CAPITOLO 9
Quando arrivai li l'idea era quella di non finire nei guai..
La brochure non rendeva giustizia alla bellezza del posto ma nessuno pensò mai di scrivervi sopra "Lasciate ogni speranza o voi che entrate!"
Decisi in totale autonomia che sarei andata lì a studiare, quindi non potevo farne una colpa a nessuno, se non a me stessa.
I suoi occhi, però, mi facevano sentire nel posto giusto.
Lo guardavo a mensa mentre picchiettava sul cibo con la forchetta e raccontava ai compagni il modo in cui era caduto facendosi male alla mano.
Pendevano tutti dalle sue labbra. La storia delle confraternite, del sacrificio, di Noel..sapevo che non finiva mai di raccontare le faccende.
<<Lo stai fissando!>>
Sara imparò presto a decifrare ogni mio sguardo e ogni mia espressione.
<<Chi?>> chiesi ridendo.
<<È molto carino. Lo sguardo tenebroso, i capelli lunghi, le borchie.. Ti facevo più tipa da Brad Pitt piuttosto che da Jonnhy Depp.>> mi prese in giro.
Era vero però, Jonas era l'opposto di tutti i ragazzi che avevo frequentato fino ad allora. Non che io avessi avuto molti pretendenti, certo.
Le lezioni finirono prima quel giorno di dicembre e le vacanze di Natale si avvicinavano. Io non avevo ancora deciso se passarle a casa o rimanere al campus. Avevo una voglia matta di vedere i miei genitori, ma non volevo perdere di vista Jonas, non con tutte le cose che gli stavano accadendo.
<<Pensi di tornare a casa in questi giorni?>>
Sara non rispose. Guardava lo schermo del pc e non si mosse un attimo da quella posizione.
<<Hey, ma mi ascolti?!>>
<<Vieni a vedere!>>
"Ragazzo trovato morto al Lincoln school. Ancora incerte le cause del suicidio."
<<S-suicidio?>>
I media non erano mai stati dalla parte della gente comune ma come poteva un palese omicidio passare per suicidio?
Chiamai Jonas.
<<Annie..>>
<<Hai letto il giornale di oggi?>>
<<Si, mi hanno già avvisato.>>
<<Quindi? Non ti importa?>>
<<Ti ho già detto di starne fuori, cazzo!>>
In un momento come quello lui riusciva solo a perdere le staffe. Riattaccai il telefono senza controbattere, e senza salutarlo.
<<È..ingiusto!>> disse Sara.
Il mattino seguente mi sistemai nel mio solito tavolo, nella solita mensa, di un solito mercoledì.
Accesi la riproduzione casuale della mia playlist, infilai le cuffiette nelle orecchie e diedi un morso al mio panino al burro d'arachidi.
...solo poco dopo mi resi conto che la bionda del primo giorno stava cercando di attirare la mia attenzione.
<<Scusa mi stavi dicendo qualcosa?>>
Questa guardò prima le sue due cagnoline e poi me. Fece svolazzare la sua chioma giallo canarino a destra e a manca e disse:
<<Ti dico solo il succo del discorso: Se vuoi avere vita facile qui al campus evita di stare troppo attaccata a Jonas.>>
Scoppiai a ridere.
<<Soffri il fascino del musicista?>>
<<No, semplicemente mi sono arrivate strane voci all'orecchio, che ovviamente sono frutto dell'immaginazione di qualche sfigato come te, ma che non vorrei girassero più di tanto.>>
Tutte le teste presenti in mensa si girarono nella nostra direzione, compresa quella di Jonas.
"Rifletti prima di parlare Annie.." Pensai tra me e me.
<<Esattamente quali sarebbero queste voci?>>
<<Dicono che tu e Jonas state insieme!>> qualcuno urlò dietro di noi.
Lei confermò con un cenno del capo.
<<Non stiamo insieme, se questo può tranquillizzarti.>> guardai Jonas che se ne stava seduto insieme a tutti gli altri, pochi tavoli più in là. <<Ci siamo baciati ma probabilmente questo non è stare insieme.>> ammiccai.
Guenn andò su tutte le furie.
<<Stai giocando col fuoco!>>
<<Ho fame. Per favore adesso vai..>> e tornai alla bellissima voce di Adele.
Non mi importava il pensiero di quell'oca, tantomeno quella di nessun altro. I miei piani al college erano già stati rovinati dagli eventi del caso, quindi non mi sarei mai fatta abbattere da uno stupido pettegolezzo, fondato si, ma tanto stupido quanto vero.
Jonas mi guardò qualche istante con la solita espressione indecifrabile e tornò sul suo piatto di maccheroni.
<<Riuscirai mai ad essere pronta in tempo?>> urlò Sara da dietro la porta del bagno.
<<Questa faccenda delle nerd in rosa ti ha dato alla testa!>>
<<Sbrigati!>>
Ci ritrovammo da Eleonora e le altre alle ventidue.
Suonammo quattro volte ma non aprì nessuno.
<<È strano! Siamo un po' in ritardo ma non credo siano già andate a dormire.>>
C'era una strana atmosfera quella sera.
<<Torniamo a casa dai..>>
<<Non risponde nemmeno alle mie telefonate. E se gli fosse successo qualcosa?>>
<<Sara non morirà tutta la scuola, stai tranquilla!>>
Mi metteva ansia.
Le strade del campus erano vuote quella sera perché Guenn stava dando una festa da lei.
Mi chiesi se anche Jonas fosse lì.
<<AIUTOOOOOOOO!>>
All'improvviso qualcuno urlò da dentro casa di Eleonora.
<<Andiamo via!>> disse Sara.
La guardai torva e mi recai sul retro della casa.
Ricordai la sera in cui Stefany, la più piccola delle nerd, prese con un salto la chiave di riserva nascosta nella grondaia e feci lo stesso.
C'era silenzio e nemmeno una luce accesa.
<<Ragazze!!>> urlai, senza ricevere risposta.
Sara mi tallonava incerta se proseguire o scappare via. La tenevo per mano, avevo paura ma non potevo apparire sorda a un grido d'aiuto.
Salimmo al secondo piano, accendendo man mano tutte le luci.
Ci separammo per controllare velocemente tutte le stanze ma chiunque fosse stato ad urlare, adesso non era più li.
<<Qui sembra non esserci nessuno..>>
Entrammo nell'ultima stanza, quella dell'ape Regina.
Accesi la luce guardandomi intorno e rimasi pietrificata.
<<Non posso crederci! >> fece Sara.
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