•|Giovane incoscienza|•7
Sono sveglio, steso accanto a te beandomi del calore emanato dal tuo corpo, stretto contro il mio, ignoro l'artificiosa oscurità della stanza o la curiosità pungente che mi spinge a chiedermi se sia giorno oppure notte, tutto perde di significato davanti all'adorabile visione che mi concedi, con il tuo inaspettato strusciare dolcemente il tuo viso arrossato, contro il mio petto tonico, io allora non riesco a trattenermi e ti stringo più forte, infilando il mio naso nella tua ispida chioma dorata e sospiro piacevolmente nell'inspirare i tuoi feromoni che sanno un po' di me. Sono ora tranquillo grazie al fatto che ho potuto finalmente fare quanto ho lungamente bramato: legarti a me, mio maestoso cherubino, in un vincolo sacro ed inviolabile che non permetterò a nulla e nessuno di spezzare, perché mi appartieni da tempo immemore, da quel primo magico istante d'elettrica eccitazione nel quale t'ho scorto per la prima vera volta e so che tu, mio sole d'infinita bellezza, non desidereresti rifugiarti in altre braccia, diverse dalle mie, nonostante gli infruttuosi tentativi che hai fatto con il tuo amico dalla fulva chioma. Non credo tu ne sia a conoscenza, tuttavia io notavo come il tuo corpo s'irriggidisse senza preavviso quando venivi abbracciato da Kirishima o di come quando egli tentasse un contatto più intimo, con un gentile bacio che di molto avrebbe differito dal nostro primo, tu titubante ti piegavi di lato o intavolavi una traballante conversazione, in un ovvio disagio che però lui continuava a rifiutarsi di vedere, con questi precedenti non posso fare altro che crogiolarmi nella soddisfazione che m'hai provocato nel modo naturalmente anelante nel quale, appena sveglio, hai cercato un contatto con me, con il mio corpo che tuttavia d'umano non aveva nulla e dunque penso che almeno metà del risentimento, che ho maturato nell'ultimo periodo per quella vivace testa rossa, sia sia spento come una candela consumata.
La porta si apre appena lasciando che l'abbagliante luce proveniente dall'esterno fenda con piccoli raggi il nero cupo che ci circonda, poi una testa curiosa si lascia intravedere, scrutando il pavimento a poca distanza dalla porta dove m'ero deciso a stazionare nel giorno precedente per non lasciare che qualcuno avanzasse, un sospiro tranquillo lascia le labbra rosate della sconosciuta infermiere che tesa fa un passo nella stanza, senza notare la mia presenza infastidita. Ella bisbiglia qualcosa d'incomprensibile sul aver finalmente la possibilità di parlare con quel meraviglioso omega che sei, convincendolo in qualche modo a divenire il compagno del suo capobranco poiché egli aveva messo gli occhi su di te, allora ringhio furioso lasciando che la mia rabbia si mostri prepotente attraverso i miei occhi, scritto dall'incontenibile possessività che è risalita dall'abisso sconosciuto della mia natura, giunta alla mia deviata personalità che desidererebbe da me un altro atto di crudeltà che però non assecondo. Non è mie intenzione destarti e neppure voglio mostrarti quei segreti angosciosi che titubante ti rivelerò più avanti, quando le nostre mani saranno saldamente intrecciate e t'avrò amato come nessuno potrebbe mai, quando mi specchierò nei tuoi pozzi infuocati scorgendo in essi quell'amore che intendo lasciar maturare un poco e finalmente quando sarò certo che non fuggirai da me, ti scaraventerò in un mare di tetri segreti che ti strapperanno il fiato, ma ai quali spero che resterai.
Perciò sii paziente, non tentare di sondare a fondo quanto ancora non ti lascio conoscere di me, lo faccio per il bene tuo che se scoprissi quello che accadde in me anni addietro, se fosse ora ad accadere, allora temo che la tua nuova sensibilità, la quale hai faticosamente riscoperto superando la spessa foresta d'orgoglio, coltivata in te per mano di terzi, la tua nuova onestà sarebbe troppo destabilizzante per te, lascia che mi prenda cura del tuo animo turbato e che ti prepari all'orrore che si cela in me, ma che non ti sarà concesso di disprezzare perché frutto delle tue pallide mani che in me hanno pianto il seme del male.
Rivolgo nuovamente la mia attenzione all'intrusa che tremante si è appiattita contro il muro, lei muove freneticamente le sue mani tremanti alla ricerca della maniglia della porta per tentare di fuggire dalla mia ira chiaramente manifestata, tuttavia quando riconosco un calpestio familiare e un odore fin troppo simile al tuo mi rilasso, non ho bisogno di scomodarmi e neppure di abbandonare la tranquillità che ho ritrovato nel coccolarti nel tuo quieto dormire, ci penserà Mitsuki che poi mi obbligherà a rispondere al terrificante interrogatorio che sono certo abbia in serbo per me, poi tu ti sveglierai infastidito dalla voce di tua madre che, proprio come te, non sa proprio cosa significhi parlare con un basso tono di voce, così, ancora assonnato e stretto a me, scatterai dritto con la schiena per farla dileguare, mostrandole inavvertitamente i segni dei miei denti su di te, è questo quello che mi aspetto e quando la tanto invocata donna apre la porta mi domando se io abbia previsto correttamente il futuro.
«Che ci fai qui? Tutti tranne i familiari hanno il divieto d'entrata» domanda tua madre accigliata, allora l'infermiera tremante risponde: «S-signora Bakugou, ero qui per conto del mio capo branco... emh voleva proporre a vostro figlio di divenire il suo compagno...» la bionda sospira pizzicandosi il ponte del naso osservando la sua interlocutrice che si aggrappa a lei con fare supplichevole: «Non lascerei a mio figlio la possibilità di unirsi con qualcuno che non sia un purosangue e soprattutto non avrebbe mai accettato, ora sparisci e non farti più vedere qua in giro» ella annuisce e corre fuori dalla stanza, senza nascondere il terrore che l'ha pervasa, poi si avvicina a me con un sopracciglio alzato dato che sono praticamente nudo, attaccato al tuo corpo che ignoro quanto più possibile ogni stimolo esterno, poi sospira facendomi segno di seguirla perché io possa vestirmi, ma tu ti stringi di più a me guaendo, dunque mi rifiuto d'allontanarmi.
«Va bene, ho capito ma almeno mettiti sotto le coperte, dannazione Izuku» io ubbidisco staccandomi brevemente da te, poi però ti riaccolgo a braccia aperte e ridacchio leggermente nel percepire i tuoi piedi infilarsi fra le mie gambe, ciò mi fa capire che sei sveglio ma non vuoi degnarti d'aprire gli occhi, anche se sotto sotto sospetto che tu stia semplicemente tentando d'evitare tua madre, la quale sposta una sedia accanto al letto facendo finta di credere al tuo presunto riposo e dice: «Vedo che finalmente ti sei degnato di prendere spoglie mortali, anche se a dirla tutto penso che fosse meglio per te ringhiare a chiunque, anche a tua madre, piuttosto che avere un parassita attaccato a dosso che probabilmente non ti lascerà neppure andare in bagno» tu soffochi un lamento contro il mio petto mentre ti accarezzo le ciocche ribelli: «Potresti far sapere a mia madre che mi dispiace per quello? Penso che lei già lo sappia ma non riuscivo a riconoscere più nessuno, ad un certo punto ero solo istinti e null'altro» lei ride, in modo così allegro da lasciarmi spiazzato, poi arruffa la mia chioma già caotica affermando: «Era solo molto scossa ma poi s'è ricordata di come Hisashi si comportasse in modo simile, sebbene non fosse un completo lupo. Questo significa solo che mi aspetto una certa possessività da te, prenditi cura di questo ingrato figlio tsundere che mi ritrovo» a questo punto grugnisci emergendo dalla mia pelle calda, la guardi fintamente offeso per poi rivelarle il medio, ottenendo in risposta lo stesso gesto che culmina con una risata collettiva e Mitsuki che, sorniona, si gode il tuo rossore nel sottolineare i lasciti del nostro reciproco morso di legame, facendo anche qualche battuta sconcia che ti fa rifugiare irritato sotto le coperte, pessima mossa davvero perché le hai lasciato la possibilità d'ammiccare riguardo alla tua intraprendenza, di fatto realizzi solo in questo momento la mia nudità.
«Perché diavolo non hai i vestiti addosso?!» io sbuffo irritato dalla tua voce troppo alta e rispondo: «Quando mi sono trasformato in lupo li ho lacerati, poi quando sono riuscito a tornare in me non hai voluto lasciarmi andare quindi non ho potuto cambiarmi» tu ti giri odiando quella che supponi essere un'alleanza tra me e tua madre, dandomi il tempo di fare una capatina in bagno e d'indossare quanto meno il camice, poi torno nella stanza dove, grazie all'assenza della tua genitrice mi ti mostri in tutta la tua essenza, con un mal celato bisogno della mia presenza, cosa che mi provoca una ventata di gioia incomparabile a tutte le mie altre esperienze di vita, causandomi forse uno dei sorrisi più belli e sinceri che abbia mai fatto, dunque percorro velocemente la distanza che ci separa accogliendo la tua vita stretta ma muscolosa fra le tue braccia e giuro d'aver avvertito il mio cuore inciampare nei battiti furiosi che aveva preso a fare, quando ti sento fare le fusa, probabilmente non te ne sei accorto, non m'avresti mai permesso di conoscere la letizia che ti provoco con tanta facilità, non ora che siamo appena riusciti a stringerci, magari più avanti me lo permetterai.
In questo modo trascorrono i giorni che siamo costretti a vivere in ospedale, in un morboso bisogno di essere sempre l'uno accanto all'altro e devo ammettere d'esser stato intrattabile con tutti coloro che hanno provato ad avvicinarsi a te, eccetto mia madre e la tua, cosa che m'ha fatto guadagnare numerose occhiatacce da parte tua, eppure sai bene che non puoi star separato da me a lungo, per non parlare del fatto che potrei anche provare a contenere l'orrida gelosia che mi assale ogni volta che un qualsiasi individuo ti parla ma non avrebbe alcun effetto giacché t'amo troppo, sai, non è solo l'alpha che è in me a desiderare di strapparti le ali dalla schiena, rinchiudendoti in una gabbia dorata della quale getterei via la chiave, anche quella pate più umana di me ambisce a questo risultato. Dissipo velocemente i miei pensieri, meglio che non mi perda nel percorrere le tortuose ed aride vie del mio animo privato della rigogliosità che lo caratterizzava un tempo, altrimenti non mi renderò conto di dove i miei piedi potrebbero condurmi, anche se so che alla fin fine giungerei da te non posso permetterlo dato che devo allenarmi con AllMight, egli in modo apprensivo m'ha chiesto di testare la mia unicità con queste nuove spoglie per esser certo che io abbia comunque un buon controllo, mentre tu, sbuffando, questa mattina, nel disfare gli ultimi scatoloni nella stanza condivisa che c'è stata assegnata, mi ha promesso di non parlarmi per almeno una settimana se non t'avessi lasciato solo, dandoti il tuo tempo per dilettarti con i tuoi amici.
In una manciata di secondi sono dinnanzi all'ex simbolo della pace, tentando di spingere ai suoi limiti estremi questo fuoco che arde in me, fiaccola di speranza che è stata passata da possessore in possessore e che io spero di alimentare come nessun altro ha fatto e anche se la mia missione ultima l'ho già svolta, qualcosa mi suggerisce che ben presto, dall'oscurità che infesta questo corrotto mondo, assuefatto ad una disgustosa superficialità, uscirà qualcuno di ben peggiore di chi era già presente, io lo so meglio di chiunque altro, il male che la società può esercitare sugli individui che differiscono dai canoni e temo che ci sia chi non aspettava altro che una possibilità per far brillare la propria malefica crudeltà, magari frutto di delusione e abusi.
Io non permetterò a nulla d'interferire con la pace che desidero creare, non voglio accettare un mondo che non sia sicuro per la famiglia che bramo di poter avere e con questo pensiero, senza neppur rendermene conto, comincio ad utilizzare One For All a piena potenza, senza presentare alcun tipo di lesione fisica, cosa che lascia sia me che il mio mentore sbigottiti.
Sta andando tutto magnificamente ma ecco che senza preavviso l'odore speziato misto a caramello dei feromoni seducenti del mio omega mi giungono perfettamente al naso, ringhio allarmando AllMight, dannazione, non va affatto bene dato che da quanto ho inteso dovrei essere vicino alla stagione del mio Rut, che a differenza di quello degli altri alpha è periodico, non solo in risposta al calore del proprio omega, dunque ormai alterato ed in parte furente per esser stato ignorato da te, faccio capire a Toshinori che è meglio che io mi sbrighi e corro nei dormitori trovando i tuoi soppressori, prima che i miei istinti abbiano la meglio su di me, spingendomi a consumarti.
Ti individuo in fretta, ho le mani strette in pungni, le zanne mi si sono allungate tanto da tagliare il mio labbro inferiore e temo che il mio battito cardiaco sia tanto accelerato da far vibrare la mia carotide, abbastanza da essere facile da notare, sono concentrato mentre tento di non cedere, tuttavia non riesco a trattenere i miei feromoni di richiamo che fanno andare in calore tutti gli omega vicino a me, non me ne curo, non posso se voglio evitarti una dolorosa quanto traumatica prima esperienza sessuale per te. Vedo i tuoi capelli ispidi bagnati di sudore ondeggiare, sento la tua risata inondare l'aria insieme a quella dei tuoi amici, ma questa muore quando il mio ringhio ti raggiunge, inizialmente pari spaventato, ma poi un'espressione adirata ti adorna il volto, oh, sono ancora troppo lontano perché tu ti renda conto della situazione, tuttavia non temere non ci vorrà molto, di fatto in una manciata di minuti sono da te, Shinsou è appena andato in calore, mentre gli altri sono lividi in viso, ubriacati a causa della mia presenza seducente.
Perdonami, non vorrei davvero essere brusco, tuttavia la mia mente è annebbiata tanto che temo di essere sull'orlo di perdere me stesso, ti sbatto dunque contro l'albero alle tue spalle senza gentilezza alcuna, tremi, mi osservi e deglutisci piano senza riuscire a respirare, cosa che trovo positiva visto il caos che potrebbe accadere in caso tu reagissi a me ora. Sono nervoso, travolto da una foga incontenibile e ti spingo contro il petto immoto la confezione di soppressori, ringhiando minacciosamente: «Ti ho detto di prendere i dannati soppressori questa mattina» boccheggi, inizi a sentirti debole ma comunque rispondi a tono: «n-Non dovevo prenderli perché non ho i sintomi del mio cal-» non ti lascio terminare quanto stavi dicendo che affondo le dita nella corteccia, bucando il legno ai lati del tuo capo, uso il mio tono dominante e nuovamente ringhio: «Prendi i soppressori Katsuki, ora» tu sussulti sorpreso, non puoi sottrarti all'ordine e prendi quelle maledette pastiglie, con me che ti alito predatorio contro il collo o per meglio dire ansimo colmo di libidine, pronto ad azzannare la tua invitante pelle.
La situazione è tesa, fortunatamente il ragazzo dalla chioma viola aveva con sé i propri medicinali e gli alpha avevano i loro inibitori, dunque più lucidi sono rimasti immobili pronti a scattare i caso io faccia qualcosa di avventato, ma fortunatamente, sebbene con eccessiva lentezza, il tuo odore si fa neutro ed io sono finalmente capace di allontanarmi, ma collasso sulle mie gambe sudato, ansimo stanco, guardandoti male attraverso le mie ciglia con Kirishima che, preoccupato, mi controlla il braccio destro trovando numerose punture, lasciti dei medicinali che mi sono iniettato nel tentativo di non cedere al mio alpha.
«Midobro quanti inibitori hai preso?!» ringhio debolmente con il petto che si abbassa e alza faticosamente, rispondendo a bassa voce: «Non contando quello di questa mattina, cinque» gli altri dominanti sbiancano e Mina urla che bisogna chiamare in fretta Recovery Girl, io però le faccio segno di stare zitta, mettendomi faticosamente seduto con il supporto del fulvo, poi spiego che: «Non sono come voi, l'effetto dei soppressori su di me è davvero blando, anche se ne iniettassi venti sarebbe come aver assunto un'aspirina, ora Kacchan, siediti» tu mi osservi confuso ed irritato, ma il mio sguardo scuro, quasi nero ti inquieta dunque per una volta decidi di non opporti ed ascoltarmi, per tua fortuna aggiungerei.
«Quando ti dico di prendere i soppressori tu prendili, anche se credi di non averne bisogno, fallo o la prossima volta potresti non essere così fortunato» bisbiglio a denti stretti, mi piego su me stesso dolorante trattenendo il resto dei feromoni: «Io non sono come gli altri, vado in Rut periodicamente, sono vicino alla stagione nel quale questo accadrà e sono più sensibile ai tuoi feromoni, tu ai miei e significa che non avrai un ciclo regolare, andrai in calore ogni volta che io sarò predisposto all'accoppiamento. Ti rendi conto che se io avessi perso la testa non mi sarei comportato in modo diverso dai villains? In più il tuo corpo non avrebbe sicuramente retto, se mi fossi di trasformarmi nel mentre!» un gorgoglio irritato mi esce fuori dalle labbra nel mio affannoso tirarmi in piedi, la tua voce però mi ferma dall'allontanarmi.
«Se lo avessi fatto ti avrei fatto saltare in aria, non capisco perché tu sia così incazzato. Sono io quello che è stato sbattuto contro un fottuto albero» Mina, la vedo con la coda dell'occhio, tenta di sedare la tua rabbia e io so che sei solo mortificato, un po' spaventato ma ho bisogno che tu impari e non posso sottrarmi all'unico modo che, sono certo, con te funzionerà: «C'eri quando ho ridotto letteralmente a brandelli i membri della LOV a mani nude, senza l'uso del mio quirk? Non importa, avrai un sacco di tempo per riflettere dato che a partire da oggi fino alla fine del mio Rut saremo separati e non avremo alcun tipo di contatto» mi giro verso di te irritato, scorgo un bagliore di rimorso nei tuoi rubini ma non mi lascerò sedurre da quanto vedo, si tratta della tua sicurezza, dannazione perché devi essere così ostinato per le cose meno indicate? Sospiro quando mi rammenti che avevamo deciso di adottare le giuste precauzioni e passare il tuo calore insieme, io grugnisco seccato e sottolineo quanto è appena successo dicendo: «Non se na parla, è troppo pericoloso. Non volevo dover arrivare a questo punto, perché soffrirai durante il tuo calore, ma non posso rischiare che tu dimentichi i blandi soppressori che avevamo preventivato d'usare per entrambe le parti, ci vedremo tra circa un mese» i tuoi occhi si spalancano anche se cerchi di non mostrarlo troppo: «Il mio calore durerà una sola settimana....» scuoto la testa mentre mi allontano avvertendo il mio alpha scalciare, sto per entrare in Rut dannazione, devo sbrigarmi: «Non andrà così» chiudo la conversazione dirigendomi da Ayazawa per informarlo e mi faccio chiudere nei sotterranei del dormitorio, già mi machi e pure non c'è altro modo perché io non ti faccia del male, non ho atteso tanto per essere io a ferirti.
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