola del legame ringhiando leggermente, rimaniamo fino all'ora di pranzo, sorbendoci mia madre che ci spiega che durante la gravidanza è possibile che l'omega, a causa dello squilibrio ormonale, anche se non va in calore sperimenti un forte desiderio sessuale, dannazione, si diverte troppo a mettere tutti in imbarazzo.

Ce ne torniamo mano nella mano ai dormitori, solo ora riesco a notare la preoccupazione che ti attenaglia ma non dici una parola ed io decido di non indagare, ho ormai compreso che qualsiasi cosa possa passarti per la testa, me la dirai quando crederai che sia il miglior momento per me di saperla e non prima, non importa quanto assiduamente io possa tentare di scavare fra i tuoi pensieri, non riuscirò a cavarti nulla dalla bocca. Rallento leggermente quando camminiamo verso i cancelli della nostra scuola, vedo una figura d'altezza media starsene allegramente lì, immobile ad osservarci, come se ci stesse aspettando, ti guardo interrogativo dopo aver richiamato la tu attenzione, tu mi dici di non preoccuparmi, è solo Mei che deve consegnarti una cosa che le hai chiesto questa stessa mattina tramite messaggio, sei sorpreso che in verità lei abbia terminato quello che doveva fare nel giro di qualche ora anche se non le avevi richiesto qualcosa di chissà quanto complesso, sospiri: «Non preoccuparti, quando saremo soli nella nostra stanza ti spiegherò tutto, d'accordo?» annuisco sorridendoti: «Non preoccuparti, non sto dubitando di te. So che mi dirai tutto quello che serve quando sarà il momento» mi getti un'occhiata sorpresa per poi rubarmi un bacio: «Kacchan, sai che ti amo?» cerco di limitare il rossore che colora il mio viso e rispondo: «Certo e ti amo che io, idiota» ridacchi contento, afferri silenziosamente la busta che la ragazza del coros di supporto ti porgi e le rivolgi dei ringraziamenti profondamente sentiti, lei scuote il capo, sembra che tu l'abbia aiutata in più di un'occasione con le sue stramplate idee per nuovi strumentazioni, quindi le ha fatto piacere poter in parte ripagare il debito che ha con te, questo detto ci lascia con qualche battuttina ammicante sulla nostra situazione, permettendoci di tornare nei dormitori.

«Oh siete tornati, come state?» chiede Uraraka contenta di rivedere il suo amico sano e salvo, poi si aggiunge testa rossa: «Oi Bakubro è da un po' che-» si avvicina per abbracciarmi ma Izuku improvvisamente mostra le zanne e ringhia in modo aggressivo abbracciando in modo estremamente protettivo, cosa che fa tremare leggermente le mie ginocchie dalla piacevolezza della situazione, è normale che mi ecciti in questo modo quando tira fuori la sua natura dominante? Emetto feromoni calmanti per smorzare l'atmosfera creatasi nella stanza che ha ridotto tutti i presenti in posizione di sottomissione, il mio alpha si rilassa, mordendo leggermente lo stesso punto dove svetta la cicatrice lasciatami dai suoi denti d'avorio, strappandomi un piccolo gemito. «Si può sapere che sta succendendo, cos'era quell'opprimente sensazione che ho percepito?» getta uno sguardo sui presenti e nota subito il nostro ritorno, sospira pizzicandosi il ponte del naso e dice: «Ragazzi problematici, potete evitare di causare problemi appena rientrate?» il professore, nonostante tenti di mettere su una facciata imperturbabile è comunque inquietato dall'occhiata omicida che il riccio gli rivolge spiegando: «Nessuno deve avvicinarsi al mio omega» ringhia ancora verso il mio migliore amico facendolo tremare come una foglia secca, Aizawa interviene ancora una volta: «Oh giusto, mi ero dimenticato di avvertire i vostri compagni di classe che a causa della gravidanza di Katsuki entrambi potrebbero risultare più aggressivi nei confronti di chiunque si avvicini al loro compagno. Normali comportamenti a dire il vero, ci sono persino alcuni omega che non lasciano muovere il loro alpha senza di loro o alpha che sono gelosi anche nei confronti di altri omega. Devo davvero spiegarvi tutto? Cosa fa Midnight nelle sue lezioni d'educazione sessuale?» borbotta allontanandosi, io scuoto le spalle davanti alla sorpresa di tutti i presenti, trascianndomi dietro il mio mate* per evitare a qualcuno di morire di terrore.

«Kacchan, in futuro potremmi essere in pericolo, o meglio tu potresti esserlo quindi voglio proporti una cosa...» dice puntando gli occhi verso la busta che ancora teneva stretta, lo osservo per un attimo notando la sua agitazione e mi è subito chiaro che ci sia qualcosa che colleghi la sua improvvisa richiesta fatta a Mei, la conversazione tanto urgnete avuta con la sua mamma e la tensione che riesco a sentirgli addosso.

Note: Mate è una parola inglese che si riferisce all'essere compagni, nelle omegaverse solitamente utilizzato per indicare le coppie legate dal morso.


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