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•|Fiducia profonda e amore sconfinato albergano ormai nei nostri cuori|•15

Vi prego di perdonare la mia lunga assenza ma mi sto struggendo nell'affrontare l'ultimo anno di liceo con nuovi professori e argomenti ampi. Sono sempre stanca e non trovo tempo di scrivere, ora so che per voi sembra sciocco ma sapere che quanto faccio viene apprezzato è per me un grande stimolo che mi spingerebbe a proseguire, quindi vi prego di fai sapere se vi sta piacendo la storia e le vostre impressioni, grazie mille per l'attenzione, ora vi lascio al capitolo.

Solo dopo qualche istante riesco a trovare nella mia mente, ora più lucida, qualche cosa che sia degna d'esser condivisa, dunque dico: «Mi dispiace, davvero, in quegli anni non avevo la minima idea di quello che stesse succedendo a te, ero tanto concentrato sui miei problemi che non sono riuscito a notare le profonde cicatrici che ti porti dentro, frutto delle mie azioni che, credo, rimpiangerò sempre, perché sono state causa del tuo male e di quel dolore che riesco a scorgere attraverso i tuoi magnifici occhi...» mi osservi titubante, mordendo con vigore il tuo labbro inferiore spaccato, non voglio che ti faccia inavvertitamente male, motivo per il quale ti sorprendo con un tenero bacio a fior di labbra, dal quale mi costringo a separarmi prima di sprofondare in una spirale di lussuria che mi faccia perdere il filo del discorso, che poi riprendo: «Dirti frasi fatte come che capisco il tuo dolore sarebbe estremamente irrispettoso ed ipocrita da parte mia, non sono io quello che s'è ritrovato privato d'ogni traccia di gentilezza e che è stato brutalmente abbandonato, quindi non mi perderò in mielose repliche che sentirai sicuramente scivolare nelle bocche di altri, se mai vorrai parlare di questo a qualcun altro. Io ora ti parlerò solo e soltanto dei più sinceri sentimenti che nutro per te, dell'amore profondo che mi lega a te, non temere, non ho intenzione di lasciare la tua mano ancora, il solo pensiero che qualcosa del genere possa verificarsi mi fa tremare, mi blocca il respiro nel petto e una paura che non ho mai provato in tutta la mia esistenza mi attenaglia, terrorizzandomi nelle profondità di più fragile natura che costituiscono il mio animo. Non posso negare di provare una certa inquietudine nello scoprire cosa mi stavi nascondendo, ti sono davvero grato per esserti sforzato tanto solo per cercare di darmi il tempo di cui avevo bisogno, per non essere sopraffatto dalla notizia e sebbene non abbia ancora completamente conciliato la mia mente con il mio secondo sesso, posso giurarti che l'equilibrio raggiunto m'è sufficente per essere certo di quanto dico: non ti disprezzo, né disprezzo come sei cresciuto, ogni cosa che ti caratterizza contribuisce a renderti esattamente ciò di cui ho bisogno e quella persona che non vorrei mi abbandonasse mai» ti osservo, perso nella sorpresa più completa nel notare la calma con la quale sto affrontando, non solo questa nostra importante conversazione, ma anche l'intera situazione che per quanto non sia facile da digerire, non mi giunge tanto inaspettata come potresti pensare, poiché il dubbio s'è instillato in me nell'esatto momento in cui ho scorto la bestia oscura che abita le tue valli smeraldo.

«Tu... non mi disprezzi?» questa volta è il mio turno di fissarti attonito, stranito dal quesito che mi porgi con tanta normalità da farmi spezzare il cuore nel petto, sospiro appena muovendo i miei polpastrelli temerari lungo le tue guance morbide, con una punta di disappunto nel notare che quelle macchie aranciate che decorano il tuo viso siano solo granelli visibili allo sguardo, ma impossibili da percepire pelle contro pelle, mi perdo nella visione di un te completamente esposto ai miei rubini febbrilmente smaniosi nell'esplorarti, ammaliati dalla bellezza che riveli nell'ergerti finalmente spoglio d'ogni corazza e segreto, puro nell'oscura materia che ti costituisce e finalmente mi decido a risponderti, dicendo: «Certo che no Deku, se questo fosse abbastanza per soffocare il caldo sentimento che covo per te nel mio cuore, allora quella volta, invece di stringermi contro una tua versione animalesca, ringhiante ed incrostata di sangue in quasi ogni suo punto, mi sarei scostato terrorizzato, forse con qualche verso di disgusto, eppure come ricorderai, mi sono beato della tua presenza con quanta più calma possibile...» alle mie parole annuisci spaesato, ancora frastornato e confuso a causa della pacatezza con la quale ho abbracciato la parte di te che hai più problemi ad accettare, ti sorrido, non ho ancora terminato di lasciarti senza parole per oggi, dunque permettimi di donarti un poco della sicurezza che tu m'hai fornito in questo primo mese di nostra vicinanza, lasciami mostrarti come nonostante le mie debolezze, possa amarti profondamente ed esser saldo appiglio per le tue mani ricolme di cicatrici: «...Non sei più solo nel tuo tormento, non hai più la necessità di trasportare sulle spalle quel peso che ti sta incrinando la schiena, lascia piovere su di me un poco del male che ti perseguita, permettiti di crogiolarti nella mia presenza che non vuole più ritrarsi dalle tue dita. Si Deku, ti sto accettando nella tua interezza, poiché credo che amare significhi anche essere capaci di provare attrazione e bramosia anche per le peggiori parti dell'animo altrui e io ho compreso a mie grosse spese quanto veri siano questi sentimenti in me e se vorrai marcare ancora la mia pelle, lacerarla fino alle ossa, allora fallo, non ti fermerò, perché dentro di me sento di non meritare la dolcezza che mi rivolgi tanto genuinamente, come se una parte nascosta del mio cuore desiderasse con ardore una qualche espiazione. Ti supplico, guarda nei miei occhi, perché anelo al farti comprendere che quando mi sono finalmente arreso a me, a te, al noi che avevo continuato a reprimere, avevo già contemplato ogni sorta di scenario e possibilità, sebbene con una leggerezza che hai spazzato via quando è venuto il mio calore e la tua lontananza m'ha instillato dentro un dolore tale, capace di sconvolgermi completamente, ribaltando ogni mia convinzione e sicurezza. Finché mi amerai resterò al tuo fianco, accetterò ognuna delle cose che vorrai dedicarmi purché siano frutto della più profonda sincerità, che siano petali vellutati contro la pelle o spine dolorose nella carne, questo non ha rilevanza alcuna, dunque accettami come io accetto te, perché questo è il significato del morso che ci siamo scambiati» faccio una piccola pausa, non aspettandomi delle piccole gocce cristalline inumidire lo smeraldo, ora vivo e scintillante, delle tue meravigliose iridi, che incantante mi seguono nel mio monologo, sostituitosi a quello che tu mi hai precedentemente rivolto.

«So che certe volte sembro un idiota, ignaro dei passi che percorro riguardo la propria strada, come se con un'incomprensibile incoscienza io abbia tentato di procedere a tentoni nell'ignoto futuro che si apriva dinnanzi ai miei occhi, però non credere che la mia richiesta di essere morso fosse un capriccio contro il fato, oppure una malata versione di ribelle natura verso il mio secondo sesso o te, quel gesto non ha significato qualcosa come "se proprio devo allora lo farò perché voglio, come voglio e quando voglio" non avrei affrontato una cosa tanto importante con uno spirito tanto infantile, non importa quanto terribile sia la mia personalità. Sai, per me quei due mesi nei quali non sapevo dove fossi, come stessi e ancora peggio, se anche solamente fossi vivo, sono stati per me più traumatici di quanto tu possa credere, la tua mancanza e la precarietà della situazione m'hanno ridotto ad uno straccio, non riuscivo a far nulla, neppure a controllare la mia unicità, la quale s'accendeva ed esplodeva senza il mio consenso, la notte non potevo dormire, divorato vivo da angustia e terrore. Ho avuto il mio primo attacco di panico, quando perso nei miei pensieri mi sono figurato la possibilità di non riuscire a scorgerti anche fosse stato per un'ultima volta ancora, perché avevo il bisogno viscerale di poterti confessare il mio amore e bada che ancora non avevo ricevuto alcuno stimolo o segno dal mio omega, dunque non credere che il mio chiamarti, o cercarti sia stato frutto solo degli istinti, perché non è certamente il caso, anzi, è tutto il contrario: io volevo e cercavo te nella più completa consapevolezza di me, di quello che mi stava succedendo e di dove mi trovassi, solo dopo, con il dolore e la debolezza, il mio omega ha deciso di farsi avanti e garantirmi la possibilità di richiamarti a me. Quando abbiamo stipulato questo legame, non m'è passata per la testa, neppure per un istante, l'idea che tanto poteva essere spezzato tramite la chirurgia estetica e che, anche non fossi stato contento, avrei semplicemente potuto sganciarmi da te, dimmi vuoi venire a conoscenza di quello che è passato fra i miei pensieri, mentre sicuro ma non per questo meno imbarazzato, ti mostravo il mio collo?» sembri indeciso se chiedermi o meno questo particolare, forse perché il tuo brillante cervello era impreparato alla valanga di sconvolgenti informazioni che gli sto spingendo dentro a viva forza, obbligandolo a processare dati che non era pronto ad accogliere, io nel dubbio sorrido sereno, un po' compiaciuto dall'infantile luce che ha preso ad illuminare il tuo viso mascolino e definito, sciolgo le spalle quando ti vedo annuire curioso, c'è ancora un po' del vecchio te che s'è salvato dalla crudeltà mia e degli altri, questo mi scalda il cuore.

«Ebbene, in quel momento, soli nella stanza d'ospedale, circondati dal silenzio e dalla più totale oscurità non mi sono rifugiato nel bisogno di sentirmi protetto dopo quelle terribili esperienze che ho vissuto, non era il mio omega a parlare ma ero io, lucido come credo d'esserlo stato poche volte prima di quel fatidico momento e ricordo perfettamente i brividi di agitazione che avevano accartocciato la mia pelle, o il timore del rifiuto che vibrava nel mio petto incerto, eppure tutto era svanito quando ho pensato che davanti ai miei occhi c'era quella persona che avevo cercato per tutta la mia vita, senza rendermene conto. Ma ad essere onesto, questo non sarebbe stato sufficente a farmi esporre in quel modo già da subito, a cogliermi in contropiede, donandomi un coraggio che ancora non riesco a riconoscere come mio, è stato questo unico pensiero: "davanti a me c'è colui con cui voglio passare il resto dei miei giorni, che sia uno o che siano altri mille, davanti a me c'è quell'uomo che non voglio più lasciare andare, quello che desidero essere il padre dei miei cuccioli" quindi si, se te lo stai chiedendo, è da allora che non nutro dubbi sul futuro della nostra relazione» tu commosso dal modo nel quale mi sono espresso, allacci le tue braccia attorno al mio busto, singhiozzando contro la mia spalla, permettendomi finalmente di riconoscere quel lato troppo emotivo e piagnucolone che ti caratterizzava nell'infanzia, chiami il mio nome fra rantoli e sospiri, sembri disperatamente felice delle mie parole, cercando un poco di lucidità nei miei dolci feromoni, rilassanti e gentili che mitigano l'esplosione d'emozioni che m'hai mostrato, incredulo tu stesso d'aver sperimentato. Ti stacchi leggermente, di mala voglia, con i palmi pressati contro le palpebre, sperando di far frenare la fuoriuscita delle lacrime, con il petto che continua a sobbalzare leggermente, seguendo il moto dei grandi sospiri che prendi per aggiustare la tua immagine, spiegando che erano anni che non ti sentivi in questo modo, tanto accolto da una piacevole carezza di puro affetto e ora non riesci a credere al senso di leggerezza che invade il tuo cuore, come se un profondo e oscuro peso si fosse finalmente deciso a scostarsi dalla bocca dello stomaco, liberando quei candidi brandelli del te passato che ancora vivono, saldamente ancorati al tuo animo più oscuro e crudele, ma dalla natura incredibilmente gentile che riconosco perfettamente nella dolcezza con la quale mi osservi, senza celare le orecchie dritta sulla testa o la pelosa coda verde che spezza l'aria tutta allegra, come quella di un grosso lupacchiotto, portandomi a sorridere incontrollabilmente.
Ah, dannazione, non ho mai fatto tanti piegamenti di labbra in tutta la mia vita, come invece sto facendo in questi giorni ed ora mi duole il volto, che però non rinuncia a rialzare gli zigomi e mostrarti la dentatura bianca, come tranquilla ma sentita espressione dei miei sentimenti, mio amato compagno.

Ma siccome il nostro momento era troppo bello per durare, veniamo sorpresi dalle porte scorrevoli della classe che vengono spalancate con poca delicatezza da un Toshinori pallido in viso che urla: «Come sta Midoriya-Shounen?!» tu ti aggrappi alla mia figura facendomi scappare una risatina gorgogliata, sembri un infantile cucciolo che non vuole lasciare la presa dal suo giocattolo preferito mentre bofonchi contrariato: «Sto bene» tuttavia l'uomo dalla bionda chioma, che a mio avviso è sempre stato un po' ottuso per certe cose, non molla e controbatte: «Ma se hai perso i sensi, non è sicuramente normale! Vieni a farti controllare da Recovery Girl che aspetta qua fuori» «No» «Midoriya-shounen sono pre-» non lo lasci concludere che mostri i canini accentuati in un ringhio cupo, tipico della tua natura minacciosa capace di far tremare spaurito qualsiasi altro essere, anche io provo un certo senso d'inquietudine, tuttavia ormai mi sono quasi abituato e sapere che non stai rivolgendo a me tale espressione del tuo fastidio, allevia velocemente ogni segno di preoccupazione. Sospiro guardando l'uomo tremolante, scuoto il capo come a fargli cenno di lasciar perdere e ti dedico dei grattini confacenti alla situazione, scivolando con le dita subito sotto l'attaccatura delle orecchie canine che ti spuntano dai ciuffi riccioluti, piccolo gesto che è sufficente a trasformare la tua indole battagliera e l'ostentazione della tua virile dominanza, in un continuo vibrare delle tue corde vocali, in fusa goderecce e mansuete, sei inaspettatamente adorabile quando ti abbandoni al rilassamento che sono capace di provocarti, tanto da sembrare quasi indifeso, ma lungi da me dimenticare la conversazione appena avuta, o la pericolosità delle tue fauci.
«Sta bene ora, mi ha detto di cosa si trattava e credo non ci saranno altri episodi di questo tipo, ma nel caso si verificassero farò del mio meglio per mantenerlo calmo abbastanza da evitare che si senta male nuovamente» finalmente un po' di colore torna a tingere la pelle dell'ex eroe numero uno, che con un sospiro di sollievo scuote le spalle e si rilassa completamente, non si avvicina presagendo che tu non avresti preso bene un invasione del tuo spazio o della tua tranquillità, dunque rimane fermo mentre ci informa del fatto che quello stesso giorno sarebbe partito, doveva raggiungere una persona molto importante e non era certo se sarebbe stato o meno raggiungibile, ci sorride più sereno augurandoci di poter vivere bene il resto del tempo, chiedendoci perdono per il fatto che non potrà seguirci come s'era ripromesso, io scuoto le spalle con noncuranza, non mi aspetto che tu gli risponda ma lo fai, dicendo: «Non preoccuparti, va dalla tua famiglia, sono certo che ti stiano aspettando» lui t'osserva sorpreso, come me del resto, tuttavia non sei dell'umore di degnarci d'una spiegazione.

Una manciata di secondi dopo ti drizzi sulle tue gambe porgendomi la mano, probabilmente sai già che avverto un fastidioso formicolio lungo le gambe, perciò mi sostieni per il tempo necessario per permettere all'intorpidimento di dissolversi mentre ci dirigiamo in palestra, dove osserviamo Aizawa corrucciato che spiega ai nostri compagni di classe varie basi dell'allenamento che avrebbero dovuto svolgere, ignora la nostra presenza fino a che non s'è accertato che abbiano compreso e cominciato a lavorare, poi si dirige verso di noi come un treno a piena velocità.
Lo fa con espressione truce che però non provoca alcun tipo di reazione in te, che fiero lo osservi disinteressato, forse un po' seccato dal fatto che siamo costretti a continuare a seguire le lezioni per la giornata, io mi pizzico il ponte del naso preoccupato, sperando con tutto me stesso che tu non abbia la brutta idea di fare una lavata di capo all'uomo per aver ignorato una delle cose che sono state ripetute con tanta enfasi da Hikaru, ma qualcosa nelle mie viscere mi suggerisce che posso limitarmi a limare, per quanto possibile, la tua irritazione. «Finalmente vi fate vivi, si può sapere che è successo, ci siamo preoccupati tutti e a causa della tua testardaggine non siamo riusciti ad intervenire ragazzo problematico» afferma il moro per nulla preoccupato di quale reazione potrebbe scatenare in te, si ferma con le braccia incrociate al petto ed inarca il sopracciglio destro nell'attesa di una buona spiegazione a quello che è successo, ma vedendo come lo guardi s'innervosice e decide di girare il dito nella piaga aggiungendo: «Non riuscite neppure a stare separati per cinque minuti che uno di vuoi due finisce con lo stare male? Forse dovremmo farvi spendere più tempo separati in modo che non ci siano problemi in futuro, al-» basta un tuo solo passo avanti e il cambio di luce nei tuoi occhi per lasciarlo con le parole sospese nella gola, ecco, questa volta non hai fatto ricorso alla tua seconda natura dominante, ma solo a quel carattere predatorio che s'è fuso con la gentilezza che avevi, lo stai sfidando in maniera aperta, mostrandogli che non importa cosa la sua mente crede di aver compreso su di te, si sbaglia completamente, non è solo il nostro legame il problema. «Con tutto il rispetto, professore Aizawa, quella ricercatrice si era raccomandata bene sul fatto che io non avrei dovuto separarmi da Kacchan per almeno una settimana dopo la fine del periodo di Rut, cosa che lei ha chiaramente ignorato sottoponendomi ad un grande stress e se proprio ci tiene a conoscere la causa del mio malore, posso presentarle una sintesi di quanto è accaduto: la mia territorialità, possessività e gelosia sono esplose, creandomi un forte istinto di violenta natura verso la maggior parte della classe e si fidi, non era una cosuccia che poteva essere risolta contando fino a dici, ma più che altro si è trattato di un bisogno viscerale che, per la salute dei miei amici, ho fatto del mio meglio per reprimere, cosa che mi ha causato di perdere i sensi, il tutto mischiato con un fattore di stress pre esistente che ha di gran lunga peggiorato le mie tendenze violente. Ora spero lei si renda conto che non fosse stato per la prontezza di Kacchan che ha affrontato la situazione con me, nonostante in quel momento anche lui fosse in una posizione pericolosa, ha evitato che oggi lei dovesse bussare alle porte dei genitori di qualcuno per riportare loro qualche frammento di osso che si sarebbe potuto esser salvato dalla mia furia» l'uomo non sa come reagire dinnanzi alla poca gentilezza con la quale hai intavolato l'argomento, percepisce velocemente la sfumatura che hai nascosto fra le righe, ovvero che il vero responsabile di quanto accaduto era lui soltanto.

«Spero che lei si renda conto velocemente che non sono un comune alpha, come Kacchan non è un comune omega e non può affrontare le situazioni che ci riguardano come se si trattasse di lei ed il suo compagno, poiché per quanta rispettabile esperienza lei possa avere, questa non si applica al nostro caso. Mia madre recentemente m'ha fatto recapitare una lettera nella quale mi confessava che mio padre in verità era un alpha del mio stesso tipo, sebbene appaia aver avuto un temperamento più mite in certi comportamenti, se lo desidera posso farle una copia delle specifiche riguardanti la mia condizione che lei ha citato nella lettera, sempre che questa volta non le sfuggano di mente come è capitato per le raccomandazioni che ho già citato» ritrovandosi completamente sconfitto, riconoscendo d'aver commesso un errore che avrebbe potuto strappare delle vite, egli non può far altro che annuire spiacente, pregandoci di allenarci insieme agli altri se le nostre condizioni lo permettono, io annuisco trascinandoti con me, sollevato che la situazione si sia placata senza alcun problema.

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