CAPITOLO 7
<<ANNIE!!>> urlò, bussando come un forsennato alla mia porta.
<<Ma perché urli?>>
<<Bello lo scherzo del bigliettino! Adesso vuoi smetterla? Dovresti crescere un po'!>>
<<Bigliettino?>>
Aveva gli occhi di fuori. Non capivo.
<<Non fare la finta stupida adesso perché mi incazzo!>>
<<Vuoi calmarti un momento? Io non ti ho lasciato nessun bigliettino!>>
Jonas mi guardò indisponente per qualche istante, poi capì che non stavo mentendo.
<<Che bigliettino era?>>
<<Non lo hai mandato tu?>>
<<Ti ho già detto che non ne so nulla!>> sembrava parecchio turbato così lo invitai ad entrare.
Fece avanti e dietro per un po', poi si accomodò sul mio letto.
<<Jonas cosa c'era scritto in quel bigliettino?>>
Frugò qualche istante nelle tasche dei jeans e vi uscì un foglietto bianco.
"IL PROSSIMO SARAI TU!"
Guardai pietrificata Jonas che più che spaventato sembrava furioso.
<<È una minaccia! Devi andare alla polizia!>>
<<Si staranno divertendo a prendermi in giro!>> fece spallucce.
<<Jonas non sottovalutare la situazione. Dimmi quello che sai di quella notte, ti prego.>>
Sospirò e, finalmente, iniziò a dirmi di più.
<<Sono arrivato alla festa insieme a Mattia. Voleva conoscere il mio gruppo e suonare con noi. Lo abbiamo preso un po' in giro, lo abbiamo fatto bere e quando ha dimostrato interesse verso la tua amica lo abbiamo spinto a provarci. Lei era indisponente e lui troppo timido così gli abbiamo dato un piccolo aiuto..>>
<<Lo avete drogato?>> dissi quasi senza fiato.
<<Non è stato costretto!>>
<<Voleva essere vostro amico e voi avete giocato così con la sua vita?>>
<<Hai visto perché non volevo raccontarti niente? Me ne vado..>> si alzò in piedi e capì che se volevo farmi raccontare tutto avrei dovuto starmene zitta.
Lo invitai a risedersi e riprese il discorso.
<<All'inizio sembrò confuso, era la prima volta e non sapeva a cosa andava in contro. Poi si calmò e tornò dalla tua amica. Quando si allontanarono per prendere la giacca Mattia mi scrisse che qualcuno li stava seguendo. Sapeva che qualcuno era lì per lui. Era veramente un bravissimo ragazzo ma ho paura che i vecchi fantasmi del passato siano tornati al college.>>
<<Di chi parli?>>
<<Un tempo c'erano due confraternite in questa scuola e ognuno di loro sceglieva il proprio leader in base al grado di cattiveria. Chi dimostrava più palle diventava il capo e veniva acclamato da tutti. Io ero il capo degli "Ultrakappa" mentre Noel Roman era il capo degli "SSking". Ci odiavamo. Eravamo due bande, soprattutto al secondo anno.>>
<<E che fine hanno fatto queste persone?>>
<<Alcuni sono ancora a scuola, altri sono morti, altri in galera..>>
<<E Noel?>>
<<Noel è finito in prigione poco dopo aver finito il terzo anno. Furto dentro proprietà privata e tentato omicidio.>>
<<Ma non capisco cosa possa centrare Mattia in tutto questo..>>
<<Ad ogni nostra battaglia equivaleva un sacrificio. Mettevamo le matricole davanti ad una scelta. Mattia voleva entrare in una confraternita che avrebbe portato nella sua vita rispetto e onore. Io rifiutai di prenderlo con me perché non era affatto come noi. Troppo perfettino, troppo figlio di papà per diventare un qualcosa che non era. Noel prese la palla in balzo perché sapeva che io avevo qualcosa che lui invece non avrebbe avuto mai, un cuore. Pensò che se lui avesse accettato di sacrificare quel ragazzo e mettere proprio lui davanti a quella scelta io avrei provato compassione e avrei sventolato bandiera bianca. Non mi conosceva affatto!>>
<<Sacrificio, scelte.. Spiegati meglio Jonas..>>
<<Mattia aveva poco più la tua età e si ritrovò lì solo per l'occhio sociale. Per non passare per lo sfigato della situazione. Noel era un pazzo, la droga ormai gli aveva mangiato il cervello. Chiese a Mattia di uccidere un cinghiale, dentro una riserva protetta. Questo già di per se era un bel reato ma non era finita qua. Se lui non avesse soddisfatto questa richiesta gli avrebbe rovinato la sua intera esistenza fino ad ucciderlo. Nessuno lo prese sul serio, tantomeno Mattia che si rese conto di non avere bisogno di una confraternita se quello era il prezzo da pagare. Abbiamo fatto tutti un rito di iniziazione ma con lui fu proprio crudele!>> fece un sorriso amaro.
<<Credi che l'abbia ucciso lui?>>
<<Quel tatuaggio che ha descritto Sara, te lo ricordi? Lo avevamo tutti. Ce l'ho anch'io.>>
Sollevò la maglia.
"Nothing"
<<Perché niente?>>
<<Perché è quello che siamo. Niente.>>
<<Ma perché lo avete tatuato tutti?>>
<<Prima che lui fosse arrestato avevamo sancito una specie di patto che prevedeva una tregua temporanea. Tatuammo questa parola tutti e trentasei ragazzi. Era la firma per una nuova era in questo college perché, in fin dei conti, ci eravamo resi conto che non era l'esempio giusto da dare ai nuovi arrivati.>>
<<Ma non hai risposto alla mia domanda. Credi sia stato lui?>>
<<Spero di no.>>
Jonas uscì dalla mia stanza senza aggiungere altro.
Mi sentii confusa e amareggiata.
Pensai all'accaduto e al fatto che Jonas quella notte fosse insieme a me. Perché non aveva raggiunto Mattia dopo aver ricevuto il suo messaggio?
Ancora non conoscevo tutta la verità.
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