•|Io sono la bestia che è in me|•4
Mi fa male la testa, lo stomaco mi brucia ed il mio corpo tira, spaventosamente come a preannunciare di come io non possa tenere a bada i miei istinti ancora a lungo, il mio alpha testardo non ne vuole sapere di rimanersene quieto ancora abbastanza da permettere agli eroi di trovarmi, ma tutto perde di significato per me quando al mio naso giungono i feromoni del mio Katsuki, il mio omega è disperato, disgustato, furibondo, spaventato e ferito.
Ringhio piano, lasciando che i miei canini allungati si mostrino, che i miei artigli si palesino in tutta la forte minacciosità e comincio a strattonare le catene che mi tengono fermo contro quel muro, ridacchiando divertito perché una cosa del genre non mi fermerà di certo, non ora che avverto il mio compagno destinato esser scosso da un terrificante turbinio emotivo, che sospetto esser stato causato da rapporti sessuali forzati e non perdonerò chi ha osato lordare il mio amato cherubino, pura creatura di fragile bellezza che tanto a lungo si è divincolato dalla mia presa, ecco cosa sei per me, Kacchan.Sono impaziente, infuriato, avverto il mio animo scalpitante, ardere a causa della mia furia terrificante e ti prego di perdonarmi ma né io e neppure il mio alpha desideriamo mostrare pietà verso chi ti ha fatto del male, dunque mio amato non puntare i tuoi meravigliosi rubini su di me quando mi paleserò dinnanzi a te, insudiciato dal viscido sangue delle vittime che mieterò, non osservare l'oscurità che alloggia nella mia mente sbriciolata dalla crudeltà della realtà che m'ha attaccato nella mia infanzia. Conserva le memorie del mio angelico sorriso, di quel me spensierato che ero all'epoca della nostra fanciullezza, non scontrati, mia pallida e mistica creatura, con la durezza che è cresciuta dentro di me, maturando in un abominio di cattiveria pura che solo la tua esistenza può limare, sopire negli antri dimenticati della mia coscienza, dunque abbandonati al sonno che il tuo corpo richiede, attendi nella beata ignoranza il mio arrivo e abbandonati a noi, all'amore che nutre il mio essere. Ringhio ancora, più forte, in maniera più cupa, è un avvertimento verso coloro che troppo hanno osato, lo faccio mentre scardino le mie costrizioni, trascinandomele dietro con i pezzi di muro che tintinnano e creano tonfi contro il suolo duro.
Mi muovo curvo sulla mia schiena, con le spalle in avanti e le braccia abbandonate a loro stesse, annuso predatorio l'aria che mi circonda, alla ricerca di quelli che hanno osato posare le loro indegne mani su di te, non esiste redenzione per quei bastardi immeritevoli di riguardo, non temere mio amato, li trascinerò personalmente a bruciare nelle gelide fiamme infernali e sarò loro torturatore per l'eternità. Lascio, mentre avanzo tra le urla addolorate, che i suoni macabri del mio passaggio aleggino per quel luogo immorale e giungano alle orecchie dei nostri persecutori, di quei malvagi stolti che hanno creduto d'esser potenti abbastanza da mettere le loro mani su ciò che è mio e mio solamente ma pagheranno, ah, non riesco proprio a combattere la possessiva ossessione che ormai ha tratto in inganno la mia mente solitamente razionale, è troppo tardi per cercare riposo nel pensiero di te. Infine è giunto il momento in cui il mio egoismo si mostrerà senza maschera alcuna a chi ha creduto di conoscermi per tutto questo insignificante tempo e stringerò te, come destino richiede, fra le mie dita forti e perdonami, te ne prego, ma anche se fossi tu a volerlo non ti lascerei volare negli alti celi, ti strapperei piuttosto le ali, legandoti a me indissolubilmente, solo così posso proteggerti dal mondo e amarti come altri non faranno mai. A questo punto ci si potrebbe chiedere se non sarebbe ben più indicato approcciarsi a costoro in mono silenzioso, in maniera d'attuare una delle mie solite, efficaci strategie... la riposta è un no secco giacché preferisco beccarli tutti assieme ed occuparmi di loro, uno ad uno, mentre il terrore si riflette nei loro occhi spauriti, le loro grida supplichevoli scivoleranno in ogni angolo di questo lurido luogo come una dolce sinfonia che sarà figura del mio arrivo, del demone oscuro che abita la mia anima consumata, questo perché non trovino pietà fra le braccia d'una rapida morte silenziosa, ma siano asfissiati e placcati fino al loro ultimo istante di vita.
Sento braccia e gambre prudermi, tuttavia non me ne curo quando finalmente mi si palesa dinnanzi Dabi, ridacchio divertito nello scorgere la sua espressione confusa e già terrorizzata che solca il suo volto sfigurato. Sono impaziente, forse troppo, magari troppo poco nel volerti raggiungere, dunque mi avvento famelicamente sul ragazzo che rimane pietrificato dal mio lugubre ringhio, dunque sbuffo scocciato poiché in uno slancio d'ira nel percepire l'odore del mio compagno su di lui, gli ho strappato via la gola con un morso, non posso perciò bearmi delle sue urla, solo del mio riflesso animalesco nei suoi occhi cerulei che tremano. Sussulto nello specchiarmi in quelle iridi umide di pianto, solo in questo modo riesco a rendermi conto che la mia figura ha ben poco d'umano, sono infatti ricoperto quasi completamente da un folto manto smeraldino, il mio viso s'è allungato e raggrinzito leggermente, proprio come quello d'un lupo e persino la mia posa tende a carponi, che diavolo mi sta succedendo? Non ne ho la minima idea e non ci rifletto molto su, è sicuramente un comportamento altamente irresponsabile poiché non ho la minima idea di quello che questo gruppo di malavitosi imbecilli abbia potuto farmi in quei brevi frangenti d'incoscienza o sonno che m'hanno pervaso in questi mesi, ma ho qualcosa di ben più importante a cui pensare, l'odore dei tuoi feromoni s'è fatto più aspro, qualcosa non va, devo correre, ancora più veloce.Mi gira un po' la testa, ho come la sensazione di non percepire bene il mio corpo come dovrei, quasi la mia mucolatura, in un improvviso colpo d'intraprendenza abbia deciso di rivoltarsi contro di me che sono il suo capitano, ho la mente annebbiata dai fumi dei miei istinti dirompenti, i quali urlano a gran voce di raggiungerti ed eliminare butalmente ogni piccolo ostacolo che abbia l'ardore di frapporsi fra me e te, è come se mi stessi spostando in automatico, incoscente di tutte le volte che strappo qualche arto ad uno dei vari villains, lasciandomi lordare dal viscoso liquido scarlatto che scaturisce fuori dalle loro ferite, bagnandomi il pelo, persino le grida agonizzanti, le preghiere esclamate ad alta voce nel risparmiare loro la lenta morte per emoragia mi giungono ovattate, insignificanti, insime al grattare nervoso dei miei artigli uncinati, duri e affilati contro il materiale grezzo del pavimento.
Il fetore di urina e sangue ormai ha saturato le mie narici, il terrore che percepisco verso di me mi giunge completamente indifferente e credo che il mio aspetto sia ben più mostruoso di quanto io possa credere, ma ti prego tu non guardarmi, riposa i tuoi sfavillanti rubini, custodi di una nascosta gentilezza e scivola fra le braccia di Morfeo, concedimi la tua inconsapevolezza riguardo il male che incarno, te ne prego anche se so, che non cederai ai colpi della stanchezza fisica ed emotiva, troppo ostinato ed orgoglioso per privarti della possibilità di farla in qualche modo pagare a chi ha macchiato il tuo ineguagliabile candore e prima che possa anche solo rendermi conto di dove mi trovi o cosa sto facendo, so d'aver massacrato la maggior parte dei bastardi che hanno osato arrecarti danno. Mi fermo un istante, ascoltando i suoni che mi circondano, caotici, tra di essi distinguo dei passi strascinati, ciondolanti che si dirigono verso di me, credo d'esser immobile dinnanzi alla porta della cella che mi separa da te, non ne sono certo poiché sono in preda ad un tale disorientamento che mi pare di indietreggiare nel camminare in avanti e svoltare a destra con l'intenzione d'andare a sinistra, ma ogni cosa sfuma quando la vista di Shigaraki, che più di tutti ha il tuo odore su di sé, invade il mio campo visivo provocandomi una violenta reazione che assecondo di buon grado.Sarò pure meschino quando, una volta terminato tutto, fingerò di non esser stato cosciente di quello che facevo, di come abbia infilato i miei canini affilati nella sua carne squamosa per poi strapparne via un pezzo importante, negherò di ricordarmi di avergli strappato via tutte le dita rovinate per impedirgli di attivare la sua pericolosà unicità e ancora dirò di non esser stato nel pieno delle mie facoltà mentali nel lasciarlo contro la porta di metallo, una volta visto come stesse per lanciarsi verso il corridoio, in un disperato quanto inutile tentativo di mettere in salvo la propria vita. Sorrido divertito, mi crederanno grazie alla pazienza che negli anni m'ha portato a nascondere quanto in realtà possa godere nel pieno della mia razionalità, del male che posso riuscire a provocare, eppure lo so che tra tutti, proprio tu capirai che in verità non ho smesso per un solo istante di assecondare quelle terrificanti pulsioni che mi hanno portato a tinteggiare di rosso ogni angolo di questa struttura, ti basterà abbandonarti ai sentimenti che provo per te e vedrai chiaramente cosa ti ho nascosto per anni.
Un gorgoglio soffocato, mitigato da una risata convulsa mi spinge a puntare gli occhi sulla figura di una donna morente a causa di un pugnale che il ragazzo, Tenko, le ha infilato nello stomaco, borbotta qualcosa che non riesco ad elaborare, segno che lentamente i miei tratti più selvaggi si stanno facendo strada nella mia mente sveglia, tentando di soffocarla ma non lo permetterò perché se lo facessi ti morderei, non voglio che il nostro legame avvenga in questo modo forzato, mandando al rogo tutti gli anni di sacrificio che mi sono imposto nel tentare di farti cadere ai miei peidi, come spero tu abbia fatto e poco prima che io perda il controllo una voce copa risuona nella stanza, gremita di orrore nel vedere il corpo senza vita di Tomura, in una pozza di liquido vermiglio, è finalmente arrivato All For One.Il suo respiro irregolare che riesco a percepire con i miei sensi acuti, il battito repentino ed incontrollato del suo cuore mi parlano di una paura che la personificazione della cattiveria non vorrebbe mostrare, ma sembra proprio che la sua muscolatura pietrificata non riesca a sottrarsi alla potenza del mio alpha che insime a me freme, per vendicare tutto ciò che è successo a te, se non fosse stato per lui non sarebbe sicuramente accaduto nulla di tutto questo e poi spero tu potrai lasciarmi passare anche quanto fremo per fare poi: massacrerò il tuo caro Kirishima che è stato un vero e proprio fallimento come dominante, come lo sono stati tutti gli altri che hanno permesso a qualcuno di farti subire quelle cose orribili, nessuno sarà perdonato. Il villain ringhia facendo qualche passo indietro, patetico, pensa in qualche modo di riuscire a spaventarmi quando le mie abilità gli sono di molto superiori, tenta di usare le sue unicità su di me, eppure è sufficente che io lasci uscire un breve latrato per paralizzarlo, poi lentamente mi chino appoggiandomi sia sulle piante dei miei piedi che sui palmi delle mie mani e mi avvicino velocemente all'uomo tremante, solo quando gli salto addosso noto che anche la mia conformazione fisica ha preso le sembianze di un lupo. Mi preoccupo profondamente per quell'aspetto che d'umano non ho più nulla, eppure non è sufficente a scuotermi dal torpore gremito d'istinto omicida nel quale sono scivolato e che, per altro, mi sta lasciando godere dell'odore della paura che appesta la stanza, ringhio basso, minacciosamente, mentre con disappunto scruto il malvagio svenuto di paura, cosa che però non mi ferma dal voler affondare i denti nel suo lurido ed indegno corpo, anche lui ha il tuo odore su di sé, ma improvvisamente un suono raschiante, a tratti acuto, cattura completamente la mia attenzione, un guaito, il tuo.
Rimango sospeso nell'azione che i miei istinti bramano per compiere, un piccola parte della mia razionalità mi si è riversata addosso come acqua gelida, lasciandomi in pochi secondi la consapevolezza di ciò che ho combinato realmente, ma non riesco proprio a pentirmene come l'anima gentile che ero molto tempo addietro avrebbe fatto, perdonami se in questi anni ho voluto ingannarti poiché non credo tu possa biasimarmi dopo tutto il dolore che tu mi hai causato, che mi ha reso tanto crudele e non fraintendermi, mio adorato compagno, non ho mai smesso d'amarti. Vedi, credo che sia questa la cosa più sconvolgente di questo complesso, intricato e terrificante sentimento che noi umani abbiamo riassunto in cinque, per nulla esaustive lettere: "Amore", un caotico insime di indistricabili pensieri, di travolgenti, inespressi desideri, racchiusi da gelidi sguardi bugiardi, ostinati nel non esprimere il caloroso tormento che imperversa negli animi di noi, sciocche creature. E cosa siamo noi se non il frutto di un antitetica realtà che ci piega ed indirizza sencodo la propria volontà, senza lasciarci la libertà di scegliere, infatti sei proprio la persona che ho odiato più fra tutte, poiché mi hai reso qualcosa di mostruoso che non avrei mai voluto diventare eppure, allo stesso tempo, sei quell'uomo, unico e solo, che regna sovrano sul trono di spine che ho eretto all'interno del mio animo rovinato e non impotano i numerosi tentativi che ho fatto per sradicare la tua immagine dalla mia mente, queste scure mecchie di libidine e sentimentale anelare non sbiadiranno. Crudele, ecco cosa sei, di nuovo mi richiami con quel suono lamentoso, straziante che attacca il mio muscolo vitale con una scarica di timore e smania di raggiungerti, non farlo se non vuoi, non invocarmi come tuo alpha in modo tanto disperato se alla fine di questo giorno non deciderai d'appartenermi ma di tornare da quell'incosciente di Kirishima, mi dispiace ma non riuscirei a sopportarlo e allora neppure questo disperato cercarmi da parte tua potrà porre un freno a quest'ira implacabile che alberga in me. Stringo i denti cercando di resisterti, eppure né io, né la mia parte secondaria abbiamo più la determinazione d'ignorarti, non quando sento la tua voce rauca, sussultante a causa del dolore chiamarmi con quel nomignolo che m'hai affibbiato, sei coscente, sei tu che mi cerchi, non solo il tuo omega terrorizzato, sei tu a volere che ti raggiunga nonostante come appaio ora o quello che m'hai visto fare.
Non posso resisterti, mi è davvero impossibile nonostante mi sia illuso per qualche istante d'esserne capace, dunque mi volto lentamente e ti raggiungo con gli occhi puntati nei tuoi rubini che mi pregano d'avere del conforto, ti rispondo con uno sbuffo nervoso avvicinandomi a te e credimi se ti dico che mi aspettavo tutto tranne le tue braccia attorno alla mia schiena, il tuo volto sepolto in quella piccola zona di pelo verde brillante ancora salvo dal sangue che ho lasciato versare a chi lo meritava, neppure avrei mai pensato d'avvertire delle lacrime scorrermi contro, tue meravigliose gocce di diamante e dei bisbigli sofferti nei quali ripeti sommossamente il mio nome, intervallato con qualche scusa farfugliata nel pianto che cerchi di non mostrare agli altri, solo a me ed il mio cuore palpitante. Mi accuccio contro il pavimento per lasciare che il tuo corpo provato dalle vicissitudini che hai vissuto possa rilassarsi e tu, capendo il mio silenzioso invito, ti accoccoli a me, con la mia testa sopra le tue spalle, poi decidi di fare qualcosa di nuovamente inatteso da parte mia, mi accarezzi lentamente, senza curarti del liquido ormai coagulato e non hai la ben che minima idea di quanto fossi vicino a fare le fusa, ma decido di trattenermi, almeno per ora, anche se la mia coda che spazza l'aria con vigore mi tradisce, tu sorridi meravigliosamente, un qualcosa di raro e tranquillo che ti rende ancora più meraviglioso mentre sospetto che, anche se non puoi vedermi, tu sappia di quello che sta succedendo in me. Rilascio i miei feromoni, permettendoti di calmarti completamente, aiutato dal fatto che nessuno dei presenti abbia avuto la folle idea di avvicinarsi o anche solo muovere un passo verso la nostra direzione, questo però fino a che non cadi addormentato, poi la tua temperatura comincia a salire, un odore dolciastro danza leggiadro stuzzicando il mio olfatto ben più sensibile di prima, non posso credere che tu sia davvero andato in calore in questo momento, con me che in qualche modo riesco a non morderti con molta difficoltà, mi stai davvero mettendo alla prova, eh Kacchan? Kirishima, Mina, Kaminari e Iida tentano d'avvicinarsi di soppiatto da dietro, ma con la coda li sbatto indietro, senza cautela, ringhiando basso per non disturbarti, ma fallisco dato che ti svegli febbricitante, con il respiro affannoso, aggrappato a me con fare disperato e spingi il tuo naso contro il mio collo e io non possono negare di trovarti adorabile, capiscimi, non puoi mostrarti a me così bisognoso d'attenzioni, vuoi forse che il mio amore cresca di più, anche se è già talmente tanto dirompente da far tremare ogni cellula del mio essere? Il mio alpha freme per marcarti ed ingravidarti ma non gli permetterò nulla del genere, sei ferito terribilmente sia nel corpo che nell'animo, se sfruttassi questa situazione non sarei meglio di coloro che hanno abusato di te, tu faticosamente emergi dal dietro di me e fissi gli altri pregandoli di farsi da parte, dici che sai che non ti morderò e che sicuramente non farò nulla che possa recarti danno, poi chiedi che facciano arrivare qualcuno che possa curarti perché non ti senti affatto bene. A rispondere è Aizawa «Bakugou mi piacerebbe ma non riusciamo a liberarci da questi collari anti-quirk, se potessimo Tenya riuscirebbe a portare qui Recovery Girl almeno per un primo soccorso...» gorgoglio, non riesco a parlare, neppure a tornare alla mia forma umana per farlo, ma a quanto pare riesci a capirmi perchè dici: «Credo che Deku possa, ma quattrocchi dovrai fare attenzione...» dici faticosamente appoggiandoti su di me, se ti stai mostrando in queste condizioni devi essere davvero esausto e la cosa mi preoccupa. Tenya impallidisce, muove dei piccoli passi verso di me che lo scruto minacciosamente, voglio che capisca che se prova anche solo a sfiorarti lo dividerò a metà con un morso e dato il sudore che bagna le sue tempie credo proprio che la mia intimidazione lo abbia raggiunto, dunque si piega sulle ginocchia e allunga il collo di lato in segno di sottomissione, intelligente abbastanza da capire come comportarsi. Sbuffo avvicinando il muso al suo collo, lo ametto la lentezza che impiego non è necessaria ma mi diverte la paura che lo porcorre e dunque gli strappo via dal collo l'ogetto metallico che, fra i miei denti, pare inconsistente e a quel punto corre a tutta velocità, torna nel giro di qualche istante con l'anziana donna che però ci avverte d'aver chiamato una vera e propria scquadra medica.
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