16
<< Emily apri la porta. >> Sono chiusa in camera mia da quando Drake ha messo piede in casa.
Sono seduta sul letto, prendo un cuscino e me lo stringo al petto. Non so, forse per darmi conforto.
<< Vai via... Non ho voglia di parlare adesso... >> Lo sento imprecare, poi sento un rumore vicino alla porta. Mi alzo e mi avvicino. La apro piano, e d'un tratto si spalanca.
Drake. Ci mancava poco e la buttava a terra.
Metto il broncio, mi porto le braccia al petto e vado a sedermi di nuovo sul letto.
<< Ti avevo detto che non voglio parlare... >> Mi guarda intensamente, è rimasto fermo davanti alla porta.
<< E quando allora? >> Quasi mi supplica. Incrocio le gambe e mi guardo i piedi.
<< Allora? >> Insiste.
<< Io... >> Un solo passo, solo uno gli è bastato, per sedersi sul letto accanto a me. Mi guarda intensamente negli occhi, talmente tanto, che sono costretta a distogliere lo sguardo.
Mi guardo di nuovo i piedi, non so cosa dire...
<< A me è piaciuto... E a te? >> si sporge in avanti, cerca il mio sguardo con gli occhi. Non lo guardo, allora posa un dito sul mio mento e mi fa alzare il viso per guardarlo.
Fisso i suoi occhi castano scuro. Ha uno sguardo così intenso...
<< Non posso... >> Mi limito a dire.
Si avvicina a me, il suo viso è a pochi centimetri dal mio.
<< Si che puoi... Emily, puoi... >>
<< Ma noi siamo solo amici... >>
Mi sorride dolcemente e mi accarezza la guancia, poi mi prende il viso con entrambe le mani.
<< Sai benissimo che non è questo che vogliamo. Ho ragione? >> Scuoto la testa e tolgo le sue mani dal mio viso. Mi alzo e lui mi segue. Tenta di avvicinarsi a me, ma mi volto di scatto e poso una mano sul suo petto per cercare di tenerlo lontano...
<< Ho visto ieri... Ho visto che desideravi baciarmi... Infatti quando ti ho baciata non hai opposto resistenza... E... >> Gli tappo la bocca. E ride. La sua espressione è divertita, e io rimango incantata a quella visione.
<< È stato tutto un errore, mi dispiace. Non avrei dovuto permetterti di baciarmi. In realtà non avrei nemmeno dovuto permetterti di rimanere con me ieri sera. >> Ho sbagliato io. Dovevo chiudergli la porta in faccia, non farlo entrare, - anche se si è auto invitato - , ma avrei dovuto cacciarlo.
<< Ti prego non dire così... Non ti piace la mia compagnia? Se è così... >>
<< No. Non è questo! >> lo interrompo. Mi piace la sua compagnia, tanto... Ma non posso continuare a farmi baciare da lui e stare con Brandon. Devo mettere fine a tutto questo. E se significa non vedere più Drake, lo farò...
Prendo un lungo respiro, e dico:
<< Non possiamo più vederci noi due... >> Alzo gli occhi su di lui, e nel suo sguardo trovo tristezza. Apre bocca per dire qualcosa, ma lo interrompo,
<< ... Almeno non da soli... >> Continuo.
<< Quindi devo starti lontano...? >>
Si guarda intorno. Si acciglia, mi avvicino a lui, faccio per prendergli la mano, ma si ritrae.
<< Lasciami. Sei... >> Cosa? Cosa sono per lui?
<< Drake... >> Mi vengono le lacrime agli occhi.
<< ...Cosa fai Emily? Prima mi dici di starti lontano, e ora vuoi prendermi per mano? Stai tu lontana da me. >> Spalanco gli occhi, non riesco più a trattenere le lacrime...
Esce dalla mia camera sbattendo la porta e sussulto per il forte rumore.
Dopo un po' mia madre sale ed entra aprendo piano la porta.
<< Emily, tutto bene? È successo qualcosa? >> Sto piangendo, ma non lo faccio vedere.
<< Si, mamma è tutto okay. Tranquilla. >>
Per tutto il pomeriggio sono stata chiusa in camera sul letto... Non ho sentito nessuno dei ragazzi, Carmen non mi ha chiamata; vorrei che fosse qui con me adesso...
La giornata di ieri è stata orribile. Non sono uscita dalla mia camera per tutta il giorno. Mia madre si è preoccupata al punto che ha chiamato mia sorella.
Mi sono arrabbiata, e le ho urlato in faccia che deve farsi gli affari suoi. Quando ho pronunciato quelle parole, ho visto i suoi occhi diventare lucidi, non avevo mai parlato in quel modo a mia madre.
Mi sono pentita subito del mio comportamento.
Oggi è iniziata un'altra giornata. Per prima cosa devo chiedere scusa a mia madre, quindi vado in camera sua: sta sistemando il letto.
Esito, poi busso ed entro; per un momento mi guarda, poi torna a fare quello che stava facendo.
<< Scusami per ieri. Non avrei dovuto alzare la voce in quel modo. >> Dico con un filo di voce.
Mi guarda con occhi freddi. << Avresti dovuto pensarci prima. Scusa ma non voglio parlare. Ho da fare. >> Dice e se ne va.
Con il morale a terra e con il senso di colpa, vado a fare colazione.
Bevo il mio latte freddo, e poiché ieri non ho toccato cibo per tutto il giorno, preparo il pane tostato con marmellata e lo mangio.
Ho così tanta fame che me ne preparo almeno due o tre.
Finita la colazione, chiamo Carmen.
È da un po' che non la sento. Mi chiedo che fine abbia fatto.
Attacca la segreteria.
Santo cielo quanto la odio questa maledetta segreteria!
Decido di chiamare Bob, magari è con lei...
Per fortuna risponde, e mi dice che sono al mare con Steve e Amanda.
Mi chiede di raggiungerli e accetto.
In spiaggia vedo i miei amici in acqua, Carmen invece è sotto l'ombrellone da spiaggia. Vado da lei, e mi siedo.
<< Emily. Finalmente sei arrivata! >>
La guardo seria. Sono un po' arrabbiata con lei: non mi risponde al cellulare, e non mi invita a uscire.
<< Che hai? >> Mi domanda. Si alza gli occhiali da sole dagli occhi, per guardare dritta nei miei.
<< Niente. >> Dico con tono brusco.
<< Bugiarda. Sputa il rospo. >> E mi sorride.
Okay. Vuole saperlo. Glielo dirò, non voglio tenermi niente dentro...
<< Ti ringrazio per non avermi invitata... >> Alza un sopracciglio e mi guarda confusa.
<< Ma di cosa parli? >> Sul serio?
<< Davvero non hai capito di cosa parlo? Fai sul serio Carmen? Sono praticamente tre giorni che non ti fai ne' vedere ne' sentire, non rispondi alle mie chiamate, e non... >>
Si alza di scatto e si volta nella mia direzione con un'espressione furiosa.
<< Ho anche io una vita se non lo hai capito. Non posso starti sempre dietro, ho anche io i miei problemi, Emily! >> Mette le mani sui fianchi, e restiamo a fissarci.
<< Ma vaffanculo Emily! >> E si allontana correndo.
Le lacrime cominciano a scorrermi sul viso. Mi alzo e quando mi volto vado a sbattere contro qualcuno... Cado a terra. Alzo la testa, vedo solo una sagoma, ho il sole negli occhi che non mi permette di vedere il volto della persona che ho urtato.
Mi alzo e quando porto la mano al viso, per ripararmi dal sole, mi sale la rabbia quando vedo Drake.
Giro la testa e lo supero. Mi prende per il polso, mi fa girare verso di lui e mi divincolo dalla sua presa.
<< Che ti succede? >> Mi domanda.
E poi sono io quella che dice una cosa e ne fa un'altra?
<< Lasciami in pace! Lasciatemi tutti quanti in pace! >> Strillo più che posso. La gente mi sta fissando. Mi avranno presa per una pazza...
Be', non mi interessa! Che pensino quello che vogliono. Ne ho abbastanza.
Le lacrime non smettono di scendermi sul viso, me le asciugo con il dorso della mano, allora Drake mi prende le mani e mi asciuga una lacrima.
Tiro via la mano, e d'impulso gli mollo un ceffone.
Rimane sconcertato, e anche io.
Guardo la sua guancia, è diventata rossa per il colpo forte.
<< Mi dispiace, ma lasciami in pace. Non voglio ripetertelo ancora... >> Mi sento un po' in colpa per quello che ho fatto, ultimamente agisco senza riflettere.
Mi metto a correre, << Ferma! Fermati! >> Drake mi corre dietro.
Continuo a correre ignorando completamente i suoi ordini.
Mi afferra per il polso bloccandomi. Mi strattona, e finisco tra le sue braccia.
Cerco di divincolarmi, ma inutilmente. Stringe sempre di più impedendomi di muovermi di un centimetro.
<< Perché lo hai fatto? >>
Sto cercando ancora di divincolarmi. Sinceramente sono un po' sorpresa dalla sua domanda. Mi aspettavo che si sarebbe infuriato, e invece...
<< Lasciami, ti prego! >> Scoppio in lacrime, e mi abbraccia, mi accarezza la schiena.
Riesco a sciogliermi dal suo abbraccio e corro via.
Quando chiudo la porta di casa alle mie spalle, mi volto, perché non si chiude, e qualcuno la apre da fuori.
<< Vai via! >> Strillo.
<< Fammi entrare. >> Continua a spingere la porta, e io mi ci butto contro con tutto il peso del mio corpo con la speranza che riesca a chiuderla.
<< No! >>
<< Cazzo Emily! Fammi entrare! >> Sbraita. La spinge violentemente e la apre.
Corro su per le scale, mi afferra di nuovo e mi tira, perdo l'equilibrio e cadiamo giù per le scale.
<< Ahi!! >>
Sono sopra di lui. Mi alzo e gli chiedo: << Drake... Come stai? >> Ha battuto la testa.
Scuote la testa. Non capisco se è per dire che sta bene oppure no.
Comunque lo aiuto ad alzarsi. Lo faccio poggiare a me, anche se non servirebbe a molto: se solo perdesse l'equilibrio io cadrei con lui. È troppo alto. E io sono così piccola vicino a lui.
Lo faccio sedere sul divano, e corro a prendere del ghiaccio.
Glielo porgo, e se lo porta dove ha battuto la testa.
Lo guardo preoccupata, e mi dice:
<< Ci ho provato. Non ci riesco. Emily, non riesco a starti lontano... >> Lo dice con tono supplichevole. Come per convincermi a rinunciare alla mia decisione di mantenere le distanze.
Lo guardo senza dire niente, allora si avvicina e prende il mio viso tra le mani: << Voglio baciarti... >>
Fisso le sue labbra, esito per un momento, poi mi faccio avanti per baciarlo, ma proprio quando le nostre labbra stanno per toccarsi,
<< Emily! Ma cosa stai facendo?! >> Sussultiamo entrambi e mi allontano da lui. Mi alzo immediatamente, guardo Drake, poi mia madre che ci sta ancora fissando incredula.
<< Mamma... >> Avanzo nella sua direzione, ma lei indietreggia,
<< Chi sei tu? Cosa ne hai fatto di mia figlia? >>
Sto già piangendo. È da ieri che non faccio altro che piangere, non ce la faccio più...
<< Ascoltami... >>
<< No! Non ti ascolto. Emily... Ma che ti prende? Non ti riconosco? Mi urli contro, non fai che piangere, ieri sei stata chiusa nella tua camera per tutto il giorno e non hai nemmeno mangiato, e ora... Ti trovo qui, è quasi baci questo... >> Indica Drake con disprezzo.
Drake si acciglia e si alza, avanza lentamente verso mia madre: << Rispetto signora. Rispetto... Io di certo non le ho mancato di rispetto... Mi aspetto altrettanto da lei... >>
Adesso la sua espressione è disgustata, e da Drake sposta lo sguardo su di me,
<< Ma chi è questo? Cosa vuole? Perché non se ne va? >>
<< Signora... >> Ringhia.
Mi piazzo davanti a lui e poso le mani sul suo petto.
Abbassa gli occhi su di me, che da furiosi diventano dolci. << È meglio se vai... >> Sussurro.
Annuisce e va' via.
Mia madre mi guarda in cagnesco, faccio per dire qualcosa, ma mi zittisce alzando una mano. Chiude gli occhi e dice: << No. Stai zitta. Non dire niente. >> Abbasso lo sguardo e mi guardo le mani.
<< Mi hai molto delusa. Molto. >> Continua e poi va a chiudersi in camera sua.
Entro nella mia camera, chiudo la porta, e sento un rumore provenire dalla finestra.
Qualcuno sta lanciando dei sassolini, la apro e mi affaccio. Per poco il cuore non mi esce dal petto per quanto mi batte forte.
<< Adesso salgo. >>
<< No, è pericoloso... >> Cerco di dire più a bassa voce possibile.
Troppo tardi, si sta già arrampicando su di un palo. È molto abile, sembra lo abbia già fatto molte volte.
Entra dalla finestra, e la chiude. Si volta e avanza verso di me.
<< Che ci fai qui? >>
<< Sono venuto per prendermi ciò che mi spetta... >>
Lo guardo confusa. << Cosa? >>
Si avventa sulle mie labbra. Schiudo le labbra e mi abbandono a lui. Posa una mano sulla guancia e una sui miei fianchi. Porto le braccia al suo collo, e affondo le dita nei suoi capelli. Indietreggiamo, e mi solleva per i fianchi facendomi sedere sul davanzale della finestra. Continuiamo a baciarci, e si piazza tra le mie gambe.
Il bacio si fa sempre più intenso, e i nostri respiri sempre più corti.
Il mio corpo prende fuoco. Dobbiamo fermarci. Assolutamente!
<< Drake... >> Sussurro sulle sue labbra.
Si allontana e mi guarda in volto... Respiriamo a fatica.
<< Credo sia meglio che tu vada... >> Dico poco convinta.
Mi accarezza la guancia, e mi aiuta a scendere. Esce dalla finestra, e io lo guardo andare via...
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