L'EROS NELL'ANTICO EGITTO
Gli antichi Egizi possono apparire a un primo sguardo come un popolo austero, poco dedito al piacere, completamente orientato alla vita dopo la morte. Non è così.
Nell'antico Egitto pare che ci fossero pochi tabù riguardo alla sessualità. I matrimoni avvenivano molto presto, 13 anni per le ragazze e 15 per i ragazzi. Gli Egizi usavano la frase "passare un'ora di felicità" per indicare l'unione amorosa. Una frase curiosa che ha un certo fascino. Sembra inoltre che il concetto di verginità non fosse così importante come in altri luoghi. Le donne inoltre avevano diritti quasi uguali a quelli degli uomini, cosa inconsueta in una civiltà di quell'epoca. Il tradimento sia femminile, sia maschile era punito pesantemente (sia con una punizione economica, sia con una punizione corporale, anche nel caso fosse stato il marito a farlo). A seguire alcune curiosità.
Il papiro Chester Beatty I ci rivela l'ideale erotico femminile degli Egizi: "Pelle perfetta e luminosa, occhi seducenti quando guarda, labbra dolci quando parla. Collo sottile, corpo splendente, capelli color lapislazzuli".
Nel Papiro 55001 (o Papiro di Torino), risalente al XII secolo a.C., durante la dinastia di Ramses, viene descritto l'incontro tra un contadino e una cortigiana in una casa di piacere.
Grande importanza era data alla parrucca che veniva anche ricoperta da un gel profumato che con il passare delle ore si scioglieva. Le donne si preparavano agli incontri erotici indossando proprio queste parrucche.
Pare inoltre che gli antichi Egizi facessero gli spogliarelli. Ne troviamo infatti traccia in alcune tombe, per esempio nella tomba di uno scriba vissuto al tempo di Thutmosi IV (1397-1387 a. C.), poi nelle tombe private tebane e persino nel tempio di Luxor.
Non era inoltre un tabù il mostrare le proprie nudità. Troviamo dipinti con persone nude e non solo. Le donne indossavano abiti plissettati, semitrasparenti, che lasciavano ben poco all'immaginazione. Usavano inoltre un trucco elaborato, soprattutto degli occhi, per essere più seduttive.
La sessualità era insomma vissuta in maniera libera, soprattutto se paragonata ad altre culture contemporanee. Nel 1964 venne ritrovata una tomba con il dipinto di due uomini che si baciano. Khnumhotep e Niankhkhnum, questi i loro nomi, sono la più antica testimonianza dell'amore omosessuali, risalgono al 2400 a.C.
Gli antichi egizi usavano anche degli afrodisiaci. Tra questi c'erano il finocchio, lo zenzero, il melograno e il giglio d'acqua.
Piccole statue raffiguranti donne, le cosidette concubine del defunto, sono state ritrovate nelle tombe egiziane, a indicare una cultura del piacere anche nell'aldilà. La stessa mitologia è piena di riferimento all'eros. Le divinità si univano tra di loro e generavano la prole.
Conoscevano anche gli usi dei contraccettivi. La nascita di figli era per loro molto importante e la fertilità veniva invocata anche attraverso riti. La sterilità era una condizione che si cercava di evitare in ogni modo.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa ne pensate di questo capitolo? Ho deciso di presentare una panoramica sull'eros in epoca egizia.
A presto!
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