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Cambio di stanza •Capitolo 5

Stellarubia's POV

«Io credo che...insomma, dovrei andare a dormire»

Come mi è saltato in mente di dire di dover andare a dormire? Però, ho detto di amarlo. Ho detto di amarlo? L'ho ammesso davvero? Mi sono fatta coinvolgere troppo, sembrava tutto perfetto. Le lacrime hanno minacciato di uscire quando, dopo quel suo abbraccio in cui mi sarei voluta rifugiare per sempre, lui mi ha detto "Ti amo anch'io" con la voce spezzata. Nessuno sarebbe stato in grado di farmi sentire così speciale e importante in una sola serata. Nessuno mi hai mai abbracciata togliendomi il respiro, che sono riuscita a trattenere pur di non allontanarmi. Nessuno mi hai mai confessato il proprio amore in questo modo. I miei spasimanti su Tamaran sarebbero rimasti a bocca aperta se avessi raccontato loro un episodio del genere, ma non lo dirò a nessuno: sarà il nostro segreto. Le immagini del suo viso, le sensazioni del suo tocco continuano a torturarmi. Inizio ad arricciare ciocche di capelli nervosamente. Stellarubia, mantieni l'autocontrollo, è fondamentale in queste situazioni. I terrestri sono molto suscettibili, quindi respira ed inspira ma, soprattutto, non cominciare a parlare tamariano. Mantieni un'espressione facciale umana e respira.

«S-sì, certo»

Dopo avergli lasciato un'ultima carezza sul viso, mi allontano verso la porta mentre lui si gratta la nuca imbarazzato, rimanendo immobile. Quanto avrei voluto vedere i suoi occhi, chissà di che colore sono, chissà come sono profondi e luminosi allo stesso tempo. Devo assimilare ciò che è successo, è capitato tutto così in fretta, non ero pronta, o forse sì? È bellissimo sotto questa luce, che lo rende ancora più misterioso del solito. Appare come un'ombra che fa tutt'uno con il buio. I suoi capelli corvini riflettono la luce della luna e solo una piccola porzione del suo viso è illuminata. Non  sembrava così scuro quando ero a pochi centimetri dal suo viso. Ora che lo guardo da lontano ha tutto un altro effetto, sembra il Robin di sempre, solo apparentemente. A differenza degli altri giorni, stavolta è stato dolce, mi è sembrato piccolo ed indifeso, ma con l'enorme potere di farmi girare la testa e battere forte il cuore. È stato tutto così speciale, unico, il momento che forse ho sempre aspettato. Forse? No, ne sono certa. Chissà cosa sta passando per la testa a questo terrestre ora. In tutti questi anni non ho mai avuto l'onore di conoscere qualcuno come lui su Tamaran e su nessun altro Pianeta, perché... perché lui è Robin, ne esiste solo uno così e io l'ho appena baciato. Io-ho-appena-baciato-Robin. Devo ancora realizzarlo.

«Non vieni?»

Gli chiedo sorridente

«Ah, sì, sì...certo!»

E in modo impacciato scolla i piedi dal pavimento aprendo la porta. Scendiamo le scale in silenzio finché non arriviamo nella living room.

«Ecco io, Stella...»

«Robin, io...»

Parliamo in contemporanea ed entrambi ci lasciamo scappare una risatina nervosa.

«Andiamo a dormire»

Dice lui con voce bassa. Annuisco imbarazzata e continuo a guardarlo con gli occhi sbarrati mentre si avvia per il corridoio.

«Non vieni?»

Questa frase mi suona familiare. Ma che sto facendo? Non sarei dovuta rimanere, come dicono sulla Terra? Incastrata, impigliata... impalata!

«Sì, subito!»

Autocontrollo.

Si sente solamente il rumore dei nostri passi. Continuo a seguirlo finché non arriviamo davanti a camera mia. Apro la porta e mi ritrovo lui davanti.

«Allora, ehm...»

Il muro è improvvisamente diventato interessante da guardare. Non avevo mai notato delle crepe fino ad ora, dovremmo dare una verniciata.

«Buona notte Stella»

Provo di nuovo quella fantastica sensazione mentre mi posa le labbra sulla guancia, regalandomi un piccolo e dolce bacio. È molto meglio guardare lui che il muro, devo ammetterlo

«Buona notte...Robin»

Frettolosamente entro in camera mia e mi si chiude la porta alle spalle. Appoggio l'orecchio su di essa per assicurarmi che Robin si sia allontanato. Rimango in questa posizione per qualche secondo, finché non sento un rumore simile ad un esulto e dei passi felpati sgattaiolare via.

«Oddio oddio oddio oddio oddio»

Inizio a fare urletti e a correre avanti e indietro come una bambina

«Stella, ma cosa hai fatto? Ce l'ho fatta? Ce l'ho fatta! L'ho fatto! Oddio!»

Sento un toc-toc provenire dal muro accanto

«C'è qualcuno che vorrebbe dormire qua!»

«Oh, sì, scusami Corvina! Dormi di un sonno tranquillo! Fai bei sogni, insomma, buona notte!»

Emette uno sbuffo talmente forte da sentirsi dall'altra parte del muro, finché non si congeda. Non ce la faccio. Sono troppo euforica ed entusiasta! Uno scoppio proveniente dal soffitto mi fa saltare dalla paura. Ma cosa è stato?

«Oh santo Blofsmurg, ma cosa è successo?»

Alzo la testa mentre crollano pezzi di soffitto. Continuo ad osservare incredula da sotto un'asse portante, finché non noto un tubo rotto. Sì è spezzato, ma come è potuto accadere? Lo sguardo ricade allo specchio innanzi a me: ho gli occhi più verdognoli del solito e le mani che emettono un bagliore verde. Sono...sono stata io a fare questo disastro?

«Santo cielo Stella ce la fai a non fare rumore!?»

«Si, s-scusa amica Corvina... è successo un disastro»

L'ultima frase la sussurro tra me e me, come per rimproverarmi di ciò che ho combinato. Ecco cosa succede quando dimentico di avere autocontrollo.

«Cavoli, e adesso dove dormo?»

Mi tengo le mani tra i capelli. È crollata buona parte del soffitto e il tubo ogni tanto emette qualche sbuffo di fumo. Osservo la polvere e il subbuglio che si è creato in pochi secondi in camera mia. Non mi rimane che un'alternativa: dormire sul divano. Adesso non c'è tempo di chiamare qualcuno che possa aggiustare questo macello. Non faccio in tempo ad arrivare alla living room che vedo Robin alle prese con il microonde.

«Stella! Che ci fai qui? Non volevi dormire?»

«Sì, ma...ecco, ho combinato un pasticcio. Ho fatto, come dire... Ho fatto esplodere il soffitto e un tubo di non so che cosa»

Farfuglio sotto voce, con il timore che possa pensar male di me. Mi guarda con la bocca spalancata. Dovrei averla io, invece, dato che ha indosso solamente i suoi pantaloni attillati verdi con l'immancabile cintura gialla.

«Come...ne parliamo domani»

Taglia corto, fortunatamente. Il timer della macchinetta suona e Robin ne estrae una tazza.

«E tu come mai sei ancora sveglio?»

«Mi andava del latte per alleviare la tensione»

«La tensione?»

«Sì, beh, poco fa ti ho baciata e ho detto di amarti. Avrei preferito un'iniezione di calmante ma ho optato per una soluzione più casalinga»

Può essere dolce quanto vuole, ma sarà sempre schietto.

«...io ho fatto esplodere il soffitto»

Entrambi ci guardiamo per qualche secondo, finché non scoppiamo in una risata. Non ho mai avuto più feeling con Robin fino a questa notte. Sto per sdraiarmi sul divano finché il corvino non posa la tazza allarmato

«Cosa stai facendo? Non avrai intenzione di dormire là?»

«Perché no? È molto comodo»

Affermo tastando i cuscini

«Non scherzare...vieni con me»

«Io cosa?»

Divaga con lo sguardo. È buffo quando fa così.

«Dovrei...dovrei venire a dormire dove?»

«Con me, in camera mia»

Il suo tentativo di prendere in mano la situazione andrebbe immortalato.

«Se ci stiamo»

Mi sorride soddisfatto e nel frattempo ci dirigiamo verso camera sua

«Il letto non è molto grande, ma se ci stringiamo un po' non ci dovrebbero essere problemi»

Oh no! Ho dimenticato il mio pigiama! Penso. Vedo Robin armeggiare nel suo armadio e ne approfitto per fargli una domanda

«Scusa, Robin?»

«Sì»

Sta rovistando in cerca di chissà che cosa. I muscoli delle braccia sono tesi così come quelli del dorso. Continuo a chiedermi come sono riuscita a baciarlo stasera.

«Io avrei, anzi, ho dimenticato il mio pigiama in camera mia che ora è inagibile perciò ti chiedo gentilmente se...»

Mi lancia...una maglietta?

«Metti questa per stanotte»

«Oh, ehm...va bene»

La squadro per bene. È una semplice maglia a maniche corte rossa.

«Puoi cambiarti, tranquilla, io non ti guardo»

Dice voltandosi e alzando le mani come segno di giuramento. Senza indugiare mi tolgo i vestiti in un battibaleno per togliermi il più velocemente possibile questo imbarazzo.

«Robin!»

«Mi era caduta questa»

Risponde ancora chinato per terra, mostrandomi una delle sue bombe fumogene. Non ho fatto in tempo a mettermi la maglietta e, pur di non farmi vedere senza vestiti, mi copro meglio che posso, con il viso paonazzo.

«Mi giro mi giro»

Con un gesto fulmineo infilo l'indumento

«Fatto»

«Posso girarmi?»

«Sì, adesso sì»

«Perfetto»

Dice sfilandosi la cintura

«Cosa c'è?»

Mi chiede innocente

«Non sono mica la principessina "non guardatemi che mi vergogno"»

E si sfila i pantaloni buttandoli sul pavimento rimanendo così con solo i boxer addosso. Perché lo sta facendo? Vuole che il mio viso diventi come quello dei pagliacci del circo? Le sue mutande nere evidenziano il chiarore della sua pelle, a differenza della mia che è perennemente abbronzata. Per la sua risposta mi limito a guardarlo storta, seppur con immenso sforzo nel non divagare con lo sguardo per il suo corpo.

«Dai vieni a dormire, è tardi e domani dobbiamo partire presto»

Il tono di voce cambia radicalmente da allegro a triste e sconsolato

«Non ci pensare più, parliamo d'altro!»

Mi catapulto sul letto cercando di non fargli ricordare la ragione della sua sofferenza.

«Ehi, so che non vedevi l'ora di dormire con me, ma non fino a spaccare una doga del letto»

«Dai! Ho sonno, spegni la luce su»

Gli ordino mettendomi sotto le coperte. Continuo a sentirmi il suo sguardo addosso finché non preme l'interruttore e rimaniamo al buio. Sento il letto sprofondare finché non si sdraia anche lui. Non riesco a vederlo essendo girata dalla parte opposta, ma presumo sia a pancia in su.

«Robin?»

«Sì?»

«Ti sei mai chiesto perché le caramelle sono così buone?»

«Non credo, le caramelle sono buone e basta»

Riesco a percepire il suo sorriso

«Ma sono così dolci e irresistibili, chi non vorrebbe mangiarle? Per non parlare di quelle alla frutta...»

«Stella, sei nel letto con me...»

«Sì?»

Dove vuole andare a parare?

«Sicuramente io fossi stato al tuo posto non mi sarei messo a parlare di caramelle e di quanto siano buone»

«Che... cioè?»

«Scherzo Stella»

Rimbalzo per poco sul letto, segno che ha cambiato posizione. È un elefante questo ragazzo. Oh no. Non doveva mettersi così... Adesso sento il suo respiro sul mio collo

«Stella?»

«Mh?»

Fortunatamente non può sapere che ho gli occhi spalancati cercando di restare calma

«Tu sei la mia caramella alla frutta»

«Cioè?»

«Perché sei dolce e irresistibile»

Si avvicina ancor di più, appoggiando la fronte sulla mia nuca. Un largo sorriso si fa spazio tra le mie labbra. Le immagini del suo viso a pochi centimetri dal mio ritornano vivide nella mia mente. Decido di girarmi verso di lui. In fondo ho sperato di riuscire ad intravederlo senza maschera, ma niente: la tiene anche a letto.

«E a che gusto?»

«Alla fragola, credo»

Sussurra in un sorriso

«Sono le mie preferite»

Mi lascia un bacio sulla fronte per poi avvolgermi un braccio attorno. Adesso riesco a percepire il calore del suo corpo e la morbidezza della sua pelle.

«Tu sei la mia preferita tra tutte le caramelle»

«E tu sei il mio preferito tra tutti i pharsmug»

«Mh. Lo prenderò come un complimento»

«Buona notte»

Alzo il viso intrappolato tra il suo petto e il braccio in cerca del suo. È stata questione di un secondo e gli poso un secondo bacio sulle labbra che lui ricambia più di quanto mi aspettassi. Se i miei amici sapessero di questo mio lato più adulto cambierebbero opinione su di me. Pensano io sia esuberante ed emotiva. Effettivamente è così, ma sto scoprendo un nuovo lato di me che adoro, ma solo se ho Robin accanto.

«Buona notte, Stella»

Oramai mi sono rilassata ed essendo un po' scomoda allungo un braccio attorno a lui.

«Sai che io rimarrò sempre con te»

Non sembra una domanda, e non so cosa rispondere. Mi ha spiazzata, ma tra le sue braccia tutto sembra possibile

«Sempre?»

«Sempre»

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