CAPITOLO 5
Davanti scuola gli amici di Mattia ricrearono una sorta di altarino dove vi portarono foto di quel ragazzo troppo giovane per non esserci più e fiori.
Tanti ragazzi piangevano increduli. Riconobbi persino l'ubriacone che la sera prima mi aveva importunato in lacrime.
Quella sera fu uno sbaglio per tutti.
<<È terribile!>> disse Eleonora.
<<Lo conoscevi?>>
<<No, frequentavamo posti completamente diversi ma era molto popolare da queste parti. Dicono che sia stato ucciso per vendetta.>>
<<In quanto a cosa?>>
<<Non so rispondere a questo ma non sembrava un così cattivo ragazzo, o per lo meno non così cattivo da meritare la morte..>>
In tutte le classi quella mattina si parlò di lui. Non ci furono risse, risate, giochi o lamenti, solo silenzio.
La polizia interrogò tutti noi e la maggior parte degli studenti non ebbe nulla da dire perché nemmeno ricordava la sera precedente.
<<La mia amica era con lui quando io sono arrivata alla festa. Non riuscivo a trovarla e non rispondeva al telefono così sono andata a cercarla. Mi è corsa incontro circa un ora dopo e mi ha raccontato tutto.>>
<<Adesso dove si trova Sara Strugeri?>>
<<Non se la sentiva di venire a lezione così le ho suggerito di restare a letto.>>
<<Grazie mille signorina Baumann può andare.>>
Appena uscita dal colloquio con l'ispettore Molina chiamai i miei genitori. Decisi di raccontare loro tutta la verità, meritavano di sapere. La reazione di mia mamma mi fece pensare molto ai genitori di Mattia..
<<Vuoi che veniamo a prenderti tesoro?>>
<<No mamma. Qui la vita continua e io devo frequentare le lezioni. Sta tranquilla.>>
Riattaccai con l'amaro in bocca.
Esausta mi diressi verso il dormitorio. Avevo solo voglia di vedere Sara e andare avanti.
Quel giorno pioveva.
<<Ciao matricola>>
Me lo ritrovai davanti al portone.
<<Ciao Jonas. Che ci fai qui?>>
<<Sono venuto a controllare come state>> sorrise, per la prima volta.
<<Sara non è venuta oggi a lezione e io sto salendo su a controllare. Vuoi venire?>>
<<Si, se posso>>
Salimmo su e notai che era agitato. Non lo conoscevo quindi per quanto ne sapessi poteva anche essere il suo atteggiamento.
<<Tutto bene?>>
<<Si>>
Trovai Sara seduta nella scrivania. Si teneva la testa con le mani e guardava il vuoto.
<<Tesoro.. Hey..>>
<<Voglio tornare a casa..>>
<<Cosa? No!>>
<<Si. Sono venuta qua convinta che mi sarei divertita e sarei stata alla grande e invece? Conosco un ragazzo carino ad una festa e lo uccidono la stessa sera!>>
<<Non è colpa tua!>>
<<Lo so ma forse era un avvertimento. Forse, semplicemente, devo andarmene.>>
<<Senti non dire stronzate piuttosto dimmi esattamente tutto quello che sai su quell'uomo che è corso via quando sei salita>> fece Jonas.
<<Cerca di essere più delicato!>> dissi.
Lui mi guardò un attimo e poi si avvicinò a Sara.
<<È importante che adesso tu parli con me. Io conoscevo bene Mattia e so che non aveva nemici. Voglio sapere tutto, per favore.>>
<<Aveva una felpa nera ma si copriva il volto con il cappuccio. Era alto e magro.>>
<<Hai detto che aveva un tatuaggio..>>
<<Si, sul fianco destro. L'ho detto anche alla polizia. Erano linee nere che formavano una scritta ma adesso è un ricordo sfocato.>>
La risposta non sembrò soddisfarlo.
<<Cosa non ci stai dicendo Jonas?>>
<<Nulla che vi possa importare. Vi voglio fuori da questa faccenda quindi andate avanti e non pensateci più. Capito?>>
<<Ci siamo già in mezzo>> disse Sara.
<<Avete fatto quello che dovevate fare e adesso ne siete fuori.>>
Girò i tacchi e andò via.
<<Lui sa qualcosa!>>
<<Lo penso anch'io.>>
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