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CAPITOLO 48

La ragazza che cantava era bravissima. La sua voce ricordava vagamente quella di Lady Gaga. I miei compagni erano felici e il cibo era pure buono.
Jonas, fra un ballo e un altro, controllava sua sorella. Sara e Lucas erano bellissimi, mentre Noel se ne stava in un angolino a guardare la situazione.
<<Dovrebbe divertirsi un po' anche lui, in fondo se lo merita.>>
<<Annie, non mi importa nulla di Noel...>> mi guardò come arrendendosi <<Però hai ragione. Senza di lui stasera non sarei qui con la mia bellissima fidanzata, non potrei controllare mia sorella e non assaggerei questi buonissimi gamberi, quindi concedigli questo ballo.>>
Sorrisi.
<<Posso farti una domanda prima?>>
<<Certo.>>
<<Perché nonostante tu sappia che Noel prova questo sentimento per me, continui a non arrabbiarti se io voglio essere sua amica?>>
<<Perché ti amo e ti conosco. Se vuoi bene ad una persona fai di tutto per questa... e so che tieni a Noel. Lui è innamorato di te perché nessuno lo ha mai trattato come lo tratti tu, che è lo stesso motivo per cui anch'io ti amo. In un certo senso lo capisco!>> rise <<Nonostante i suoi sentimenti non si è mai comportato in modo scorretto. Ha sempre rispettato i ruoli e fino a quando si comporta in questo modo non ho motivo di chiederti di rompere il legame "platonico" che avete instaurato. È solo, è stato in prigione e non sa cosa vuol dire avere una persona come te che ogni giorno lo ama e lo rende felice...>>
Le sue parole mi scaldarono il cuore.
<<Ti amo.>> feci prima di andare verso Noel.
Mentre mi incamminavo per attraversare la pista notai Marion che ballava con un ragazzino. Indossava un abito viola, corto ma molto casto. Era davvero adorabile.
<<Hey, lupo solitario!>>
<<Hey!>> rispose divertito Noel.
<<Starai qui seduto tutta la sera?>>
<<Pensavo di andare a prendere una birra, ma quel liquido analcolico rosso che c'è sul tavolo non ci si avvicina nemmeno un po'.>>
<<Non ti serve l'alcool. Perché, invece di restare qui a pensarlo e basta, non mi chiedi di ballare!?>>
Noel mi guardò sorridente. Credo fu più un ghigno sarcastico piuttosto che un sorriso, ma andava bene lo stesso.
Si mise in piedi e mi porse la mano.
<<Signorina Baumann, vuole concedermi questo ballo?>>
<<Con piacere, signor Roman.>> sorrisi.
Andammo verso la pista da ballo e gli misi le braccia intorno al collo, mentre lui avvolse le sue intorno alla vita.
<<Il tuo fidanzato non si arrabbierà?>>
<<Noel Roman, pensi che io venga a ballare con te senza averlo prima detto al mio ragazzo?>>
Lui rise.
<<Ah, giusto.>>
<<Cosa?>>
<<Per me queste regole tra fidanzati sono una novità. In effetti sei troppo santa per fare una cosa senza prima passare il permesso a Jonas.>>
<<Sarei una santa?>> Risi.
<<Una bellissima Santa.>>
Arrossii.
<<Comunque adoro il fatto che entrambi tenete a me. Non lo so, mi sento al sicuro. Siete grandi e grossi...>> Risi <<E anche con una certa reputazione alle spalle, quindi non ho paura.>>
<<Non hai paura?>>
<<No. Ci siete voi due a proteggermi, no?>>
Noel sorrise. A dire il vero non smise di sorridere neanche un attimo.
<<Sempre.>>
Quando la canzone finì lo abbracciai forte e lui ricambiò.
<<Prova a divertirti ok? Non mi va di vederti seduto lì tutta la sera.>>
<<Sono venuto qui per te, non per divertirmi.>>
<<La serata sta andando benissimo, non lo vedi? Rilassati.>> stampai un bacio sulla sua guancia e tornai verso Jonas.
Il mio ragazzo mi cinse la vita con il braccio e mi baciò.
<<Ad ogni un, due, tre impazzivo di gelosia!>>
<<Scemo!>> lo canzonai.
<<Sei mia.>>
<<Sono tua.>>
<<Hey, piccioncini!>> si avvicinò Marion.
<<Hey!>> urlai io per sovrastare la musica <<Ti diverti?>>
<<Tantissimo!>> fece lei.
<<Balla con me!>> fece Sara quando la musica da lenta diventò movimentata.
Ci buttammo in pista, liete finalmente di avere qualcosa per cui essere spensierate. L'indomani sarebbe ricominciato l'inferno, soprattutto dopo la morte di Scott, ma in quel momento avevamo solo voglia di goderci l'attimo.
Jonas, Lucas e Marion ci raggiunsero poco dopo. Sentivo la pelle imperlarsi di sudore ad ogni movimento ma amavo quella sensazione di pura tranquillità. Noel se ne stava seduto lì però sorrideva, forse prendendomi anche un po' in giro. Era una serata bellissima.
<<Che è successo?>>
All'improvviso...il blackout!
<<Annie, Marion, ragazzi...restiamo vicini!>> fece Jonas.
Una mano mi toccò la spalla, facendomi spaventare a morte.
<<Tranquilla, sono io.>> era Noel.
<<Marion?>> urlò Jonas.
<<Che succede?>>
<<Qui non c'è!>>
I mormorii di tutti i presenti erano così forti che parlare con la musica a tutto volume era meno fastidioso.
<<Noel resta con Annie, per favore. Io devo cercare mia sorella.>>
Noel annuì.
Jonas si allontanò fra la folla.
<<Ho seriamente paura!>> fece Sara.
<<Sta tranquilla, fra poco tornerà la luce.>>
<<Non dovrebbe esserci qualcuno che rassicura gli studenti? Dov'è il preside Harding?>> Lucas sembrava insospettito.
<<Usciamo da qua, ok?>>
Formammo una fila indiana. Il primo era Noel, poi c'ero io, poi Sara e alla fine Lucas. Con quel buio trovare l'uscita fu quasi impossibile, ma dopo dieci minuti di "Scusa" e "Permesso", la trovammo.
Fuori c'erano già parecchi studenti.
<<Forse dovrei inviare un sms a Jonas e avvisarlo che siamo qua fuori..>> mi girai verso Sara, ma Sara e Lucas non c'erano più.
<<Dove sono?>>
<<Erano dietro di te.>> fece spallucce.
<<Ci mancava solo questa!>>
Eravamo tutti divisi. Inviai un messaggio a Jonas, ma lui non rispose. Provai a chiamargli e non rispose nemmeno.
<<Jonas non risponde!>>
<<Sa badare a se stesso, sta tranquilla.>>
Noel si guardava intorno ma senza allontanarsi mai da me.
<<AIUTO!>> si sentì.
<<Che succede?>> feci per andare verso la voce che urlava, ma Noel mi bloccò.
<<Hai dimenticato il registratore? Potrebbe essere un tranello!>>
<<Potrebbe esserci una ragazza in pericolo e tu pensi ai tranelli? Noel, dobbiamo andare a vedere!>>
Noel guardò sconfitto la folla di gente che usciva dalla scuola e fece strada, tenendomi per mano.
Camminammo un po' verso i dormitori, ma la voce aveva smesso di urlare.
Senza nemmeno rendercene conto c'eravamo ritrovati in una strada completamente vuota.
<<Torniamo indietro...>> dissi.
<<Avevi detto di non avere paura..>>
<<Se restiamo qui, lontani da tutti gli altri, facciamo esattamente il loro gioco. Ci siamo separati e nessuno risponde al cellulare. Potrebbero già averli presi tutti!>> urlai.
<<Calmati>> mi abbracciò <<Li troveremo. Cerca di essere positiva!>>
<<Salve ragazzi...>> da dietro il dormitorio maschile uscì un ragazzo. Non lo vedevo bene in viso perché, pur sforzandomi, il buio non me lo permetteva.
<<Chi cazzo sei tu?>> fece Noel, tenendomi ancora per mano.

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