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CAPITOLO 8

<<Non ci posso credere..>> disse Sara.
Mi sentì in dovere di raccontargli quello che sapevo e che chiunque avesse ucciso Mattia sapeva che lei era lì e probabilmente l'aveva visto.
<<Jonas ha detto che quel tatuaggio lo avevano in trentasei e non dimentichiamoci che quello è un dormitorio maschile quindi probabilmente non hai visto l'assassino ma un ragazzo che alloggia li.>>
<<Alloggiava. Hanno chiuso tutto adesso perché hanno riaperto le indagini.>>
<<Si, lo so. >> sbuffai.
Non era così che mi ero immaginata il college.
<<Oggi Eleonora mi ha chiesto se stasera andiamo dalle nerd in rosa. Ti va?>>
<<Sarebbe un buon modo per distrarci qualche ora, quindi si.>>
Io odiavo starmene con le mani in mano, tantomeno odiavo le situazioni in cui io ero impotente. Jonas, però, aveva ragione. Dovevo starne fuori!

Quella sera, dopo tanto tempo, io e Sara ci truccammo un po' e ci dirigemmo da Eleonora e le altre.
Come al solito li il clima era molto "easy" e in quel momento forse non esisteva posto migliore.
<<Quanto tempo!>>
<<Già..>> sorrisi.
Rachele, la nerd più piccola, preparò il thè alla fragola. Il sapore era disgustoso ma era rosa, quindi lo bevevano lo stesso.
<<Parteciperete alla gita di metà anno?>>
<<Io non ne so niente. Che gita?>>
<<I ragazzi del quinto anno portano quelli del primo a Rio per il carnevale. Ovviamente ci sarà poco da divertirsi ma è comunque un buon modo di evadere, soprattutto in questo periodo..>>
Jonas era del quinto anno, quindi sarebbe venuto anche lui. O probabilmente no, visto quanto era socievole.
<<Non ci dimentichiamo che a Febbraio cade pure il mio compleanno quindi certo che andremo a Rio!!!>> disse Sara. Entusiasta, dopo tanto tempo.

Il mattino seguente ne parlava già tutta la scuola. I ragazzi erano felici e le ragazze già organizzavano le valigie, nonostante mancassero ancora due mesi.
<<Devo parlarti, vieni.>> Jonas mi tirò per un braccio.
Camminammo dieci minuti buoni fino ad arrivare ad una vecchia quercia dietro scuola.
<<Credi che ci incontreremo mai in modo tranquillo noi due?>>
<<Non è il momento di fare battute. Ho ricevuto un altro bigliettino.>>
<<Scusami ma questa faccenda sta diventando ridicola. Se hai paura vai dalla polizia!>>
Si guardò intorno qualche istante e poi uscì la mano dalla tasca del giubbotto.
<<O mio dio!>>
Aveva una benda arrotolata attorno alle dita che non riusciva ugualmente a fermare il sangue.
<<Devi andare in infermeria. Ma sei scemo o cosa?>>
<<Ci andrò dopo Annie. Ascoltami un attimo. Tornatevene a casa per un po' tu e Sara, prendetevi una pausa.>>
<<Io non capisco perché dovrei andarmene..>>
<<Noel mi ha contattato ieri sera.>>
Nei suoi occhi non c'era paura ma disprezzo.
<<Mi ha chiamato dalla prigione. Mi ha detto che ha saputo di Mattia e che voleva sapessi che lui non c'entra. Non so perché ma gli ho creduto.>>
<<E cosa ti è successo alla mano?>>
Lui fece per girarsi ma gli bloccai la mascella con la mano, costringendolo a guardarmi negli occhi.
<<Stavo dormendo e all'improvviso ho provato un dolore atroce..>> chiuse gli occhi.<<Quando ho realizzato che ero nella mia stanza, nel mio letto, ho visto un ombra uscire dalla stanza. Mi ha lasciato un bigliettino, un altro, in modo diverso stavolta.>>
Spostò la benda e notai due segni profondi.
Capì.
<<Santo cielo!>>
<<È stato creativo però..>> si sforzò di sorridere.
<<Jonas dobbiamo parlare con un adulto o meglio con la polizia. Dobbiamo fermare questo pazzo! Poteva ucciderti!!>>
<<Hai paura?>>
<<Si.>>
Mi guardò per qualche istante senza assumere nessuna espressione.
Sentivo il cuore battere a mille ma non riuscivo a spiegarmene il motivo.
<<Non posso farlo..>> chinò il capo.
<<Tu hai paura?>> gli chiesi.
<<No.>>
<<Allora puoi farlo..>>
Guardò la sua mano insanguinata e poi me.
Controllò ancora una volta che nessuno ci stesse guardando e si avvicinò, fino a sfiorarmi le labbra con le sue.
<<Però poi non dire che non ti avevo avvertita..>>
Mi baciò dolcemente e capì in quell'istante che c'ero dentro con tutte le scarpe.
Gli presi il volto e lo baciai anch'io.

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