107
<< Oddio che mal di testa. >> Si massaggia le tempie.
<< Ci credo... Questa notte quando sei arrivata, eri ubriaca fradicia... >>
<< Emily! Non urlare! La testa mi scoppia! >>
Alzo le mani, << Cat sei tu quella che sta urlando, non io... >> Ridacchio.
Mi faccio seria, << Cat, posso chiederti una cosa? >> Dico rivolgendomi alla mia amica, che si sta massaggiando ancora le tempie.
Annuisce e fa una smorfia di dolore,
<< Cosa? Spero non sia nulla di complicato perché non ho la testa per pensare. >>
<< Ieri, quando Maggie ti ha messo a letto, hai detto qualcosa... >> Mi interrompo.
S'irrigidisce, si guarda intorno. Ha paura di qualcosa? Di qualcuno?
<< Cosa? >> Chiede irrequieta. Mi incita a continuare e a raccontarle tutto.
<< Ieri sussurravi: perché quel bullo non la finisce di picchiarlo? >> Cat spalanca gli occhi, << Cosa? Davvero? >> Fa una risata nervosa.
Incrocia le braccia al petto e comincia a camminare avanti e indietro per tutta la stanza.
<< Cat fermati! >> Si porta le mani alla testa, chiude gli occhi, << Non urlare! >>
<< Scusa... >> Dico facendo spallucce.
<< Allora mi sai dire perché hai detto quello che hai detto? >>
Si agita, scuote la testa. << Niente. Non è niente. >> Dice, ma il suo tono di voce la tradisce.
<< Cat... >> Insisto.
Si rabbuia, allora facendo attenzione, mi alzo dal letto e saltello sul piede non ingessato e vado a sedermi accanto a lei. Le porto un braccio dietro le spalle.
<< Puoi parlare con me. >> Una lacrima le scende sul viso, annuisce. Si asciuga la lacrima e tira su col naso,
<< Quando avevo dodici anni... Avevo un migliore amico, il migliore del mondo. >> Singhiozza.
Le carezzo la schiena affettuosamente.
Perché dice "avevo"?
<< Nella nostra scuola c'era un gruppo di ragazzi, erano bulli, i peggiori di tutta la scuola. Odiavano a morte il mio amico Jack. >>
Chiedo il perché e lei mi dice perché al suo amico non piacevano le donne.
Per loro non dovevano esistere persone del genere.
<< Lo hanno massacrato di botte: lo hanno preso a bastonate. Davanti a me! >> Scoppia a piangere.
L'abbraccio forte per consolarla e alleviarle il dolore, anche se è impossibile.
<< Non ho potuto fare niente! Non ho potuto difendere il mio migliore amico! Quegli stronzi mi tenevano ferma e mi costringevano a vedere Jack mentre veniva picchiato a sangue.
Ci hanno lasciati lì, e Jack era steso a terra sanguinante; volevo chiamare i soccorsi, ma me lo ha impedito, sapeva che stava per morire, sapeva che i soccorsi non sarebbero arrivati in tempo perché lui sarebbe morto prima...
Io gli sono stata accanto per tutto il tempo, fino a quando il suo cuore non ha smesso di battere e non ha esalato l'ultimo respiro.
<< "Chiama aiuto solo quando tutto sarà finito. Sono stanco di soffrire, di subire le cattiverie dagli altri, voglio andarmene da questo mondo." Questa era la volontà del mio migliore amico, e io ho fatto come voleva. >> Piange tra le mie braccia.
Si asciuga le lacrime con il palmo della mano, << Solo dopo il suo funerale, e i giorni seguenti... >> Singhiozza. Le si strozza la voce. Non riesce a parlare.
<< Cat, se non ce la fai, non sei costretta a continuare. >>
Scuote la testa, << Solo quando ho iniziato a sentire la sua mancanza, mi sono resa conto del grosso errore che avevo fatto. Il mio migliore amico poteva essere soccorso, poteva essere salvato, ma io non ho fatto niente. >>
Le massaggio la schiena affettuosamente, cerco di consolarla.
<< Ieri ho visto dei bulli che picchiavano un ragazzino, non ci ho visto più. Mi sono buttata a capofitto su quei pezzi di merda, volevano picchiare anche me, ma per fortuna c'era Ash.
Abbiamo aiutato il ragazzo e lo abbiamo riaccompagnato a casa. >> Spiega con voce tremante. Prova così tanta rabbia... Le si legge in faccia.
<< E dopo? Perché eri ubriaca? >> Chiedo.
Si guarda le mani nervosamente.
<< Ero scossa, ho raccontato tutto ad Ash. Quello che è successo con Jack, poi mi ha riaccompagnata qui, ma non riuscivo a stare tranquilla, avevo bisogno di rilassarmi, così sono uscita e sono entrata nel primo bar che mi sono trovata davanti. >>
Sospiro, perché le persone hanno questo brutto vizio di affogare le proprie pene e i propri dispiaceri nell'alcol.
<< Cat, stavi malissimo, potevi sentirti male, lo sai? >> La rimprovero.
<< Lo so. Ti prego, non dire niente ad Ash o si arrabbierà molto con me... >> Mi prega. Non farei mai una cosa del genere, io non sono un'impicciona.
Scuoto la testa e le assicuro che non dirò niente e terrò la bocca chiusa, ciò che è stato detto in queste quattro mura, rimarrà in queste quattro mura.
<< Grazie Emily! >> Mi abbraccia forte e piange.
Deve essere stato davvero brutto perdere una persona cara, io lo so. L'ho provato sulla mia pelle.
Quando è morto mio padre mi è crollato il mondo addosso, credevo che la mia vita ormai non avesse più senso, ma poi poco a poco mi sono ripresa, e adesso sono felice. Anche se mi mancherà sempre...
<< Andrà bene. Anche questa volta passerà. >> Dice a se' stessa.
<< Non ho voglia di andare a lezione, ho bisogno di camminare e pensare... >>
Annuisco. << Allora ti lascio sola. Io vado a prepararmi o farò tardi. >> Annuisce e mi affretto a prepararmi, poi vado a lezione.
Nel pomeriggio, chiamo Drake, ho voglia di vederlo.
Ci siamo dati appuntamento, e tra mezz'ora viene a prendermi, avevo voglia di pattinare, ma dato che non posso muovermi sono costretta a rinunciare.
Entro nella stanza. << Cat? >> Dico, il suo letto è vuoto, e nella stanza non c'è; mi chiedo dove sia. Decido di chiamarla:
"Emily..."
"Cat, stai bene?"
"Si, tranquilla. Volevo lasciarti un messaggio per dirti che sono da Ash, ma mi sono completamente dimenticata."
"Va bene, non preoccuparti."
"Rimango qui da Ash. Se vuoi tu e Drake avete la stanza libera..."
Spalanco gli occhi, "Cat!"
Ridacchia e anche io.
"Sono contenta che ti sia ripresa."
"Anche io. Emily adesso vado. Ci vediamo domani... Buona serata."
Dice con tono divertito alla fine.
La saluto e riagganciamo.
Meglio se inizio a prepararmi se voglio fare in tempo.
Sono davanti allo specchio, mi sto truccando un po', quando lo vedo entrare nella stanza. Mi si disegna un sorriso sulle labbra.
<< Ciao amore mio. >> Dico.
Mi cinge alla vita da dietro, << Ciao. >> Mi bacia sul collo, e io piego leggermente la testa di lato.
<< Sei pronta? >> Chiede.
Annuisco, << Devo solo mettere il gloss e sono pronta. >>
Mi sposta i capelli su di un lato e mi posa piccoli baci sul collo.
<< Sei perfetta così, non hai bisogno di mettere tutta quella roba. >>
Sorrido, mi volto: << Lo so, ma voglio essere ancora più bella... Solo per te. >>
Mi bacia sulle labbra infilandoci la lingua.
<< Tu sei sempre la più bella per
me... >> Mi prende i fianchi, mi attira a se' e poi mi trascina a letto. Si siede e mi fa sedere a cavalcioni su di lui.
Porta una mano dietro la mia schiena e una dietro la mia nuca per tenermi più vicina. Il mio corpo prende fuoco, un brivido mi percorre lungo la schiena.
<< Drake... >> Sussurro sulle sue labbra.
Mi accarezza la pelle da sotto la maglietta.
Mi bacia vorace sul collo, poi passa alla guancia e ritorna alle mie labbra.
<< Drake... >> Mi stacco da lui, sbuffa: << Perché devi sempre interrompermi.. >> Frigna.
Ridacchio portandomi le mani alla bocca, lui mi prende per i polsi e mi porta le braccia dietro la schiena, mi faccio ancora un po' più indietro, lui tenta di baciarmi, << No! Fermo! Mi rovini il lucidalabbra! >> Scoppia a ridere, mi passa un dito sul labbro inferiore.
<< Tanto è già rovinato... >> Sussurra fissandomi le labbra.
Gli do piccoli colpetti sulle spalle, poi poggiando le mani sul suo petto, mi alzo, << Che fai? >>
<< Dobbiamo andare... >> Dico.
<< Ma dove?! >>
Faccio spallucce, << Non lo so; ovunque, ma voglio uscire. >>
<< Hai preparato le valigie? >> Chiede.
Annuisco.
Domani pomeriggio abbiamo l'aereo per la Florida.
<< Mia madre si sposa... >> Sussurro e sospiro. Fisso il vuoto e Drake mi passa una mano davanti alla faccia facendomi tornare in me.
<< Okay, allora andiamo. Ti porto a mangiare... >> Mi bacia sulla punta del naso.
<< Dove? >>
<< Pizza? >> Mi fa l'occhiolino,
Gli butto le braccia al collo, << Si! >>
Drake a fatica riesce a tenersi in piedi.
<< Hei... Piano, se cadiamo ti fai male. >>
Drake mi porta il braccio intorno alla vita e io mi sostengo a lui.
Una volta alla macchina, mi apre la portiera e mi fa salire.
Quando si siede al mio fianco, mette in moto, e quanto parte, mi prende per mano.
<< Perché prendi sempre la mia pizza? >> Chiede.
<< È da quando ho assaggiato la tua pizza preferita che non faccio altro che mangiare quella. >> Dico.
È seduto davanti a me, allora allunga un braccio sul tavolo e mi prende la mano, intreccia le nostre dita.
Mi accompagna fino in stanza. Siamo davanti la porta, mi bacia sulla guancia, << Passo a prenderti domani alle 14.00. >> Annuisco.
<< Ce la fai da sola, o ti serve una mano per metterti a letto? >> Sorrido e lo guardo provocante.
Mi carezza la guancia, << Non dirlo... >> Sorride, << Ti metto a letto. >> Incrocio le braccia al petto, << Non sono una bambina, non ho bisogno che qualcuno mi metta a letto. >>
Annuisce, << Lo so, ma io voglio farlo. >>
Insieme entriamo. << Perché non resti a dormire con me? Domani potremmo partire da qui insieme... >>
Si passa le dita tra i capelli, scuote la testa, << Non posso, e poi dovrei comunque tornare a casa mia per prendere le valigie. >> Annuisco delusa.
Mi aiuta a sedermi sul letto, poi allungo le braccia facendogli segno di abbracciarmi; così si sporge in avanti verso di me e mi abbraccia forte.
<< A domani, buonanotte. >> Mi sussurra all'orecchio.
<< Buonanotte... >>
Lo guardo andare alla porta e andare via.
Mi lascio andare sul letto, guardo il soffitto, sospiro felice. Mi giro su di un lato e chiudo gli occhi.
Questa notte ho sognato Drake: mi prometteva amore eterno, mi prometteva che non mi avrebbe lasciato mai...
<< Tra quanto avete l'aereo? >> Chiede Cat.
<< Tra due ore. Viene a prendermi tra pochi minuti. >> Annuisce. << Ieri cosa avete fatto tu e Drake? >>
Sorrido, mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio: << Ma niente... Siamo andati a mangiare la pizza, poi mi ha riaccompagnato qui. >>
Cat spalanca gli occhi, come se non credesse a ciò che ho appena detto.
<< Come? E nient'altro? >> Inarco un sopracciglio, << Che dici? >>
Fa una risata nervosa, << Ma... Emily... Vi ho lasciato la stanza libera... >>
Faccio spallucce. << Non te l'ho chiesto io però... >>
Sorride, << Lo so. >>
Inclino la testa di lato e la guardo divertita, << Scommetto che non è stato un problema lasciarmi la stanza libera... >>
Diventa rossa come un pomodoro.
<< No... >> Ridacchio e lei si porta le mani alle guance per coprire il rossore per l'imbarazzo.
Il mio cellulare squilla, leggo il messaggio di Drake: dice che è arrivato, che non vede l'ora di partire e stare noi due soli.
Sorrido, << È lui? >> Annuisco.
<< È qui. >>
<< Vai bimba... >> Mi abbraccia.
<< Tienimi per mano per tutto il viaggio... >> Sussurro al suo orecchio.
Sorride divertito, mi carezza la guancia e mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio soffermandosi su quest'ultimo.
<< Hai paura? >> Chiede.
Lo guardo di traverso, << Ti ricordo che l'ho già preso diverse volte... >> Dico orgogliosa.
<< Mmmh... Mmmh... >> Mi bacia sulle labbra.
Mia madre e Raf sono passati a prenderci all'aeroporto, Drake sta prendendo le nostre valigie, mentre saluto mia madre e, quando la guardo mi sembra strana vederla con il pancione.
Okay, non proprio pancione, è ancora piccolo, è solo al terzo mese...
<< È cresciuto! >> Si tocca la pancia.
<< Si, tesoro, hai ragione. Sta crescendo. >> Sorride. Si vede che è felice.
<< Andiamo a casa, sarete stanchi. Com'è andato il viaggio? >>
<< Bene. Abbiamo dormito per quasi tutto il viaggio, per fortuna non ci sono state turbolenze. >> Dice Drake. Porta un braccio attorno alle mie spalle e tutti insieme ci incamminiamo verso la macchina di Raf.
<< Tesoro mi spieghi di nuovo come hai fatto a romperti la gamba? >> Chiede una volta in macchina.
Guardo Drake che mi fa segno di stare tranquilla, mi prende per mano e la stringe forte.
<< Sono scivolata nella doccia. Per fortuna che c'era Cat lì con me, altrimenti non so come avrei fatto. >> Mento.
Ho dovuto per forza farlo; non le ho detto che ho avuto un incidente, che avrei potuto morire, e che invece il mio compagno di università è morto a causa di quell'incidente.
<< Devi stare più attenta. Ti è andata bene che ti sei rotta solo una gamba, invece della testa... >> Dice voltandosi dietro per incrociare il mio sguardo, poi si guarda di nuovo avanti a se'.
<< Cosa desiderate mangiare? >> Chiede Raf.
Facciamo entrambi spallucce, << Non ne abbiamo idea... >>
<< Hamburger? >> Chiede, e noi annuiamo.
<< E hamburger sia... >>
Si ferma davanti a un pub; non lo avevo mai visto prima d'ora, forse ha aperto da poco...
Drake e Raf litigano per chi deve pagare il conto, ma alla fine vince Raf.
<< Siete nostri ospiti, non vi azzardate a cacciare un soldo... >> Dice con tono minaccioso.
Drake lo guarda spaventato, poi Raf, vedendo l'espressione di Drake dice ridendo: << Non ti sto minacciando di ucciderti ragazzo. Voglio solo che non cacciate soldi. Come ho detto siete nostri ospiti, e almeno dalle mie parti, gli ospiti sono ospiti e non devono preoccuparsi di pagare nulla. Okay? >>
Drake lo fissa per qualche secondo allibito, poi annuisce.
<< Okay. >>
Paga il conto, poi andiamo tutti alla macchina. Mi addormento con la testa poggiata sulla spalla di Drake.
<< Riposatevi, domani vi voglio attivi al nostro matrimonio. >> Dice Raf.
<< Certo. Buonanotte. >>
<< Hei... >> Sussurro. Le loro voci mi hanno svegliata, mi stiracchio e Drake viene a sedersi sul letto accanto a me.
<< Hei... Ti sei addormentata. Ti ho portata io qui. >>
Sorrido, gli sfioro la guancia.
<< Il mio cavaliere... >> Sussurro.
Drake mi bacia teneramente sulle labbra.
<< Ho sonno. Domani sarà una lunga giornata, e devo ancora misurare il vestito... >> Dico disperata.
<< Dormi... >> Si sdraia accanto a me facendomi poggiare la testa sul suo petto, e con il suo profumo che invade le mie narici mi addormento.
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Domani siete tutti invitati al matrimonio... Vestitevi eleganti... 😂😂😂
Scherzi a parte... Spero vi sia piaciuto il capitolo. Buona lettura e buona notte. ❤️
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