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Mi sto preparando per uscire, devo andare da mia madre, dobbiamo starle vicino...
Quando esco di casa, trovo Carmen davanti casa, << Tesoro! Quando sei arrivata? >> Viene verso di me.
<< Ieri mattina, ma sono stata tutto il giorno da mamma. >>
Annuisce, incrocia le braccia al petto, << Come sta? >> Chiede.
<< Distrutta. >>
Mi prende per le spalle e mi stringe a se', << Supererete anche questa. Siete donne forti. >>
Annuisco.
<< Volevo andare a trovarla, per questo sono passata di qui, speravo di trovarti, o almeno di trovare Debby. >>
Dice e io la guardo confusa.
<< Debby? Come Debby? >> Annuisce,
<< Dorme qui da un po'. Non lo sapevi? >> Scuoto la testa.
<< Vabbè! Dai sali ti accompagno io. >> Corro alla macchina e salgo in fretta, allaccio la cintura e quando Carmen sale al lato guida la ringrazio per il passaggio.
<< Figurati, te l'ho detto, volevo passare a trovarla. >>

Quando arriviamo nella stanza dove c'è mia madre, noto che il dottore è dentro che parla con lei, che è in lacrime, e al suo fianco a consolarla c'è Raf.
Entro nella stanza con Carmen alle mie spalle.
<< Buongiorno. >> Sussurro; guardo mia madre disperata che si accarezza la pancia e Raf che la bacia sulla fronte.
Si tengono per mano.
<< Buongiorno signorina. >> Mi saluta il dottore.
Sembra mortificato. Okay, le cose non sono andate come volevamo. Questo è certo.
Il dottore viene verso di me e Carmen si allontana; << Ho brutte notizie, mi dispiace. Ho già comunicato tutto a sua madre. >>
Mi porto una mano alla bocca e i miei occhi si riempiono di lacrime.
<< Mi dispiace, ma per il bambino non c'è stato niente da fare. >>
Le lacrime cominciano a scorrermi sul viso e il dottore mi posa una mano sulla spalla per cercare di darmi conforto.
Corro verso mia madre e l'abbraccio.
<< Mamma... >> Sussurro.
<< Il mio bambino... >> Piange disperata.
<< Vi lascio soli... >> Il dottore prende la sua cartellina ed esce dalla stanza chiudendo la porta. 
Restiamo in silenzio, nessuno è in grado di dire qualcosa.
Improvvisamente sento di nuovo quel fastidio allo stomaco; questa mattina non ho nemmeno fatto colazione, credo sia meglio riempirlo, o finirò col sentirmi male.
<< Mamma scusa, ho bisogno di mettere qualcosa nello stomaco, vuoi che ti porti qualcosa? >> Chiedo e lei scuote la testa, mi carezza la guancia e dice: << Non hai motivo di stare qui, torna pure a casa, anzi mi chiedo perché tu sia venuta qui. Non c'è molto da fare... Ormai. >>
Scuoto la testa, << Sono qui perché è un momento difficile per la nostra famiglia, e dobbiamo restare uniti più che mai... >>
Forza un sorriso e poi dice: << Va bene, ma adesso vai a fare colazione tesoro. >>
Annuisco e insieme a Carmen vado al bar dell'ospedale a prendere qualcosa che non mi faccia male come quel cornetto.
Non dimenticherò mai più come mi ha fatto stare male.
<< Emily stai bene? Ti vedo un po' pallida. >> Mi fa notare.
In effetti ho la nausea e anche un po' di mal di stomaco.
<< Qualche giorno fa Caleb mi ha offerto un cornetto a colazione, e da allora non fa che darmi fastidio lo stomaco, ho la nausea, e ho già rimesso un po' di volte. >> Spiego.
Carmen annuisce, << Potrebbe essere stato il cornetto, ma non credo sia ancora per quello. Secondo me è un virus. >> Dice.
Annuisco. A pensarci bene potrebbe essere...
<< Hai ragione. Prenderò qualcosa, anche se non so cosa appena tornerò a casa. >> Dico.
<< Ti va di venire a dormire da me, questa sera? In nome dei vecchi tempi, so che non è il momento adatto, ma credo che potrebbe aiutarti a farti sentire meglio, non credi? >> Propone, e io non potrei esserne più felice.
Accetto il suo invito, << Hai ragione, mi aiuterà a distrarmi. >>
<< Okay allora facciamo così... Io adesso devo vedermi con Bob e i ragazzi, e non posso trattenermi, ma ti verrò a prendere più tardi okay? >>
Annuisco, << Salutami Bob e gli altri, dì loro quanto mi mancano. >>
Sorride, << Manchi anche a noi quando non sei qui, spero che un giorno tornerai a vivere qui e potremmo stare sempre insieme. >>
Sorrido non sapendo che dire.
Non voglio rattristarla, ma come ho detto ieri, questa città non la sento più casa mia, casa mia adesso è dov'è Drake.
Carmen va via e io ritorno da mia madre.
<< Mamma cosa fai? >> Chiedo appena entro: la trovo seduta sul bordo del letto con i piedi penzoloni.
Mi avvicino a lei, tiene in mano l'ecografia del bambino: la prima, e l'altra credo fosse l'ultima.
Mi siedo accanto a lei e insieme guardiamo le immagini.
<< Era un maschietto. Volevo chiamarlo Jeremy, come vostro padre... >>
Scoppia a piangere e l'abbraccio.
<< Domani pomeriggio lo asporteranno e poi tornerò a casa, se vuoi domani stesso puoi partire tesoro, non hai motivo di stare qui, e poi non voglio che perdi le tue lezioni a causa mia. >>
Scuoto la testa; le dico di non preoccuparsi delle lezioni, perché Cat e Maggie mi passano gli appunti.
<< No, tesoro. Non devi trascurare l'università per me, okay? Domani sera farò l'intervento, e poi tu tornerai a casa. Vai a comprare il biglietto, ti accompagna Raf. >> Dice, poi si rivolge a Raf che gli sta seduto accanto sulla sedia, << Amore, puoi accompagnarla? >> Annuisce.
<< Portala anche a casa, così comincia a preparare le valigie. >>
<< Mamma, non preoccuparti, le valigie posso prepararle anche domani, e comunque volevo dirti che questa sera vado a dormire da Carmen. Mi ha inviata. >> Le comunico dei miei programmi di questa sera.
<< Va bene, però adesso andate a fare il biglietto. >>
Io e Raf andiamo via; una volta in macchina dice: << A quale agenzia devo portarti? >>
<< Questa qui proprio dietro l'angolo. >>
Svolta dove gli ho detto e ferma la macchina e io scendo.
<< Salve. >> Una signora mi saluta,
<< Salve, vorrei prendere un volo per Cambridge per domani pomeriggio. >>
Mi fa segno di accomodarmi, << A che ora vorresti partire? >> Chiede.
<< Ecco... >> Oddio!
Mi porto una mano alla bocca, la signora mi guarda preoccupata.
<< Ti senti bene cara? >> Mi si avvicina e mi posa una mano sulla spalla.
Io annuisco sorridendole.
<< Ne sei sicura? >>
No. Per niente. Mi viene da vomitare e non mi sento per niente bene. Questo stupido virus del cavolo!
<< Si, sicura. >> Mento. Io non voglio fare pena a nessuno.
Compro il biglietto e vado via.

Passo il pomeriggio a pulire un po' casa, poi a piedi torno in ospedale da mia madre.
<< Sei di nuovo qui? >> Chiede.
<< Non mi andava di stare sola a casa, e poi volevo stare un po' con te. >> Le prendo la mano e mi sorride.
Nel frattempo arriva Raf con Debby e Justin.
<< Emily... >> Mi saluta mia sorella.
<< Ciao Debby. Come va? >> Chiedo spostando lo sguardo da Debby a Justin e di nuovo da Justin a Debby.
Si guardano e poi guardano me, si sorridono. << Avevi ragione. >> Dice Debby prendendo Justin per mano.
<< Io? Sempre... >> Faccio un sorriso a tutto denti. Si baciano.
<< Ti accompagniamo noi dopo, se vuoi... >> Dice Justin.
Scuoto la testa e lo ringrazio dicendogli che andrò a dormire da Carmen e che quindi verrà a prendermi lei.

Sono le 20.30, e siamo appena usciti dall'ospedale, l'orario di visita è finito; Raf, Justin e Debby sono andati via, e io sono ancora qui fuori, Carmen ancora non è venuta a prendermi, spero che non si sia dimenticata.
È buio, per strada non c'è un'anima viva, eppure non è poi così tardi che la gente si è già rintanata in casa...
Sinceramente mi fa un po' paura la strada così buia, spero che Carmen si sbrighi in fretta ad arrivare.
Provo a chiamarla per vedere che fine abbia fatto.
<< No... Perché non c'è campo. Potevi scegliere momento migliore di questo per decidere di non avere campo... >>
Niente. Devo solo aspettare che arrivi.
Nel buio intravedo qualcuno: viene verso di me. Oh, cavolo! E adesso come faccio...
Mi tranquillizzo quando vedo che è solo Brandon, ubriaco tra l'altro.
<< Brandon che ci fai qui? >> Chiedo.
<< Sono qui per te. >> Avanza verso di me barcollando e io indietreggio.
La puzza d'alcol mi fa venire la nausea, come se non ne avessi già abbastanza...
<< Per me? Non capisco cosa intendi dire... >>
<< Ti ho seguita dolcezza. Ti ho vista questo pomeriggio uscire di casa e ti ho seguita. >> Dice con voce impastata.
Spalanco gli occhi e arretro ancora.
<< Tu mi hai seguita? >> Dico terrorizzata.
Non mi piace ciò che dice, quindi mi volto e quando sto per andare via, mi blocca tenendomi per un braccio.
<< Dove vai puttana. Vieni qui! >>
Mi strattona, mi tiene per entrambi i polsi adesso, cerco di divincolarmi, ma nonostante sia ubriaco, riesce a tenermi ferma.
<< Brandon sei ubriaco ti prego lasciami! >> Strillo in preda al panico, sento le lacrime salirmi agli occhi e poi scorrermi sul viso.
<< Adesso ti faccio vedere io sgualdrina! >> Mi strattona di nuovo, e allora comincio a dimenarmi,
<< Aiuto! >> Strillo.
<< Chiudi il becco! >> Mi carica in spalla e poi in macchina.
<< Cosa fai? >> Chiedo spaventata; chiude la portiera. Sale al mio fianco, << Adesso andiamo a divertirci un po', anche se mi divertirò di più io. >> Ride maliziosamente.
Afferro la maniglia della portiera, e proprio quando sto per aprirla, lui chiude le sicure.
Accende il motore e parte a tutto gas.
Arriviamo davanti casa sua, << Scendi. >> Dice quando mi apre la portiera, scuoto la testa, allora mi afferra per i capelli e mi tira fuori.
Mi trascina dentro casa tirandomi per i capelli; << Siamo soli, e sei tutta mia. >> Mi sfiora la gamba e io mi scanso, << Stronza! Adesso ti faccio vedere chi è che comanda qui! >>
Mi afferra di nuovo per i capelli, << Brandon lasciami! Voglio andare a casa! >> Scoppia a ridere.
<< No. Tu non ci torni, e poi non c'è nemmeno il tuo amorino. >> Scimmiotta. Poi mi guarda in cagnesco, << Sei mia. >>
Mi trascina su in camera sua e chiude la porta a chiave, poi mi butta sul letto.
Si slaccia la cintura, poi i pantaloni, e io mi copro il viso.
<< Preparati, sarà una notte molto lunga. >> Mi sale sopra bloccandomi con il peso del suo corpo, mi porta le braccia sulla mia testa bloccandomi per i polsi.
Chiudo gli sperando che tutto questo finisca al più presto.
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Povera Emily... Non credete?
Voglio farvi odiare Brandon con tutto il cuore, e credo di esserci riuscita...
Beh spero che vi sia piaciuto e buona lettura! 😘

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